racconti e fantasie erotiche

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La stanza dell’albergo sapeva come tutte di moquette e di chiuso, l’ambiente era moderno, tutto wengé abbinato al bianco candido delle pareti e del letto, un tv a schermo piatto riempiva la parete innanzi al letto, a lato una scrivania con sopra il pc attraverso il quale ci siamo conosciuti.

Una grande finestra illuminava la stanza, peccato si affacciasse su di un enorme cantiere mezzo abitato e mezzo da finire.

Bologna a quell’ora era un macello di macchine, di code, di gente che strimpellava esausta dalla lunga giornata passata in fiera. Ed io dall’alto, stanco, li guardavo mentre attendevo la tua telefonata per accordarci per la sera.

Il cellulare squilla ed appare il tuo nome, con le mani sudaticce lo apro e ti rispondo con la voce più sensuale che riesco a fare, dall’altra parte non c’è nessuna risposta, sento solo una serie di gemiti ed affanni, rimango un’attimo stupito poi capisco, in sottofondo sento il ronzio del giocattolino che ti ho regalato la volta prima, sei una bella porcellina…mi stai provocando! Resto li e sentire i tuoi mugolii, poi vado verso il pc e provo a vedere se sei in msn…eccoti lì in linea, apro la conversazione e subito dopo la cam, passano 10secondi che sembrano interminabili…poi finalmente appari….se seduta sulla tua poltrona, il telefono all’orecchio, le gambe divaricate con i piedi appoggiati alla scrivania e con il tuo sorrisetto malizioso giochi con il vibratore sul tuo clitoride. Lo sai che mi piace vederti così, vedere i tuoi umori che lentamente colano e tu che ogni tanto li raccogli e te li porti alla bocca. Dentro di me il sangue sta ribollendo, so cosa vorresti io facessi, la tentazione è forte, ma voglio resistere alla tua provocazione ed allora spengo la cam.

Finalmente sento la tu voce al telefono che mi chiede:” non ti piaceva??” ti rispondo che stavo per scoppiare….ma che preferisco attenderti, tu mi dici di darti il tempo x fare una doccia e di arrivare….saranno i 40 minuti più lunghi della mia vita!

:suicide2: :suicide2: :suicide2:
 
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C'e' gia in giro nel forum...ma qui' e' il posto giusto


Son da poco passate le due, ho appena finito di lavare i piatti, tu sei gia' sdraiato sul letto pronto per il sonnellino pomeridiano, che meritatamente ti concedi qui al mare.
" io vado mi trovi al solito posto se ti va di scendere, altrimenti ci vediamo alle 6 qui" mi chino a darti un bacio scompigliando la gazzetta che stai leggendo, chissa' perche hai bisogno di tanto spazio per leggerla...mah misteri da uomo.

Metto un coprisole sopra il bikini prendo la borsa con il libro, con la crema e mi avvio. Per arrivare alla spiaggia devo passare vicino al cancello che separa il nostro residence da quello del campeggio naturista, quel cancello che da anni guardo e non supero, nonostante la tentazione sia forte e che spesso insieme a te ho guardato con curiosita'.
Di solito al cancello c'e' un guardiano che impedisce l''ingresso ai curiosi, in effetti in molti si farebbero un giro in quel campeggio, giusto per dare una sbirciatina, anche oggi e' la' seduto sulla sua sedia ed anche oggi quando passo mi sorride, ricambio il sorriso e ...gli chiedo se posso entrare.
Mentre lo faccio sento un brivido che mi scuote "Oddio e se mi dice di si?"
" Certo che puo' entrare signora, ci sono splendide calette in questo lato della laguna"
"Grazie" mi sento dire e con passo deciso supero il cancello e mi allontano velocemente dalla zona a ridosso di quella dove ho la sdraio di solito.
Il solo aver passato il cancello ha fatto accellerare il battito del mio cuore, rallento il passo e provo ad alzare lo sguardo, giusto per vedere dove sto' andando, nel parco ci sono molte sdraio con molte persone ed ovviamente sono tutte nude, beh per ora son di sicuro la piu' giovane, accipicchia qui l'eta' media e' decisamente altina, e' inevitabile il pensiero che a molte donne e molti uomini un bel costumino renderebbe piu giustizia ma loro sono nel posto giusto son io che sono clandestina.
Ora non mi resta che scegliere un bel posto in riva al mare, prendere una sdraio e spogliarmi....individuo una piccola insenatura libera , dove una sdraio libera sembra aspettarmi e la scelgo come mio altare sacrificale.
Mi siedo sulla sdraio e mi spoglio con gesti decisi, tanto tergiversare non servirebbe a nulla e mi sdraio a pancia in sotto , nei primi minuti non respiro nemmeno, sono nuda in mezzo a tanta gente, devo stringere le gambe per impedire che qualcuno si accorga della mia eccitazione, ma poi mi do' della stupida, mica son l'unica nuda.

Il sole caldo, lo sciabordio dell'acqua non mi fanno quasi notare l'uomo che ha portato una sdraio dietro la mia, me ne accorgo quando prendendo la crema dalla borsa mi sento domandare " Can I help you?"
"Scusi?"
" Ah e' italiana chiedevo se voleva l'aiutassi a mettere la crema"
La mia testolina bacata frizza, sara' il sole , sara' che oggi ormai e' giornata mi sento rispondere " si grazie"
Lo guardo di sottecchi mentre armeggia con il tappo della crema, avra' circa 45 anni , pare un bel'uomo e m'impongo di non abbassare lo sguardo su cio' che sicuramente sara' ben visibile sotto l'ombelico.
Inizia a spalmarmi la crema dalle dita dei piedi, per poi risalire lentamente sui polpacci,quando si avvicina alle cosce l'istinto me le fa chiudere, ma quel movimento circolare, delicato lentamente le fa' schiudere, mentre massaggia l'interno coscia , attendo stringendo i denti che le dita mi sfiorino le labbra, attendo che con le sue dita senta cio' che gia i suoi occhi vedono, le mie labbra tumide e bagnate...ma le sue dita si limitano a sfiorarmi per poi passare alla schiena.
Con le due mani mi massaggia le spalle, facendo finire il movimento sotto il costato , a lambirmi l'inizio del seno.. per poi abbassarsi sui fianchi, che avvolge e stringe con forza.
Non lo sento piu' , mi giro leggermente e guardandomi mi domanda "posso anche qui?" indicando il mio sontuoso fondoschiena rispondo solo "Si"
Il suo movimento circolare mi fa impazzire, sentire le dita che si avvicinano , che mi sfiorano ma non mi toccano mi sta' portando in uno stato d'eccitazione che non provavo da tempo,Cerco di assencondarlo , di prevenire i suoi spostamenti per poterlo sentire , per spingere almeno un suo dito dentro me ....ma lui si alza e guardandomi negli occhi mi dice
" mi chiami se le serve altro" e con naturalezza lui e la sua notevole eccitazione si tuffarono in acqua, lasciandomi sola sulla mia sdraio.
Un sorriso ed il pensiero ......fra' un po' dovro' girarmi e mi servira' altra crema
 
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Lo seguo con gli occhi "
Nuota con un movimento fluido, fendendo con bracciate forti e regolari la superfice del mare, il sole in controluce mi ferisce lo sguardo, ma non riesco ad imperdirmi di guardarlo.
Sono eccitata, mi sento bagnata, la voglia di toccarmi, di darmi piacere e' fortissima ....mi giro sulla sdraio, i rivoletti di sudore mi scorrono fra i seni , lungo il collo, vorrei farmi un bagno , vorrei nuotare verso di lui e aderire al suo corpo, stringergli con le gambe i fianchi e sentiro dentro...vorrei vorrei , ma gia' so che non mi alzero' dalla sdraio.
Mentre con la mente sto facendo sesso selvaggio con lui, lo sento avvicinarsi ...e' impossibile ormai distogliere lo sguardo, non voglio nemmeno farlo..piccole goccioline di acqua fredda cadono sul mio ventre ...brividi
-Oddio quanto vorrei facesse qualosa-

" Mettiamo la crema anche davanti signora?" mentre lo dice gli brillano gli occhi , ormai sa che lo voglio .
Seduto sul bordo della mia sdraio il suo fianco freddo contro il mio bollente,l'odore della mia eccitazione ci circonda, si fa sentire.
Inizia a spalmarmi la crema dalle spalle, le braccia , passa sotto le ascelle verso il seno ..devo stringere il bordo della sdraio devo tenere le mani ferme...il mio piccolo seno sotto le sue grandi mani scompare , intravedo solo i capezzoli ormai turgidi..la lenta tortura si sposta verso il mio ombelico, verso i mie fianchi..mentre mi tocca mi guarda concentrato, controlla le mie dita , strette sul bordo...mi sfiora le cosce , me le fa aprire....chiudo gli occhi voglio assaporare il primo contatto, sento finalmente la mano aperta passare fra le gambe , tiene il palmo sul mio monte di venere e le dita...si le dita finalmente le sento vicine, quasi dentro...sono cosi' eccitata , puo' spalmare i mie umori su tutta la sua mano, mi basterebbe poco per godere e lui lo capisce
accellera leggermente il movimento del suo palmo , sento l'orgasmo arrivare , non resisto gli prendo le dita e me le spingo dentro...si cosi!!!
Mi guarda negli occhi mentre le mie ultime contrazioni gli stringono le dita , poi con delicatezza le toglie se le avvicina al viso e si alza .........
Non lo seguo piu' con gli occhi ora, sono sazia.
 
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lalla alla fine hai detto ...ora non lo seguo più con gli occhi ..sono sazia


non è che parte della crema te la sei pure mangiata??? :biggrin: :biggrin:


:yes: :bye:
 
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Era il 31 dicembre del 1699...

Anche gli ultimi invitati sono arrivati con le loro carrozze di gala,
percorrendo il viale del parco illuminato a giorno da centinaia di torce

Uomini e donne sfoggiano nuovi e preziosi abiti, acconciature mai viste per un ballo in maschera, un ultimo ballo per festeggiare degnamente questo 31 dicembre del 1699 e l’inizio di un nuovo secolo…

Dal Doge mio caro amico, ho ricevuto in dono per l’occasione una preziosa veste in seta
fatta arrivare appositamente da Gerusalemme, impreziosita da ricami in oro e pietre preziose.

Il salone delle feste è stato arredato come volevi Tu.

I Tuoi fiori preferiti e i palmizi che ho fatto arrivare dalla Cirenaica sono stati disposti in modo da creare dei piccoli ripari dove le dame possono nascondersi alla vista dei loro accompagnatori che le andranno a cercare, diventando ancora una volta da cacciatori a prede, in questo perenne gioco di seduzione che accompagna la vita di uomini e donne…

Tutto è pronto ora, aumenta l’eccitazione tra gli invitati, dame e cavalieri con i volti nascosti da maschere dai colori e piumaggi variopinti ed esotici, si cercano riflessi negli immensi specchi dalle pesanti cornici dorate del salone, i cristalli dei lampadari illuminati da centinaia di piccole candele proiettano tutto intorno a noi i colori di mille arcobaleni…

Ecco…, ora entri nella sala accompagnata dalla tua damigella e per un attimo tutti trattengono il respiro, mai niente di più bello e prezioso è stato tessuto e ricamato per una donna, la filigrana oro e argento disegna il simbolo della tua nobile casata, il Giglio, sei bellissima, attraverso la tua maschera piumata vedo i tuoi occhi che mi cercano, vedendomi la tua bocca si distende in un felice sorriso.

I musici che hanno accompagnato l’arrivo degli ospiti ora si interrompono…
Aspettano un mio cenno per suonare questa nuova musica così dolce e sensuale che darà inizio alla festa.

http://www.youtube.com/watch?v=RNU8kYw1vf4

Mi avvicino, Ti prendo per mano e siamo al centro della sala, i primi passi di danza sono solo per noi, sono un pò nervoso, ma tu sei così felice e bella che i miei pensieri svaniscono come nubi spazzate dal vento, un nostro piccolo inchino rivolto ai nostri ospiti ed ecco ora tutti si uniscono a noi nei balli che ci accompagneranno sino al mattino.

Cosa ci riserverà il futuro, cosa e dove ci porterà questo nuovo secolo che inizia domani…

Il mondo e gli uomini stanno cambiando così in fretta,
quello che vedo mi appare così vuoto e senza senso…

Vorrei fermare per sempre il tempo, ma non posso...

Stupidi pensieri da fare in una notte come questa

Per questa notte ci siamo solo Tu ed io…


xxxchaos :bye:
 
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Re: Era il 31 dicembre del 1699...

xxxchaos ha scritto:
Anche gli ultimi invitati sono arrivati con le loro carrozze di gala,
percorrendo il viale del parco illuminato a giorno da centinaia di torce
Uomini e donne sfoggiano nuovi e preziosi abiti, acconciature mai viste per un ballo in maschera, un ultimo ballo per festeggiare degnamente questo 31 dicembre del 1699 e l’inizio di un nuovo secolo…......................
xxxchaos :bye:

..................ecco dov'era finito il maestro.................
unico inimitabile xxxchaos (non è una dichiarazione d'amore, ma di profonda ed autentica stima)
il principe del web, il vero avatar di avatar..............
cavallo di razza bianco in un mare di cavalli neri.............................
Saluti a te maestro.
petervivapan :hi:
 
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lalla ha scritto:
29 luglio 2009 eri cosi' lontano eppure cosi vicino

Azz... Ho controllato la posta...
Tutto ok... Meno male... Era il 2 agosto...

...Comunque, a tre giorni dal 29 luglio, eri ancora bella arrapata!

Saluti al sontuoso.

(Non te ce abituà, stasera non ho sonno e leggo pure la cronaca rosa....) :rofl:

_________________jul
 
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Julio ha scritto:
lalla ha scritto:
29 luglio 2009 eri cosi' lontano eppure cosi vicino

Azz... Ho controllato la posta...
Tutto ok... Meno male... Era il 2 agosto...

...Comunque, a tre giorni dal 29 luglio, eri ancora bella arrapata!

Saluti al sontuoso.

(Non te ce abituà, stasera non ho sonno e leggo pure la cronaca rosa....) :rofl:

_________________jul




non abbastanza da convincerti di rifarlo
 
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Overlook H.
Accodo qua un mio vecchio racconto pubblicato in altra sezione ma ora quasi illeggibile a causa di
un aggiornamento alla piattaforma fatto nell'autunno scorso.
Magari qualche nuovo iscritto avrà piacere a leggerlo.



SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZO AUTUNNO


E' come la dolce brezza serale in piena estate.
Quando rincominci a respirare dopo un'intera giornata di apnea avvolto nell'afa che ad ogni tentativo di prender fiato ti sembrava che i polmoni ti si riempissero di niente, accartocciati come un sacchetto appallottolato e buttato nella spazzatura.
Poi ti ritrovi in riva al mare a godere di quella freschezza e l'afa e' solo un vago ricordo, ciò che ti avvolge ora e' l'oscurità, le luci della vita notturna in lontananza a formare una linea di demarcazione; tutto il mondo sta dall'altra parte e tu qui, solo ad ascoltare il silenzio interrotto solamente dal blando sciacquio della risacca sul bagnasciuga.
E' uno di quei rari momenti in cui sei in pace col mondo, quel feroce cannibale che ogni giorno ti addenta cercando di appropriarsi di una parte di te. E questa pace ti permette di assaporare questo attimo di vita fino in fondo, la sua fragranza salina che ti penetra e ti restituisce forza.

Ora però non e' estate, bensì autunno inoltrato. Non c'è una dolce brezza a cullarti, né l'oscurità ad avvolgerti.
E sei incazzato!
Incazzato come tutti i giorni con una vita che non ti vuol dare ciò che ti spetta di diritto, ciò che meriti.
Eppure la sensazione che stai provando e' proprio quella lì.
Pace, calma e tutti i tuoi sensi ricettivi al duecento per cento.
E' un profumo? No, non e' un profumo; un odore, ecco! Un odore intenso, invitante... seducente.
Ne cerchi la fonte ma non la trovi, e ti domandi se non sia solo dentro la tua testa. Poi ti giri.

Non e' possibile, non può certo essere lei, cosa ci farebbe qui.
Ti sfreghi gli occhi ma la tua visione non ne vuole sapere di dissiparsi. Certo che il potere di condizionamento della TV e' qualcosa di sconvolgente. Ne senti parlare e la vedi tutti i giorni nei vari notiziari ed ora addirittura credi di vederla in piedi davanti a te. Qui a Rimini, ridicolo no?
Vaneggi... Vagheggi...

........usi ......o me?.....
………….e' mi …f…….a….
……uto?......
……i……i….
…hi….
Ehi?

“Eh? Come?”
“Lei mi sta guardando con insistenza!”
“Ehm, ma.... No....Ehm... io....non....sss...”
“Si, lei mi sta guardando con insistenza.”
Non mi sta rimproverando, la sua voce e' morbida, suadente, il canto delle Sirene rivolto ad Ulisse.
“Perché mi guarda?”
Non ricordo più come si fa a parlare, eppure l’ho fatto miliardi di volte! Apro la bocca, emetto uno schiocco, ma tutto ciò che mi riesce e' una espressione inebetita che sento di avere sul volto.
“Anche lei e' uno di quelli che vorrebbe crocifiggermi nella pubblica piazza?” Fa un passo verso di me.
L’impulso è quello di arretrare, ma anch’io avanzo ed ora ci separa la distanza di una carezza.
Il suo sguardo sornione attraverso gli occhiali mi scruta interrogativo, mi apre e mi legge.
”No, tu non mi vuoi crocifiggere… Tu vuoi qualcos’altro vero?”
Una mano, la sua mano, mi sfiora e sono una statua di sale. Sono in apnea da cinque minuti (o forse un’ora?) e se non ricomincio a respirare credo che tra qualche secondo assomiglierò ad un Puffo.
Come in una scena in slow motion vedo i suoi occhi ingrandirsi, la sua bocca carnosa socchiudersi mentre si avvicina, sento i suoi seni di marmo attraverso la camicetta appoggiarsi al mio petto, ed in un attimo ci stiamo cibando l’uno dell’altra in un abbraccio inaspettato che comprime i nostri corpi rivelando col tatto quello che con le parole non sono riuscito ad esprimere.
Le nostre lingue si sfiorano, si toccano, si cercano e si rifuggono, per poi ancora rincorrersi e trovarsi in un magico incontro di fluidi che mi astrae dalla realtà . Il suo sapore e' proprio come lo immaginavo, forte e deciso, dolce e succulento.

La morsa si allenta, i corpi si separano, gli occhi tornano ad una distanza dalla quale possono guardarsi. Ho sentito il suo respiro dentro il mio ed ora voglio di più, e finalmente ritrovo la parola.
”E’ stato…” Ma con una mano lei ferma le parole successive prima che possano uscire dalla bocca.
”Vieni con me!”
E mi prende una mano cominciando a camminare e tirandomi dietro di sè. E’ autoritaria ma dolce e quell’aria da maestrina saccente che le donano quei vestiti mi fa sentire come se fossi tornato alle elementari. Io la seguo e la ammiro da dietro mentre cammina. I capelli vaporosi le sobbalzano sopra la giacca del tailleur. Il suo incedere deciso non fa perdere grazia al fondoschiena che stretto nella gonna a tubino ondeggia morbidamente facendo trasparire tutta la tonicità  di un corpo che instilla il desiderio in chiunque lo guardi. Il polpaccio affusolato scende attraverso il collant color carne verso la sottile caviglia e la scarpa decolletè col tacco di otto centimetri dona un’armonia di forme che mi lascia consumare di desiderio.

Non posso ancora crederci, il Ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini mi tiene per mano e mi stà  portando con sè, non so dove… ma sono sicuro che non me ne pentirò.

Come in trans mi passano accanto ambienti, cose e persone, e mi ritrovo in una camera d’albergo. Di categoria elevata sicuramente, anche se non mi sono reso conto di che albergo fosse, lo si evince dalla spaziosità  della camera, dall’arredamento curato e raffinato e da un’atmosfera ovattata che pervade l’ambiente e fa sembrare tutto come sospeso tra due livelli di realtà, quella vera ed il sogno.
Attraversiamo un disimpegno dirigendoci verso la camera e passando a fianco del bagno sento una presenza dietro la porta. Lei intuisce la mia tensione e mi tranquillizza, che non c'e' niente di cui preoccuparsi, ed arrivati davanti al letto con un movimento che mi coglie di sorpresa mi spinge con forza scagliandomi su quello che sarebbe stato il nostro ring per le prossime ore.
Mentre si toglie la giacca continua a guardarmi intensamente, come se stesse cercando con lo sguardo di tenermi imprigionato in quel letto, ma io non faccio resistenza e mi abbandono al suo volere. La gonna scivola lungo i fianchi rivelando un corpo che non e' quello che ti aspetteresti in un Ministro della Repubblica, quello che pensavo fosse un collant in realtà  e' un paio di calze autoreggenti il quale le dona ora un'aria ostentatamente provocante che solitamente non traspare.
Le culottes di pizzo che fanno capolino da sotto la camicetta di seta bianca, mentre si gira per abbassare le luci e renderle soffuse decretano, se ancora ce n’era bisogno, che sto esplodendo di desiderio per questa figura che sembra provenire dal passato.
Serpeggia fluida e delicata sopra di me alla ricerca della mia lingua e questa volta il bacio e' profondo, ispettivo, mi toglie il respiro, mi sonda. Il calore del suo corpo seminudo mi avvolge e seda il mio nervosismo, togliendomi qualsiasi inibizione. Sento i vestiti scivolarmi via di dosso, uno ad uno fino all’ultimo. Ed ora sono lì, nudo ed indifeso davanti a questa donna così meravigliosamente diversa da come la immaginavo.
Quale sensazione paradisiaca, quale maestria, il mio sesso non aveva mai ricevuto simili totali attenzioni da una bocca. Questa non e' una fellatio, ma un bacio appassionato che si consuma tra organi diversi.

Sento aprirsi la porta del bagno, la presenza che avevo avvertito prima si avvicina nella penombra, ne posso avvertire il respiro irregolare. Una figura nera, nella quale distinguo ora solo gli occhi che mi scrutano, occhi grandi, penetranti, bramosi di unirsi a noi.
Si avvicina ed ora distinguo chiaramente che si tratta di una suora. Perlomeno l’abbigliamento e' quello. La mia mente comincia a fantasticare di cose proibite, di peccati imperdonabili e l’eccitazione sale a livelli fin ora sconosciuti. Si avvicina ancora ed il viso mi appare in tutto il suo splendore, come una madonna con le mani giunte sembra supplicarmi di potersi unire a noi. Non c'e' dubbio, non mi posso sbagliare, la riconoscerei tra mille. Esplodo!
Non una goccia vede la luce, la Gelmini è avida del mio seme e continua nel suo bacio appassionato imperterrita e incurante del nuovo ospite che ho davanti agli occhi.
Il Ministro per le pari opportunità  Mara Carfagna si raccoglie la tonaca da suora da terra fino ai fianchi, svelando una perfetta nudità  e senza alcuna esitazione mi monta a cavallo volgendomi le spalle, le sue ginocchia ai lati del mio viso. Piegata in avanti rivolta la sacra tonaca nera sulla sua schiena, ponendomi davanti alla visione della sua fonte del peccato, una fonte che ora sta straripando essendo i suoi argini troppo piccoli per contenerla. Gocce del suo desiderio mi si posano dolcemente sulle labbra facendomi assaporare ciò che può essere la vita eterna, il Paradiso, la bevanda più dolce ed allo stesso tempo dissetante che mai uomo possa aver creato.
Come in un battesimo blasfemo mi immergo. E mi abbevero.

Uno schiocco di frusta mi strappa violentemente al Nirvana che avevo raggiunto e senza abbandonare con le mani le benedette rotondità  che ho vicino al viso, giro lo sguardo verso il fondo della stanza alla ricerca di una rassicurazione. Dall’oscurità  quattro sagome si spostano repentinamente fino al centro della stanza in modo deciso, e portandosi in favore della fievole luce proveniente dai comodini, mi si stagliano davanti in tutta la loro incredibile e spettacolare assurdità.
Ma che accidenti di posto e' questo? In quale strano girone infernale sono caduto e perchè?
In un carnevalesco gioco di forme e di colori riconosco immediatamente il Ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo vestita come una scolaretta giapponese, con quella divisa formata da una camicetta bianca, la gonnellina blu scuro a pieghe cortissima dalla quale si intravede un semplice intimo bianco, i calzettoni bianchi sotto il ginocchio e le scarpe basse nere. I lunghi capelli biondi raccolti in due code separate sopra le orecchie completano quell’immagine innocente a fianco della quale, per antitesi si trova l'On Michela Vittoria Brambilla, diavolessa su zeppe trasparenti da trenta centimetri. La pelle cerea le risale lungo le gambe affusolate e la ricopre completamente, non una imperfezione, non un’esitazione; e' completamente nuda con solo un paio di lunghi guanti neri di seta fin sopra al gomito come accessorio. Le rosse fiamme dell’inferno come capelli, le rosse fiamme dell’inferno tra le gambe… candida ninfa o feroce demonio con lo sguardo rassicurante ed il sorriso di Satana. All’altra estremità l’On. Alessandra Mussolini e' Biancaneve. La scollatura profonda mette in evidenza il suo seno generoso che sembra voler esplodere al di fuori da un momento all’altro, la sua bocca carnosa e' un invito a mordere la mela… se veleno sarà, veleno sia!
Infine al centro, fiera e torreggiante sulle altre l’On. Daniela Santanchè in divisa da ufficiale delle SS, guanti di pelle nera, frusta in mano, stivali con tacco dodici in vernice nera fin sopra al ginocchio, ed una minigonna inguinale dalla quale fuoriesce un fallo titanico in perfetta erezione decorato da due enormi attributi che le pendono al di sotto. Ha sempre detto di essere una donna coi coglioni, ma mai avrei immaginato fino a questo punto. Le numerose medaglie appuntate sul petto ed il cappello militare con l’aquila in fregio contornata dai gradi sono simbolo di una brama di dominio dal quale è impossibile sottrarsi. Lo sguardo carico di perversione, le sottili labbra, taglienti come rasoi, sono tirate in un ghigno malefico che incute terrore, la risata è un raglio.
Mi si parano davanti tutte e quattro, ammiccanti e vogliose, personaggi improbabili e spaiati, al di fuori del loro tempo e del loro spazio.

La Gelmini succhia ancora.

Cerco di assegnare una funzione ad ognuno dei personaggi che compongono questo bizzarro gioco di ruolo: la Gelmini è la maestra ed io evidentemente sono l’alunno, la Prestigiacomo e' probabilmente la mia compagna di classe, la Santanchè…. Forse la preside? Non capisco, come non capisco il ruolo di Biancaneve Mussolini, che sicuramente rappresenta la tentazione, e che tentazione! E la Brambilla? E suor Maria Carfagna? Il bene ed il male? Il sacro ed il profano? Oppure sono come lo Yin e lo Yang? Due lati opposti di una stessa figura.
Mentre cerco di elaborare la situazione la Gelmini continua a succhiare ancora ed ancora ed ancora, come se stesse consumando l’ultimo pasto del condannato a morte ed io sento che il mio cazzo ha raggiunto dimensioni mai raggiunte prima. Sorella Carfagna intanto mugola disperata sopra di me premendo con forza contro la mia bocca. Con la lingua navigo tra i flutti del suo piacere ed esploro cavità segrete dove si nascondono tesori incalcolabili.

Poi succede qualcosa.

La Prestigiacomo si avventa sulla Gelmini cercando di spodestarla dello scettro, e lei per tutta risposta cerca di sedercisi sopra guadagnando la posizione più ambita. Ma la Prestigiacomo non demorde e ne nasce una lotta senza esclusione di colpi.
Nel frattempo la Brambilla tira per la testa la Carfagna per sostituirsi a lei, la quale però non ne vuole sapere di cedere il passo ed avvolge il rosario che aveva al collo attorno a quello della rossa tirando con tutte le poche forze che ha, in un moto di ira furiosa che la rende irriconoscibile, con gli occhi sgranati e la lingua di fuori.
Dalle mie spalle Biancaneve mi sbatte i suoi poderosi seni in faccia a ripetizione, saltellando sul letto come una demente ed ora ridendo come una iena, ora ululando alla luna che non c'e', poi ancora ridendo sguaiata e continuando sempre a saltellare ed a sbattermi le tette sul viso.
Sono avvolto in un turbine di caos, non riesco più a comprendere chi sta facendo cosa e mi ritrovo in completa balìa di queste donne fameliche di me che lottano tra loro per conquistare il diritto ad essere catapultate nell’estasi dei sensi.
Confusione, tormento, grida di rabbia ed urla di dolore.

Chock!

Chock!

La frusta della Santanchè risuona al di sopra di tutto e riporta l’ordine e la disciplina. Le duellanti si ricompongono e mi fanno spazio e ad un cenno della Generalessa mi alzo dal letto nudo come sono e rimango in piedi ad osservarle.
Con ulteriori colpi di frusta, come fa un domatore di leoni al circo, la padrona ordina alle belve qualcosa, e tutte loro rispondono obbedienti disponendosi al bordo del letto con la schiena rivolta a me e si pongono a quattro zampe sul letto, in una posizione inequivocabile. Poi anch'ella si pone nella posizione, per ultima a fianco a loro.
Eccole là, tutte e sei in fila mi mostrano il loro frutto del peccato desiderose di concedersi, bramose di ricevermi. Ognuna nell'intima e segreta speranza di esser l'eletta, la prescelta che potrà godere del privilegio del mio seme, il seme della discordia.
Un'albicocca; una mela; un bocciolo di rosa; una sorgente di vita; un ascensore per l'inferno avvolto da un fuoco che arde perpetuo; una tagliola.
Ondeggianti e sinuose mi invitano al banchetto.
Io sono un uomo generoso, e non mi negherò.
Sono un uomo debole al richiamo della carne, e non mi negherò.
Sono un uomo che ha una missione, e non mi tirerò indietro.

Assaporo l'albicocca, morbida ed odorosa, che con la sua ammaliante fragranza mi ha spalancato all'inizio le porte di questo Paradiso.
Addento la mela, grassa e polposa, frutto proibito simbolo del peccato originale, che invade la mia bocca col suo dolce succo.
Colgo il bocciolo di rosa, timido e delicato, che al sapiente sussurro della mia lingua si dischiude in tutta la sua bellezza, inebriandomi col suo profumo e deliziandomi col suo nettare.
Mi abbevero nuovamente alla fresca sorgente di vita, che sgorga pura dalle profondità peccaminose che la generano. Ella vorrebbe essere la sola, unico polo d'attrazione di un desiderio sessuale che si spande nell'aria e diventa palpabile e nitido agli occhi. Ma non si può, altri lidi attendono il mio passaggio, altre bocche aspettano di gemere di piacere. Ed io sono un uomo generoso, e passo oltre.
Mi calo nelle profondità degli inferi attraversando le fiamme perpetue, le labbra e la lingua mi pulsano del suo calore, passione e perversione, gemiti e sospiri. Una donna che aspetta di rubarti l'anima se solo glie ne dai l'occasione. Una furia cieca ed incontenibile che nemmeno i più freddi spazi siderali possono sopire.
Infine mi lascio catturare dalla tagliola, facendomi largo tra gli attributi maschili, anch'essi presenti in questa strana commistione tra donna di una femminilità estrema ed ostentata, e uomo nella forza e nel carattere. Ed anche questo strumento di dolore, se adeguatamente maneggiato e stimolato, si apre rivelando un pertugio caldo ed accogliente, che si contrae ritmicamente nel desiderio di possedermi.

Sono tutte lì, bollenti ed invitanti, fluttuano in fiumi di umori smaniose di essere prese. Miagolano come gatte in calore e come tali si guardano con diffidenza e sospetto l'una con l'altra.
Tutto il sangue del mio corpo ora è concentrato in un unico punto, i corpi cavernosi sono dilatati al limite del collasso ed il risultato è una cosa che quasi non riconosco come mia. Un'eccitazione esasperata e dolorosa che non posso sopportare oltre e che dovrà deflagrare facendo solo vittime e nessun prigioniero.

Ma prima la missione deve essere compiuta!

Con decisione comincio a farmi strada, ad uno ad uno, nei vari passaggi più a nord, qualcuno dei quali porta i segni di precedenti incursioni, mentre gli altri erano ancora inesplorati prima di questa spedizione speleologica. Qualcuna lascia trasparire un primo moto di sorpresa che subito lascia il posto ad una nuova consapevolezza: quanto tempo perso! Le altre sogghignano e quando è il loro turno sanno già cosa le aspetta, e ne sono felici.
Urla, invocazioni, incitamenti; come un'ape che passa da un fiore all'altro non mi soffermo per più di un minuto da ognuna delle mie schiave, saltando qua e là  senza un ordine preciso e senza segni di cedimento, facendo salire la temperatura della stanza prossima a quella del sole... ed infatti mi sembra di scorgere un bagliore.
Ma non e' tempo di distrarsi, la missione si sta compiendo e non sono ammesse esitazioni di sorta: dopo anni di inculate ricevute da parte dei politici di turno finalmente sono io che mi sto inculando loro, o quantomeno una pregevole rappresentanza di essi. E non importa il colore o il grado di appartenenza quanto la casta di provenienza.
Ancora un bagliore mi balena davanti agli occhi.
Continuo a martellare incessantemente, in un crescendo di orgasmi che si dimenano sotto le mie mani. Corpi che si contorcono, si allungano, perdono qualsiasi tipo di controllo abbandonandosi al piacere più animalesco. Qualcuna si lascia andare in focosi baci con la vicina di batteria. Qualcun'altra si gira indispettita ed impaziente cercando di attirare la mia attenzione su di sè.
E' un'orgia immonda al di fuori di qualsiasi concezione di pudore o limite.
La Gelmini vuole succhiarlo.
Il sudore di sette corpi si mischia e si confonde con i fluidi sessuali di altrettanti corpi, in un impasto di carne, sensazioni, sentimenti, ormoni e godimento unico ed impossibile da districare.

Ancora il bagliore, questa volta mi colpisce in piena faccia schiaffeggiandomi. Cerco di aprire gli occhi ma questi non ne vogliono sapere. Riesco a socchiuderli ed ancora il bagliore mi acceca. Poi la pupilla si restringe, l'occhio si abitua e la luce informe si restringe e prende la forma di righe di luce. Righe di realtà che mi scaraventano fuori dalla esperienza biblica che stavo vivendo.

Un sogno.

Solo un sogno, palpabile, reale, l'ho ancora nel naso, ne sento ancora il sapore in bocca e ne avverto ancora l'erezione là sotto; ma pur sempre solo un sogno.
Un sogno fatto in una notte di mezzo autunno.
La realtà e' diversa, la realtà purtroppo e' “reale” e ti colpisce alle palle con la forza di un calcio.
Adesso sono sveglio, non v'e' dubbio.
E sono solo nel letto...

... Ma cosa sarebbe l'uomo senza sogni?
 
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insane ha scritto:
Accodo qua un mio vecchio racconto pubblicato in altra sezione ma ora quasi illeggibile a causa di
un aggiornamento alla piattaforma fatto nell'autunno scorso.
Magari qualche nuovo iscritto avrà piacere a leggerlo.



Solo un sogno, palpabile, reale, l'ho ancora nel naso, ne sento ancora il sapore in bocca e ne avverto ancora l'erezione là sotto; ma pur sempre solo un sogno.
Un sogno fatto in una notte di mezzo autunno.
La realtà e' diversa, la realtà purtroppo e' “reale” e ti colpisce alle palle con la forza di un calcio.
Adesso sono sveglio, non v'e' dubbio.
E sono solo nel letto...

... Ma cosa sarebbe l'uomo senza sogni? [/b]


Grazie Insane...
mi sono divertito e rilassato qualche minuto...
sempre un piacere leggerti...

Ringrazio anche Peter belle parole che mi ha dedicato

un saluto

xxxchaos :bye:
 
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xxxchaos ha scritto:
Ringrazio anche Peter belle parole che mi ha dedicato

un saluto

xxxchaos :bye:

........è raro nel web, apparentemente virtuale: trovare una persona vera come te xxxchaos!
Mi spiace perchè sembra di farti una sviolinata, ma è vero penso questo di te da anni; ovunque
posti il tuo pensiero: elevi immediatamente il livello della discussione...............
A presto amico.
petervivapan :hi:

P.S. Mi scuso con tutti per l'off-topic
 
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Re: racconti e fantasie erotiche- La vigilessa.

La vigilessa.

Ero in sella alla mia vespa blu, fermo, ai margini della strada, sul cavalletto. Passa lentamente una pattuglia dei vigili, all’interno tre vigilesse. Mi guardano un po’, e proseguono. Giunte a un semaforo rosso, la macchina si ferma, io le osservo; sembra che ancora abbiano delle attenzioni su di me. Stanno facendo lentamente inversione, ma io non ho fatto niente; decido comunque di telare con nonchalanche. Inforco il casco e riparto, mi mischio al traffico, e le vigilesse mi raggiungono. Giunto ad un incrocio, non posso proseguire perchè c’è il divieto, possono accedere solo biciclette. Tanti fanno i furbi, si tratta di un passaggio di pochi metri, ma siccome ho le vigilesse alle costole che già mi avevano squadrato, evito. Una vigilessa bionda ora è scesa e mi è a fianco, sto aspettando di poter passare da un’altra strada. Mi dice che non si può passare da dove sembrava volessi passare io... dico, certo, ho visto il cartello... Insomma, vuole fare delle storie. Ho visto il cartello e sono passato da un’altra parte... o è un reato comportarsi in base alla segnaletica..? Bisogna conoscere tutte le strade a memoria?
Ormai mi fermano per controllarmi, ci sono anche le altre colleghe, tutte e tre donne con la divisa.
La vigilessa è la copia perfetta di Barbara Buochet sui 38 anni. Tempo fa ho visto su queste pagine una recensione di una loft di Bologna che le assomiglia molto. Capelli biondissimi, lunghi e mossi, scendono da sotto il berretto da vigile, occhi grandi e azzurri, pelle chiara e rossetto sulle labbra.
Mi vuole fare una multa?? Bene, così la posso guardare ancora un po’ negli occhi...
Di colpo passo dalla tensione per la possibile multa alla sottile adrenalina di trovarsi difronte ad una donna elegante e bellissima. Sorride dolcemente.. c’è feeling, prevale in lei lo spirito materno ed è magnanima con i giovani... Se sono carini e dolci come lo sono stato io, ancora di più... Non mi fa niente, anzi sta un po’ al gioco. Chissà, tutti gli uomini che vengono fermati le fanno apprezzamenti, ogni multa una proposta.
Sono già innamorato... chissà se succede una di quelle storie da film... magari mi concede un caffè, mi dà il numero...
Ma non faccio in tempo, a quel punto mi sveglio. Penso a come concretizzare questo sogno nella realta.

Ho fatto colazione, cambio canale e mi imbatto nelle televendite commerciali nella pubblicità di una poltrona... E lei, la vera Barbara Buochet, ormai ha 60 anni e ha le rughe nel petto, ma è ancora bella, il sorriso, l’accento teutonico, i modi gentili. Me la farei di corsa anche se non è più giovane.
Le donne mi piacciono, così: femminili e di classe.
 
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Sara' che ogni volta che ti sento ho ancora voglia di fare sesso,nonostante siano passati mesi dalla prima,
sara' che son passati ormai tanti, troppi giorni dall'ultima volta che ti ho avuto..

Ma stasera ne avevo voglia , ho chiuso il negozio alle 22.00 ho preso l'auto e fatto un paio di giri a vuoto sperando in una telefonata dell'ultimo momento, ma sapevo non sarebbe arrivata sei troppo precisino mi avresti avvisata per tempo.

Sono arrivata a casa, mi son fatta una doccia l'ho guardato e mi sono seduta sulla sua faccia, lui lo adora...stasera mi son toccata con lui sotto e te in testa.. e mi e' piaciuto!
 
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Un'incontro particolare...

Il motel dove ci siamo incontrati è nuovo e molto bello…
Bello specialmente è l’ampio bagno rivestito interamente di marmo…
Il grandissimo specchio che occupa un’intera parete sopra i due lavandini,
vicino a ciascuno rigorosamente racchiusi nelle loro confezioni sterili, uno spazzolino da denti di quelli tascabili, un piccolo tubetto di dentifricio, un flaconcino di colluttorio, un pettine e due preservativi…, su un lato il box doccia che in realtà è un'altra piccola stanza…, ci si potrebbe comodamente stare seduti in quattro per fare una bella partita a tresette…

Siamo arrivati attraversando in macchina il lungo vialetto innevato e silenzioso sul quale sono affacciati gli ingressi numerati delle camere…, ora capisco perché Milano oggi è deserta…, tolti gli anziani e i bambini sembra che tutti gli altri si siano dati ritrovo qui a scop@re…, le tende che automaticamente scendono a nascondere le macchine parcheggiate davanti a ciascuna camera sono quasi tutte in posizione di “battaglia”…

Bene, la chiave della stanza è di tipo tradizionale, odio quelle diavolerie elettroniche che devi strusciare, infilare, digitare…, la volta scorsa dopo tre quarti d’ora eravamo ancora fuori al freddo per cercare di capire come fare ad entrare..., attaccata alla chiave una sfera di ottone dorato con il numero della stanza che peserà quasi un chilogrammo e che mentre scendo dalla macchina mi finisce su un piede facendomi imprecare (sottovoce) per il dolore…

Entriamo…, un piccolo salottino, lascia subito spazio alla camera da letto arredata con gusto, l’atmosfera si scalda immediatamente…, a dire il vero si fa soffocante…, nella stanza ci saranno più di trenta gradi…, cerco il termostato per la regolazione della temperatura…, azz…, no…, è di quelli super tecnologici pieni di pulsanti e simboli strani…, ti togli il cappotto e mi abbracci mentre io sto ancora cercando di decifrare i geroglifici sul termostato, mi dici “vado a farmi una doccia…, mi raggiungi”, “Sì arrivo subito” ti rispondo…, ti vedo sparire nel bagno proprio mentre con l’ultima sequenza di tasti schiacciati a casaccio sulla tastiera , riesco a scatenare una tormenta di freddo polare nella camera…

Ti sento aprire l’acqua della doccia, devo sbrigarmi…, mi sto perdendo il più bello…, mi affretto a togliermi i vestiti, giaccone, giacca, cravatta scarpe, pantaloni, calze…, sono in camicia e boxer nel centro della stanza in mezzo alla tormenta…, maledetto termostato, mi tolgo la camicia correndo verso il bagno mentre una lama d’aria ghiacciata mi rincorre arpionandomi la schiena…

Nooo…, il tavolino…, una luce accecante mi scoppia in piena fronte accompagnata da un dolore assurdo che mi fa accasciare dopo qualche saltello, sulla moquette…, il quinto dito del mio piede sinistro si è incastrato nella gamba bastarda di quell’inutile tavolino che staziona davanti alla porta del bagno, piegandosi “contro natura” completamente all’indietro.

Ora sono in boxer, seduto davanti al bagno, che impreco come un novello Fantozzi a denti stretti per non farmi sentire, massaggiandomi il piede, immerso nel freddo polare che inizia a giocare strani scherzi al mio apparato gastrointestinale…, tu evidentemente indispettita per il mio ritardo mi chiami… “Che fai? Vieni?”…
Io ti rispondo come posso con un filo di voce “Arrivo”, mentre cerco di ricacciare indietro le lacrime calde che mi bagnano il viso…

Mi trascino davanti alla porta del bagno, mi aggrappo al tavolino bastardo, mi ricompongo ed entro…, dalla banchisa polare in un attimo mi ritrovo nuovamente nei tropici…, il bagno è saturo di vapore…, non si vede una cippa…, mi sfilo i boxer che appoggio su uno dei tubi in ghisa di un calorifero a parete (finiranno dopo essere scivolati giù, ,mestamente risucchiati nello scarico del water), riesco infine a trovare a tentoni la porta della doccia ed entro…
A te piace l’acqua bollente, a me invece appena tiepida…, ti avvicini mi stringi e mi baci…, intanto mi spingi sotto il getto d’acqua ustionante…, freneticamente cerco la manopola di regolazione dell’acqua che fortunatamente trovo prima di mettermi ad urlare…

Ok…, finalmente ci siamo…, mmmm…, bello…, ci baciamo, ti accarezzo, mi accarezzi…, lo sento risvegliarsi e pulsare ma presto scopro che è solo il dito del piede che si sta gonfiando come un palloncino…

“Dai…, lo facciamo sotto la doccia?”, vorrei risponderti che oggi non ne ho voglia…, ma la doccia è così bella e spaziosa…, tu mi sembri molto carica e poi c’è anche una nicchia con una specie di gradino che si presta a qualche giochino particolare…
“Cosa c’è, mi sembri pensieroso”…, (e vorrei vedere te mi sono appena fratturato un piede e da qualche minuto ho dei dolori di pancia che non lasciano presagire nulla di buono…)…
sorrido…, “No, no…, va tutto bene…”

Ti accarezzo il sesso, lo percorro con le dita seguendone l’orlo, tu afferri il mio e inizi a massaggiarlo per poi inginocchiarti per baciarlo e succhiarlo…
Mmmmm, bello…, ho già dimenticato tutto quanto…, ti voglio…, ti afferro le mani che mi stanno stringendo il cazzo e ti faccio alzare facendoti girare…, per prenderti da dietro…, come ti piace…

Ops…, c’è qualcosa che non va…, sei più piccola dell’ultima volta, il tuo sesso è più in basso…, ora ricordo che portavi quelle scarpe con i tacchi mentre ti scopavo alla pecorina e tu stavi appoggiata al comò della camera...
Ecco…, piego le ginocchia per trovarmi all’altezza giusta…, noooo…, dai…, così non si può…, i mie lardo-addominali si ribellano allo sforzo dopo meno di trenta secondi…

“Perché non sali sul gradino e ti sporgi con il culetto di fuori che facciamo prima’”…
mi accontenti ed in pochi secondi sei già in posizione aspettando la tua ricompensa che arriva subito…, generosa e abbondante…

Certo ora va meglio, anche se per affondare i colpi come mi inciti a fare, devo questa volta sollevarmi quasi in punta di piedi…, ti afferro per i fianchi per spostarti qualche centimetro verso di me costringendoti ad abbassare leggermente il bacino…

Docilmente mi lasci fare…, ricomincio a sçoparti con foga…
D’un tratto i tuoi piedi perdono la presa, scivolano dal gradino, il salto è di soli venti centimetri (un piccolo salto per una donna… un grande salto per il mio çazzo trascinato verso il basso dal tuo corpo…), sento un rumore sordo che parte dalla base del mio pene seguito da una luce accecante in piena fronte che ormai conosco molto bene…

Lentamente…, molto…, molto lentamente, mi riprendo dal dolore…

“Senti oggi non è giornata…,
che ne dici di una passeggiata al parco Forlanini,
possiamo sempre provare a fare un pupazzo di neve…”


xxxchaos :bye:
 
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La sua recensione...

Ciao,
eccomi qui…, ti dovevo scrivere la recensione dell'incontro di ieri...
Mi è piaciuto xxx..., mi sembra strano perfino scriverlo..., mi è piaciuto davvero!
Non avrei mai detto che fare l'amore in quel modo così istintivo quasi animalesco per tre ore mi sarebbe rimasto impresso così forte, nel corpo e ancor di più nella mia mente…
Dopo…, a cena, ti sarò sembrata un po’ strana, ero confusa ed anche leggermente spaventata dalle emozioni che avevo provato, mah, forse era successo tutto troppo in fretta, mentre andavi a farti la doccia, sono rimasta completamente inerte nel centro del letto, fissavo il soffitto della camera, avvolta in un caldo torpore…, neppure un attimo di tregua…, senza respiro…, non mi hai lasciato un solo minuto per pensare in modo razionale a come mi ero sentita, a quello che era appena successo…

Sotto la doccia l'avevo già fatto, ma lui non era riuscito a reggermi completamente sollevata da terra come hai fatto tu..., mi sono completamente abbandonata alla forza delle tue braccia mentre mi riempivi e mi scopavi aprendomi tutta…, le mi braccia intorno al tuo collo…, mi vergogno un po’ a dirlo ma quel pensiero mi eccita parecchio anche adesso mentre ti scrivo…
Dobbiamo rifarlo presto e non trovare scuse inventandoti qualche dolorino strano…
la prossima volta si deve rifare!

E poi tu che afferrandomi senza sforzo apparente, mi giri a pancia sotto..., io che cerco di resisterti…, i tuoi novanta chili di peso sdraiati sopra di me, le braccia che circondano la mia testa schiacciata sul cuscino…, le mani che bloccano e tengono strette le mie..., le tue gambe che con forza divaricano le mie…, il tuo sesso che scivola tra le mie natiche per cercare la strada…
Ho avuto paura e ora mi rendo conto che ero più impaurita dei pensieri che mi stavano crescendo nella testa…, sentivo che volevi prendermi anche lì…, ero impaurita ed eccitata…, ora ti posso dire che mi fa impazzire quando mi prendi così..., riesco appena a sollevare leggermente il sedere per farti entrare dentro di me..., e sei talmente grosso che quando mi scopi in questo modo, mi sembra di essere sul punto di rompermi… lo sento muovere nella pancia davanti…, sotto l'ombelico…, ecco l’ho sentito anche lì!

E poi il fatto di essere completamente indifesa di fronte alla tua forza…, potresti farmi tutto quello che vuoi mentre mi tieni bloccata con il tuo corpo…, con le mani..., anche quello mi fa venire i brividi. C'è stato un momento, quando eri completamente dentro di me e mi sollevavi il sedere mentre mi penetravi dietro con le dita, che ho perso il contatto con la realtà, in quel momento avresti potuto farmi qualsiasi cosa, non sarei stata in grado di opporre nessuna resistenza…

Mi piace sentirti godere, sentirti muovere sotto di me, sentire i tuoi movimenti negli attimi dell'orgasmo, sentirmi riempita dal tuo liquido caldo.

Scusa se non te l’ho detto subito…
Scusa se ti sono sembrata lontana…
Ripensandoci…, mi è piaciuto…
Moltissimo…

xxxchaos :bye:
 
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Il cachemire nocciola abbottonato su seno nudo, accarezza la pelle ambrata
delineandone il profilo... i capezzoli turgidi segnano il percorso
che gli occhi fanno per cogliere la linea del corpo... l'elettricità è nell'aria.
Le mani apprezzano la morbidezza e si soffermano sulle rotondità...
sospiri... il torace si alza... protendi indietro la testa mettendo in evidenza la gola.
Le mie mani scendono il profilo delle spalle fino ai polsi...
scoprono gli avambracci lasciandoli nudi allo sguardo e al tatto...
mani affusolate, che cercano il contatto...
le mie accarezzano le pelle nuda delle braccia e avvicino le labbra al collo... brivido...
i bottoni via via si aprono... il tuo petto trova la via d'uscita tra la morbidezza e incontra il mio viso... mi abbracci e mi stringi a te... e mi sembra che il mio regalo di Natale sia già arrivato e così rimango fino al nuovo anno...
 
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Chaos...sul primo c'ho riso di gusto..sul secondo..beh l'invidia galoppa

L'avrei pure io la recensione fattami da uno di voi..chissa' magari prima o poi la pubblico
 
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Milano da bere, 27 maggio 2009


Ho Pertini di fronte, che mi sbuca da un foglio da mille lire cinque metri per due, assieme a tante altre icone. Un affresco celebrativo della migliore italianità anni ottanta, sulla parete della sala d’attesa VIP della Centrale.

Chissà se la mia giovane amica ci trova qualcosa in quei simboli ormai dimenticati? Ma l’argomento sfiora solo i miei pensieri.

Siamo adagiati su un divano da salottone, nell’angolo più privé che abbiamo trovato, luci basse e soffuse, che non evidenziano le macchie d’umidità che affiorano dal vecchio soffitto.

Contraddizioni di un paese impantanato, specchio di un carrozzone burocratico che vuole portarmi in viaggio a trecento all’ora e non riesce a riverniciare la sua più prestigiosa sala d’aspetto?


Ma che c’importa della sala d’aspetto, e delle ferrovie, a me ed alla mia giovane amica?

Siamo stati già assieme quasi sei fantastiche ore, volate a saltellare come Mary Poppins e Burt tra le meraviglie dei tetti del duomo, a pranzare in cima alla Rinascente ed a passeggiare nel salotto buono di Milano, disquisendo con un po’ di profondità sui nostri insolubili tormenti, ma godendo soprattutto di piccoli e grandi piaceri della vita; e per me il maggior piacere è stato dato dalla vicinanza di una persona intelligente, affascinante, e sempre in grado di stupirmi.


Ora però ci siamo avviluppati nell’ansia dell’ultima mezzora, combattuti tra la consapevolezza del tempo che si consuma, e la voglia di…cosa? Quello che è stato negato come presupposto, il sesso, ora che manca poco al traguardo, perché ci tormenta? Non che negarlo non mi sia già costato fatica; resistere dall’affondare le mani in una profonda scollatura morbida che ho avuto sempre davanti agli occhi, accontentarmi di un bacetto rubato tra i tetti del duomo… e poi l’interminabile incertezza dietro la stazione, andare o stare, davanti ad una muraglia di alberghi….


Ma la tentatrice sul divano ha deciso di aprirmi uno spiraglio, mi offre un seno liberato delicatamente dalla morsa che m’impaccia, strappa la rete dei collant, mi fa strada verso la sua porta scivolosa… mi incita a penetrarla con le dita… mi ispira sconcerie… le rubo un bacio, un bacio come voglio io, per un attimo ricambia, poi si ritrae…. la gatta ha lasciato al topo un guizzo di autonomia. Mi fissa col suo sguardo ipnotico, continuo a toccarla, il mio braccio malcelato dal foulard, fingiamo indifferenza tra i pochi altri frequentatori, questi sì, indifferenti, potremmo darci alle più sconce pratiche e ci ignorerebbero… ma il gioco è eccitante forse più per questo, la tensione d’essere scoperti, che si alzi qualche benpensante, una mamma col bambino, una pigna secca qualsiasi, a puntarci il dito contro….


Andiamo in bagno? Si…no… intanto la clessidra continua a scorrere sabbia, ma portare avanti il gioco intriga entrambi…. Ci alziamo.


Siamo di fronte ai bagni, lei entra, io la guardo riflessa nello specchio… un uomo esce, un altro entra…. pare una pazzia da film… pochi minuti ancora e sarà tutto finito, dovremo andarcene ai treni.


E lei, quando pare pronta per uscire, invece mi fa cenno…entro…chiusi nel bagno, lei si solleva l’abito, mi offre lo splendido posteriore, carico di promesse che già conosco..

“Ti voglio sentire dietro…”

Sono forse più intimorito che eccitato, ma l’offerta è irrinunciabile… le struscio il pene tra le natiche, le stringo un seno, lei si gira, le bacio un orecchio, le rubo un altro incontro di lingue…

E sono solo le sane prudenze ad impedirmi di più….con la mano fradicia le struscio gli umori, pollice nell’ano e due dita in vagina, più profondamente possibile… ….sbattiamo nella porta…. Si sente qualcuno nel bagno di fianco.


Basta. ci ricomponiamo… annuso gli odori del suo corpo, eccitanti e puliti, mi accompagneranno per il viaggio…

E quella del bagno a fianco, poi nell’antibagno, che non se va. Attimi interminabili…. Usciamo, non usciamo… e poi via, fuori, giù dalle scale…. Monelli cresciuti, l’abbiamo fatta, la nostra marachella adrenalinica….


Pochi passi ancora e la devo lasciare… raggiungo il mio treno, la penso sull’altro, pochi binari più in là….. cosa starà pensando di me, di noi? E io, cosa penso di lei, di noi?


Ma che penso a fare…. Me lo ripeto sempre, cogli l’attimo… e l’attimo è stato quello, punto.

Da ricordare, e basta.


E se ci sarà un’altra volta? Mi ripeterò, per l’ennesima volta: cogli l’attimo. Non pensare se lei ti vuole o non ti vuole, se lo fa per questo o per quello. Voglila tu, e se ci sta, voglila di più.


Ma so già che mi squasserò il cervello con ancora vecchi e nuovi dubbi, e forse è anche per questo che lei dice di volermi bene, come un caro amico. Un po’ intimo, aggiungo io.

Io le voglio molto bene, senza più pormi il problema. No, sarei bugiardo, diciamo che faccio finta di non pormelo, per lei. Sono troppo all’antica, alle amiche non ho mai infilato dita né altro…lì e là…. Ma bisogna stare al passo coi tempi… Mai domandare, mai rifiutare….è una cosa da imparare.
 
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lalla ha scritto:
Milano da bere, 27 maggio 2009


Ho Pertini di fronte, che mi sbuca da un foglio da mille lire cinque metri per due, assieme a tante altre icone. Un affresco celebrativo della migliore italianità anni ottanta, sulla parete della sala d’attesa VIP della Centrale.

Chissà se la mia giovane amica ci trova qualcosa in quei simboli ormai dimenticati? Ma l’argomento sfiora solo i miei pensieri.

Siamo adagiati su un divano da salottone, nell’angolo più privé che abbiamo trovato, luci basse e soffuse, che non evidenziano le macchie d’umidità che affiorano dal vecchio soffitto.

Contraddizioni di un paese impantanato, specchio di un carrozzone burocratico che vuole portarmi in viaggio a trecento all’ora e non riesce a riverniciare la sua più prestigiosa sala d’aspetto?


Ma che c’importa della sala d’aspetto, e delle ferrovie, a me ed alla mia giovane amica?

Siamo stati già assieme quasi sei fantastiche ore, volate a saltellare come Mary Poppins e Burt tra le meraviglie dei tetti del duomo, a pranzare in cima alla Rinascente ed a passeggiare nel salotto buono di Milano, disquisendo con un po’ di profondità sui nostri insolubili tormenti, ma godendo soprattutto di piccoli e grandi piaceri della vita; e per me il maggior piacere e' stato dato dalla vicinanza di una persona intelligente, affascinante, e sempre in grado di stupirmi.


Ora però ci siamo avviluppati nell’ansia dell’ultima mezzora, combattuti tra la consapevolezza del tempo che si consuma, e la voglia di…cosa? Quello che e' stato negato come presupposto, il sesso, ora che manca poco al traguardo, perché ci tormenta? Non che negarlo non mi sia già costato fatica; resistere dall’affondare le mani in una profonda scollatura morbida che ho avuto sempre davanti agli occhi, accontentarmi di un bacetto rubato tra i tetti del duomo… e poi l’interminabile incertezza dietro la stazione, andare o stare, davanti ad una muraglia di alberghi….


Ma la tentatrice sul divano ha deciso di aprirmi uno spiraglio, mi offre un seno liberato delicatamente dalla morsa che m’impaccia, strappa la rete dei collant, mi fa strada verso la sua porta scivolosa… mi incita a penetrarla con le dita… mi ispira sconcerie… le rubo un bacio, un bacio come voglio io, per un attimo ricambia, poi si ritrae…. la gatta ha lasciato al topo un guizzo di autonomia. Mi fissa col suo sguardo ipnotico, continuo a toccarla, il mio braccio malcelato dal foulard, fingiamo indifferenza tra i pochi altri frequentatori, questi sì, indifferenti, potremmo darci alle più sconce pratiche e ci ignorerebbero… ma il gioco e' eccitante forse più per questo, la tensione d’essere scoperti, che si alzi qualche benpensante, una mamma col bambino, una pigna secca qualsiasi, a puntarci il dito contro….


Andiamo in bagno? Si…no… intanto la clessidra continua a scorrere sabbia, ma portare avanti il gioco intriga entrambi…. Ci alziamo.


Siamo di fronte ai bagni, lei entra, io la guardo riflessa nello specchio… un uomo esce, un altro entra…. pare una pazzia da film… pochi minuti ancora e sarà tutto finito, dovremo andarcene ai treni.


E lei, quando pare pronta per uscire, invece mi fa cenno…entro…chiusi nel bagno, lei si solleva l’abito, mi offre lo splendido posteriore, carico di promesse che già conosco..

“Ti voglio sentire dietro…”

Sono forse più intimorito che eccitato, ma l’offerta e' irrinunciabile… le struscio il pene tra le natiche, le stringo un seno, lei si gira, le bacio un orecchio, le rubo un altro incontro di lingue…

E sono solo le sane prudenze ad impedirmi di più….con la mano fradicia le struscio gli umori, pollice nell’ano e due dita in vagina, più profondamente possibile… ….sbattiamo nella porta…. Si sente qualcuno nel bagno di fianco.


Basta. ci ricomponiamo… annuso gli odori del suo corpo, eccitanti e puliti, mi accompagneranno per il viaggio…


E quella del bagno a fianco, poi nell’antibagno, che non se va. Attimi interminabili…. Usciamo, non usciamo… e poi via, fuori, giù dalle scale…. Monelli cresciuti, l’abbiamo fatta, la nostra marachella adrenalinica….


Pochi passi ancora e la devo lasciare… raggiungo il mio treno, la penso sull’altro, pochi binari più in là….. cosa starà pensando di me, di noi? E io, cosa penso di lei, di noi?


Ma che penso a fare…. Me lo ripeto sempre, cogli l’attimo… e l’attimo e' stato quello, punto.

Da ricordare, e basta.


E se ci sarà un’altra volta? Mi ripeterò, per l’ennesima volta: cogli l’attimo. Non pensare se lei ti vuole o non ti vuole, se lo fa per questo o per quello. Voglila tu, e se ci sta, voglila di più.


Ma so già che mi squasserò il cervello con ancora vecchi e nuovi dubbi, e forse e' anche per questo che lei dice di volermi bene, come un caro amico. Un po’ intimo, aggiungo io.

Io le voglio molto bene, senza più pormi il problema. No, sarei bugiardo, diciamo che faccio finta di non pormelo, per lei. Sono troppo all’antica, alle amiche non ho mai infilato dita né altro…lì e là…. Ma bisogna stare al passo coi tempi… Mai domandare, mai rifiutare….è una cosa da imparare.

Lalla!!! Mi fai ricordare cosa ho fatto ieri sera con la mia "fidanzatina"......Qui finisce che ci scappa la solita pugnetta.....e diventerò cieco... :biggrin:
 
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gitano

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il mondo, sono un gitano o no !
E lei, quando pare pronta per uscire, invece mi fa cenno…entro…chiusi nel bagno, lei si solleva l’abito, mi offre lo splendido posteriore, carico di promesse che già conosco..
“Ti voglio sentire dietro…”
Sono forse più intimorito che eccitato, ma l’offerta e' irrinunciabile… le struscio il pene tra le natiche, le stringo un seno, lei si gira, le bacio un orecchio, le rubo un altro incontro di lingue…
E sono solo le sane prudenze ad impedirmi di più….con la mano fradicia le struscio gli umori, pollice nell’ano e due dita in vagina, più profondamente possibile… ….sbattiamo nella porta…. Si sente qualcuno nel bagno di fianco.
Basta. ci ricomponiamo… annuso gli odori del suo corpo, eccitanti e puliti, mi accompagneranno per il viaggio…
***************
invece a me ricorda la nottata dell' ultimo fine settimana, nascosti fra la mura di Corinaldo !

che bei ricordi !
 
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