Tutti sti riferimenti all'anal, alle tigri, alle pastiglie e ai vaffanculo, mi hanno stimolato a raccontarvi una storia accadutami durante la mia ultima convention, poche settimane fa.
Luogo: Viareggio. Convention: società di assicurazioni nazionale. Predisposizione: due palle indescrivibili, già dalle riunioni preliminari di novembre, con peggioramento nelle fasi di progetto e sviluppo di slide e video interattivi, stante il non accordo (eufemismo) tra i leader che avrebbero tenuto gli interventi. Ma il lavoro è lavoro.
Pubblico: 99% uomini, gentaglia che fa fatica a sorridere, dai look più disparati, dal fighetto di Milano tutto Armani slimfit al tarchiato con giacca a quadri blu e azzurri su camicia viola e cravatta arancione; 1% donne, per lo più milfotte vipere e nemmeno troppo simpatiche.
Per fortuna, come in tutte le convention, ci sono le hostess, in genere simpatiche e, spesso, disinvolte nella frequentazione, ancorchè occasionale, di chi individuano come un possibile segnalatore di merito, presso l'agenzia che le seleziona. Fortunatamente, appartenendo al team che organizza l'evento, ho sempre avuto un occhio di riguardo dalle hostess, e nemmeno una denuncia di molestie. Ma forse solo perchè mi facevo trovare gia nudo e non in accappatoio.
Bhe, anche a sto giro una spagnola sui 25 anni attira la mia attenzione fin dalla presentazione, vuoi per una riccia chioma folta come non ne avevo mai viste, vuoi per la solarità pazzesca, un sorriso dolce e magico e due tettine piccole ma adorabili già sotto la camicia bianca.
Alla prima colazione di lavoro, lei ovviamente non c'è. Al mio fianco si siede la capa dell'agenzia, una milfottona sui 40, ben tenuta ma anche ben stazzata. Sulle recensioni più edulcorate, i colleghi scriverebbero: non grassa, diciamo ben piazzata, però ben distribuita sull'altezza e tonica. Vabbè. Comunque le faccio i complimenti per la scelta delle ragazze, carine ma non volgari.
E' una prassi dire così, fa sempre elegante non definirle immediatamente belle zoccole.
Il primo giorno c'è sempre lo stress dell'avvio, quindi pochissimo tempo per relazioni diverse da quelle professionali. Sicchè arrivi a sera, che dopo la cena ti bevi qualcosa e lasci i partecipanti a svutare bicchieri e dirsi cazzate inenarrabili e tu scappi a dormire così distrutto, che potresti addormentarti sotto la doccia.
Il secondo giorno dev'essere quello giusto. Per forza, anche perchè in questo caso è l'ultimo, visto che il successivo i lavori terminano alle 13 e non ci sarà un'altra notte in hotel.
Quindi, già dal mattino, mi fiondo nel raggio visivo della spagnola con la chioma riccia, aspettando l'occasione felina, per invitarla a bere un caffè. Cosa che puntualmente accade, copione collaudato da anni di mestiere.
Il feeling sembrerebbe prospettare soluzioni positive, ma il pomeriggio prevede un piano di interventi molto intenso, con molti gruppi di lavoro in varie salette e un solo, veloce coffebreak alle 16,30.
Ci lasciamo perciò con un mezzo appuntamento al bar, nel dopo cena. E' prevista anche musica dal vivo e l'ambiente sarà finalmente informale.
Alla colazione delle 13 la capa hostess milfottona, si siede di nuovo vicino a me, che dividevo il tavolo con i colleghi per fare il punto sull'attività pomeridiana.
Mi chiede come va. Tutto Ok, rispondo.
Le ragazze si comportano bene? Impeccabili -affermo senza esitazione- non capita spesso di non avere nemmeno una lamentela.
Lei si illumina.
"Ti avrei voluto offrire il caffè stamattina, ma ho visto che eri in compagnia e non volevo disturbare". Mi dice la milfona, a fine pasto, a mezza voce, con aria ammiccante.
E io commetto il più classico degli errori, abbozzando la battuta: "ormai con le ragazzine ci posso bere solo un caffè".
Son riflessi incontrollati che ti vengono per gentilezza, ma le cui conseguenze possono essere disastri. Perchè gia nel pomeriggio mi arriva il primo sms della milf capa agenzia: va tutto bene? respiri o sei super preso? ti ci sta un caffè? Minchia l'ho fatta! Fortuna vuole che il tempo non c'è davvero e anche lei deve correre non poco fino al termine dei lavori, per via dei continui spostamenti di gruppi di analisi, da una sala all'altra.
La cena di rappresentanza passa senza sconvolgimenti. I tavoli di gala sono tout placé e io sono a quello dei boss dell'azienda.
La mia milfona in un altro.
Terminata l'ufficialità delia cena e dopo il saluto del direttore generale c'è solo il tempo per salire in camera e mettersi un po' più liberi, prima di ritrovarsi per l'open bar. Siamo già oltre la mezzanotte e il tempo non è moltissimo. Mi fermo a bere qualcosa coi miei colleghi (insomma, si lavora sempre tra mille stress, una risata a fine giornata come si fa a rifiutare?), ma il mio radar è acceso alla ricerca della chioma spagnola. Finalmente la inquadro, ancora impegnata a fornire indicazioni ai partecipanti, sulla giornata successiva e sul rientro. Mi vede e mi fa un cenno desolato. Le rispondo con un gesto della mano, tranquillizzante, che esprime, o meglio spero esprima il mio pensiero: tranquilla, aspetto.
Non passano due minuti e squilla un sms. E' della milfona.
Lo leggo e rimango basito: mi devi fare aspettare ancora molto, dopo avermi mangiato con gli occhi per due giorni?
Iooooo? mangiato con gli occhi? Ma quando? Che film hai visto?
Sono tentato di rispondere: non è che stai sbagliando persona?. Ma non mi pare elegante.
Forse non è solo carineria, però. In quei momenti il processore interno si attiva e analizza febbrilmente le opzioni sul piatto: il corteggiamento di una sensuale ragazza dalla folta chioma e occhioni che brillano come raggi di sole, che appagherà il mai sopito desiderio di avventure epiche, ma non più conformi al tempo e agli anni, e con ormai poche speranze di concludere la notte stessa, o la scopata certa con una milfona, non grassa, ma ben piazzata, con tutte le conseguenze possibili successive, tra cui frantumazione di coglioni da sms, già dal viaggio di ritorno?
Potrei anche scegliere comodamente la terza opzione: finire di bere coi colleghi e andarmi a fare una doccia, quando mi arriva un secondo sms, quasi che lei mi avesse intercettato il processore mentale: daiiii, mollali, cazzo. e non passare a fare la doccia, ho già riempito la vasca e aperto lo champagne. la porta è aperta. 326.
Merda.
Questo secondo messaggio fa l'effetto di una pastiglia blu. Saluto i colleghi, senza svuotare il mojito nel bicchiere. Mi fiondo all'ascensore. Salgo al terzo piano. Richiudo la porta e sono nella vasca, nudo, con una milf di 40 anni, conosciuta il giorno prima, che beve champagne tra le bolle del bagnoschiuma, offrendomi un bicchiere, senza aver avuto il tempo di capire perchè ero salito e perchè la mia mano stava già risalendo lungo le sue cosce.
Il mattino dopo è stato un disastro. Non sono riuscito nemmeno a farmi la barba. Per fortuna ho dei colleghi meravigliosi, che sanno cosa fare anche se il capo non arriva, per una volta, prima di loro. Ma forse, ne sono certo, sanno perchè non si è presentato con il solito anticipo.
Cosa c'entravano la tigre e l'anale, lo lascio alla vostra immaginazione. In fondo non è una recensione questa e i dettagli non sono d'obbligo.
Ah, il vaffanculo invece ve lo racconto. Alle tredici, finiti i lavori della terza veloce giornata, c'è stato il momento dei saluti.
Ho incrociato la spagnola dalla folta chioma, che mi ha allungato la mano, incrociando freddamente il mio sguardo e probabilmente notando un poco di barba non fatta.
E' stato come un vaffanculo.
E poi, prima di salire a bordo dell'auto di servizio, il saluto con la milf, dove, come mi aspettavo, baciandomi sulle due guance, mi sussurra: ripassi di qui presto?
Mah, sono sempre in giro, non so quando riesco. Ma questa città mi è piaciuta, ci tornerò.
Lei, la milf tigre che nella notte mi ha concesso ogni eccesso possibile, mi fulmina, con lo stizzo di colei che si aspettava una fuga romantica già il weekend successivo.
E anche questo, mi è risuonato come un vaffanculo.
Ps. Sono stato un po' lunghetto. Ma era da tanto che non lo facevo.