Petizione a Amnesty International

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Reggio nell'Emilia
Puoi stare tranquillo Greyninn , l'omosessualità sarà sempre e solo attestata attorno al 5% della popolazione.

Poi se la gente ha "paura" di una minoranza così esigua
Tutto tanto giusto (spiacente per l'espressione che sembra ironica, va intesa testualmente), osservo solo che uno su venti è lontano dal concetto comune di minoranza esigua. Una minoranza di quella grandezza implica di venirci continuamente a contatto ed è questo che le persone (eterosessuali) devono essere disposte ad ammettere. L'atteggiamento comune verso l'omosessualità è che può stare anche bene se è ghettizzata, il passo non è tollerarla ma integrarla, cioè non sentirsi a disagio se capita di pranzare in una mensa seduti accanto ad un gay (mentre farlo seduti accanto ad un vegano non mette a disagio nessuno ed è strano parecchio visto che l'occasione del pranzo è più pertinente alle abitudini alimentari che a quelle sessuali).
Un'altra contrapposta minoranza (ma meno esigua) crede poi che questo cinque percento si possa ridurre con l'educazione e delle cure, sostanzialmente con l'addestramento. C'è in questo un concetto di opposizione, nel quale un eterosessuale teme che l'opposta fazione degli omosessuali possa rosicchiare ancora delle frazioni per arrivare un giorno alla maggioranza. A parte lo sbaglio pratico nel credere che la preferenza sessuale sia convertibile, manca anche questo di logica perché le due fazioni non sono tali, non avendo alcun interesse conteso.
 
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"Tranzilvania, Tranzilvania bitteee!"
La crescita demografica sarà programmata con fecondazione in laboratorio ...

Sul tema, illuminante la lettura de Il mondo nuovo di Aldous Huxley (scritto nel 1932, 16 anni prima del più noto 1984 di Orwell)... preconizza una società in cui la riproduzione è organizzata industrialmente in vitro e in cui il sesso, privato della sua funzione generativa, non è vietato ma anzi incoraggiato sin dalla più tenera età ed in forme il più possibile promiscue per ingenerare un senso di appagamento collettivo rispetto allo status quo... una specie di panem et circenses basato sugli orgasmi.

L'atteggiamento comune verso l'omosessualità è che può stare anche bene se è ghettizzata, il passo non è tollerarla ma integrarla, cioè non sentirsi a disagio se capita di pranzare in una mensa seduti accanto ad un gay (mentre farlo seduti accanto ad un vegano non mette a disagio nessuno ed è strano parecchio visto che l'occasione del pranzo è più pertinente alle abitudini alimentari che a quelle sessuali).

Provo a rovesciare il discorso: se è vero che mai ho provato disagio a pranzare vicino ad un vegano, mi è capitato invece che il vegano al mio fianco trovasse irritante (e non so per quale ragione, irriguardoso nei suoi confronti) il modo in cui addentavo le mie succulente costatelle di maiale fino al punto di farmelo notare e di chiedermi – cortesemente – di allontanarmi da lui.
E' un fatto piuttosto evidente che una minoranza (qualsiasi essa sia: religiosa, politica o di altra natura) tende a sviluppare atteggiamenti più aggressivi rispetto al contesto maggioritario in cui è inserita. Il caso delle minoranze religiose è emblematico, o almeno lo è quello delle minoranze che contemplano il proselitismo: se la prospettiva di divenire a loro volta maggioranza sembra essere un risultato lontano da venire, l'obiettivo intermedio è quello di ottenere una presenza paritaria (e non proporzionale) in tutti gli ambiti sociali... nella scuola in primo luogo perché è lì che si formano le future generazioni.
Il caso francese (la proibizione di qualsiasi segno distintivo) è eclatante ma non è possibile assumerlo come significativo perché troppo legato al pregresso storico di quel paese... tanto più che quel divieto ha irritato in primo luogo proprio le minoranze religiose che trovano nell'ostentazione identitaria un utile strumento. Più interessante è notare come la prima rivendicazione di una minoranza stia nella possibilità di esporre i propri segni distintivi e, soltanto qualora ciò non sua possibile, nella soppressione delle immagini caratterizzanti la maggioranza (si veda la diatriba riguardo i crocifissi nei luoghi pubblici).
Stesse dinamiche si ritrovano in politica, in misura maggiore quando la politica diviene a sua volta strumento d'espressione di un'identità religiosa o nazionale o di entrambe al contempo. Certo, il caso delle minoranze sessuali è ancora differente ma che una fazione sia comunque esistente a mio parere lo dimostra non tanto l'enorme lavorìo dispiegato per modificare le legislazioni nazionali (almeno quelle generalmente definite "occidentali") sul di diritto di famiglia o in tema d'insegnamento quanto le istanze interne a molte confessioni religiose per una piena accettazione dell'omosessualità: un passaggio significativo dalla critica (esterna ovvero difensiva) all'azione (interna ovvero aggressiva... aggressiva in senso lato, s'intende)... insomma, una serie di motivi per cui personalmente non escluderei a priori l'esistenza di una – sia pur irrealistica – aspirazione al proselitismo. Di certo, mi sembra difficile negare l'esistenza di una forte istanza identitaria... col che, non intendo dare al fenomeno una connotazione positiva o negativa.
 
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Greyn

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Barium
Conto mi si scusi una digressione sul tema "omosessualità e società"...giusto per sorriderne. Due gay non dichiarati in famiglia, ricevono la visita inaspettata della mamma di uno dei due...In fretta e furia creano una seconda camera da letto improvvisata per dimostrare che dormono in letti separati e vivono insieme solo per dividere le spese tra colleghi...

https://www.youtube.com/watch?v=2yzLbh6pt4I
 
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