L'attesa

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Non ho mai avuto manie esibizioniste, anzi ho sempre cercato di non mettermi troppo in mostra.
Può capitare, però, di trovarsi in situazioni impreviste piuttosto imbarazzanti.

I vecchi amici del forum che già mi conoscono e mi hanno letto sanno cosa li aspetta... per tutti gli altri, come disse il Sommo Poeta nel Canto III dell'Inferno: “...Lasciate ogni speranza voi che entrate...”

Lo scorso settembre ho iniziato ad avvertire dei fastidiosi bruciori sul glande ai quali qualche giorno dopo iniziò a far seguito anche un principio di arrossamento. Considerato che soffro moltissimo il caldo e che ho una sudorazione abbondante, ho dato la colpa a queste situazioni,aggravate anche dal fatto che da quando esco la mattina sino a quando torno le sera, non ho l'opportunità di farmi un bidè o di lavarmi accuratamente, cosa a cui provvedo appena rientro facendomi una lunghissima doccia.
Nonostante mille attenzioni il disturbo si accentuava, creandomi pure qualche problema ad abbassare il prepuzio ed a scoprire completamente il glande. Anche in questo caso non me ne resi conto subito essendo in astinenza sessuale da quasi tre anni e non praticando la masturbazione.
Iniziai ad utilizzare una pomata cortisonica - il Gentalin-Beta - che dopo un periodo di circa tre settimane, pur avendomi dato un leggero beneficio, si dimostrò insufficiente.
Considerato i miei studi di medicina (smisi l'università quando mi mancavano solo quattro esami per laurearmi), non mi fu difficile fare una diagnosi:Fimosi non serrata. Si rendeva quindi necessario intervenire tempestivamente per evitare che in breve tempo potessi trasformarsi in Fimosi serrata per la quale l'unico rimedio è la circoncisione.
Sapevo benissimo quali farmaci usare, ma occorrendomi la ricetta fissai un appuntamento con il mio medico curante, tra l'altro specializzata in Dermatologia.
E' una dottoressa di 62 anni, due più di me (ne compio 60 esattamente alla fine di questo mese).
Sono suo paziente da 16 anni e abbiamo un ottimo rapporto, dovuto anche alla mia preparazione in campo medico, non c'è mai da discutere e sa che se mi rivolgo a lei non è per farle perdere tempo come succede con la maggior parte dei suoi assistiti, tra i quali c'è anche la mia compagna (sua paziente da 35 anni), ansiosa, semi-ipocondriaca,incline al panico.
La Dott.ssa Giulia Martini (chiaro nome di fantasia) - come dicevo - ha 62 anni,ed è quella che si suole definire una bella donna, circa 1,75 di altezza, longilinea, capelli lunghi castano chiari, dinamica, un fisico da far invidia una trentenne, molto curata e ben tenuta, veste in modo estremamente classico: gonna al ginocchio, camicetta e giacca, scarpe con mezzo tacco, tipo college per intenderci, cappotto d'inverno e giacca estiva durante la bella stagione. Nessuna scollatura e nulla di appariscente. Un bel viso praticamente senza rughe e senza trucco ad esclusione di un po' di cipria e volte un velo di ombretto.
Estremamente professionale nei modi e nei comportamenti. Dedita alla famiglia,marito, tre figli tutti grandi, di cui uno sposato, molto religiosa,insomma, per intenderci: casa, lavoro e chiesa.
Soprattutto le donne la definiscono una bella signora, semplice, senza fronzoli e molto brava e disponibile come medico.
In tutti questi anni l'ho sempre vista nel suo ruolo professionale, una sorta di figura asessuata, onestamente non l'ho mai considerata come donna.Pur avendo un viso davvero bello e dolce (cosa che noto prima di tutto in una donna), per me è sempre stata al di la di ogni pensiero erotico. Sempre e solo la Dott.ssa Martini.
Mi reco all'appuntamento in serata, praticamente alla fine dell'orario di visita, verso le 18, le spiego dettagliatamente il problema e lei mi conferma diagnosi e cura alla quale aggiunge un detergente intimo specifico da usare mattina e sera. Mi prepara la ricetta consigliandomi di seguire la terapia per 8 settimane e di sospendere,informandola, se nei primi 15 giorni si dovessero manifestare effetti secondari tipo microlesioni, forti bruciori, arrossamenti, gonfiori.
Ci salutiamo con l'accordo di risentirci la prima settimana di dicembre 2019.
Già dopo 10 giorni inizio a notare i benefici del trattamento: il bruciore è completamente scomparso e il rossore ha lasciato posto ad un lieve turgore e sto iniziando a scoprire il glande con meno difficoltà e di conseguenza informo la dottoressa dei buoni risultati che sto ottenendo.
Trascorse le otto settimane il problema è definitivamente risolto con mia grande soddisfazione e sollievo, quindi chiamo il medico.

Buongiorno Dottoressa...”

Oh,buongiorno... tutto bene? Come sta andando con la terapia?”

Direi benissimo, sembra tutto a posto, nessun bruciore o rossore e la Fimosi pare completamente risolta”.

Benissimo...allora sospenda la terapia, ma continui ad usare il detergente che leho dato, le consiglio di usarlo sempre, è un ottimo prodotto, non aggressivo o irritante, venga tra una settimana nel mio studio così facciamo un ultimo controllo”.

Fissiamo l'appuntamento per il mercoledì successivo sempre verso le 18 e ci salutiamo.
Quando mi aveva dato la terapia non mi aveva visitato, le era stato sufficiente avere la mia valutazione e un paio di fotografie che mi ero fatto_Ovviamente ora riteneva opportuno visitarmi ad una settimana di distanza dalla fine della cura per essere assolutamente certa che tutto fosse a posto.
Arrivai a casa in tempo per una doccia e cambiarmi e un quarto alle diciotto ero in studio. Entrai proprio mentre usciva l'ultimo paziente, così senza nessuna attesa mi fece accomodare. Scambiammo quattro chiacchiere,chiese notizie della mia compagna, dopodiché mi invitò a sdraiarmi sul lettino dopo aver abbassato i pantaloni e alzato un po la maglietta. In sedici anni era forse la terza volta che mi visitava,ma “li” non era mai capitato, forse questo pensiero, forse quel po' di imbarazzo, fatto sta che la sotto il fratellino aveva iniziato a dar segni di vita autonoma. Lei si era lavata le mani ed aveva infilato i guanti mentre si avvicinava al lettino, sul mio lato destro e, nonostante cercassi di pensare alle cose più assurde, mi ritrovai con un'erezione non indifferente.
Ovviamente lei notò l'ingrossamento sotto i miei slip, ma sempre in modo professionale e dando l'impressione di non prestare la minima attenzione alla cosa, scusandosi, mi abbassò gli slip. Essendo lo schienale leggermente alzato, mi resi conto di essere in tiro come non mai, così quando con la mano lo prese e lo alzò per guardare la situazione, mi sentii un brivido correre da li fino alla punta dei piedi, per poi risalirmi lungo il corpo ed esplodermi nel cervello...probabilmente dovevo avere il colore di un peperone, oltre a provare un imbarazzo ed una vergogna mai provate prima...

Scusi Dottoressa... sono davvero mortificato...”

Non si preoccupi... può capitare... vuol dire che da quel punto di vista funziona tutto bene...” disse con un mezzo sorriso, nel tentativo di mascherare pure lei un certo disagio.

Fece scorrere il prepuzio verso il basso, scoprendo il più possibile il glande e facendo scorrere il dito dell'altra mano lungo il solco prepuziale...mi sentivo rizzare pure i capelli in testa e percepii chiaramente uscire qualche goccia di liquido pre-seminale. Dopo due anni e mezzo dall'ultimo rapporto sessuale una donna mi stava toccando e se anche lo stava facendo in modo estremamente professionale, la cosa mi stava facendo eccitare a dismisura...

Direi che va bene... dovremmo aver risolto definitivamente il problema, il prepuzio ha riacquisito la normale elasticità...” e mentre parlava fece risalire la pelle e poi la riabbassò... fece questa “operazione” due o tre volte consecutivamente... e accadde l'irreparabile...

Mi accorsi che stavo per venire, ma mi era assolutamente impossibile resistere e trattenermi. Lo capì pure lei e fece appena in tempo ad abbassare il mio membro sul ventre, tenendo la sua mano sopra per evitare che schizzassi chissà dove... d'istinto misi la mia mano sinistra sulla sua premendo e le cinsi la vita con la destra.

Oh...Giulia...!” non riuscii a dire altro mentre le ultime contrazioni si spegnevano.

Perdonami...non so cosa mi sia successo... sono mortificato...”

Tranquillo...non preoccuparti... può capitare, sono un medico, so benissimo che può succedere in determinate condizioni...”.

Lei era al corrente della mancanza di rapporti con la mia compagna e degli inevitabili e lunghissimi periodi di astinenza... oltretutto sapevo di alcuni problemi di salute che affliggevano il marito da qualche anno e che costringevano pure lei all'astinenza forzata. Me ne aveva parlato una volta quando mi lamentai con lei della situazione che stavo vivendo e del fatto che non riuscivo a far superare alla mia compagna il blocco psicologico responsabile di questa tortura.
Evidentemente nessuno meglio di lei poteva capire quanto mi era appena accaduto.
Mentre parlava,aveva preso della carta tipo scottex e mi aveva aiutato ad asciugarmi. Mentre ultimavo queste operazioni di pulizia, scesi dal lettino rivestendomi. Giulia si era tolta i guanti e dandomi le spalle si stava lavando accuratamente le mani.
Mi accorsi solo in quel momento che avevamo iniziato a darci del tu e che quella che vedevo in quel momento era una donna molto attraente che mi aveva eccitato come non mi capitava da tempo.
Non ricordo se stesse ancora parlando, ne cosa stesse dicendo... mi ritrovai alle sue spalle con le mie mani sui suoi fianchi.

Giulia...”

Si girò lentamente, appoggiando le sue mani sulle mie spalle... ci guardammo come se fosse la prima volta... vedevo quella donna che per anni non avevo mai notato, bella, dolce, semplice... una bellezza pulita e due occhi profondi, luminosi... le mie labbra si appoggiarono sulle sue,si irrigidì, ma fu solo per un attimo, la sentii rilassarsi e rispondere dolcemente al mio bacio, prima con piccoli sfioramenti e poi lasciandomi entrare nella sua bocca, lasciando che le nostre lingue si cercassero.
Non saprei quando tempo durò... quando ci staccammo restammo qualche minuto a guardarci senza parlare. Giulia era leggermente arrossita, abbassò lo sguardo e scosse il capo.

Mio Dio... cosa ho fatto... non volevo... non posso... ma che mi ha preso...?” sembrava turbata e molto in imbarazzo.

Andò alla scrivania e si lasciò cadere sulla poltrona girevole. Le braccia penzoloni lungo i braccioli, faceva “dondolare” a destra e sinistra la poltrona con lo sguardo perso.
Non sapevo che dire e che fare, mi avvicinai a lei a mi inginocchiai appoggiando le mani sulle sue gambe. Lei non si ritrasse, smise di “dondolare” emi guardò fisso negli occhi.

Ma ti rendi conto...? Ti rendi conto...? Due pazzi, ecco cosa siamo...ma non si può... alla nostra età... neanche fossimo due ventenni,non si può...”

Era evidentemente turbata e confusa e tranne accarezzarle le gambe delicatamente e guardarla, non sapevo proprio che fare e meno ancora che dire.

E adesso...? Che succede? Dovrai cambiare medico... per forza...”

Cambiar medico? E perché? A parte che sei la migliore del paese e che non mi fido di nessun altro... e poi mi sembra che stai facendo una tragedia per nulla... non è successo niente, un bacio, nient'altro... non credi di esagerare?”

Senti,io ho avuto un solo uomo nella mia vita, mio marito... e non l'ho mai tradito, sono moglie, mamma, sono un medico e...”

E....? cosa?”

E poi... si, c'è stato solo un bacio, vero... per ora... che ne sai cosa può succedere continuando a vedersi... dopo oggi...?”

Allungai le braccia portando le mani sui fianchi tirandola a me e costringendola ad allargare leggermente le gambe per farmi appoggiare alla poltrona,la guardai sorridendo...

Ah...ecco com'è... per ora... significa che temi si possa andare oltre!Sai che significa vero? Vuol dire che non ti sono indifferente... che provi qualcosa... e non dirmi che sbaglio e non è vero perché tanto non ti crederei...”

Eva bene, è vero non mi sei indifferente e ho il terrore di quello che potrebbe accadere e non voglio... non posso e non devo... sono sposata e sono sempre stata fedele a mio marito...”

Non devi convincermi della tua fedeltà, lo so benissimo, ma non mi dire che non hai mai avuto un pensiero, un desiderio, il bisogno di sentirti desiderata, soprattutto in questi anni in cui come me sei costretta ad un'astinenza forzata...”

Abbassò lo sguardo arrossendo leggermente, le accarezzai il viso e la baciai nuovamente e questa volta non si irrigidì ma lo ricambiò senza remore, poi si staccò prendendomi il viso tra le mani...

Vedi?Vedi cosa mi fai fare...? Mi fai perdere il controllo...”

Lasciai scivolare la mano sfiorandole il seno, sussultò.

O Madonna, ti prego... no... non adesso, non così...”

Non ora...?”

Santo cielo non so neppure più cosa dico... è meglio che ci salutiamo, ti supplico. Ho bisogno di restar sola, devo pensare...”

Mi alzai e altrettanto fece lei accompagnandomi alla porta; prima di aprirla le presi le mani e restammo qualche minuto in silenzio a guardarci, poi ci avvicinammo appoggiando le nostre labbra le une sulle altre, così in un bacio dolce e casto.

Vai ora... ti prego...”

Ok Giulia... posso chiamarti?”

Sorrise senza aggiungere altro mentre uscivo e lei richiudeva la porta alle sue spalle.

Ero piuttosto turbato pure io. Avevo avuto tra le braccia e baciato l'integerrima,irreprensibile ed asessuata Dott.ssa Martini che si era lasciata andare e coinvolgere, senza pensare poi all'incidente durante la visita.
Tutta la situazione mi aveva particolarmente colpito, un misto di agitazione,eccitazione, desiderio che cresceva dentro di me con il passare delle ore. Mille immagini e ancora mille desideri e fantasie affollavano i miei pensieri e pure le notti seguenti. Avrei voluto chiamarla, ma il numero che avevo era il cellulare che accendeva la mattina dalle 08,30 alle 10.00 per fissare gli appuntamenti e non potevo certo disturbarla li o sul numero dello studio... men che meno potevo chiamarla a casa, quindi dovevo tenermi la voglia di telefonarle.
Dopo qualche giorno, poco prima di Natale, la mia compagna mi chiese se potevo,rientrando dal lavoro la sera, passare dall'ambulatorio per ritirare due ricette che aveva richiesto la mattina.
Un'occasione insperata per poterla rivedere almeno qualche minuto.
Giunsi allo studio volutamente cinque minuti prima che chiudesse... sapeva che,come sempre, sarei andato io a ritirarle. Entrai in sala d'aspetto,la porta d'ingresso dell'ambulatorio era socchiusa. Vidi che era seduta e stava scrivendo al PC.

Permesso...posso...?”

Ciao vieni... accomodati”

Mentre mi sedevo mi porse le ricette.

Eccole ricette per Lidia”.

Grazie...come stai...?”

Come sto? Te lo lascio immaginare... scombinata e in subbuglio... non riesco a non pensare a quello che è successo. Per quante cose abbia da fare e per quanto cerco di distogliere il pensiero, non mi riesce di togliermi dalla mente le immagini di quella sera...”

Le immagini? Non piuttosto il ricordo e il sapore dei baci? Io mi porto ancora dentro il tuo profumo...”

Vuoi torturarmi? Continui a provocarmi... perché...?”

Perché molto semplicemente ti desidero, non faccio che pensarti e sognare di stringerti tra le braccia... e da come mi hai baciato niente mi toglie dalla testa che sia il tuo stesso desiderio... ti è tanto difficile ammetterlo...?”

Quando anche lo ammettessi cambierebbe qualcosa? Non voglio e non posso...che è successo perché accadesse tutto questo?”

Ascolta Giulia, è successo che improvvisamente quella sera mi sono accorto di non avere di fronte a me il medico, la professionista distaccata,impeccabile e tutta di un pezzo. Ti ho vista per la prima come donna,una donna affascinante, sensuale, desiderabile e prima di rendermene conto ti ero accanto e ti stavo abbracciando... non mi sono chiesto se fosse giusto oppure no, non mi sono chiesto come l'avresti presa,come avresti reagito... l'ho fatto e basta e ne sono contento, lo rifarei una, cento mille volte...”

Lei si era alzata e si era appoggiata al lettino, percepivo la confusione ed il suo stato d'animo... mi alzai pure io e la abbracciai...

Lo voglia ancora, ora...” e la baciai con passione, stringendola e facendole sentire la mia eccitazione sul suo ventre. Sembrava non desiderasse altro, ricambiò il mio bacio con passione e trasporto, sorprendendomi. La mia mano le accarezzò il seno e sentii un suo gemito smorzarsi nella mia bocca.
Restammo abbracciati a lungo, la sua testa appoggiata alla mia.

Che pasticcio... che pasticcio...” furono le sue prime parole.

Non ho mai provato qualcosa di simile e adesso non so più che pensare,cosa fare, sono nella confusione totale, Mi sento imbarazzata da una parte ed eccitata dall'altra... in colpa e allo stesso tempo felice... vorrei lasciarmi andare completamente, buttarmi, ma anche poter schiacciare un interruttore e spegnere tutto... come se nulla fosse accaduto...”

Ma non si può tornare indietro Giulia, quello che è successo fino adora resta, non lo possiamo cancellare, lo sai... non sarebbe meglio vivere questi momenti senza porsi domande, senza sensi di colpa? Infondo siamo tutti e due vittime di una situazione che ci impone di rinunciare ad uno degli aspetti più importanti della vita... insieme potremmo superare questo periodo... potrebbe essere 'terapeutico' per entrambi. Siamo fortemente attratti l'uno dall'altra... ci desideriamo, ne abbiamo bisogno tutti e due come l'acqua... sarebbe bellissimo...”

Diventeremmo amanti... ecco cosa accadrebbe... ed è una cosa che non ho mai pensato potesse appartenermi, va contro i miei principi morali,contro tutto quello che sono e sono sempre stata... il solo pensarlo mi fa paura, quasi mi terrorizza... sarebbe bellissimo, ne sono certa, ne ho bisogno, lo ammetto... ammetto anche di desiderarlo e molto... ma poi? Dopo come mi sentirei... credo che potrei morire dalla vergogna...”

Stava vivendo sicuramente un forte conflitto interiore che le creava una sorta di ansia, quasi di panico... eravamo ancora abbracciati e sentivo il battito del suo cuore sul mi petto, percepivo sia la sua paura ad abbandonarsi a me, sia il desiderio di farlo... mi spiaceva vederla così combattuta, non volevo farla star male e ancora meno crearle problemi, ma non mi riusciva di pensare alla possibilità di dover rinunciare a vivere momenti di intimità e passione con lei.
Fu lei a ricominciare a parlare, quasi mentre stavo per farlo io...

Ho bisogno di tempo... puoi capirmi? Devo far chiarezza dentro di me...non fraintendermi, non voglio prenderti in giro o trovare scuse per 'fuggire'... dammi il tempo di far ordine nei miei pensieri...”

Giulia stai tranquilla, non voglio farti pressione... se deve accadere qualcosa tra noi dovrà capitare solo perché entrambi lo desideriamo, senza alcun tipo di forzatura... nessuno ci rincorre,giusto?”

Mi sorrise e vidi la tensione sparire dal suo volto... per la prima volta fu lei a cercare la mia bocca e a stringere la mia mano sul suo seno. Ci salutammo a fatica, erano quasi le 19 e se non fossimo rientrati alle rispettive abitazioni avremmo rischiato di dover giustificare il ritardo.

Venne Natale e ricevetti un messaggio su W.A. da un numero che non avevo in rubrica... fu una sorpresa veramente inaspettata: Giulia mi faceva gli auguri con il suo telefono personale, disse che si ritrovava spesso a pensarmi e che se avessi voluto scriverle le avrei fatto piacere. Le risposi ricambiando gli auguri e ringraziandola per questo “regalo” che mi permise nei giorni successivi di scambiare qualche pensiero con lei.
Passarono così le vacanze natalizie, il capodanno fino ad arrivare alla ripresa normale del lavoro. Ci eravamo sentiti tutti i giorni e Giulia sembrava sempre più distesa, serena e tranquilla, stavo scoprendo una donna che non conoscevo, allegra, spiritosa e con la battuta pronta, giovanile e a tratti molto più ragazza rispetto all'età reale e così faceva sentire anche me. Avevamo voglia di vederci,magari anche solo per una mezz'ora e stavamo cercando l'occasione giusta senza dover destare sospetti... non sapevo cosa aspettarmi da quell'incontro, di certo il clima che si era creato tra di noi mi faceva star bene e ben sperare. Verso la fine di Gennaio mia madre venne ricoverata per un problema respiratorio piuttosto grave ed in quell'occasione era emerso anche un problema dermatologico localizzato tra l'inguine e la natica destra.
Essendo ricoverata in una struttura fuori Milano specializzata in pneumologia, mi spiegarono che avrebbero richiesto il consulto di un dermatologo esterno.
Colsi la palla al balzo e chiamai Giulia per chiederle se poteva occuparsene lei.
Mi confermò subito la sua disponibilità dicendomi che poteva essere disponibile sabato mattina per le 11.
La sera a casa ne parlai alla mia compagna, la quale si dimostrò d'accordo con lamia scelta tanto che chiamò Giulia la mattina seguente per ringraziarla. Essendo quasi coetanee e conoscendosi da 35 anni si davano del tu in pratica da sempre. Le chiese quale fosse il costo per la “trasferta” ed il consulto e quando si sentì rispondere che lo faceva solo come piacere personale, la mia compagna insistette perché andassi io a prenderla e che a visita finita doveva accettare, visto l'orario almeno che le offrissi il pranzo.
Senza saperlo ci aveva creato l'occasione che aspettavamo da tempo per poter stare insieme. Da una parte mi sentivo abbastanza un verme, dall'altra mi ripetevo che dovevo pensare anche a me, visto quello che, anche se non proprio lucidamente e volontariamente” mi stava facendo passare.

Fu così che sabato mattina andai a prenderla e con la mia macchina ci recammo in ospedale da mia madre.
Il viaggio durò circa un'ora che passammo raccontandoci un po' delle rispettive vite,gli studi, la mia passione per il pianoforte che avevo studiato in Conservatorio e che ancora suonavo. Scoprii che era una amante della musica classica e che in comune avevamo la passione per Beethoven.Era davvero piacevole conversare con lei, una donna intelligente e colta, mai saccente. Arrivati all'ospedale, dopo un breve colloquio con il medico di turno visitò accuratamente mia madre,diagnosticandole una Dermatofitosi inguinale (tinea cruris),un'infezione micotica che inizia nelle pieghe cutanee dell’area genitale, può anche diffondersi fino al tratto superiore della faccia interna della coscia e può anche presentarsi su entrambi i lati. Suggerì una terapia a base di una pomata antimicotica supportata da un antimicotico per via orale da somministrare per almeno 15 giorni.
Fu molto delicata e gentile con mia mamma, le fece gli auguri per i suoi 88 anni che si avvicinavano e la rassicurò sia per quanto riguardava l'aspetto dermatologico, sia per il problema bronchiale confermandole la bravura dei medici che l'avevano in cura.

Non so come ringraziarti Giulia, sei stata davvero molto carina con mia mamma, l'ho vista molto più tranquilla e serena dopo la tua visita e le tue parole”.

E'una donna molto dolce e simpatica sai? E nonostante gli acciacchi dell'età l'ho trovata bene in linea generale, porta davvero molto bene i suoi anni... mi ha fatto davvero piacere conoscerla... hai una brava mamma e lei ha un bravissimo figlio... un po'tentatore...” disse divertita e ridendo.

Avevo posteggiato l'auto nel parco dove sorgeva la clinica, era una bellissima giornata di sole, l'aria fresca le muoveva dolcemente i capelli... le presi la mano e la tirai a me... sorrideva sapendo che l'avrei baciata. Si abbandonò ai miei baci e alle carezze e finalmente la sentii completamente partecipe, abbandonata, dolce.
Era la prima volta che dopo i baci e le carezze rimase abbracciata a me senza commentare e senza esternare paure, ansie e sensi di colpa, anzi sorrideva e si divertiva a passarmi le mani tra i capelli.

Andammo a pranzo in un ristorantino dove mi ero premurato di prenotare un paio di giorni prima anche spinto dalla mia compagna che si raccomandava di farle fare bella figura.
A tavola scoprimmo altri interesse in comune, la buona cucina e soprattutto il buon vino di cui Giulia era una grande conoscitrice. Pranzammo chiacchierando, ridendo e scherzando, accarezzandoci spesso le mani come due fidanzati. Il tempo, si sa, quando si sta bene vola, quindi presa la macchina ci avviammo verso casa. Circa a metà strada, lungo un viale alberato mi chiese se potevo accostare e fermarmi. Non avevo ancora spento il motore che già mi aveva buttato le braccia al collo cercando la mia bocca. Era calda, appassionata, percepivo la sua eccitazione mentre le accarezzavo i seni.

Ho voglia di te... ti desidero, sarò pazza, non lo so, ma non m'importa nulla... ho voglia di fare l'amore con te, ma non così, in macchina... voglio farlo con calma, senza dover guardare l'orologio,abbracciata a te...”

Mi sentivo il cuore battere all'impazzata dentro il petto, la desideravo più d'ogni altra cosa... non mi ero innamorato, anche se non posso nega redi volerle bene, provavo una fortissima attrazione fisica e credo che per lei fosse la stessa cosa. L'ultima volta che avevo provato un desiderio simile era stato con Camilla... beh con Camilla era amore,l'amore vero, quello che se sei fortunato ti capita una volta nella vita... era desiderio, passione, qualcosa di molto più grande e complesso, ma certamente era un desiderio intenso quello che provavo per la “Dott.ssa Martini”.

Continuai a baciarla, accarezzarla, le slacciai la camicetta scoprendo il bel reggiseno bianco, lo spostai sentendo il suo seno nella mia mano,morbido, sodo, caldo... il suo respiro si faceva più affannoso, mi abbassai baciandole il seno, sentii il capezzolo tra le mie labbra e le sue mani tra i capelli che mi attiravano a se...

Lo senti quanto ti desidero? Vorrei poterti avere subito... ora... ma non qui... sdraiati su un letto...”

Restai con il viso appoggiato sul suo seno con lei che mi accarezzava il volto, i capelli, la nuca.

Dobbiamo trovare dove poterci incontrare senza correre il rischio che qualcuno ci veda e stare finalmente insieme” disse lei cercando di ricomporsi.

Riavviai la macchina e mentre rientravamo le dissi che potevamo andare in un Motel, oppure in un albergo di Milano o in un altra città, con la formula Day-use.
Disse che l'idea dell'albergo le piaceva di più... non la faceva sentire“clandestina” come il Motel, quindi restammo d'accordo che anche lei avrebbe guardato con Google le varie soluzioni e che avremmo deciso insieme dove prenotare e quando... dovevamo trovare tutti e due una scusa per assentarci un intero pomeriggio o meglio ancora per una notte intera.
La salutai sotto casa senza poterla baciare ancora come avrei voluto.
Le accarezzai la gamba e la mano mentre mi sorrideva e restai a guardarla entrare nel cancello della villetta dove abitava.

Continuammo a mandarci messaggi dandoci indicazione dei vari alberghi che di volta in volta riuscivamo a trovare, ne parlavamo anche al cellulare quando, soprattutto lei, riusciva a ritagliarsi 10 minuti per se.
Il 24 di febbraio andai da lei in studio a ritirare la ricetta per i farmaci della mia compagna, come sempre alla fine dell'orario di ricevimento,attorno alle 18 per poter rimanere con le almeno un'oretta.
Chiusi a chiave la porta d'ingresso dello studio e entrai subito nell'ambulatorio, Giulia mi venne incontro sorridendomi e mi baciò prima che potessi dire una sola parola
Trascorsero almeno 10-15 minuti di baci appassionati e carezze nel silenzio assoluto, rotto solo dai nostri respiri e dai sospiri. Poi mi fece sedere sulla sua poltrona e mi si accoccolò in braccio.

Non mi sono mai sentita così, neanche quando ero una ragazza bella e corteggiata, nessuno mi ha mai fatto sentire tanto desiderata e io quasi non mi riconosco... mai stata tanto passionale e spudorata...ma quello che sento è bellissimo..”

E tu mi hai fatto rinascere, mi hai fatto sentire ancora un uomo,desiderato e capace di desiderare... e ho scoperto una donna splendida, sensuale, seducente, affascinante... eccitante...” e mentre parlava le accarezzai una gamba infilando la mano sotto la gonna...”

Dai...mi fai arrossire... e mi fai ribollire il sangue...”

Ci baciammo ancora, a lungo e con passione.

Allora Giulia, hai visto qualcosa che potrebbe andar bene per incontrarci lontano da occhi indiscreti?”

Mi fa il nome di un Hotel in centro a Verona, in zona storica, elegante ma non appariscente e soprattutto in posizione discreta e riservata. L'avevo visto anch'io e ne avevamo parlato al telefono qualche giorno prima,c'era piaciuto ed eravamo praticamente convinti di prenotare li... un posto molto bello e romantico, con un ottimo ristorante e la possibilità di cenare in camera. L'ultimo, per così dire, problema era trovare una scusa plausibile per assentarci per un giorno e una notte.
Per lei sarebbe stato più semplice: poteva inventarsi, con una quindicina di giorni di anticipo, un convegno o un corso di aggiornamento; per me la cosa sarebbe stata più complicata, ma non impossibile. Così consultando il calendario sullo smarthphone scegliemmo come data venerdì 20 marzo. Il programma era di arrivare in mattinata, sistemarci incamera, pranzare in un ristorante in Piazza delle Erbe, fare i turisti nei luoghi storici, cenare a lume di candela in camera e dedicarci una notte di passione tutta per noi.
Saremmo rientrati sabato prima di mezzogiorno o, al più tardi nel pomeriggio.
Avevamo praticamente quasi un mese a nostra disposizione per organizzarci e prenotare... intanto mentre parlavamo, sempre tenendomela stretta sulle gambe, mi era già venuta una mezza idea per una scusa più che plausibile per assentarmi in quei giorni.
Fu inevitabile parlare di quello che stava accadendo... avevano appena dichiarato la zona rossa nei dieci comuni del lodigiano e pur essendo il tutto ristretto a quel territorio, eravamo concordi nel pensare che facilmente i contagi si sarebbero propagati anche nelle zone limitrofe o che, peggio, potevano accendersi altri focolai di Coronavirus.
Non entro nel merito delle nostre considerazioni, né di tipo medico, né personali, comunque speravamo che il tutto si esaurisse nel tempo massimo di due-tre settimane, comunque mai avremmo pensato a come poi sarebbe cambiata la situazione.
Eravamo contenti, euforici per quello che ci aspettava, per il tempo che avremmo potuto trascorrere insieme, per quella notte che stavamo sognando ad occhi aperti.
Ci salutammo baciandoci ancora sulla porta dell'ambulatorio.

Purtroppo quella fu l'ultima volta che ci baciammo... riuscii a vederla per una manciata di minuti una decina di giorni dopo, quando ormai le disposizioni in merito alla prevenzione del contagio erano già in atto. Continuiamo a tenerci in contatto con messaggi e qualche telefonata. Fortunatamente non è stata richiesta in ospedale, quindi anche oggi continua a seguire i suoi assistiti, ma la nostra “fuga”ovviamente è saltata.
Ogni volta che ci scriviamo o ci sentiamo non facciamo che ripeterci che comunque,ogni giorno che passa è sempre un giorno in meno di attesa per realizzare il nostro sogno, anche se non possiamo ancora immaginare quando sarà possibile realizzarlo.
Ci auguriamo di poter quanto prima fare il tampone o l'esame sierologico per capire qual'è il nostro stato di salute, per poterci almeno vedere,abbracciare...
Nessuno poteva immaginare un'evoluzione simile della situazione sanitaria, ma tant'è, nonostante le restrizioni e per molti, come nel mio caso,l'azzeramento del fatturato, siamo felici di non avere problemi di salute.
All'inizio di questa quarantena il mio timore era che con il passare del tempo il desiderio in lei si spegnesse, che passata l'euforia di quei giorni tornassero a far capolino i sensi di colpa, gli scrupoli e che, di conseguenza, tutto finisse per svanire. Mi sbagliavo, è stato-esattamente il contrario... l'aver vissuto ed il continuare a vivere tutti quest'esperienza unica negli ultimi 100 anni, ha acceso in molti una ancor maggiore voglia di vivere, di gioire e godere, in tutti i sensi.

E'tutto troppo fragile, incerto per fare ipoteche sul futuro, per credere che comunque ci sia sempre tempo, per potersi accontentare...a questo punto della mia vita, voglio ancor di più vivere, sentirmi veramente viva, con desideri, passioni... aspetteremo, ma appena sarà possibile realizzeremo il nostro sogno...”.
Queste-sono le parole di Giulia nell'ultima telefonata dell'altro giorno.
E questo è quello che non manca di ripetermi in ogni suo messaggio.

Quando l'attesa sarà finita e il sogno si trasformerà in realtà, sicuramente, come ho sempre fatto da quando mi iscrissi al forum otto anni or sono, vi racconterò quello che la vita vorrà regalarmi.

Un abbraccio sincero a tutti... vecchi e nuovi amici!

ACE
 
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  • #2
E' passata un'altra settimana senza che la situazione sia cambiata... certo, calano i nuovi contagi e i ricoveri in terapia intensiva, calano i decessi ed aumentano le guarigioni, ma come tutti purtroppo ben sappiamo, da questo a qualcosa che abbia una parvenza di normalità ne passa.
I giorni scivolano lenti senza che nessuno riesca a prospettarci una panorama fatto da un minimo di concretezza... ma tant'è...
Con Giulia continuiamo a sentirci tramite messaggi e qualche volta telefonicamente, compatibilmente con il poco tempo che le resta libero. Siamo riusciti anche a fare una videochiamata ed è stato emozionante rivedersi anche se solo in video.
L'ho trovata stanca e affaticata, ma sempre molto dolce e determinata.
Abbiamo cercato di scherzare, sorridere, di rassicurarci e vicenda, ripromettendoci ancora, quando tutto questo sarà passato, di regalarci un week-end solo per noi...

L'attesa continua...
 
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  • #3
Il tempo passa e con Giulia ci sentiamo decisamente meno... io, anche se lentamente, sto riprendendo il lavoro e ho sempre la testa immersa nella miriade di problemi che 'sto cazzo di coronavirus a creato alla maggior parte di noi, lei presissima tra ambulatorio, famiglia e marito che non se la passa decisamente bene...
La cosa si sta "smorzando", purtroppo o per fortuna, chissà.
Se non ci fosse stata quest'emergenza ad impedire di vederci per un week end nel giro di pochissimo tempo, sicuramente avremmo vissuto qualcosa di bello tutti e due, ma come sempre, il destino a volte proprio non ce la fa a non metterci lo zampino.
Per ora anche volendo non potremmo comunque incontrarci, gli alberghi sono ancora chiusi, non si capisce bene come e quando riapriranno, per cui...

Non mi fascio la testa prima del tempo, staremo a vedere cosa accadrà con il passare del tempo.
Quando saremo tornati alla normalità vedremo cosa accadrà.

ACE

:unknw:
 
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Ndrndr18

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Guarda ti volevo fare i più sentiti complimenti per la tua storia, strano che nessuno si sia espresso, però non potevo scrivere perché erroneamente mi ero cancellato. Ora mi riaffaccio, scrivendo e la prima cosa che dico è complimentissimi e.... Non mollare la storia, troppo bella
 
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Questa "presunta" epidemia ha fermato e distrutto tanto...ho letto quanto scrivi e ne sono veramente rammaricato.
Credo che non appena avrete la possibilità di rivedervi, la fiamma riprenderà vigore...

Buona Fortuna.
 
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Cocchiadoro

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Adesso con la riapertura di bar e ristoranti è giunto il momento di tirare su le reti ��
 
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