QUALI RISCHI PER CHI SCRIVE NEL FORUM???????

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Chi scrive nel forum narrando avvenimenti seppur fantastici viola qualche norma di legge e se si cosa rischia?
 
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In altri ambiti si è molto discusso di questo argomento. In breve, certamente non commette nessun reato chi racconta l'incontro con una prostituta (anche senza fingere che si tratti di un racconto di fantasia, visto che il fatto stesso di comprare la prestazione dalla prostituta non è un reato, per ora), mentre secondo alcuni il fatto di riportare le informazioni sufficienti per contattare una determinata prostituta potrebbe in teoria configurare un reato, perché in questo modo si favorirebbe la prostituzione altrui. Questa ipotesi secondo me è improbabile, perché deriverebbe da un'interpretazione molto estesa del concetto di "favoreggiamento" della prostituzione, che a quanto mi risulta non è mai stato adottato in casi concreti (anche se la linea dell'attuale governo in materia di prostituzione pare orientata alla repressione/criminalizzazione di tutto e tutti, circostanza che potrebbe avere esiti concreti anche al di là dell'immediato intento demagogico). Altro discorso per quanto riguarda i siti di annunci a pagamento per la pubblicità delle prostitute, che spesso sono associati ai forum; per questi, ovvero per i loro gestori, il reato direi che è palese (lenocinio, ed eventualmente sfruttamento), ma nonostante questo tali iniziative dilagano quasi indisturbate da molti anni.

Nell'eventualità di un'incriminazione, che dia luogo al relativo procedimento penale, il rischio attuale sarebbe quello di cui alla legge 75 del 1958, che prevede la reclusione da due a sei anni, oltre alla sanzione pecuniaria.
 
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arturo1962

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analyzer ha scritto:
In altri ambiti si è molto discusso di questo argomento. In breve, certamente non commette nessun reato chi racconta l'incontro con una prostituta (anche senza fingere che si tratti di un racconto di fantasia, visto che il fatto stesso di comprare la prestazione dalla prostituta non è un reato, per ora), mentre secondo alcuni il fatto di riportare le informazioni sufficienti per contattare una determinata prostituta potrebbe in teoria configurare un reato, perché in questo modo si favorirebbe la prostituzione altrui. Questa ipotesi secondo me è improbabile, perché deriverebbe da un'interpretazione molto estesa del concetto di "favoreggiamento" della prostituzione, che a quanto mi risulta non è mai stato adottato in casi concreti (anche se la linea dell'attuale governo in materia di prostituzione pare orientata alla repressione/criminalizzazione di tutto e tutti, circostanza che potrebbe avere esiti concreti anche al di là dell'immediato intento demagogico). Altro discorso per quanto riguarda i siti di annunci a pagamento per la pubblicità delle prostitute, che spesso sono associati ai forum; per questi, ovvero per i loro gestori, il reato direi che è palese (lenocinio, ed eventualmente sfruttamento), ma nonostante questo tali iniziative dilagano quasi indisturbate da molti anni.

Nell'eventualità di un'incriminazione, che dia luogo al relativo procedimento penale, il rischio attuale sarebbe quello di cui alla legge 75 del 1958, che prevede la reclusione da due a sei anni, oltre alla sanzione pecuniaria.

Se racconti la tua esperienza e ne parli bene rendendo riconoscibile la prostituta con i suoi recapiti, cell e o sito internet si può configurare il reato di agevolazione della prostituzione, in effetti è uno spot quello che fai.
Al contrario se racconti la tua esperienza esternando una esperienza negativa disincentivando l'incontro con la professionista, in questo caso non si commette nessuna ipotesi di reato.
Azzarola ma come siamo messi in Italia, se vai a fare una rapina in banca fra indulti ecc.ecc. non ti fanno nulla, chi ha messo la bomba a Bologna con oltre 80 morti è fuori senza dimostrarsi pentito, uno dei protagonisti della uno bianca ha avuto la libera uscita, dicono per buona condotta, azzo era poi un poliziotto, Schiatti il mostro di Foligno reo confesso dell'uccisione di 2 bmbini ha scontato 10 anni, con sconto ed indulto fra una decina d'anni uscirà, sembra che lo Stato italiano protegga certi personaggi, azzarola vieni qui a raccontare una trombata e rischi 2 anni di galera? che schifo!!!!!!
 
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arturo1962 ha scritto:
Se racconti la tua esperienza e ne parli bene rendendo riconoscibile la prostituta con i suoi recapiti, cell e o sito internet si può configurare il reato di agevolazione della prostituzione, in effetti è uno spot quello che fai.
Al contrario se racconti la tua esperienza esternando una esperienza negativa disincentivando l'incontro con la professionista, in questo caso non si commette nessuna ipotesi di reato.
Questa è una credenza abbastanza diffusa, ma non è giuridicamente fondata. Il reato di favoreggiamento della prostituzione (art.3 comma 8 della legge 75/58) potrebbe teoricamente essere contestato per il semplice fatto di rendere disponibili le informazioni sufficienti per contattare una determinata prostituta, indipendentemente da come se ne parli. In questo senso anche le misure adottate in alcuni forum consistenti nella censura di determinate parole (come con_siglio, ecc.), oppure nel mascheramento dei link, sono dei palliativi che non incidono sull'eventualità che possa configurarsi un reato.
Rimane però il fatto che finora non è mai stato contestato il reato di favoreggiamento della prostituzione ad un semplice cliente che diffondesse il recapito di una prostituta (almeno così sembra dalle ricerche in merito nella giurisprudenza). Però, considerando che il media Internet è cosa relativamente recente, e nello specifico il suo uso per scambiare informazioni sulle prostitute, il fatto che non ci siano precedenti non è probabilmente una garanzia assoluta che in futuro a qualcuno non venga l'estro di ravvederci un reato e di agire di conseguenza.
Ma come dici, in Italia ci sarebbero ben altri, autentici, reati da perseguire.
 
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...come dice spesso il sig. Travaglio, in Italia con una condanna inferiore ai 3 anni di carcere, dentro non finisce praticamente nessuno...
 
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analyzer ha scritto:
Questa è una credenza abbastanza diffusa, ma non è giuridicamente fondata. Il reato di favoreggiamento della prostituzione (art.3 comma 8 della legge 75/58) potrebbe teoricamente essere contestato per il semplice fatto di rendere disponibili le informazioni sufficienti per contattare una determinata prostituta, indipendentemente da come se ne parli. In questo senso anche le misure adottate in alcuni forum consistenti nella censura di determinate parole (come con_siglio, ecc.), oppure nel mascheramento dei link, sono dei palliativi che non incidono sull'eventualità che possa configurarsi un reato.
Rimane però il fatto che finora non è mai stato contestato il reato di favoreggiamento della prostituzione ad un semplice cliente che diffondesse il recapito di una prostituta (almeno così sembra dalle ricerche in merito nella giurisprudenza). Però, considerando che il media Internet è cosa relativamente recente, e nello specifico il suo uso per scambiare informazioni sulle prostitute, il fatto che non ci siano precedenti non è probabilmente una garanzia assoluta che in futuro a qualcuno non venga l'estro di ravvederci un reato e di agire di conseguenza.
Ma come dici, in Italia ci sarebbero ben altri, autentici, reati da perseguire.


Su questa linea allora anche i giornali (quotidiani, ecc.) che pubblicano gli annunci delle pulzelle sarebbero in teoria perseguibili per favoreggiamento, visto che pubblicano annunci palesemente orientati alla vendita di prestazioni sessuali.... o no?
 
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Non ci sono carceri sufficienti in Italia per contenere tutti quelli che vanno a puttane. :big_boss:

Inoltre, a meno che il governo non cambi la legge, la prostituzione non è reato.

Analyzer, tu che ne mastichi di legge, per essere accusati di sfruttamento non si dovrebbero avere delle prove di un interesse economico da parte dello sfruttatore? voglio dire, se uno non ne trae guadagno, come fanno a definirlo sfruttatore?
 
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Power ha scritto:
...come dice spesso il sig. Travaglio, in Italia con una condanna inferiore ai 3 anni di carcere, dentro non finisce praticamente nessuno...
E' verissimo, però anche al netto della effettiva pena detentiva, o perfino della condanna, subire un procedimento penale per un reato connesso alla prostituzione non sarebbe una cosa piacevole per nessuno, credo.
 
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lucignolo35f ha scritto:
Analyzer, tu che ne mastichi di legge, per essere accusati di sfruttamento non si dovrebbero avere delle prove di un interesse economico da parte dello sfruttatore? voglio dire, se uno non ne trae guadagno, come fanno a definirlo sfruttatore?

Attenzione che oltre allo sfruttamento esiste il favoreggiamento.
 
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insane ha scritto:
Su questa linea allora anche i giornali (quotidiani, ecc.) che pubblicano gli annunci delle pulzelle sarebbero in teoria perseguibili per favoreggiamento, visto che pubblicano annunci palesemente orientati alla vendita di prestazioni sessuali.... o no?
Secondo me tutto sommato protrebbero, forse più che per favoreggiamento per lenocinio. L'editore del giornale vende uno spazio pubblicitario, e può sostenere di non essere responsabile del suo contenuto e comunque di ignorare la natura del messaggio stesso (offerta di sesso mercenario); però come giustamente osservi la natura di quegli annunci è spesso palese ed inequivocabile, perciò non mi sembrerebbe del tutto infondato sostenere che l'editore si comporta consapevolmente da intermediaro, prendendo soldi dalle prostitute per metterle in contatto con i loro clienti. E forse si potrebbe anche contestare il favoreggiamento, perché è indubbio che veicolare la pubblicità delle prostitute favorisce la loro attività (che in sé stessa è comunque lecita).
Però non mi pare che la legge venga interpretata in questo modo, perché non mi risultano attività repressive nei confronti degli editori della carta stampata (viceversa sono stati sequestrati alcuni siti web di annunci, ma lì mi pare che le iniziative giudiziarie andassero a colpire collegate attività di sfruttamento e/o reclutamento delle prostitute).
 
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lucignolo35f ha scritto:
Non ci sono carceri sufficienti in Italia per contenere tutti quelli che vanno a puttane.
Su questo non c'è dubbio, visto che le carceri italiane potrebbero ospitare circa 50.000 persone, e i clienti delle prostitute sono stimati in circa 9 milioni. Le carceri non potrebbero contenere nemmeno tutte le prostitute... comunque non è un problema visto che la prostituzione (per ora) non è un reato.

lucignolo35f ha scritto:
Inoltre, a meno che il governo non cambi la legge, la prostituzione non è reato.
Esatto. Però l'ipotesi che la legge cambi non è remota, visto che già hanno decretato l'illegalità della prostituzione in strada.

lucignolo35f ha scritto:
Analyzer, tu che ne mastichi di legge, per essere accusati di sfruttamento non si dovrebbero avere delle prove di un interesse economico da parte dello sfruttatore? voglio dire, se uno non ne trae guadagno, come fanno a definirlo sfruttatore?
Infatti, lo sfruttamento si configura quando c'è un interesse economico dello sfruttatore, però la legge vieta non solo lo sfruttamento, ma anche tante altre condotte (fra cui il favoreggiamento e l'intermediazione), non tutte necessariamente lucrative.
Questo è il testo originale della legge: http://isd.olografix.org/faq/l75_58.htm
 
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analyzer ha scritto:
L'editore del giornale vende uno spazio pubblicitario, e può sostenere di non essere responsabile del suo contenuto e comunque di ignorare la natura del messaggio stesso (offerta di sesso mercenario); però come giustamente osservi la natura di quegli annunci è spesso palese ed inequivocabile, perciò non mi sembrerebbe del tutto infondato sostenere che l'editore si comporta consapevolmente da intermediaro, prendendo soldi dalle prostitute per metterle in contatto con i loro clienti.

Per questo specifico caso si applica la valutazione della tariffa media di mercato. Mi spiego meglio.

Se ho un appartamento e lo affitto ad una prostituta ad un prezzo di mercato nettamente superiore al reale valore, e magari in nero, commetto sicuramente favoreggiamento, e posso essere perseguito.
Se lo stesso appartamento lo affitto ad un valore prossimo al valore medio di mercato, con regolare contratto, non sono responsabile per cio' che viene commesso al suo interno, ne e' responsabile solo l'inquilino. Tranne nel caso che l'inquilino sia extracomunitario e non in regola, possono sequestrarmi l'immobile, secondo le ultime modifiche alla legge, pare.

Stessa cosa per gli editori. Se lo spazio pubblicitario che vendono ha il medesimo costo contrattuale degli altri, come per esempio quello per la vendita di un francobollo, a parte il discutibile contenuto l'editore non commette alcun favoreggiamento nei confronti della prostituta.
 
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Power ha scritto:
Se ho un appartamento e lo affitto ad una prostituta ad un prezzo di mercato nettamente superiore al reale valore, e magari in nero, commetto sicuramente favoreggiamento, e posso essere perseguito.
Se lo stesso appartamento lo affitto ad un valore prossimo al valore medio di mercato, con regolare contratto, non sono responsabile per cio' che viene commesso al suo interno, ne e' responsabile solo l'inquilino. Tranne nel caso che l'inquilino sia extracomunitario e non in regola, possono sequestrarmi l'immobile, secondo le ultime modifiche alla legge, pare.
Power, scusa, hai fatto un tremendo "miscuglione" fra leggi vigenti, proposte di legge mai approvate e semplici "credenze popolari"... :punish: :biggrin: :wink:
Purtroppo le faccende legali sono incasinate in genere, e quelle relative alla prostituzione non fanno eccezione. I media poi ci mettono del loro a confondere le acque. Allora, provo a fare un po' di chiarezza sugli aspetti che hai citato (tenendo presente che anch'io posso sbagliare, naturalmente).
Innanzitutto, la legge "fondamentale" in materia è la n.75 del 1958 ("Abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui"); questa legge (nota anche come "legge Merlin", dal nome della senatrice Lina Merlin), sostanzialmente abolì i bordelli statali e proibì lo sfruttamento (in qualsiasi forma) della prostituzione altrui e la sua organizzazione. La legge è tuttora vigente, ma ha subito nel tempo due modifiche: la prima (poco rilevante) con il decreto legislativo n. 507 del 30 dicembre 1999 (depenalizzazioni), che ha depenalizzato il reato di "adescamento", rendendolo passibile di sola ammenda. La seconda modifica è quella introdotta dal disegno di legge dell'11 settembre 2008, "Misure contro la prostituzione", (quello a nome dell'ex-valletta Mara Carfagna), che và nella direzione opposta perché introduce il reato di prostituzione in luogo pubblico o aperto al pubblico, applicabile sia alle prostitute che ai clienti (per la prima volta in Italia la prostituzione diventa reato). Nel frattempo erano state tentate altre modifiche alla legge Merlin, ma nessuna di queste è mai andata in porto.
Fatta questa doverosa premessa, passiamo allo specifico: per quanto riguarda la locazione per uso prostituzione, le informazioni che riporti non sono esatte. La legge Merlin proibisce chiaramente la locazione a scopo di esercizio della prostituzione, dove dice che commette reato "chiunque, avendo la proprietà o l'amministrazione di una casa od altro locale, li conceda in locazione a scopo di esercizio di una casa di prostituzione". L'unica difficoltà nell'applicazione di questo comma della Merlin, sta nel determinare cosa configuri una "casa di prostituzione". La faccenda è complessa, perciò mi limito a dire che la giurisprudenza consolidata stabilisce in sostanza che si ha una "casa di prostituzione" in un locale quando almeno due persone vi esercitano la prostituzione (per un approfondimento di questo aspetto è utile questa recente sentenza della Corte di Cassazione. Perciò, chi affitta un locale per l'esercizio della prostituzione (leggi: sapendo che vi verrà esercitata) commette un reato per il comma 2 dell'art.3 della Merlin solo se nel locale esercitano almeno due persone. In ogni caso, anche se la persona che esercita la prostituzione nel locale fosse una sola, si configura comunque il reato di favoreggiamento, di cui al comma 8 dello stesso articolo: "chiunque in qualsiasi modo favorisca o sfrutti la prostituzione altrui" (anche di questo si può leggere qualcosa nella sentenza sopra citata). La faccenda che tu citi circa il "prezzo di mercato" della locazione, che se non superato permetterebbe di non integrare il reato, in realtà non esiste: era una norma (peraltro abbastanza sensata) proposta dal disegno di legge n.3826 del 2003, che però non fu mai approvato.

Power ha scritto:
Stessa cosa per gli editori. Se lo spazio pubblicitario che vendono ha il medesimo costo contrattuale degli altri, come per esempio quello per la vendita di un francobollo, a parte il discutibile contenuto l'editore non commette alcun favoreggiamento nei confronti della prostituta.
L'applicazione del medesimo concetto alla vendita di spazi pubblicitari, poi, non è mai esistita neppure nei progetti di legge. Il favoreggiamento deriva dal già citato comma 8, e ritengo che sarebbe applicabile, perché è evidente che fornire un veicolo pubblicitario ad una prostituta significa favorire (agevolare) la sua attività, e favorire l'attività di una prostituta (anche una soltanto) è reato, indipendententemente dalla circosanza che lo si faccia "a prezzi di mercato" o a prezzi maggiorati (rimarrebbe reato anche a titolo gratuito, al limite). Ma secondo me ancora più attiente è il comma 5: "chiunque induca alla prostituzione una donna di età maggiore, o compia atti di lenocinio, sia personalmente in luoghi pubblici o aperti al pubblico, sia a mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità". Evidentemente l'editore non viene considerato intermediario, ma è tutta una questione di interpretazione della legge (e di giurisprudenza).

Tutte queste considerazioni sarebbero piuttosto teorice, perché in passato non si sono viste in concreto delle applicazioni così restrittive della legge, tali da far temere un'incriminazione a chi si scambia pubblicamente delle informazioni sui servizi delle prostitute. Però con l'attuale governo/parlamento è cambiato in modo sostanziale l'atteggiamento istituzionale nei confronti della prostituzione, che viene adesso chiaramente indicata come "fenomeno da reprimere" in quanto tale, e non solo nei casi di sfruttamento. Se questa linea sarà mantenuta, non è infondato aspettarsi che in prospettiva anche le vigenti leggi possano essere interpretate e applicate in modo più restrittivo (e/o che siano ulteriormente modificate in senso repressivo). L'introduzione nel diritto del concetto che la prostituzione in quanto tale configura un reato (anche se per ora solo in luoghi pubblici o aperti al pubblico) segna una sostanziale dicontinuità nello status della prostituzione stessa nel nostro paese.
 
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analyzer ha scritto:
... introduce il reato di prostituzione in luogo pubblico o aperto al pubblico, applicabile sia alle prostitute che ai clienti (per la prima volta in Italia la prostituzione diventa reato).
(...)
L'introduzione nel diritto del concetto che la prostituzione in quanto tale configura un reato (anche se per ora solo in luoghi pubblici o aperti al pubblico) segna una sostanziale dicontinuità nello status della prostituzione stessa nel nostro paese.

Ma è possibile dal punto di vista della Giurisprudenza che un principio affermato in una legge ("la prostituzione non è reato") venga contraddetto in un altra legge?

Farisaico, direi...
 
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lucignolo35f ha scritto:
Ma è possibile dal punto di vista della Giurisprudenza che un principio affermato in una legge ("la prostituzione non è reato") venga contraddetto in un altra legge?
Ma no, il disegno di legge varato dal governo modifica la precedente legge Merlin, per cui ora il "combinato disposto" (la legge risultante dalla composizione dell'originale e di tutte le successive modifiche) stabilsce che prostituirsi (e negoziare o usufruire delle prestazioni di chi si prostituisce) in luogo pubblico o aperto al pubblico è reato (punito con una pena detentiva irrisoria, perciò del tutto virtuale, e con un'ammenda). Le leggi non sono immutabili, possono essere modificate. Naturalmente il nuovo reato può essere contestato solo per fatti avvenuti dopo l'entrata in vigore della nuova legge, e la giurisprudenza consolidata (i precedenti giudizi) diventa inutile, negli aspetti inerenti alla parte modificata della legge preesistente (si dovrà formare nuova giurisprudenza).
Se vuoi, la contraddizione sta nel fatto che la Merlin originale era concepita soprattutto per tutelare le prostitute, le loro libertà e la loro dignità, mentre ora contiene una parte semplicemente repressiva della prostituzione in quanto tale. Poi si potrebbe parlare della scarsa applicabilità di una parte delle nuove norme, visto che il reato di "contrattazione di prestazioni sessuali mercenarie" è in effetti un reato a prova impossibile.
 
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analyzer ha scritto:
lucignolo35f ha scritto:
Ma è possibile dal punto di vista della Giurisprudenza che un principio affermato in una legge ("la prostituzione non è reato") venga contraddetto in un altra legge?
Le leggi non sono immutabili, possono essere modificate. Naturalmente il nuovo reato può essere contestato solo per fatti avvenuti dopo l'entrata in vigore della nuova legge, e la giurisprudenza consolidata (i precedenti giudizi) diventa inutile, negli aspetti inerenti alla parte modificata della legge preesistente (si dovrà formare nuova giurisprudenza).
Se vuoi, la contraddizione sta nel fatto che la Merlin originale era concepita soprattutto per tutelare le prostitute, le loro libertà e la loro dignità, mentre ora contiene una parte semplicemente repressiva della prostituzione in quanto tale. Poi si potrebbe parlare della scarsa applicabilità di una parte delle nuove norme, visto che il reato di "contrattazione di prestazioni sessuali mercenarie" è in effetti un reato a prova impossibile.

Anche se si è andati OT, ritengo che questa sia una delle conversazioni più complete ed informative riguardo la prostituzione sotto il profilo giuridico.
In particolare io mi soffermerei sul "Le leggi non sono immutabili". Mutiamole dunque.
E' chiaro che una legge scritta 50 anni fa non rispecchia più la realtà di oggigiorno. Il fenomeno della prostituzione necessita di essere regolamentato, chi dice il contrario nega la realtà dei fatti.
Ma in questa direzione, da dove cominciare? Quali parti politiche accetterebbero di appoggiare un eventuale referendum, che andrebbe a disturbare la coscienza degli alti prelati romani (gli stessi che però poco o nulla fanno se non condannare)?
 
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Somwere in Bononia
...tornando al topic, se semplicemente si descrivono esperienze personali con adulti consenzienti direi "inciòn" ( che tradotto dalla lingua dell'E.R.) sarebbe: NESSUNO a patto di non dire stronzate....... :biggrin:
 
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Cafiero ha scritto:
In particolare io mi soffermerei sul "Le leggi non sono immutabili". Mutiamole dunque.
E' chiaro che una legge scritta 50 anni fa non rispecchia più la realtà di oggigiorno. Il fenomeno della prostituzione necessita di essere regolamentato, chi dice il contrario nega la realtà dei fatti.


Vista la direzione nella quale l'attuale governo intende modificare le leggi che riguardano l'argomento "prostituzione", direi che sarebbe decisamente meglio se non "mutassero" niente, perchè ogni eventuale cambiamento sarebbe secondo me peggiorativo dal nostro punto di vista...

... a volte lo status quo più che utile è indispensabile!
 
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Una doverosa precisazione: mi sono reso conto che da come ne ho scritto in questo thread (e soprattutto dalle notizie provenienti dai media riguardo ad operazioni di repressione sul territorio, che nulla hanno a che vedere), si può intendere che il disegno di legge del governo, che modifica la legge Merlin e introduce i reati relativi alla prostituzione in luogo pubblico o aperto al pubblico, sia già vigente. Naturalmente non è così, perché il disegno di legge è ancora all'esame del parlamento (assieme a diversi altri disegni di legge in materia presentati da alcuni parlamentari). Visto l'assetto del parlamento, è molto probabile che il disegno di legge del governo venga rapidamente approvato, ma non è escluso che nell'iter parlamentare possa essere emendato e in qualche modo integrato con alcune delle proposte presenti negli altri disegni di legge (non tutti necessariamente 'migliori' di quello governativo). Non si può comunque escludere che invece il ddl "carfagna" finisca nel nulla come i suoi predecessori, dopo aver sortito il suo effetto mediatico che potrebbe essere l'unico cui il governo realmente puntava (il fatto che sia stato utilizzato lo strumento del ddl, anziché il decreto legge, depone a favore di questa ipotesi).
Partendo da questa pagina sul sito del Senato si può vedere lo stato del ddl, e anche reperire i testi delle altre proposte.
 
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positcor

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Finchè vedo 'rispettabili' quotidiani pubblicare AAA annunci di un certo tipo, vado tranquillo... :wink:
 
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