Re: Orientali ovunque: e' in atto l'invasione?
PROSTITUZIONE IN INDIA (MILIONI DI PROSTITUTE) da Wikipedia
In India, prostitution itself (exchanging sex for money) is not illegal, but the surrounding activities (operating brothels, pimping, soliciting sex etc) are illegal [5].
Prostitution is currently a contentious issue in India. In 2007, the Ministry of Women and Child Development reported presence of 2.8 million sex workers in India, with 35.47 percent of them entering the trade before the age of 18 years [1][2]. The number of prostitutes has also doubled in the recent decade [3].
According to a Human Rights Watch report, Indian anti-trafficking laws are designed to combat commercialized vice; prostitution, as such, is not illegal. A sex worker can be punished for soliciting or seducing in public while clients can be punished for sexual activity close to a public place, and the organization puts the figure of sex workers in India to be around 15 million, with Mumbai alone being home to one hundred thousand sex workers, the largest sex industry centre in Asia [4]. Over the years, India has seen a growing mandate to legalize prostitution, to avoid exploitation of sex workers and their children by middlemen and also in the wake of growing HIV/AIDS menace [5]
Normally, girl prostitutes as categorised as common prostitutes, singers and dancers, call girls, religious prostitutes (or devdasi), and caged brothel prostitutes. Districts bordering Maharashtra and Karnataka, known as the ‘devadasi belt’, have trafficking structures operating at various levels [4]. Brothels are illegal de jure but in practice they are restricted in location to certain areas of any given town and thus although the profession does not have official sanction, little effort is made to stamp it out or to take action to impede it.
2) CINA, LA CITTA' DEL "SESSO" DI DONGGUAN OSPITA 300 MILA PROSTITUTE (alcune belissime)
PECHINO - In Cina, ogni giorno, sembra cambiare tutto. La memoria muore con la notte. Solo su un punto la tradizione non transige: il sesso. Si nasconde qui l'unico fallimento del potere. Nel 1949 Mao chiuse i bordelli e dichiarò reato la prostituzione. Risultato: sessant'anni dopo prospera in Cina la città del sesso più grande del mondo. Si chiama Dongguan e giace tra i canali, nel delta del fiume delle Perle, nella regione meridionale del Guangdong.
L'ultimo rifugio delle concubine è stato collocato sull'acqua dopo un'indagine di mercato, piuttosto che per una romantica nostalgia. Dongguan è a metà strada tra Shenzen e Guangzhou, megalopoli industriali del cuore produttivo del pianeta. Milioni di lavoratori migranti, centinaia di manager, migliaia di clienti in viaggio, tutti con il requisito-base: una vita lontano da casa e qualche soldo fuori controllo in tasca. In trent'anni, grazie all'esplosione globale dell'economia cinese, la città delle ultime concubine ha trasformato, a sua volta, un mestiere artigianale in un'industria. Si può leggere, in questo passaggio, la sconvolgente metamorfosi cinese. Le prostitute sono oltre 300mila e il settore impiega stabilmente 800mila addetti.
Dopo un'iniziale, timida, opposizione, la municipalità si è sviluppata su misura. Ogni giorno, perché l'attività inizia già al mattino, aprono 25 mila locali: saune, centri-massaggio, bar, karaoke, bagni e discoteche. Sono sorti anche 120 alberghi di lusso, per uomini particolarmente generosi che amano le ragazze d'alto bordo. Nessuno, ufficialmente, è un bordello. E infatti le ragazze, come impone il destino di ogni concubina, adempiono innanzitutto ad un servizio di "sostegno umano": chiacchierano, consolano, brindano e mangiano con chi ne ha bisogno, addormentano, consigliano. Soprattutto ridono, considerata la difficoltà e l'importanza della pratica, nella quotidianità.
Ecco l'Articolo per intero:
http://www.repubblica.it/esteri/2009/12 ... _-1821548/