Pagare per solo coccole e compagnia

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Assolutamente si. Lui, giovane medico, poco sopra i 30. Passa spesso 4 ore con me solo a parlare, mangiare, fare battute idiote e pomiciare continuamente. Sono io che cerco l'approccio fisico, lui invece mi toglie la mano dal pacco ? mi sento in colpa a prendere soldi e a non regalargli manco un orgasmo, ma lui vuole così..le prime due volte che ci siamo visti abbiamo scopato quei dieci minuti, vá..
Dovresti "spingerlo" a cercarsi una relazione non legata al pagamento della prestazione. Mi sembra che ne giovereste entrambi da quello che scrivi..
 
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Jinnuo

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sicuramente hai un blocco che secondo me e' riconducibile al fatto che ti senti strano...ad andare a pagamento le prime volte e non sei abituato a pagare...credo sia una specie di blocco per cui ti ci devi abituare piano piano.oh..a meno che tu non senta l esigenza di copulare....magari adori le coccole e non la pratica sessuale...
Pensa che prima dell'incontro ero gassatissimo e pensavo mo mi faccio la miglior cuccata di sempre come nei film hard ? Poi appena arrivato sul posto subito blocco totale, imbarazzo, a malapena riuscivo dire due parole e non avevo più la pallida idea di perché ero li e cosa stavo facendo o cosa mi stava facendo, era tutto stranissimo
 
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Jinnuo

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Assolutamente si. Lui, giovane medico, poco sopra i 30. Passa spesso 4 ore con me solo a parlare, mangiare, fare battute idiote e pomiciare continuamente. Sono io che cerco l'approccio fisico, lui invece mi toglie la mano dal pacco ? mi sento in colpa a prendere soldi e a non regalargli manco un orgasmo, ma lui vuole così..le prime due volte che ci siamo visti abbiamo scopato quei dieci minuti, vá..
Beh si vede che apprezza molto anche solo la tua compagnia ?
 
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Jinno non riesci a comprendere che quello descritto da sexaddiction è la riedizione di un rapporto adolescenziale....in cui si fanno le prime esperienze e i primi tentativi di seduzione e coinvolgimento affettivo?
Dietro a certe dinamiche c'è una forma idealizzata e ammantata di aura quasi mistico-romanticizzata di un'esperienza "traumatica" che inconsciamente è rimasta come sospesa nel tempo e si cerca di riviverla per poter cambiare le carte in tavola a proprio vantaggio!
 
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@Jinno
La "coazione a ripetere" che c'è dietro a queste dinamiche relazionali-affettive sicuramente è qualcosa su cui riflettere. Ognuno in se ha potenzialmente (in potenza) il coraggio e la determinazione per poter elaborare un approccio più appagante e paritario che trovare un sostegno momentaneo, consolatorio con un rapporto a pagamento.

c
Coazione a ripetere
Tendenza incoercibile, del tutto inconscia, a porsi in situazioni penose o dolorose, senza rendersi conto di averle attivamente determinate, né del fatto che si tratta della ripetizione di vecchie esperienze.

Descrizione clinica. Sia nella vita di tutti i giorni sia nella terapia psicoanalitica, alcuni individui si trovano a vivere, più e più volte, situazioni sostanzialmente simili, spiacevoli, frustranti o rischiose, che talora si presentano in modo inaspettato e non sembrano correlate alla loro personalità o al loro comportamento. Assolutamente inconsapevoli del proprio ruolo attivo nel determinare gli eventi che li colpiscono, costoro si sentono vittime del destino e addirittura perseguitati dalla cattiva sorte. In alcuni disturbi del carattere, la c. a r. si esprime attraverso il bisogno reiterato di attuare comportamenti controproducenti o di stabilire rapporti fallimentari, caratterizzati da modalità relazionali sempre identiche a quelle del passato. Ciò accade anche nella cura analitica, quando il paziente, attraverso la riproduzione di situazioni indesiderate nella relazione con il terapeuta, tenta inconsciamente di sabotare il trattamento, bloccandone il progresso o interrompendolo prima che sia ultimato.

Ripetizione e coazione a ripetere. La c. a r. si distingue, per il proprio carattere coercitivo, dalla ripetizione che caratterizza molti passaggi della vita biologica e psicologica. La ripetizione è un normale fenomeno dello sviluppo motorio e mentale del bambino nel processo di apprendimento: viene utilizzata nel tentativo di evitare i cambiamenti che inducono ansia o timore e per replicare risultati ed esperienze appaganti. Nei giochi dei bambini, la ripetizione può servire a padroneggiare l’esperienza della perdita o di eventi traumatici subiti, grazie al capovolgimento della propria posizione passiva in un ruolo attivo. Per es., Freud osservò che il proprio nipotino di un anno e mezzo, invece di piangere quando la madre si allontanava, giocava facendo rotolare lontano un rocchetto che poteva richiamare a sé tirando il filo che vi era avvolto. Il bambino, mettendo in scena l’atto dello scomparire e del riapparire del rocchetto, riusciva a tollerare la separazione e, contemporaneamente, si vendicava della madre allontanando egli stesso il rocchetto. Inoltre, nella nevrosi traumatica che si può sviluppare dopo un trauma improvviso, la ripetizione dell’incidente nei sogni è un tentativo di dominare retroattivamente l’esperienza dolorosa. Secondo Freud, in questi casi, la nevrosi insorgerebbe come conseguenza dello spavento, dovuto alla mancanza del tempo necessario per sviluppare l’angoscia, che rappresenta una vera e propria preparazione psichica al pericolo. L’angoscia che accompagna i sogni ripetitivi dei traumatizzati rappresenterebbe, quindi, il punto di partenza per un tentativo di elaborare psichicamente il trauma.

Il meccanismo della coazione a ripetere. Freud menziona (1914) la c. a r., intuendone l’azione sabotatrice, riconoscendo che alcuni pazienti non ricordano nulla degli elementi che hanno dimenticato o rimosso, ma li mettono in atto, li ripetono nella relazione analitica senza rendersene conto. Questa modalità è il loro modo di ricordare e rappresenta una resistenza (➔) al trattamento. Tuttavia, l’analista può interpretare i comportamenti del paziente come ricordi, offrendo la possibilità di una loro elaborazione psichica, al posto della ripetizione. Nel 1920, in Al di là del principio di piacere, Freud osserva, però, che alcuni individui appaiono letteralmente intrappolati nel meccanismo della c. a r., costretti a replicare situazioni di sofferenza che escludono qualsiasi possibilità di piacere. Ciò è in contraddizione con la sua prima teoria delle pulsioni (➔), secondo la quale la psiche è spinta a cercare il piacere e a evitare il dispiacere. La c. a r., quindi, è espressione di una forza psichica, una sorta di forza demoniaca, che si afferma a prescindere dal principio di piacere. Questa osservazione conduce a una revisione della teoria delle pulsioni: il funzionamento psichico è caratterizzato da un conflitto tra la pulsione di vita (Eros) e la silenziosa pulsione di morte (Thanatos), che deriva dal bisogno di tutti gli organismi di ritornare allo stato iniziale, inorganico. Entrambe le pulsioni hanno un carattere conservatore: Thanatos utilizza la ripetizione per ripristinare lo stato di quiete continuamente turbato dai processi vitali che si succedono sotto la spinta di Eros, mentre quest’ultima assicura la continuità e la continuazione della vita. La c. a r. sarebbe quindi l’equivalente psichico dei fenomeni biologici dominati dall’intento di Thanatos di annullare le tensioni che accompagnano qualunque cambiamento e, in tal senso, rappresenta una temibile resistenza all’analisi, talvolta insuperabile.
 
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È normale andare da una girl / lotf / escort, solo per un po' di compagnia, coccole e carezze senza necessariamente consumare alcun rapporto carnale ?
Per me no, ma fai una domanda "sbagliata".
Non esiste la normalità, ognuno ha la sua. Per cui ci saranno quelle persone per cui è assolutamente normale, e se hanno questa esigenza e trovano questo modo per soddisfarla, fanno benissimo ad andarci.
I gusti sono gusti.
C'è chi compra tempo per il sesso, e chi lo compra per parlare, per trovare comprensione, per avere vicinanza umana.
C'è chi gli piace la mela e chi la pera
 
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Jinnuo

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@Jinno
La "coazione a ripetere" che c'è dietro a queste dinamiche relazionali-affettive sicuramente è qualcosa su cui riflettere. Ognuno in se ha potenzialmente (in potenza) il coraggio e la determinazione per poter elaborare un approccio più appagante e paritario che trovare un sostegno momentaneo, consolatorio con un rapporto a pagamento.

c
Coazione a ripetere
Tendenza incoercibile, del tutto inconscia, a porsi in situazioni penose o dolorose, senza rendersi conto di averle attivamente determinate, né del fatto che si tratta della ripetizione di vecchie esperienze.

Descrizione clinica. Sia nella vita di tutti i giorni sia nella terapia psicoanalitica, alcuni individui si trovano a vivere, più e più volte, situazioni sostanzialmente simili, spiacevoli, frustranti o rischiose, che talora si presentano in modo inaspettato e non sembrano correlate alla loro personalità o al loro comportamento. Assolutamente inconsapevoli del proprio ruolo attivo nel determinare gli eventi che li colpiscono, costoro si sentono vittime del destino e addirittura perseguitati dalla cattiva sorte. In alcuni disturbi del carattere, la c. a r. si esprime attraverso il bisogno reiterato di attuare comportamenti controproducenti o di stabilire rapporti fallimentari, caratterizzati da modalità relazionali sempre identiche a quelle del passato. Ciò accade anche nella cura analitica, quando il paziente, attraverso la riproduzione di situazioni indesiderate nella relazione con il terapeuta, tenta inconsciamente di sabotare il trattamento, bloccandone il progresso o interrompendolo prima che sia ultimato.

Ripetizione e coazione a ripetere. La c. a r. si distingue, per il proprio carattere coercitivo, dalla ripetizione che caratterizza molti passaggi della vita biologica e psicologica. La ripetizione è un normale fenomeno dello sviluppo motorio e mentale del bambino nel processo di apprendimento: viene utilizzata nel tentativo di evitare i cambiamenti che inducono ansia o timore e per replicare risultati ed esperienze appaganti. Nei giochi dei bambini, la ripetizione può servire a padroneggiare l’esperienza della perdita o di eventi traumatici subiti, grazie al capovolgimento della propria posizione passiva in un ruolo attivo. Per es., Freud osservò che il proprio nipotino di un anno e mezzo, invece di piangere quando la madre si allontanava, giocava facendo rotolare lontano un rocchetto che poteva richiamare a sé tirando il filo che vi era avvolto. Il bambino, mettendo in scena l’atto dello scomparire e del riapparire del rocchetto, riusciva a tollerare la separazione e, contemporaneamente, si vendicava della madre allontanando egli stesso il rocchetto. Inoltre, nella nevrosi traumatica che si può sviluppare dopo un trauma improvviso, la ripetizione dell’incidente nei sogni è un tentativo di dominare retroattivamente l’esperienza dolorosa. Secondo Freud, in questi casi, la nevrosi insorgerebbe come conseguenza dello spavento, dovuto alla mancanza del tempo necessario per sviluppare l’angoscia, che rappresenta una vera e propria preparazione psichica al pericolo. L’angoscia che accompagna i sogni ripetitivi dei traumatizzati rappresenterebbe, quindi, il punto di partenza per un tentativo di elaborare psichicamente il trauma.

Il meccanismo della coazione a ripetere. Freud menziona (1914) la c. a r., intuendone l’azione sabotatrice, riconoscendo che alcuni pazienti non ricordano nulla degli elementi che hanno dimenticato o rimosso, ma li mettono in atto, li ripetono nella relazione analitica senza rendersene conto. Questa modalità è il loro modo di ricordare e rappresenta una resistenza (➔) al trattamento. Tuttavia, l’analista può interpretare i comportamenti del paziente come ricordi, offrendo la possibilità di una loro elaborazione psichica, al posto della ripetizione. Nel 1920, in Al di là del principio di piacere, Freud osserva, però, che alcuni individui appaiono letteralmente intrappolati nel meccanismo della c. a r., costretti a replicare situazioni di sofferenza che escludono qualsiasi possibilità di piacere. Ciò è in contraddizione con la sua prima teoria delle pulsioni (➔), secondo la quale la psiche è spinta a cercare il piacere e a evitare il dispiacere. La c. a r., quindi, è espressione di una forza psichica, una sorta di forza demoniaca, che si afferma a prescindere dal principio di piacere. Questa osservazione conduce a una revisione della teoria delle pulsioni: il funzionamento psichico è caratterizzato da un conflitto tra la pulsione di vita (Eros) e la silenziosa pulsione di morte (Thanatos), che deriva dal bisogno di tutti gli organismi di ritornare allo stato iniziale, inorganico. Entrambe le pulsioni hanno un carattere conservatore: Thanatos utilizza la ripetizione per ripristinare lo stato di quiete continuamente turbato dai processi vitali che si succedono sotto la spinta di Eros, mentre quest’ultima assicura la continuità e la continuazione della vita. La c. a r. sarebbe quindi l’equivalente psichico dei fenomeni biologici dominati dall’intento di Thanatos di annullare le tensioni che accompagnano qualunque cambiamento e, in tal senso, rappresenta una temibile resistenza all’analisi, talvolta insuperabile.
Scusa ma sei un psicologo o cosa? È la prima volta che sento parlare di questo argomento ?
 
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Anche a me piace l'aspetto sentimentale. Come diceva una nota psicoterapeuta americana Virginia Satir abbiamo bisogno di 4 abbracci al giorno per sopravvivere, 8 per mantenerci in salute e 12 per crescere. Si vede che nel passato ti è mancato qualcosa. Ti faccio un esempio: un individuo figlio unico che riceve attenzioni dalla mamma e da altre 10 zie nubili probabilmente ha ricevuto carezze e coccole in abbondanza, un individuo vissuto in un orfanotrofio no e da adulto cercherà di colmare la mancanza. Pertanto ti consiglio di dedicare i primi minuti dell'incontro ad un approccio "romantico", nella seconda parte per sbloccarti ti consiglio di invitarla a mettersi a pecora e guardarla da dietro: ti sentirai come un toro che vede rosso.
 
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La "coazione a ripetere" che c'è dietro a queste dinamiche relazionali-affettive sicuramente è qualcosa su cui riflettere. Ognuno in se ha potenzialmente (in potenza) il coraggio e la determinazione per poter elaborare un approccio più appagante e paritario che trovare un sostegno momentaneo, consolatorio con un rapporto a pagamento.

c
Coazione a ripetere
Tendenza incoercibile, del tutto inconscia, a porsi in situazioni penose o dolorose, senza rendersi conto di averle attivamente determinate, né del fatto che si tratta della ripetizione di vecchie esperienze.

Descrizione clinica. Sia nella vita di tutti i giorni sia nella terapia psicoanalitica, alcuni individui si trovano a vivere, più e più volte, situazioni sostanzialmente simili, spiacevoli, frustranti o rischiose, che talora si presentano in modo inaspettato e non sembrano correlate alla loro personalità o al loro comportamento. Assolutamente inconsapevoli del proprio ruolo attivo nel determinare gli eventi che li colpiscono, costoro si sentono vittime del destino e addirittura perseguitati dalla cattiva sorte. In alcuni disturbi del carattere, la c. a r. si esprime attraverso il bisogno reiterato di attuare comportamenti controproducenti o di stabilire rapporti fallimentari, caratterizzati da modalità relazionali sempre identiche a quelle del passato. Ciò accade anche nella cura analitica, quando il paziente, attraverso la riproduzione di situazioni indesiderate nella relazione con il terapeuta, tenta inconsciamente di sabotare il trattamento, bloccandone il progresso o interrompendolo prima che sia ultimato.

Ripetizione e coazione a ripetere. La c. a r. si distingue, per il proprio carattere coercitivo, dalla ripetizione che caratterizza molti passaggi della vita biologica e psicologica. La ripetizione è un normale fenomeno dello sviluppo motorio e mentale del bambino nel processo di apprendimento: viene utilizzata nel tentativo di evitare i cambiamenti che inducono ansia o timore e per replicare risultati ed esperienze appaganti. Nei giochi dei bambini, la ripetizione può servire a padroneggiare l’esperienza della perdita o di eventi traumatici subiti, grazie al capovolgimento della propria posizione passiva in un ruolo attivo. Per es., Freud osservò che il proprio nipotino di un anno e mezzo, invece di piangere quando la madre si allontanava, giocava facendo rotolare lontano un rocchetto che poteva richiamare a sé tirando il filo che vi era avvolto. Il bambino, mettendo in scena l’atto dello scomparire e del riapparire del rocchetto, riusciva a tollerare la separazione e, contemporaneamente, si vendicava della madre allontanando egli stesso il rocchetto. Inoltre, nella nevrosi traumatica che si può sviluppare dopo un trauma improvviso, la ripetizione dell’incidente nei sogni è un tentativo di dominare retroattivamente l’esperienza dolorosa. Secondo Freud, in questi casi, la nevrosi insorgerebbe come conseguenza dello spavento, dovuto alla mancanza del tempo necessario per sviluppare l’angoscia, che rappresenta una vera e propria preparazione psichica al pericolo. L’angoscia che accompagna i sogni ripetitivi dei traumatizzati rappresenterebbe, quindi, il punto di partenza per un tentativo di elaborare psichicamente il trauma.

Il meccanismo della coazione a ripetere. Freud menziona (1914) la c. a r., intuendone l’azione sabotatrice, riconoscendo che alcuni pazienti non ricordano nulla degli elementi che hanno dimenticato o rimosso, ma li mettono in atto, li ripetono nella relazione analitica senza rendersene conto. Questa modalità è il loro modo di ricordare e rappresenta una resistenza (➔) al trattamento. Tuttavia, l’analista può interpretare i comportamenti del paziente come ricordi, offrendo la possibilità di una loro elaborazione psichica, al posto della ripetizione. Nel 1920, in Al di là del principio di piacere, Freud osserva, però, che alcuni individui appaiono letteralmente intrappolati nel meccanismo della c. a r., costretti a replicare situazioni di sofferenza che escludono qualsiasi possibilità di piacere. Ciò è in contraddizione con la sua prima teoria delle pulsioni (➔), secondo la quale la psiche è spinta a cercare il piacere e a evitare il dispiacere. La c. a r., quindi, è espressione di una forza psichica, una sorta di forza demoniaca, che si afferma a prescindere dal principio di piacere. Questa osservazione conduce a una revisione della teoria delle pulsioni: il funzionamento psichico è caratterizzato da un conflitto tra la pulsione di vita (Eros) e la silenziosa pulsione di morte (Thanatos), che deriva dal bisogno di tutti gli organismi di ritornare allo stato iniziale, inorganico. Entrambe le pulsioni hanno un carattere conservatore: Thanatos utilizza la ripetizione per ripristinare lo stato di quiete continuamente turbato dai processi vitali che si succedono sotto la spinta di Eros, mentre quest’ultima assicura la continuità e la continuazione della vita. La c. a r. sarebbe quindi l’equivalente psichico dei fenomeni biologici dominati dall’intento di Thanatos di annullare le tensioni che accompagnano qualunque cambiamento e, in tal senso, rappresenta una temibile resistenza all’analisi, talvolta insuperabile.

Ammazza...la Coazione...la Clinica...Thanatos...allora io che vado solo a fottere ho sempre sbagliato...!
 
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Jinnuo

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@amantedellabellezza Si è possibile che sia così, non ho più avuto alcun contatto femminile / relazione da quando sono stato lasciato quasi 2 anni fa, anche quello che ha detto @Biggerdick riguardo a c.a.r sembra un po' rispecchiarmi in qualche modo..
 
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Al tuo posto, grazie alle recensioni di questo forum, sceglierei le GFE, voglio dire quelle che sembrano più adatte a ciò che cerco e mi butterei. Da un po' di tempo vado solo da una che non è disponibile sempre, mi piace perché l'abbraccio, la bacio, la lecco (in modo soft), la massaggio, mi sento a mio agio tanto che quando non è disponibile non vado altrove. Trovati qualcuna che fa al tuo caso, cerca di non esporti troppo, copri il germoglio di giada (come lo chiamano i giapponesi) anche con i bj. Se poi vuoi quella fissa, che non consiglio perché il prezzo da pagare è la perdita della libertà, allora lascia perdere le pay e concentrati su qualche sito di cuori solitari.
 
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Certo. Io posso dire che quella che frequento la amo, ma la amo in quel contesto. Per me l'amore non è possesso, ma un modo per dialogare con il cuore. Quando la vedo le dico frasi tipo: "come fai a essere così bella?". L'uomo ragiona con il pene, una battuta: una volta ho sentito un uomo che si lamentava del mal di testa e la donna che gli stava vicino gli chiese: "quella di sopra o quella di sotto?". Le donne sono più cuore, più anima. Non è facile comunque trovarle. Molte sono come zoccole vecchie (mi riferisco all'atteggiamento non all'età), altre sono amanti a pagamento. Devi cercare. Non divulgherò il nome della mia. Te la devi trovare. Aiutati con le recensioni che trovi qui. E' come andare in un negozio per scegliersi un abito: solo tu puoi sapere quello che ti piace e ti va a pennello.
P.S. A proposito di innamorarsi della pay, c'è una discussione nel sito. Cerca se ti interessa il parere di chi si è trovato in questa situazione.
 
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