compagna di banco di alexia, la ragazzina moldava fa la serale in marco polo.
castana chiara, capelli corti, occhi verdi tendenti al giallo.
meno figa della diana, meno sexy dell'alessia, meno ingrifante della maria (ci sono altre amiche nel giro ma non ho abbastanza paragoni in termini diminutivi).
ma alina vince in stile, in eleganza e in carineria.
qualche tempo fa ci eravamo scambiati i cell senza consumare. lei era in tenuta di lavoro e mi eccitava con le cosce esposte, il tacco alto e il petto ben sostenuto dal push up. ma non c'era tempo per un take away come si deve. di notte, come ammette candidamente, è sempre troppo schizzata.
così, combiniamo per qualche giorno dopo, prima di cena.
vado alla punta puntuale e appuntito (dentro gli slip) giusto alle 6 e quando arriva neppure la riconosco.
solo quegli incredibili occhi quasi gialli e il sorriso un po' imbarazzato mi fan capir c'hè lei.
ma mi sembra troppo piccola, le gambe son più corte, il petto striminzito, il sedere più basso di come me lo ricordavo.
solo quegli incredibilo occhi quasi gialli e il sorriso che rimane un poco imbarazzato.
non ti piaccio, mi sussurra.
vabbé, mi dico, non sarà la prima volta che mi va buca.
no, mento, è che ti ricordavo diversa.
sale dietro sulla moto e, prima sorpresa, mi segue nelle pieghe quasi lo faccia di mestiere. del resto, da un kurva ce lo si può aspettare. per un momento penso di non trombarmela neppure e di svoltare verso i colli. solo per un momento, ok. cerchiamo di essere realisti.
at home, facciamo due chiacchiere, e, seconda sorpresa, scopro che è colta, istruita e tiene una conversazione spiritosa.
ci abluzioniamo e ci spogliamo.
terza sorpresa. non sarà la strafiga che mi era sembrata in tenuta di lavoro, ma c'è del buono.
seno piccolo, ma non le sta male. belle gambe affusolate, un sedere accogliente e proporzionato. una passerina che sarebbe da premio nobel: minuscola, glabra, profumatissima.
il rate era già contrattato per un'ora ma mi chiede premurosamente come deve comportarsi.
rispondo che mi piace calmo e tranquillo.
lei spiega che va bene ma che non le devo chiedere bareback. senza eccezioni, lei fa solo penetrazioni coperte.
sono tanto felice di cotal giudizio, che mi prende l'affetto e le allungo le labbra.
così, cominciano le danze.
non entro in particolari, sono un signore
ma il GFE è perfetto.
premurosa, intraprendente (senza esagerare), un poco sottomessa.
come spesso accade, dopo un po' mi cala. sembra davvero che le dispiaccia.
al punto che mi chiede di lasciarla fare e, scartatomi il flacone, se lo lavora con un deep d'alta scuola. ma con una delicatezza e una grazia, che persino quando le vengono i conati e deve sputare un po' di saliva, lo fa con eleganza.
sono sempre più catturato.
passa il tempo. le avevo detto che sono duro a venire (quando i giochi si fanno duri, i duri devono durare... :sarcastic_hand: ) ma lei persevera.
anzi, mi dice: non guardare l'orologio, rilassati.
è la prostata, spiego. e lei annuisce. ma non desiste.
quindi, si riprende di pecora, sempre coperto, ovviamente.
bello, bellissimo. peccato davvero non faccia rai2.
in compenso, ci sono quegli occhioni sempre spalancati. mentre te lo succhia ti guarda dal basso con espressione quasi implorante. alla pecora si stende tutta, ma torce il collo per guardarti stralunata. tutta finta, ma, accidenti, meglio che non ci ripensi.
in compenso è tardi, tardissimo, sono le otto ormai.
cazzarola. basta le dico, è ora di cena.
lei annuisce, si riveste e sembra davvero mogia per non avermi portato a compimento.
le spiego che va tutto bene, che mi è piaciuta tantissimo.
lei mi chiede educatamente se per favore torniamo in moto, e non in macchina, come le avevo proposto.
per tutto il tempo, mi ha detto gentilezze che raramente una puttana si ricorda di dire al suo cliente. sono palle, è vero, ma contribuiscono alla tua autostima.
quindi: o è bravissima o ancora conserva una scintilla di spontaneità.
(il mio cinismo spinge per la prima ipotesi, il mio inguaribile romanticismo per la seconda... vabbé, lasciatemi sognare).
le chiedo se basta quanto pattuito e lei sorride che ci mancherebbe.
la riporto dalle sue parti facendo il lungo giro che mi chiede: fiera, corticella, marco polo, zanardi, etc. ai semafori ci lanciamo battute e ridiamo. e mentre guido in periferia ogni tanto mi accarezza le spalle e i fianchi per dirmi che si sta divertendo. quando accelero e curvo, ovviamente.
ma verso le 9 arriviamo a casa sua. scendiamo, ci togliamo il casco e mi allunga un ultimo bacino sulle labbra. poi sorride e mi ringrazia.
mi ringrazia, cazzo di cane. ha perso 3 ore con un vecchio stronzo come me. e mi ringrazia.
accendo una paglia già nostalgico e la guardo attraversare la strada.
lo fa con una piccola corsa da ragazza educata e garbata. con la sua camicetta gialla, i jeans e i sandaletti di cuoio che suonano sordi sull'asfaldo morbido della sera.
arriva di là e mi fa un piccolo cenno di saluto. poi la perdo, nella confusione di passanti e stanco traffico da dopocena.
3 ore per quella miseria e mi ringrazia pure.
ancora sono commosso. quando fanno così, LE AMO.
castana chiara, capelli corti, occhi verdi tendenti al giallo.
meno figa della diana, meno sexy dell'alessia, meno ingrifante della maria (ci sono altre amiche nel giro ma non ho abbastanza paragoni in termini diminutivi).
ma alina vince in stile, in eleganza e in carineria.
qualche tempo fa ci eravamo scambiati i cell senza consumare. lei era in tenuta di lavoro e mi eccitava con le cosce esposte, il tacco alto e il petto ben sostenuto dal push up. ma non c'era tempo per un take away come si deve. di notte, come ammette candidamente, è sempre troppo schizzata.
così, combiniamo per qualche giorno dopo, prima di cena.
vado alla punta puntuale e appuntito (dentro gli slip) giusto alle 6 e quando arriva neppure la riconosco.
solo quegli incredibili occhi quasi gialli e il sorriso un po' imbarazzato mi fan capir c'hè lei.
ma mi sembra troppo piccola, le gambe son più corte, il petto striminzito, il sedere più basso di come me lo ricordavo.
solo quegli incredibilo occhi quasi gialli e il sorriso che rimane un poco imbarazzato.
non ti piaccio, mi sussurra.
vabbé, mi dico, non sarà la prima volta che mi va buca.
no, mento, è che ti ricordavo diversa.
sale dietro sulla moto e, prima sorpresa, mi segue nelle pieghe quasi lo faccia di mestiere. del resto, da un kurva ce lo si può aspettare. per un momento penso di non trombarmela neppure e di svoltare verso i colli. solo per un momento, ok. cerchiamo di essere realisti.
at home, facciamo due chiacchiere, e, seconda sorpresa, scopro che è colta, istruita e tiene una conversazione spiritosa.
ci abluzioniamo e ci spogliamo.
terza sorpresa. non sarà la strafiga che mi era sembrata in tenuta di lavoro, ma c'è del buono.
seno piccolo, ma non le sta male. belle gambe affusolate, un sedere accogliente e proporzionato. una passerina che sarebbe da premio nobel: minuscola, glabra, profumatissima.
il rate era già contrattato per un'ora ma mi chiede premurosamente come deve comportarsi.
rispondo che mi piace calmo e tranquillo.
lei spiega che va bene ma che non le devo chiedere bareback. senza eccezioni, lei fa solo penetrazioni coperte.
sono tanto felice di cotal giudizio, che mi prende l'affetto e le allungo le labbra.
così, cominciano le danze.
non entro in particolari, sono un signore
ma il GFE è perfetto.
premurosa, intraprendente (senza esagerare), un poco sottomessa.
come spesso accade, dopo un po' mi cala. sembra davvero che le dispiaccia.
al punto che mi chiede di lasciarla fare e, scartatomi il flacone, se lo lavora con un deep d'alta scuola. ma con una delicatezza e una grazia, che persino quando le vengono i conati e deve sputare un po' di saliva, lo fa con eleganza.
sono sempre più catturato.
passa il tempo. le avevo detto che sono duro a venire (quando i giochi si fanno duri, i duri devono durare... :sarcastic_hand: ) ma lei persevera.
anzi, mi dice: non guardare l'orologio, rilassati.
è la prostata, spiego. e lei annuisce. ma non desiste.
quindi, si riprende di pecora, sempre coperto, ovviamente.
bello, bellissimo. peccato davvero non faccia rai2.
in compenso, ci sono quegli occhioni sempre spalancati. mentre te lo succhia ti guarda dal basso con espressione quasi implorante. alla pecora si stende tutta, ma torce il collo per guardarti stralunata. tutta finta, ma, accidenti, meglio che non ci ripensi.
in compenso è tardi, tardissimo, sono le otto ormai.
cazzarola. basta le dico, è ora di cena.
lei annuisce, si riveste e sembra davvero mogia per non avermi portato a compimento.
le spiego che va tutto bene, che mi è piaciuta tantissimo.
lei mi chiede educatamente se per favore torniamo in moto, e non in macchina, come le avevo proposto.
per tutto il tempo, mi ha detto gentilezze che raramente una puttana si ricorda di dire al suo cliente. sono palle, è vero, ma contribuiscono alla tua autostima.
quindi: o è bravissima o ancora conserva una scintilla di spontaneità.
(il mio cinismo spinge per la prima ipotesi, il mio inguaribile romanticismo per la seconda... vabbé, lasciatemi sognare).
le chiedo se basta quanto pattuito e lei sorride che ci mancherebbe.
la riporto dalle sue parti facendo il lungo giro che mi chiede: fiera, corticella, marco polo, zanardi, etc. ai semafori ci lanciamo battute e ridiamo. e mentre guido in periferia ogni tanto mi accarezza le spalle e i fianchi per dirmi che si sta divertendo. quando accelero e curvo, ovviamente.
ma verso le 9 arriviamo a casa sua. scendiamo, ci togliamo il casco e mi allunga un ultimo bacino sulle labbra. poi sorride e mi ringrazia.
mi ringrazia, cazzo di cane. ha perso 3 ore con un vecchio stronzo come me. e mi ringrazia.
accendo una paglia già nostalgico e la guardo attraversare la strada.
lo fa con una piccola corsa da ragazza educata e garbata. con la sua camicetta gialla, i jeans e i sandaletti di cuoio che suonano sordi sull'asfaldo morbido della sera.
arriva di là e mi fa un piccolo cenno di saluto. poi la perdo, nella confusione di passanti e stanco traffico da dopocena.
3 ore per quella miseria e mi ringrazia pure.
ancora sono commosso. quando fanno così, LE AMO.