Eppure alcune ex fidanzate con le quali avevo un buon affiatamento e che erano poco schizzinose mi dicevano che durante quei giorni avevano particolarmente voglia, quando si “scannava la porca”.
Non esiste la pornografia per soli uomini. Ognuno, uomo o donna, è attratto da qualcuna delle centinaia di categorie di porno in cui i filmati sono solitamente suddivisi. Più o meno anche a secondo della fase biologica in cui ci si trova. Il porno è comunque bipartisan.
Questo non l’ho capito ?
Quando ero al liceo studiavo spesso insieme ad una amica. Lei era alta, mora e mediterranea e a 17 anni aveva già una terza e indossava i perizoma. Solitamente ci vedevamo a casa sua puntualmente alle 15 e rimanevo lì fino a dopo cena. La madre accettava il rischio di lasciarci soli per interi pomeriggi purché il rendimento scolastico della figlia fosse rimasto del livello che aveva raggiunto da quando avevamo iniziato a studiare insieme. Mi adorava per quello che le servivo ma parlava sempre dei fidanzati e degli spasimanti della figlia in mia presenza come a voler ufficializzare il fatto che in quell’ambito non c’era posto per me. Ispezionava accuratamente casa ogni volta che rientrava per cercare prove di eventuali reati. Non ci avevo mai provato con lei. Volevo che cedesse, che mi cascasse ai piedi, ma lei era figa e non le mancavano corteggiatori tra cui scegliere e io non ero il latin lover bensì un pusillanime che temeva di rovinare tutto e perdere quella persona tanto ambita. Quel giorno non ci dovevamo vedere, avevamo assemblea d’istituto il giorno dopo quindi niente studi. Mi chiamò a casa nel pomeriggio in affanno e agitazione:
“
Corri qui mi devi aiutare! Vieni un attimo fai in fretta!”
Senza sapere altro e senza la minima idea mi recai a casa sua. La trovai inguainata in una tuta Adidas sulla porta di casa con le dita in bocca a mangiarsi le unghie con la testa obliqua e gli occhi spalancati. Era terrorizzata. Mi portò in camera del fratello, quello che studiava a Roma e che viveva con il padre:
“
Si è rotto, vedi? Si è incastrata la cassetta dentro. Mio fratello mi ammazza. Lo sai aggiustare?”
Era un piccolo tv color a tubo catodico con videoregistratore vhs integrato. La cassetta si era alzata per l’espulsione ma il lato destro era più sorgente del sinistro, stava storta.
Tirai un sospiro, ignaro ma rincuorato dal fatto che non fosse successo nulla di grave. Ingenuo. La tv faceva brusio sulla schermata grigia. Provai a spingere il lato destro ma non avanzava di un millimetro. Presi una forchettina da dolce in cucina mentre lei continuava a chiedermi:
“
Ma lo sai aggiustare? Oddio quello mi ammazza!”
“
Stai buona che al massimo lo portiamo dal tizio che ripara le tv tanto tuo fratello torna tra un mese”
“
NO! No...ti prego aggiustalo, aggiustalo tu!”
Nemmeno avevo afferrato. Infilai la forchettina in quel buco quadrato sul lato sinistro, avete presente la sicura che avevano le VHS per impedire la sovrascrizione? Tirai con forza per raddrizzare quella videocassetta e ci riuscii. Solo che il mangianastri invece di espellerla la mandò giù e partì in play. Mai circostanza fu così fortuita.
La scena sulla quale doveva essere presumibilmente venuta era questa:
Come poterla dimenticare? Mi ci sarò segato fino a rendere indelebile ogni singolo fotogramma.
Tentò di spegnere la tv ma ormai era tardi, Moana era già apparsa inequivocabile sullo schermo con il cazzo di Peter North a sfondarle il culo:
“
Stacca, spegni, ti prego, oddio!”
Le bloccai le mani e le intimai di starsene ferma, ridevo mentre guardavo nello schermo e il suo volto diventare viola di rabbia e di imbarazzo. Provò altre volte a spegnere la tv, protestava. Le feci cintura con le braccia per bloccarla da dietro e non consentirle di muovere le mani. Il mio pene turgido aderiva al solco tra le natiche che percepivo chiaramente perché avviluppate dalla tuta leggera. Lei non ne fece un dramma. Anzi, nel tentativo di liberarsi e ribellarsi sporgeva il culo in fuori provocandomi fitte di piacere dovute allo sfregamento. Fu quando si rassegnò, che mentre guardavamo la tv, cominciai a baciarle il collo.
Quella sera quando rincasò la madre, persino io vedevo gli occhi bassi della figlia, i capelli un po’ sconvolti e le gote rosse.
“
Che ci fai tu qui? Ma domani non avete assembl...ea?”
Spalancò per un attimo gli occhi in preda al dubbio e si precipitò in camera senza proferire altro. Il suo controllo di routine. Cosa si aspettava di trovare ogni volta? Mah! Aveva comunque sbagliato camera. Tornò con mille domande:
“
E che avete fatto di bello oggi? Ma come mai avete deciso di anticiparvi i compiti? Ma quando sei venuto?”.
Avrei dovuto risponderle:
“
Sono venuto quando sua figlia si è fatta ficcare due dita in culo mentre mi ciucciava la cappella!”.
Credemmo di avergliela fatta sotto al naso, pensare altrimenti sarebbe stato ancora più imbarazzante. Col senno di poi, sono più che certo che la mamma capì tutto quel giorno stesso. Anche perché da allora e per un anno e mezzo, smise di parlare dei pretendenti della figlia e ogni sera a cena, i discorsi vertevano sui metodi di controllo delle nascite. Quanto vorrei poterle dire adesso:
“
Cara signora, lei è una cuoca provetta e le sue cene sono sempre state ottime e abbondanti. Ma davvero pensò di potermi ripagare per i buoni voti che prendeva sua figlia soltanto con quel tipo di arte culinaria?”