Lascio questo intervento a mo’ di resoconto mio descrittivo, nella speranza che un giorno possa rileggerlo, accorgendomi di eventuali errori o limiti in ciò che sto per esternare in questo momento. Amen.
Preambolo:
Vuoi perché una delle mie amanti predilette manca da + di un mese, o magari perché in preda a una fortissima nostalgia del Paradise a Stuttgart, in qualità di singolo ho deciso di lanciarmi alla scoperta del mondo che ruota attorno ai club privé.
Non sono del tutto nuovo ai threesome. In ambito pay ne ho già fatti diversi di pussy pooling, sia con donne che con coppie. E, pur consapevole che -assai difficilmente in questi contesti- riuscirò mai a trovarmi avvinghiate all’uccello, in esclusiva, due veline contemporaneamente, come invece prassi potenziale nel magico mondo della prostituzione, ho tuttavia maturato, per via empirica, una tesi: le lei di coppia sono in linea di massima sovrapponibili al concetto mio di ninfomaniacalità. Ovvero femmine soggette a stati di calore animaleschi, che sbrodolano necessità di sfogare abnormi quantità di pruriti istintivo-sessuali. E quando una donna arriva a tanto, è davvero il caso di dire che vuole veramente darla via per il piacer proprio, non solo oltre ogni ragionevole dubbio, ma anche oltre ogni "ragionevole" misura. E credo di poter dire che lo scambismo mi attrae principalmente per questo semplice motivo.
Intreccio:
Ore 1930. Sabato 26 gennaio. Armato di un pizzico di coraggio, dobloni a perdere, e tanta curiosità, subito dopo cena parto in direzione Gessate verso la maison.
A destinazione scopro che il club è inverosimilmente pieno. Dico inverosimilmente, perché non me l’immaginavo affatto così: l’evento in programma deve essere qualcosa di fantasmagorico e c’è persino la coda in ingresso, come a Gardaland. Sicuramente è in programma una serata indimenticabile in grado di appagare i più avvezzi a questo genere di situazioni. Troppo per un novizio come me, troppo per una prima volta in cui io principalmente, nel mio film mentale, proietto di potermi muovere in completo relax tra una vasca e un bagno turco, una doccia e una sauna, tra un porno (reale, partecipativo o fittizio che sia) e un buffet, quaquaraquando qua e là come di solito avviene negli fkk stranieri, dove capita di scambiar due score in inglese con l’avventore di turno, ammirando stupefacenti panorami di culetti e tettine varie.
Non ce n’è, mentre cerco di mettermi in fila, viaggiando con la mente, mi imbatto in orde di orsi singoli intenti a percorrere vorticose vasche dantesche e in peni semi eretti a 4 cm dalla mia faccia, mentre in qualche modo cerco di guadagnarmi uno spazio in vasca o in sauna. Per non parlare della guerra civile per le pietanze e relativi giacimenti, che già si rivela negli sguardi assassini di tutti gli attori che, stressati, mi circondano in sala d’attesa.
In meno di 40 secondi secchi giro i tacchi e, preso da sconforto, me ne vado. Durante il tragitto verso casa, ripensando a quei due o tre esemplari femminili incrociati nei pressi della porta (e immaginandomeli in calore) l’adrenalina riprende il sopravvento in me e decido di tentare l’ingresso 2, la sede di Brescia. Per motivi miei personali conosco molto bene il tragitto Gessate/via Triumplina in leonessa, e pertanto i “milioni” di km di distanza non spaventano ne me, ne tantomeno la mia car fresca di olio nuovo extravergine. E in men che non si dica, giusto un paio di telefonate mangia-tempo, sono nuovamente dinnanzi alla porta di una maison. Nella quiete e nel relax più totale, proprio come me l’immaginavo.
Oddio, una volta all’interno mi rendo conto che proprio come lo sognavo sto posto non è, forse perché il mio punto di godimento in termini di spa trasgressive è come già accennato l’fkk Paradise a Stoccarda: ok, sono due robe diversissime, ma oggettivamente il paragone non regge. Lasciando – ovviamente - perdere le troie classe AAAA+++++, alla maison si assapora come un odore di chiuso in sottofondo, e gli ambienti secondo me non sono neppure troppo confortevoli. La penombra regna sovrana quasi ovunque, non fa freddo, ma non fa neppure troppo “caldo”: lo sbalzo termico tra vasca idro, bagno turco e spazi adiacenti è evidente. Purtroppo l’edificio è tutto aperto e immagino non sia semplice aumentare la temperatura di quei 2 gradi che potrebbero fare la differenza. Mi rendo comunque conto che è gennaio, fuori ci saranno -2 e pertanto il lieve fastidio ci sta. Passi la penombra ecclesiastica, ma l’odore di chiuso magari quello invece no.
Per quanto riguarda la frequentazione, beh, 3 singoli, poche coppie, donne oltremodo avvenenti men che meno. Non è neppure questo un problema; già davo per scontato che in questi locali mai troverò nulla di esteticamente paragonabile alle varie olghe o giuliette venete, larisse o ine sirmionesi, russe giacosiche e via dicendo.
Per altro dentro di me mi si è sempre palesata la consapevolezza di poter andare in bianco, di strinare la centos non facendo fumare nulla. Tutto preventivato e messo chiaramente nero su bianco nel mio cervello, ancor prima di approcciarmi all’idea di entrarci in sti privè.
Ed infatti così è andata: qua finiscono le mie diciamo così’, considerazioni neutral-positive.
Zone di vera e propria criticità in quest’esperienza ce ne sono però state eccome, sicuramente più mie che non dovute a fattori esterni riconducibili all’associazione, dunque in qualità di single-puttaniere sento ora necessità di condividerle con voi.
Ho riscontrato delle dinamiche primordiali in gioco, ancor prima di dar fiato a qualsiasi genere di cagata linguistica socializzante. A livello d’interazione l’input comunicativo basico che ho percepito è stato univoco: chi è in coppia è ok, chi invece single è inesorabilmente da impanare, cuocere e poi friggere nella sua solitudine.
Tra singoli e coppie non c'è una parità individuale, e questa roba viene evidenziata persino dalle femmine non fighimorfe.
L’interazione mia con il resto dei soggetti all’interno della maison è stata sicuramente minata da ciò, oltreché dalla voglia mia di vivere la spa in modo più rilassante possibile.
però non ho percepito felicità, tanto meno eccitazione, da parte di nessuno. Non nella sala buffet, ne al bar, ne in spa, ne tantomeno nelle gabbiette. Niente sorrisini, niente battutine, niente di niente.
Gli uomini single hanno solo un'ancora di salvezza per liberarsi dal loro triste destino: la sfacciataggine.
E io sotto sotto sfacciato non lo sono affatto: anzi, a dirla tutta lì sono finito non perché ho poi così sta incontenibile voglia di scopare, ma solo per curiosità, per sondare i miei limiti (che si sono manifestati sin troppo veemente) e le mie (limitate) capacità seduttive naturali (interpretabili come intraprendenza, pussy beggins & co). Il fatto di essere come dire, non abituato se non addirittura restio a sdoganare certi istinti “primitivo-antropologici” è sicuramente un grave handcap in questi ambienti.
In pratica, sessualmente parlando, mi è rimasto un cifro di amaro in bocca: io che – oggettivamente- all’interno di certi fkk in meno di 13 ore sono riuscito a venire ben 7 volte senza aiutini se non manuali…… qua non riuscivo manco a farmelo imbarzottire!
(Mi è andato semi in tiro soltanto in un occasione mentre ero solo soletto nel bagnoturco)
Pensate che addirittura un quasi vecio (!!) mi ha (forse) soffiato un’ occasione – con una lei di coppia carina- che (con il suo lui) mi ha (forse…) ronzato attorno in un paio di occasioni, forse (e ripeto forse) in cerca di qualcosa nei miei confronti, che però non si palesava in modo ne felice, ne spontaneo.
A tratti ho cercato pure di segarmelo spiando la gente intenta a scopare (tra cui anche quei tre che poi effettivamente hanno consumato)…, ma niente da fare… il gas atmosferico che mi si era accumulato nell'uccello era tutt’altro che esilarante.
Morale della favola? Passi che di mio sono abituato sin troppo bene… (ok, a scopar le escort strafighe pagandole sono capaci tutti…); passi che ho buttato nel cesso se non 100 rose, almeno 50 + 20 di tessera; passi finir tra i dannati che se lo menano da moscio (dalle stelle alle stalle…) ma il vero macigno a livello subconscio è che, anche quando uscito da lì, per un bel po’ di tempo, mi sono sentito proprio un povero erotomane ritardato, imbranato e narcisista.
Epilogo:
Adesso che l’amaro del momento si è smaterializzato…rimane in me aperto un quesito fondamentale: è questa l’aria che – mediamente- un singolo respira alla maison e similari? Davvero qualcuno può trovare divertente/appagante approcciarsi al sesso in maniera simile, così “sfacciata”/disperata?? (da me percepita – a livello di autostima- persino peggio che andare a loft)??
Sensualità, passione, curiosità anche apparenti o illusorie, esistono nel mondo swinger/cuckold propriamente detto o forse ho avuto la sfiga di presenziare ad una serata ..moscia?
Beh, io la tessera del club la devo ancora ritirare, quindi un bis prima o poi mi è necessario.
Se nel frattempo qua spuntano ulteriori riflessioni, sono tutt’orecchie. Grazie e scusatemi per questo interminabile post che, oltre a raccontarvi la mia esperienza, non nascondo, abbia anche in me una valenza pseudo autoterapeutica per riprendermi.

