Agency Lera

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Nel pubblicare la recensione, mi sono accorto che Lera, la cui permanenza a Roma era programmata fino al 27 agosto, non è più presente in città. Pubblico ugualmente, a futura memoria, per il caso in cui la ragazza decidesse di tornare.

I miei incontri con ragazze provenienti dalla Russia o dai Paesi che furono parte dell’URSS, fino a qualche mese fa molto frequenti, sono ora più distanziati nel tempo. Ciò avviene perché, da un po’, preferisco coltivare la passione per le giovani donne che si concedono in cambio di denaro in un luogo di piacere situato di là dalle Alpi, ai piedi del monte Dobratsch, verso il quale mi dirigo appena ho la possibilità di trascorrervi qualche giorno (il termine “piacere” è da intendere in senso lato, poiché i servizi di cui colà si può usufruire vanno ben al di là di quelli più strettamente attinenti alla sfera sessuale). Una seconda ragione, forse più rilevante di quella indicata, è costituita dalla difficoltà, spesso riscontrata tra un viaggio oltreconfine e il successivo, di rinvenire elementi di attrazione nei siti in cui si propongono ragazze di nazionalità verosimilmente diversa dalla rumena.
Nei giorni scorsi, tuttavia, compulsando le pagine del web, ho nuovamente avvertito quel richiamo che per molte settimane non si era prodotto. Le immagini che hanno provocato tale reazione sono, appunto, quelle di Lera (il numero alto della scheda fa ritenere che sia novizia, ma non ho fatto approfondimenti).
Come ho accennato, il servizio fotografico realizzato dall’agenzia (EOI) rappresenta la ragazza sostanzialmente com’è. Non si scorgono, nelle foto, i piercing che trapassano i capezzoli dei piccolissimi (e non turgidissimi) seni, né il brufolo che ho visto temporaneamente risaltare sul suo candido e carnoso gluteo destro. Nell’ambito di una valutazione complessiva, si tratta comunque di inezie, perché Lera ha dimostrato di saper fare buon uso del suo bel corpo – più eccitante nella configurazione tridimensionale –, e di possedere una notevolissima energia sessuale (non so se la definizione sia del tutto corretta dal punto di vista sessuologico).
I convenevoli tra me e la ragazza sono molto limitati, come la sua conoscenza dell’inglese. In compenso, aderisce con prontezza all’invito ad abbracciarmi e si concede con naturalezza alla verifica della sussistenza dei presupposti per dare avvio alle operazioni (mi riferisco, in particolare, alla disponibilità al french kissing)
Esegue il BBJ poggiandosi dapprima sulle ginocchia e poi con il tronco sul mio addome, dandomi modo di apprezzare (molto), visivamente e al tatto, il profilo e la consistenza del posteriore e delle cosce. Non affonda come mi piacerebbe facesse, ma quanto meno riesce ad evitare che glande e prepuzio vengano a contatto con il suo apparato dentale… Si dedica al compito con diligenza; ed io glielo lascio svolgere più a lungo di quanto vorrei, interpretando l’intensità crescente dei suoi mugolii come manifestazione di diletto (non di rado ho l’impressione che piaccia più alle mie partner che a me). Non so come si sarebbe comportata se le avessi chiesto il BLS: di sua iniziativa non si è cimentata, ed io non l’ho sollecitata a farlo perché non lo gradisco (quando qualche operatrice me lo pratica, e succede spesso, la faccio cessare senza indugio perché, altrimenti, perdo consistenza).
La distolgo per continuare i preliminari nel modo che più mi eccita: accarezzando, palpeggiando, baciando e stringendo tra le braccia la compagna di giochi, distesa su un fianco a contatto con il mio corpo. Per la verità, inaspettatamente, quando ricomincio a baciarla, la sua lingua non viene immediatamente incontro alla mia, ma non appena la raggiungo nella cavità orale e la solletico delicatamente, Lera reagisce con molta partecipazione, eccitandosi palesemente mentre i nostri organi gustativi si carezzano e s’intrecciano vicendevolmente. Mi sono domandato spesso se la ritrosia a concedere FK e DFK non dipenda, talvolta, dalla volontà della partner di contenere il grado del proprio coinvolgimento erotico ed emotivo, ed ho maturato la convinzione, rafforzata da quanto avvenuto con Lera, che il dubbio possa essere sciolto positivamente in molti casi.
Nell’accingersi alla penetrazione, Lera applica della saliva, con le dita, sul proprio organo genitale, quindi viene sopra di me, prendendo l’asta con la mano e posizionandola in corrispondenza dell’apertura della vagina. Entro in lei esercitando un po’ di pressione, poi mi fermo, lasciandole il compito di completare la manovra nel modo che ritiene più opportuno in base alle circostanze. È ben lubrificata, e questo ci agevola. Con le braccia tese, appoggiate ai lati della mia testa, Lera scende pian piano sul mio pube, con gli occhi socchiusi, mentre i muscoli del viso si contraggono. Quando i due rilievi pubici vengono a contatto, il ventre di Lera ha un sussulto, e lei si ferma. Comincio a spingere con ritmo lento, e lei a gemere. Ho subito l’impressione che le sensazioni di piacere stiano diventando per la mia partner incontrollabili. Aumenta progressivamente il ritmo, ed io rispondo imprimendo maggiore forza ai miei movimenti, cercando di raggiungere ogni volta la massima profondità. Poco dopo, Lera si cala su di me e, dopo aver cinto il mio collo con le braccia, urla di piacere con la testa affiancata alla mia. Quando si solleva, le scosto i capelli dal viso, la accarezzo e la bacio con tutta la dolcezza di cui sono capace. Ancora geme stringendo le pareti della vagina intorno al mio membro. Non si ferma. Serrate le braccia intorno al mio collo, riprende a muoversi con ritmo sempre più veloce e, in breve tempo, si abbandona, gridando, a un nuovo orgasmo, seguito da contrazioni della vagina e da corrispondenti gemiti via via scemanti.
Distaccatasi, Lera si distende supina, mi guarda, si posiziona a pecorella e di nuovo volge lo sguardo verso di me, mentre mi sto manipolando l’asta, come per dire: “Che aspetti?”. Inginocchiato dietro di lei, ammiro i glutei che ho davanti (belli da vedere, nonostante il brufolo), li accarezzo, li stringo nelle mani, lisciando con evidente voluttà anche i fianchi, l’esterno e l’interno delle cosce, l’addome. Quando la penetro, Lera ha un altro sussulto nel momento in cui raggiungo la profondità estrema della vagina, si ritrae per un attimo, poi comincia a spingersi contro di me con movimenti sempre più impetuosi, che assecondo. Non passa molto tempo prima che la ragazza urli nuovamente al sopraggiungere di un altro orgasmo e, a poca distanza da quello, di un altro ancora, che mi appare più intenso.
Lera si distende sotto di me con movimento lento – per non farmi uscire da sé –, ed io, seguendola, adagio il mio corpo sul suo, appoggiandomi sui gomiti per non fare troppa pressione (80 kg. non sono tanti ma nemmeno pochi). La osservo mentre respira affannosamente. Com’è bella così, con il volto travisato dal piacere! La bacio ripetutamente sulla testa, sulla guancia e sulla bocca, continuando a muovermi dentro di lei, che risponde contraendo i muscoli della vagina. Mi stacco e mi distendo in posizione supina, onde consentire a Lera (e a me stesso…) di riprendere fiato ed energie. La pausa dura non più di un paio di minuti. Lera è di nuovo in ginocchio sul letto e, vedendo la mia appendice ancora in tiro (nel frattempo, infatti, non ho smesso di manipolarmi), si prepara a montare su di me in reverse cowgirl. Con un cenno del capo, sorridendo maliziosamente, chiede il mio assenso e, ricevutolo, si sistema sul mio corpo guidandomi dentro di sé con la mano.
Se il posteriore della mia partner è ben carnoso – e quello di Lera lo è –, la posizione mi eccita al punto da farmi raggiungere, ove non l’abbia già ottenuto o mantenuto, il massimo grado di erezione. Accade anche stavolta mentre osservo la mia partner saltellarmi sul pube e il pene entrare e uscire dalla vagina. Il membro è così duro che quando lei si piega in avanti, cercando l’appoggio con le mani sulle mie gambe, avverto una sensazione dolorosa e sono costretto a sollevare un po’ il tronco. Va molto meglio, invece, quando si inclina leggermente all’indietro, sostenendosi sul mio addome. I gemiti e i movimenti della ragazza rendono evidente che la posizione piace molto anche a lei. Vuole ancora godere, e allora agevolo il rumoroso saliscendi stringendola con le mani sui fianchi e sospingendola, quando si allontana dal pube, verso un punto più alto di caduta. La manovra ha successo, poiché sento Lera di nuovo gridare mentre il suo corpo è attraversato a lungo da violenti scuotimenti.
La ragazza ha un ultimo orgasmo, non meno intenso degli altri, nella posizione del missionario, nella quale concludo anch’io. Come sono solito fare, rimango dentro di lei fino a quando non sento iniziare la detumescenza, e lei non mi invita ad uscire prima che mi determini a farlo io.
Mancano circa dieci minuti al termine dell’ora. Sono esausto, ma mi sembra che lo sia anche lei (finalmente…). Poiché non mi mette fretta, c’è il tempo per appurare l’età della fanciulla e la città di provenienza, mentre non c’è alcuna possibilità, per il motivo già precisato, di ampliare la conversazione. Rimane delusa la mia aspettativa di qualche coccola spontanea finale, che altre colleghe di Lera, in situazioni analoghe, hanno voluto riservarmi come ringraziamento. Lei no. Mi ringrazia a voce (“Thank you”) durante l’abbraccio di commiato, e poi protendendo la testa verso di me per un ultimo bacio prima di chiudere la porta della camera.

Valutazione sintetica della mia esperienza:
(5/5) ★★★★★
 

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Aggiungo io le figurine, visto che nella rece è stato allegato un "bianco d'Autore":

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Bellissima rece. La peculiarità dell'eloquio mi ha fatto supporre che al termine tu riportassi i valori di azotemia e glicemia che invece hai omesso...
 
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