Info cessione ramo d'azienda

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Salve ,
Spero che qualcuno informato in materia possa darmi una risposta valida.
Sono un dipendente privato di un azienda con più di 100 dipendenti che lavora nel hinterland napoletano.
Da pochi giorni c'è stato comunicato che è c'è stata una cessione di un ramo aziendale di circa 50 dipendenti ad un società che ha sede al Nord.

Cosa succede a noi dipendenti? C'è stato detto che non perdiamo il posto di lavoro e che continueremo a lavorare ma ovviamente nella nuova azienda, ma dove? In un certo senso siamo stati tutti trasferiti al nord cn le relative famiglie ? Oppure la nuova società è obbligata ad aprire una nuova sede qui in Campania? C'è qualche legge che tuteli il lavoratore per evitare che si venga trasferiti? In un certo senso invece di cessione di ramo d'azienda si tratta di trasferimento o sbaglio?

qualora il lavoratore è obbligato a prestare servizio al Nord può chiedere un adeguamento economico che in un certo senso sono obbligati ad accettare visto che sono cambiate le condizioni economiche rispetto a quando lavorava in Campania?

grazie delle risposte
 
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  • #3
Purtroppo l'unico sindacato che c'era stava in vita fino a prima di ottobre, inizialmente aveva quasi 60 iscritti ,me compreso, poi visto che effettivamente nn faceva mai nulla di concreto , in un mese precisamente ad ottobre abbiamo deciso di disiscriverci tutti e quindi attualmente siamo tutti senza sindacato.
 
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Se hanno ceduto il ramo d'azienda è probabile che continuino l'attività nel napoletano.
Se così non è, possono chiedere ai dipendenti di trasferirsi senza riconoscere "adeguamenti contrattuali" (a volte però i CCNL prevedono delle indennità una tantum da riconoscere ai dipendenti trasferiti in altra sede).
Nella peggiore delle ipotesi, se la nuova sede è distante più di 50 km rispetto a quella precedente e qualora tu non intenda accettare il trasferimento, puoi dimetterti per giusta causa con diritto alla NASPI.
 
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  • #5
Effettivamente parliamo di quasi 700/800 km d distanza tra le due sedi.

Qualora un dipendente abbia una cessione del quinto in corso con la vecchia azienda , può chiedere il TFR alla vecchia azienda e versarlo alla società creditizia per estinguere completamente il debito? Oppure la cessione viene trasferita alla nuova azienda? Qualora il TFR nn riesce a coprire l'intero debito residuo, la differenza viene messa dal dipendente oppure dall'assicurazione fatta durante la cessione?
 
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crin

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"Pais del pento"
Puoi rivolgerti ad una qualunque sede provinciale di un qualunque sindacato.
Non in tutte le aziende ci sono rappresentanze sindacali, ma questo non vuol dire che i sindacati non possano dare supporto ai lavoratori di un'azienda.
Magari non rivolgerti al sindacato abbandonato ad ottobre....
 
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Concordo con @nasolungo , a meno che non intervenga un sindacalista o un avvocato qui raccoglieresti solo pareri o informazioni di seconda mano, meglio che tu ti rivolga a chi di dovere.
 
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respiro aria di lago
Con o senza sindacato denunciate tutto all'Ispettorato del Lavoro, da qui deve passare ogni vertenza tra lavoratori e proprietà.
 
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se hanno ceduto il ramo di azienda con i dipendenti significa che la nuova ditta vuole continuare l'attività con i 50 dipendneti, poi non penso al nord, ma magari nello steso capannone o in uno vicino, comunque contattate i sindacati per capire meglio chi e che cosa vogliono
 
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La cessione di ramo di azienda magari in una bad-company a volte è il preludio alla chiusura. tra l'altro i dipendenti come sono stati individuati? vi sono stati diversi trasferimenti anomali? magari tutti insieme? perchè so che una delle tecniche usate per licenziare tot persone è quelle di conferirle in un ramo di azienda, dismettere il ramo di azienda facendolo comprare a un'azienda A che poi dopo qualche tempo andrà a chiusura. Magari l'azienda acquirente voleva solo acquisitre i clienti o qualche brevetto.In ogni caso non sarei tranquillo per nulla.
 
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Padana's land
Credo che la legge preveda una consultazione sindacale preventiva alla cessione, senza la quale la cessione non può avvenire. È in quella fase che si discute il destino dei lavoratori. Se così non fosse le aziende ti sbatterebbero liberamente in Lapponia a vendere ghiaccioli.
 
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emilia romagna
Salve ,
Spero che qualcuno informato in materia possa darmi una risposta valida.
Sono un dipendente privato di un azienda con più di 100 dipendenti che lavora nel hinterland napoletano.
Da pochi giorni c'è stato comunicato che è c'è stata una cessione di un ramo aziendale di circa 50 dipendenti ad un società che ha sede al Nord.

Cosa succede a noi dipendenti? C'è stato detto che non perdiamo il posto di lavoro e che continueremo a lavorare ma ovviamente nella nuova azienda, ma dove? In un certo senso siamo stati tutti trasferiti al nord cn le relative famiglie ? Oppure la nuova società è obbligata ad aprire una nuova sede qui in Campania? C'è qualche legge che tuteli il lavoratore per evitare che si venga trasferiti? In un certo senso invece di cessione di ramo d'azienda si tratta di trasferimento o sbaglio?

qualora il lavoratore è obbligato a prestare servizio al Nord può chiedere un adeguamento economico che in un certo senso sono obbligati ad accettare visto che sono cambiate le condizioni economiche rispetto a quando lavorava in Campania?

grazie delle risposte
Mi spiace informarti che le leggi a tutela dei lavoratori si sono estinte già da qualche anno (fatta eccezione per i dipendenti pubblici ovviamente...)
 
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Normalmente in caso di cessione di ramo d’azienda tutti i dipendenti che svolgevano quel tipo di attività seguono i beni aziendali, vale a dire vengono assunti dal nuovo datore di lavoro.
Sempre in situazioni normali un imprenditore non acquista un ramo di azienda con dipendenti se non ha intenzione di tenerli, perché altrimenti avrebbe acquistato i beni aziendali ponendo come condizione di non farsi carico del personale.
Quindi aspetterei a preoccuparmi, ma piuttosto cercherei di capire meglio chi ha acquistato, se è una azienda solida e come si comporta con i propri dipendenti. In ogni caso avere una rappresentanza sindacale aiuta, non è stata una mossa intelligente dimettersi tutti dal sindacato. Se non eravate contenti di quella sigla sindacale potevate sempre andare in un’altra, o, meglio ancora, suddividervi su due o più organizzazioni sindacal. Ps, siete ancora in tempo
 
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sul lago
faccio notare che chi ha chiesto lumi e aperto il 3d e' entrato nel forum fino a ieri senza pero' rispondervi da piu' di 10 giorni .
probabilmente e' piu' interessato a come succhia le palle Svetullona che neanche alle vostre risposte sul futuro della sua azienda ;)
 
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Eccomi, ho raccolto un paio di info che vi elenco.
Il passaggio dall'ex azienda alla nuova è avvenuta (me compreso ) in questi giorni.

È stata ceduta quel ramo di azienda su cui l'azienda non voleva più investire ma che puntava a fare altri guadagni cn altre metodologie.

Il gruppo di dipendenti ceduti circa 50 sono tutte persone laureate in materie scientifiche e che hanno sempre lavorato e che tuttora lavorano come consulenti per Clienti importanti per intenderci.

Chi ha comprato senza i dipendenti nn può fare nulla o meglio senza le conoscenze degli impiegati che lavorano presso clienti storici da anni non può farci tanto, pertanto le competenze non possono essere trasferite da un giorno all altro e soprattutto i clienti non vogliono cambiare il proprio consulente.
Aggiungo che chi ha comprato già ci conosceva come noi lui, era un socio dell'ex azienda e ora proprietario di questa, proprio per questa visione diversa si son separati e quindi ognuno per la sua strada.
Siamo stati tranquillizzati che a breve max un paio di settimane apriranno la sede vicino a quella vecchia e nn c'è assolutamente intenzione nei prossimi anni di trasferire gli impiegati anche perché come detto dal proprietario sa bene che perderebbe tutti in un solo colpo essendo tutti impiegato del sud e che in pochi mesi forse diventerebbero dipendenti dei clienti stessi, chi lavora come consulente ha sempre una porta aperta verso il cliente che tende a prenderselo per pagarlo di meno e nello stesso tempo avere le conoscenze in casa, i consulenti di contro me compreso tendono difficilmente ad accettare assunzioni presso cliente perché prendiamo stipendi più alti di loro e quindi significa adattarsi al loro stipendio (almeno il 30% più basso rispetto a noi ma avere forse un futuro più tranquillo), ovvio se vedi che vieni trasferito in pochi mesi decidi di accettare e passare in casa del cliente anche se prendi meno.

Attualmente per come stanno le cose per i prossimi 5 anni nn vedo grossi rischi poi chi lo sa ma questo nessuno lo sa, solo gli statali hanno il posto garantito ma le sedie dei privati Sn tutte oscillanti.
 
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