nikpreda ha scritto:io sono un seguace di Seneca che affermava che "il miglio profumo è non averne alcuno"......
ilcontedicagliostro ha scritto:nikpreda ha scritto:io sono un seguace di Seneca che affermava che "il miglio profumo è non averne alcuno"......
Si amico caro ma questo è molto difficile e poi devo confessarti che nei miei studi al tempo del liceo (classsico) proprio questa massima di Seneca non la ricordo,mi documenterò........ma se lo dici non ho alcun motivo di dubitarne.Una buona serata.
Beh, per ribaltare un attimo la questione: io invece adoro il delicato aroma di creme e prodotti di bellezza...Miss Jane ha scritto:dal falso odore di prodotti di bellezza e/o profumi
Dylan ha scritto:Beh, per ribaltare un attimo la questione: io invece adoro il delicato aroma di creme e prodotti di bellezza...Miss Jane ha scritto:dal falso odore di prodotti di bellezza e/o profumi
Per me la donna deve essere profumata di quello... Niente "al naturale", se non il suo sapore...(Soprattutto poi se fa la Loft... )
nikpreda ha scritto:ilcontedicagliostro ha scritto:nikpreda ha scritto:io sono un seguace di Seneca che affermava che "il miglio profumo è non averne alcuno"......
Si amico caro ma questo è molto difficile e poi devo confessarti che nei miei studi al tempo del liceo (classsico) proprio questa massima di Seneca non la ricordo,mi documenterò........ma se lo dici non ho alcun motivo di dubitarne.Una buona serata.
al classico non l'hai mica studiato tanto Seneca..... o magari tan l'è capì :on_the_quiet:
comunque io non ho fatto il classico ma conosco Seneca e se devo documentare le mie citazioni eccomi qua "mio caro"
Seneca ai nostri occhi, ci appare come un miscuglio di idealità e realismo. Affascinato dalla morale stoica, la piegò alle esigenze della vita pratica. In un primo tempo visse quasi da asceta, attenendosi a un regime vegetariano (pitagorico) da cui lo distolsero il padre e il timore di essere confuso con gli ebrei quando Tiberius cominciò le persecuzioni di alcune sette vegetariane. Pare non amasse il vino, i funghi e le ostriche; i profumi («il miglior profumo è il non averne alcuno»), le terme. Ne "La vita beata" (XVI,4) si pavoneggia definendosi un oceano di difetti, ne "L'ira" (III,36) dice di farsi l'esame di coscienza ogni sera, nei suoi scritti si presenta come modello insuperabile di vita e fa il continuo elogio di sé stesso. Voleva essere un santo, ma esposto all'ammirazione di tutti. Rimproverava il lusso ma possedeva 500 tripodi di cedro con i piedi d'avorio. Biasimava gli adulatori e di Nero diceva che «poteva vantare una virtù che non aveva avuto alcun altro imperatore, cioè l'innocenza», e che «oscurava persino i tempi di Augustus» (La clemenza, I,1). Appoggiò Nero tra un matricidio e un assassinio.
Con il suicidio riuscì a consegnare la propria immagine alla storia, riscattando una vita non certamente monolitica. Fu forse proprio questo a dargli la maggiore fama, e con il proprio suicidio scrisse la migliore pagina della sua opera-personaggio. Tacitus ne parlerà negli "Annali" (XV, 62-64).
metto pure la fonte
http://www.girodivite.it/antenati/isec/ ... eneca6.htm