30 anni fa avevo 13 anni lei era unaMa come hai fatto convincerla?
mia vicina di casa, una donna vicina ai 40 bella ed elegante, capelli a caschetto neri corvino, occhi viola come quelli di Liz Taylor, un sorriso perfetto, sempre molto curata e abbronzata d’estate, vestiva sempre in maniera molto femminile ma non volgare, quando la incontravo ci salutavamo sempre era solita farmi delle domande come quelle che si fanno ad un ragazzino di quell’età: la scuola lo sport, cose così. Io dopo essermi fermato a parlare con lei andavo in camera mia ad ammazzarmi di pippe al pensiero di toccarla e baciarla e sentire il suo buon profumo da vicino.
Negli anni ho mantenuto il rapporto anche quando ho lasciato casa di mia madre fino a scambiarci i numeri di telefono una decina di anni fa circa. Ogni tanto mi telefonava parlavamo al telefono in maniera saltuaria, lei mi diceva che era separata in casa da tanti anni col marito ma vivevano bene così, zero rapporti e camere separate.
Io cominciai a farle capire che da ragazzo il mio primo stimolo sessuale lo ebbi con lei e la cosa la metteva in imbarazzo ma io non perdevo occasione per ricordarglielo.
Una volta mi si presentò l’occasione di essere una settimana di maggio da solo, senza la mia signora perché ogni tanto mia moglie viaggia per lavoro, così la chiamai per chiederle di uscire per una passeggiata all’ora del tramonto, dopo molti dubbi da parte sua accettò, andammo a camminare in un bel posto al tramonto e parlammo di tante cose, era davvero scattato un bel feeling, tornammo alla macchina e nel frattempo era calata la sera, le diedi una rosa che mi ero preparato nel caso la cosa fosse andata bene, lei si emozionò ma mise subito le mani avanti sulle mie intenzioni, le chiesi un abbraccio perché l’avevo sempre desiderato: c’era imbarazzo ma anche molta atmosfera, lei mi chiese di mia moglie e perché fossi con lei, le risposi che per me era solo come coronare un sogno, non avrebbe compromesso la mia vita, le avevo preso le mani nelle mie a dopo un po’ provai a baciarla e lei si ritirò dicendo che ero sposato e non poteva non se la sentiva, “un bacio e basta a ricordo di questa magica serata” dissi tentando un ultimo approccio, stavolta non si tirò indietro e ci baciammo, gli abbracci sempre più forti, iniziai a leccarle il collo e la sentivo sempre più accaldata con le mano mi passò sul pacco trovandomi ovviamente di marmo, mi disse che un uomo quando è eccitato si deve liberare, spostai la macchina in un parcheggio più isolato e iniziò a farmi una sega, non credevo ai miei occhi: avevo quelle mani con lo smalto rosso intorno al cazzo, lei era divertita e sorpresa dal mio piacere e dal fatto che mi fossi eccitato a baciarla, mi portò in fondo e prima di venire le dissi qualche porcata, rispose con una nel sorriso mentre venivo come fontana. Mi ricomposi e la riportai a casa, lei al marito aveva detto che era andata a giocare a burraco con le amiche. Da quella sera seguirono altri incontri di natura puramente sessuale, le confidai la mia passione per i suoi piedi, un 37 acquato e liscio sempre smaltati alla perfezione, tante seghe le avevo dedicato da ragazzo, iniziai a farmi fare dei footjob e pompini dove dopo i primi dove aveva avuto un approccio timido, si faceva venire in bocca senza problemi, aveva una bella tecnica lenta e avvolgente, le venute erano sempre lussuriose, non perdeva nemmeno una goccia ma non ingoiava.
Purtroppo non siamo mai riusciti nella penetrazione, aveva una rigidità alla vagina che non riuscì mai a risolvere, provò anche a fare una cura con degli ovuli che le aveva prescritto il ginecologo, si bagnava, ma era come se ce l’avesse serrata, riuscivo ad entrare con le dita ma come le appoggiavo la cappella e provavo ad entrare soffriva, inoltre l’avere un diametro importante non la aiutava, il solo frottage, cioè strusciarle il cazzo sulla fica esternamente non la soddisfaceva, avrebbe voluto farlo, era più un suo desidero che mio e il non riuscirci la lasciava parecchio amareggiata nemmeno i lubrificanti erano d’aiuto, si convinse di avere dei bei piedi e aveva capito che io ci impazzivo: tutte le volte che ci vedevamo veniva fresca di pedicure con uno smalto di colore diverso e io dovevo schizzarle quei piedini di fata nonostante non fosse più una ragazzina. Andammo avanti un paio di anni poi il rapporto si è diradato e non ci siamo più incontrati, con lei mi sono tolto delle grandi soddisfazioni, io penso di averla fatta sentire desiderata e amata, si vedeva che voleva ricevere l’amore che non aveva mai avuto, io la ascoltavo parlare dei suoi problemi quotidiani e dei suoi rimpianti: ero una sorta di psicologo, la ascoltavo, poco altro, siamo stai bene, ognuno ne ha tratto tanto da un rapporto unico, per me realizzare un sogno nato 25 anni prima è stata una cosa indimenticabile