Vi racconto ciò che mi è successo oggi.
Al bar in cui lavoro frequentato da molte turiste (e non vi dico che ben di Dio si vede ogni giorno) entra una distinta signora russa sulla quarantina che intenta a guardare la vetrina della tavola fredda non si accorge della scala che porta nella saletta sottostante scivolando a carponi per quattro o cinque scalini, insomma un bel volo...
Stranamente nell' intento del lavoro per i tavoli fuori e a bar quasi vuoto me ne accorgo solo io e un mio collega, quindi con un'eleganza invidiabile la bella signora si alza e alle mie domande apprensive riesce a sorridermi chiedendomi solo un pò di ghiaccio e l'uso della toilette parlando solo ed esclusivamente russo, ovviamente per me incomprensibile.
Dopo qualche minuto la raggiungo giù nella saletta che d'estate è sempre vuota e la trovo seduta sui divanetti col ghiaccio sullo stinco e appena mi vede le si riempiono gli occhi di lacrime per lo spavento appena passato. Provo a confortarla sinceramente anche se il dialogo è impossibile e lei mi chiede ancora del ghiaccio che prontamente le porto insieme ad un bicchiere di acqua.
Al mio ritorno è un pò più sollevata e riprende a sorridere mentre non posso evitare di notare quanto sia una bella donna coi suoi occhi azzurri, i capelli chiari e un fisico di una trentenne.
Ovviamente il mio istinto mi porta cercare di capire se c'è la possibilità di un minimo approccio: già scartato quello verbale, provo nel mio intento di "conforto" a prenderle la mano accarezzandogliela, cosa a cui lei non si ritrae.
Ora è lei che mi mostra i segni della caduta che effettivamente sono evidenti sia sotto il ginocchio che sulle caviglie ed io azzardo una carezza sul polpaccio con lei che in russo sembra dire che ora è tutto a posto... ma attenzione... ora accavallando le gambe il suo vestito abbastanza corto mi mostra un interno coscia molto interno che mi fa esclamare un "wow!" a cui lei risponde con un sorriso e una una domanda in russo che i miei neuroni accelerati codificano come un possibile "Ti piace?".
Ora sono lì a guardarla mentre faccio finta di sistemare un tavolo e controllo che dalle scale non arrivi nessuno, quindi mi avvicino porgendole l'altro sacchetto del ghiaccio che appoggio sulla sua gamba mentre faccio salire la mia mano sulla coscia e poi indisturbata nell'interno coscia fino a che arrivato agli slip mi ferma con un divieto sorridente e malizioso a cui io rispondo con un'insistenza gentile. Quindi mi ritraggo leggermente per darle l'idea di avere il controllo ma ormai il ghiaccio è rotto e le mie mani rimangono sempre sulle sue gambe che hanno una pelle liscissima ed io le accarezzo tutte.
La lascio cinque minuti per tornare al lavoro ma vista la situazione tranquilla e soprattutto il fatto che la mia assenza non genera curiosità, mi dileguo ancora grazie alla complicità di un collega. Ritorno giù e la trovo sorridente che mi aspetta con complicità: controllo la presenza di due persone nei bagni e appena se ne vanno riprendiamo da dove eravamo rimasti.
Stavolta però le mani vanno dappertutto, sul culo, sopra gli slip sulla patatina anche se lei comunque tiene le gambe chiuse ed è comprensibile visto la zona di potenziale passaggio.
Le infilo la mano sotto al vestito a risalire verso il morbido seno che trovo senza reggiseno e lo accarezzo sentendo il capezzolo che si fa sporgente mentre lei mi guarda con un'espressione di finta sorpresa mooolto eccitante e comincio a baciarla dapprima leggero fino ad una bella limonata.
Beh, il momento sarebbe propizio ed io provo il colpaccio provando a convincerla a seguirmi in bagno ma lei sembra ferma nel suo dolce rifiuto, quindi ci scambiamo i numeri di telefono e riesce a spiegarmi che sta in un hotel al mare in cui potrò raggiungerla per ferragosto ed oggi rimaneva in città solo per il pomeriggio.
Appena sento la voce amichevole del capo che mi cerca inconsapevole di tutto la saluto e poco dopo anche lei se ne va facendomi l'occhiolino prima di uscire.
Forse come esperienza in sè è uguale a mille altre ma l'inaspettata particolarità del momento e l'intrigante situazione l'ha resa per me molto eccitante.
Ed è divertente pensare di poterla scrivere, sia perchè è un modo per mantenerne il ricordo e sia perchè forse ci sarà qualcuno interessato a leggerla.

Al bar in cui lavoro frequentato da molte turiste (e non vi dico che ben di Dio si vede ogni giorno) entra una distinta signora russa sulla quarantina che intenta a guardare la vetrina della tavola fredda non si accorge della scala che porta nella saletta sottostante scivolando a carponi per quattro o cinque scalini, insomma un bel volo...
Stranamente nell' intento del lavoro per i tavoli fuori e a bar quasi vuoto me ne accorgo solo io e un mio collega, quindi con un'eleganza invidiabile la bella signora si alza e alle mie domande apprensive riesce a sorridermi chiedendomi solo un pò di ghiaccio e l'uso della toilette parlando solo ed esclusivamente russo, ovviamente per me incomprensibile.
Dopo qualche minuto la raggiungo giù nella saletta che d'estate è sempre vuota e la trovo seduta sui divanetti col ghiaccio sullo stinco e appena mi vede le si riempiono gli occhi di lacrime per lo spavento appena passato. Provo a confortarla sinceramente anche se il dialogo è impossibile e lei mi chiede ancora del ghiaccio che prontamente le porto insieme ad un bicchiere di acqua.
Al mio ritorno è un pò più sollevata e riprende a sorridere mentre non posso evitare di notare quanto sia una bella donna coi suoi occhi azzurri, i capelli chiari e un fisico di una trentenne.
Ovviamente il mio istinto mi porta cercare di capire se c'è la possibilità di un minimo approccio: già scartato quello verbale, provo nel mio intento di "conforto" a prenderle la mano accarezzandogliela, cosa a cui lei non si ritrae.
Ora è lei che mi mostra i segni della caduta che effettivamente sono evidenti sia sotto il ginocchio che sulle caviglie ed io azzardo una carezza sul polpaccio con lei che in russo sembra dire che ora è tutto a posto... ma attenzione... ora accavallando le gambe il suo vestito abbastanza corto mi mostra un interno coscia molto interno che mi fa esclamare un "wow!" a cui lei risponde con un sorriso e una una domanda in russo che i miei neuroni accelerati codificano come un possibile "Ti piace?".
Ora sono lì a guardarla mentre faccio finta di sistemare un tavolo e controllo che dalle scale non arrivi nessuno, quindi mi avvicino porgendole l'altro sacchetto del ghiaccio che appoggio sulla sua gamba mentre faccio salire la mia mano sulla coscia e poi indisturbata nell'interno coscia fino a che arrivato agli slip mi ferma con un divieto sorridente e malizioso a cui io rispondo con un'insistenza gentile. Quindi mi ritraggo leggermente per darle l'idea di avere il controllo ma ormai il ghiaccio è rotto e le mie mani rimangono sempre sulle sue gambe che hanno una pelle liscissima ed io le accarezzo tutte.
La lascio cinque minuti per tornare al lavoro ma vista la situazione tranquilla e soprattutto il fatto che la mia assenza non genera curiosità, mi dileguo ancora grazie alla complicità di un collega. Ritorno giù e la trovo sorridente che mi aspetta con complicità: controllo la presenza di due persone nei bagni e appena se ne vanno riprendiamo da dove eravamo rimasti.
Stavolta però le mani vanno dappertutto, sul culo, sopra gli slip sulla patatina anche se lei comunque tiene le gambe chiuse ed è comprensibile visto la zona di potenziale passaggio.
Le infilo la mano sotto al vestito a risalire verso il morbido seno che trovo senza reggiseno e lo accarezzo sentendo il capezzolo che si fa sporgente mentre lei mi guarda con un'espressione di finta sorpresa mooolto eccitante e comincio a baciarla dapprima leggero fino ad una bella limonata.
Beh, il momento sarebbe propizio ed io provo il colpaccio provando a convincerla a seguirmi in bagno ma lei sembra ferma nel suo dolce rifiuto, quindi ci scambiamo i numeri di telefono e riesce a spiegarmi che sta in un hotel al mare in cui potrò raggiungerla per ferragosto ed oggi rimaneva in città solo per il pomeriggio.
Appena sento la voce amichevole del capo che mi cerca inconsapevole di tutto la saluto e poco dopo anche lei se ne va facendomi l'occhiolino prima di uscire.
Forse come esperienza in sè è uguale a mille altre ma l'inaspettata particolarità del momento e l'intrigante situazione l'ha resa per me molto eccitante.
Ed è divertente pensare di poterla scrivere, sia perchè è un modo per mantenerne il ricordo e sia perchè forse ci sarà qualcuno interessato a leggerla.
