FILM che parlano di noi

Sono andato a vedere questo film, "Povere creature!", che è difficile racchiudere in una parola o in una descrizione. Mi viene in mente fantastico o bizzarro, ma non importa molto per quello che vorrei dirvi.
Il film racconta il ritorno e l’educazione alla vita di una ragazza riportata indietro, dopo il suicidio, in pieno stile Frankenstein.
Ma non voglio spoilerare nulla, chi vuole andare a vederlo può smettere qui di leggere.
Per chi continua a leggere, per i fruitori di questo Forum, voglio dire che questa nuova educazione passa attraverso un paesaggio colmo di sesso e uomini e che, ad un certo punto, incontra attivamente anche il mestiere più antico del mondo.
La protagonista, quasi con candore, si mette a fare la prostituta, lo fa per il motivo più scontato e stereotipato del mondo: guadagnare soldi perché è diventata povera (anche nel film considerato il mestiere migliore al mondo tra soldi guadagnati e tempo investito). E qui entrano in scena una serie di clienti particolari (e io da punter me lo sentivo...) da quello che non profferisce parola, scopa a martello e basta, a quello dalla depravazione più inaspettata (anche questo fa parte dello stereotipato universo pay-cliente) che fanno cogliere alla protagonista, nel suo percorso di conoscenza e apprendimento, altre sfumature della vita, diventa una prostituta filosofa fino al punto da voler essere lei a scegliere i clienti che vengono al bordello e non viceversa, come avveniva in quel tempo e come, in fondo, avviene tuttora.
Finita la parentesi da meretrice, le rimane addosso quel marchio infame di chi ha fatto sesso per soldi, qualunque fosse stata la ragione per farlo, ed essere apostrofata come "Troia!" anche da chi nemmeno era in grado di pensarlo e comprenderlo.
Non vado oltre nel raccontare.
Non mi sorprende che gran parte delle scoperte della protagonista siano collegate al sesso, e che farne le spese siano gli uomini, conquistati dal suo fascino ma impreparati a farne i conti con una libertà di cui non immaginano i confini, una ribellione del corpo e dell’anima contro tutti gli uomini che vorrebbero controllarla e reprimerla.
Importante riflettere su questo tema, di cui ogni giorno si parla, a volte giustamente e a volte a sproposito, tra femminicidi e patriarcato.
Film straordinario.
Lei "Di solito chiedevo 30 franchi"
Lui "Mi sembrano pochi"

Quasi come oggi😉
 
Aggiungerei per gli amanti della commedia comica italiana anni 80 il cult “vieni avanti cretino” , nella scenetta dello studio dentistico ex bordello. L’entrata nell’ex bordello di Lino Banfi -Pasquale Baudaffi tratteggia perfettamente il puttaniere d’una volta nella sua “danza” per entrare senza farsi notare 😎
 
Sono andato a vedere questo film, "Povere creature!", che è difficile racchiudere in una parola o in una descrizione. Mi viene in mente fantastico o bizzarro, ma non importa molto per quello che vorrei dirvi.
Il film racconta il ritorno e l’educazione alla vita di una ragazza riportata indietro, dopo il suicidio, in pieno stile Frankenstein.
Ma non voglio spoilerare nulla, chi vuole andare a vederlo può smettere qui di leggere.
Per chi continua a leggere, per i fruitori di questo Forum, voglio dire che questa nuova educazione passa attraverso un paesaggio colmo di sesso e uomini e che, ad un certo punto, incontra attivamente anche il mestiere più antico del mondo.
La protagonista, quasi con candore, si mette a fare la prostituta, lo fa per il motivo più scontato e stereotipato del mondo: guadagnare soldi perché è diventata povera (anche nel film considerato il mestiere migliore al mondo tra soldi guadagnati e tempo investito). E qui entrano in scena una serie di clienti particolari (e io da punter me lo sentivo...) da quello che non profferisce parola, scopa a martello e basta, a quello dalla depravazione più inaspettata (anche questo fa parte dello stereotipato universo pay-cliente) che fanno cogliere alla protagonista, nel suo percorso di conoscenza e apprendimento, altre sfumature della vita, diventa una prostituta filosofa fino al punto da voler essere lei a scegliere i clienti che vengono al bordello e non viceversa, come avveniva in quel tempo e come, in fondo, avviene tuttora.
Finita la parentesi da meretrice, le rimane addosso quel marchio infame di chi ha fatto sesso per soldi, qualunque fosse stata la ragione per farlo, ed essere apostrofata come "Troia!" anche da chi nemmeno era in grado di pensarlo e comprenderlo.
Non vado oltre nel raccontare.
Non mi sorprende che gran parte delle scoperte della protagonista siano collegate al sesso, e che farne le spese siano gli uomini, conquistati dal suo fascino ma impreparati a farne i conti con una libertà di cui non immaginano i confini, una ribellione del corpo e dell’anima contro tutti gli uomini che vorrebbero controllarla e reprimerla.
Importante riflettere su questo tema, di cui ogni giorno si parla, a volte giustamente e a volte a sproposito, tra femminicidi e patriarcato.
Ha vinto l'Oscar.... Complimenti ad Emma Stone
 
Finalmente sono riuscito a vedere "Anora" il film vincitore dell'ultimo Oscar.
Storia, detta in due parole, di una escort che conosce per caso un cliente di lingua russa, questi gli risulta strano ma simpatico e accetta per 15.000 dollari di fare la sua fidanzata per una settimana.
Da fidanzata diventa moglie con uno di quei matrimoni che si fanno a Las Vegas e poi si scopre che lui è l'esuberante figlio di un oligarca russo. Da li parte tutta una serie di scene tra il grottesco e il drammatico che artisticamente non mi parevano proprio da Oscar.
Cosa mi ha colpito.
Il film in se no, il finale, l'ultima scena, si.
C'è una prima parte del film dove Anora (che si fa chiamare Ani) fa la escort e si muove tra un cliente e l'altro con una disinvoltura totale, avendo tutto sotto controllo.
Poi c'è una parte in cui lei passa la settimana con quell'unico cliente e, pur con qualche perplessità, si lascia sposare, pensando e sperando (suppongo io) di tirarsi fuori dal mondo escort e da colleghe vipere.
Poi c'è la terza parte dove lei lotta per rimanere la moglie di questo rampollo che manco se la caga più e il suo passato da escort viene fuori in ogni frase, in ogni scena, come un marchio di infamia, nemmeno degna di essere considerata una persona come gli altri. Buttata fuori dalla porta con una mancia di 10.000 dollari e che non rompa più le palle.
E arriviamo all'ultima scena.
Lei è in macchina con Igor, scagnozzo dell'oligarca ma non del tutto insensibile alle ragioni della escort, che oltre ai soldi della buonuscita le restituisce anche l'anello (molto costoso) del matrimonio che le avevano ingiustamente sottratto.
Lei lo ripaga forse nell'unico modo che conosce, salendo su di lui, seduto al posto di guida, facendo sesso.
Ma ecco che quando lui tenta di baciarla sulla bocca (il mitico FK delle escort) lei si oppone e scoppia in un pianto a dirotto.
Io ho interpretato questa scena come un riappropriarsi della propria vita, della possibilità di decidere i limiti, di poter dire no anche se si tratta solo di un bacio, quando per tutta la seconda parte del film era ostaggio di quello che altri decidevano per lei in quanto persona indegna.
Molto più libera come escort che dopo esser finita nella vita reale.
Qualcuno può illuminarmi diversamente se sbaglio?

P.S. Curiosa (per noi punter) una scena dove nel dialogo tra due escort, la prima annuncia che starà via una settimana con il cliente per 15.000 dollari e l'altra le dice: "Hai trovato il pollo!?" "Eh si!!"
Quella del "pollo" è una categoria sempre molto ambita dalle pay, ne ho testimonianza nei discorsi delle ragazze che frequento ultimamente.
 
Ultima modifica:
Finalmente sono riuscito a vedere "Anora" il film vincitore dell'ultimo Oscar.
Storia, detta in due parole, di una escort che conosce per caso un cliente di lingua russa, questi gli risulta strano ma simpatico e accetta per 15.000 dollari di fare la sua fidanzata per una settimana.
Da fidanzata diventa moglie con uno di quei matrimoni che si fanno a Las Vegas e poi si scopre che lui è l'esuberante figlio di un oligarca russo. Da li parte tutta una serie di scene tra il grottesco e il drammatico che artisticamente non mi parevano proprio da Oscar.
Cosa mi ha colpito.
Il film in se no, il finale, l'ultima scena, si.
C'è una prima parte del film dove Anora (che si fa chiamare Ani) fa la escort e si muove tra un cliente e l'altro con una disinvoltura totale, avendo tutto sotto controllo.
Poi c'è una parte in cui lei passa la settimana con quell'unico cliente e, pur con qualche perplessità, si lascia sposare, pensando e sperando (suppongo io) di tirarsi fuori dal mondo escort e da colleghe vipere.
Poi c'è la terza parte dove lei lotta per rimanere la moglie di questo rampollo che manco se la caga più e il suo passato da escort viene fuori in ogni frase, in ogni scena, come un marchio di infamia, nemmeno degna di essere considerata una persona come gli altri. Buttata fuori dalla porta con una mancia di 10.000 dollari e che non rompa più le palle.
E arriviamo all'ultima scena.
Lei è in macchina con Igor, scagnozzo dell'oligarca ma non del tutto insensibile alle ragioni della escort, che oltre ai soldi della buonuscita le restituisce anche l'anello (molto costoso) del matrimonio che le avevano ingiustamente sottratto.
Lei lo ripaga forse nell'unico modo che conosce, salendo su di lui, seduto al posto di guida, facendo sesso.
Ma ecco che quando lui tenta di baciarla sulla bocca (il mitico FK delle escort) lei si oppone e scoppia in un pianto a dirotto.
Io ho interpretato questa scena come un riappropriarsi della propria vita, della possibilità di decidere i limiti, di poter dire no anche se si tratta solo di un bacio, quando per tutta la seconda parte del film era ostaggio di quello che altri decidevano per lei in quanto persona indegna.
Molto più libera come escort che dopo esser finita nella vita reale.
Qualcuno può illuminarmi diversamente se sbaglio?

P.S. Curiosa (per noi punter) una scena dove nel dialogo tra due escort, la prima annuncia che starà via una settimana con il cliente per 15.000 dollari e l'altra le dice: "Hai trovato il pollo!?" "Eh si!!"
Quella del "pollo" è una categoria sempre molto ambita dalle pay, ne ho testimonianza nei discorsi delle ragazze che frequento ultimamente.
Non ho visto il film, la tua interpretazione può assolutamente essere corretta. Se dovessi trovarne una diversa (sulla base del tuo racconto poiché, come detto, non conosco il film), potrebbe essere il rendersi conto che la "vita" l'ha segnata. Il pianto potrebbe essere segno di realizzare, in quel momento, che tutta la sua vita é stata una vita da escort. Si era illusa di uscirne, avere un'esistenza normale, sposata, una famiglia, ma alla fine si ritrova a scopare in macchina e fare ciò che ha sempre fatto...

La tua é un'interpretazione ottimistica, la mia pessimista 😉
 
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