Sperando che AXL non se ne abbia a male per l'invasione del suo thread, ecco la recensione della mostra
War is Over- Arte e Conflitti in corso al MAR di Ravenna ( link al sito del Museo:
http://www.mar.ra.it/ita/Mostra/_-W...MImNGH8fvx3gIVAQzTCh0IUAdKEAAYASAAEgJU-PD_BwE ).
Prendete ottanta opere di autori diversi per epoca e stile, ottanta opere che stanno al tema della guerra come i colori scuri stanno alla pittura del seicento: li trovi in ogni dipinto di quel secolo e dunque se ne parli non sei mai fuori tema, anzi ti butti pure sul tema della luce e chi ti ascolta si beve che stai trattando proprio di quel periodo, e che ne sai parecchia.
Prendete un Museo carino di provincia, con annessa collezione permanente di dipinti e mosaici, bisognoso di aumentare la biglietteria : indi distribuite le ottanta opere di cui sopra in una dozzina sale, per allungare il brodo ed aumentare così i tempi di permanenza del visitatore.
Infine attaccatevi al tema dell'anno: il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, così ci scappa pure il contributo pubblico a fondo perduto.
In quanto curatori della mostra fate subito i fighi e i colti, e dite che volete parlare della guerra in generale, sicché spazierete dai Cartaginesi a Zama fino agli Austriaci sul Montello, passando per la sedia elettrica di Warhol ed il calciobalilla di Pistoletto: però appena qualcuno, durante la conferenza stampa di presentazione, osserva
ma che cazzo c'entra 'sta roba?, siate subito pronti a rintuzzare l'importuno cambiando argomento e buttandola, in totale caciara, sui migranti che fuggono dalle guerre.
Infine mettetevi nei panni del visitatore , povero tapino, che in una giornata di pioggia battente va alla mostra, trascinando a vederla pure una sua amica escort russa depressa per il maltempo ed il ciclo mestruale, ed avrete il risultato: cioè il sottoscritto che visita la mostra
War is Over al Mar di Ravenna, tirando parecchie madonne.
Ma non subito, perché nel primo corridoio sono esposti scritti di Marinetti che almeno qualcosa c'entrano: le madonne, quel tapino visitatore ( sempre io) le tira dopo la terza / quarta sala, quando il gioco di chi ha organizzato il tutto si fa scoperto, e la supercazzola di una mostra messa insieme
ad minchiam appare sempre più evidente, specie con il
collage di frammenti video che - già che c'è - comprende pure la scena del primate che spacca le ossa da
Odissea nello Spazio.
Poi quel tapino ( che sono sempre io), durante il percorso di rientro sente la sua amica escort russa seduta a fianco in auto affermare:
vedi Lafayette io oggi sono contenta perché con questa mostra hai capito qualcosa in più del mio lavoro, cioè cosa significa essere costretta a prenderlo in culo quando proprio non hai voglia.
La filosofa.
Quasi quasi mi ha dato l'idea per una mostra.
State in gamba.
Lafayette