DETTAGLIO DELLA OTR
Nome: ora Erika
Nazionalità: sedicente pitestina, ma credo craiovina come tutte le altre
Età apparente: attorno ai 30
Descrizione fisica: ragazza attorno all'1.65, fisico magro e abbastsnza tonico, folta chioma riccia di colore fra il castano chiaro e il biondo scuro, inconsueta carnagione pallida, viso carino dalle fattezze più nordiche che daciche, begli occhi azzurri, seno N/V
Attitudine: BJ discreto, passiva in RAI1, in ogni caso coi 10 minuti contati; ottima padronanza dell'italiano, educata e amichevole nella conversazione
Reperibilità: medio/facile
DATI RELATIVI AL SERVIZIO
Compenso richiesto: 20 per il BJ, 30 per BJ+RAI1
Compenso concordato: 20 (1o incontro), 30 (2o)
Servizi offerti: come da prezzario
Servizi usufruiti: idem
Durata dell'incontro: 10 minuti cronometrati
DATI RELATIVI AL LUOGO DELL'INCONTRO
Zona di imbarco: Milano
Coordinate: prima pensilina di via Ippodromo, guidando verso lo stadio
LA MIA RECENSIONE
Anche se ora si presenta come Erika e si è spostata in via Ippodromo, stimati colleghi ne hanno confermato l'identità e accodo qui.
Il racconto è uscito un po' lungo, perchè è la summa di due incontri.
Dopo un periodo abbastanza prolungato di assenza, torno a fare un giretto in zona Terzaghi. Uno degli obiettivi potrebbe essere la
Fantina, che dovrebbe essersi ripresa dopo una pausa per l'influenza, e allora mi dirigo subito a dare un'occhiata all'ippodromo.
Nessuna traccia di lei, della sua amica spilungona e della sua Bmw, per cui procedo oltre, per fare il giro di boa alla rotondina successiva e rientrare verso Terzaghi. Mentre sono a metà del mio 360, noto però una sagoma nella semi oscurità della pensilina poco più avanti, sembra più carina della solita presenza che ogni tanto si vede lì, allora completo il giro della rotonda e le dedico un primo passaggio radente.
Ha una chioma riccia, quasi da
Pecora di Carugo, i lineamenti sembrano carini e anche il fisico non pare male: la statura è normale ed è magra. Altro punto a suo favore: non è in jeans e scarpe da tennis, come sono use fare le Terzaghine negli infrasettimanali, ma è in minigonna e stivali.
Passo comunque a dare un'occhiata in Terzaghi, vicino a
Cristina c'è una morettina giovane e carina, che poi scoprirò chiamarsi
Diana, ma è in abiti praticamente civili e allora il dado è tratto: stasera farò il pastore e sarà la volta della Pecora di via Ippodromo.
Due minuti più tardi sono di nuovo da lei, entro a girare nel parcheggino che sta dietro la pensilina, per affiancarmi in modo discreto. In realtà, non mi dà neppure il tempo di completare la manovra ed è lei ad avvicinarsi a me, mentre sto ancora armeggiando con le retro e la prima.
Abbasso il finestrino e, mentre procedo all'intervista, do un'occhiata più attenta ai suoi lineamenti: potrebbe avere circa trent'anni, il viso è carino ed è impreziosito da begli occhi azzurri. Dice di chiamarsi
Erika, come la ben più famosa
Venus dai potenti missili pettorali, e mi conferma il solito ventello di ordinanza, per il BJ conoscitivo. Non mi resta allora che invitarla a bordo e dirigerci al retrobottega, viaggio che potremmo anche compiere in folle, da quanto è breve la distanza.
Anche se il tragitto dura forse cinque secondi di orologio, la ragazza sembra socievole e chiacchieriamo ancora un buon minuto a macchina già ferma. Scherzando, le domando se sia svedese o finlandese, ma prevedibilmente mi dice di essere rumena, per l'esattezza di Pitesti. A sentire lei, sarebbe in Italia da pochi mesi e in via Ippodromo da pochi giorni, ma parla già un ottimo italiano, con ampiezza di vocabolario e ricchezza di sintassi, per cui almeno una delle due sue affermazioni deve essere falsa.
LA RECE VERA E PROPRIA
Mentre estraggo il ventello, intravede altre banconote nel mio portafoglio e mi propone di arrotondare l'obolo, per fare più con calma. Le dico che magari le allungherò una mancia per aggiungere anche la sintonia di Rai1 e, per il momento, le consegno il ventello concordato.
I preparativi sono molto veloci, perchè Erika è lesta a fagocitare l'omaggio della casa e ad estrarre il blister del condom dalla borsetta. Forse per il freddo, che comunque non è così pungente, essendoci 6-7 gradi, non si toglie il giubbotto e quindi l'esplorazione del lato A sarà completamente preclusa ai miei tentacoli.
Se non altro, non appena incappuccia il compare, si china sul mio basso ventre e sente il palmo della mia mano appoggiarsi in tempo zero sulle sue chiappe, mi dice di alzare pure il gonnellino, per trarre più soddisfazione dalle mie esplorazioni. Non me lo faccio ripetere una seconda volta e le scopro il lato B, che è comunque inguainato dalle calze. Inizio a massaggiarla così, cogliendo un buon tono muscolare, e poi insinuerò il mio tentacolo sotto ai collant, per sentire il contatto con la nuda pelle, che è prevedibilmente un po' freddina.
Il BJ è svolto china in torsione, senza infamia nè lode: non ricordo numeri da circo, ma gli affondi sono svolti con buona frequenza e pressione sull'asta, senza ricorrere all'aiuto della mano malandrina. Le immersioni sono abbastanza prolungate, senza una vera e propria soluzione di continuità fra l'una e l'altra. Non c'è Dolby Surround all'albanese e quindi ci farà compagnia solo la musica dell'autoradio, che lascio sempre accesa.
IL TERZO INCOMODO
Mentre la danze sono in corso, tengo sempre d'occhio i movimenti alle mie spalle e vedo che nel parcheggino entra una vettura e si piazza proprio nel mezzo, a meno di 3-4 metri da noi. Ne scende addirittura un uomo, che si piazza in piedi accanto alla macchina, a fare non so cosa. Dico allora ad Erika di fermarsi un attimo, per capire come evolva la situazione. Lei si risolleva, butta un occhio verso la vettura e mi rassicura: "Tranquillo, è solo il mio passaggio! Gli avevo chiesto di venire per lasciargli una cosa e mi sta cercando!". "OK, ma digli di non venire così vicino ai tuoi clienti mentre stai lavorando, sennò li fai agitare!", la sgrido. Il tipo deve riconoscere la voluminosa chioma bionda di Erika, mentre lei si è voltata verso di lui, e allora risale a bordo e se ne va con un paio di manovre.
La folta chioma si riabbassa sul basso ventre e la fanciulla riparte nella sua azione di trastullamento. Dopo un paio di minuti, e quando potrebbero esserne trascorsi non più di sei dall'inizio delle danze, si interrompe, si risolleva col busto e sentenzia: "Ma tu sei lungo, lo sai?". Io fingo di cascare dal pero: "Boh, conosco solo me stesso, ma credo di essere normale!". "No, no, sei lungo!", è sicura al 100% Erika.
"Sei tu l'esperta di uomini: mi fido!

", mi inchino alla sua profonda conoscenza del settore ornitologico e il momento mi sembra buono per proporre l'upgrade a Rai1, visto che la fanciulla è carina e compare Oscarino si è ringalluzzito per bene. La mia offerta di allungarle come mancia il decino che aveva adocchiato poc'anzi non è però un incentivo sufficiente a invogliarla ad accendere il primo canale nazionale e allora concordiamo di concludere con la consueta sessione federiciana.
IL SOLITO FINALE
Mentre Federica prende in mano la situazione, Erika si gira verso di me e inizia a carezzarmi la gambe. Prima di passare al massaggio dei gioielli di famiglia, mi domanda se mi piaccia: ovviamente è pratica molto gradita e quindi le do l'ok a procedere. Nel mentre, le carezzo le gambe, che sono magre e toniche. Difficile giudicare i seni, che si celano sotto a un maglione, ma non sembrano neanche lontani parenti degli acuminati missili che si protendono dal petto dell'altra Erika, Venus.
Quando arriviamo attorno al decimo minuto, Erika fa capire che siamo agli sgoccioli ("Posso stare un altro minuto, non di più!"), per cui devo cimentarmi nel consueto rush finale, per evitare di essere letteralmente abbandonato al mio destino, in questo angolino buio di Milano.
Quando varco la linea del traguardo, Erika è infatti lesta a passarmi le salviette per le pulizie e, non appena le ho riconsegnato la pallottola dell'amore, è altrettanto veloce a congedarsi. La mattonella è infatti a decametro zero e quindi mi saluta e ritorna a piedi ai posti di combattimento.
IL MATCH DI RITORNO
Qualche sera dopo, sono a caccia della
Fantina, che ho riagganciato quasi casualmente via WA, commentandole uno stato, convinto che invece fosse la Modellina! Quando si comincia a vedere poco da vicino e si prendono
Adriane per
Andree!
Come mi aveva preannunciato la stessa pilotessa, il macchinone della Fantina è presente, ma deve essere in motel, perchè non bastano 20 minuti di bordeggi fra Diomede e Terzaghi, per farla riapparire ... e c'è pure un collega che la sta aspettando, con la vettura puntata verso la sua pensilina.
In tutto questo bighellonare, ci sarebbe anche il macchinone di Venus, ma sperare di beccarla libera alla 1a o 2a sera dopo le vacanze è pura utopia! Alla fine, nel paio di passaggi radenti che le ho dedicato, l'altra Erika mi riconosce e mi lancia un paio di bei sorrisi, per cui decido di azzardare la sintonia di Rai1, che era rimasta in sospeso dalla volta precedente.
Come insegna il maestro Milinturo, mai errore fu più grave, perchè alla fine spenderò un decino in più, ma il minutaggio resterà lo stesso (dieci giri di lancette) e la ricciola di via Ippodromo cercherà di comprimere sia l'antipasto che la pietanza principale nello stesso tempo che la volta prima era stato concesso per il BJ.
Il vantaggio di pre-concordare la sintonia di Rai1 è che stavolta Erika si abbassa sin da subito calze e mutandine sino a mezza coscia, permettendomi così di massaggiare le sue nude chiappette. Il prevedibile svantaggio è invece una certa fretta di passare alla fase 2: dopo un paio di minuti di BJ, la ricciola vorrebbe già accendere il televisore sul primo canale nazionale, ma è lei stessa a capire di essere stata troppo frettolosa e a lanciarsi spontaneamente in un'altra sessione di immersione, che però durerà non più di un giro di lancette.
UNA PORTATA UN PO' INSIPIDA
Per la portata principale, mi proporrebbe la pecorina, ma preferisco decisamente la missionaria, per ammirarne il grazioso visetto, posizione che comunque accetta senza grossi problemi. Mentre passo dalla sua parte, mi complimento per la sua agilità da ballerina, dapprima nell'alzare le gambe a candela e poi nel rannicchiarsi su se stessa. "Stasera sono lo tua ballerina!

", ha la battuta pronta, Erika.
Le successive danze non saranno però fra quelle che racconterò ai nipotini davanti al camino. Di positivo, che la ricciola di via Ippodromo si porti con il pube quasi sino all'orlo del sedile, facilitando la mia galoppata, e che lasci fare per qualche minuto, prima di mostrare stupore per la mancata capitolazione. Di negativo, il fatto che non si si sia sfilata almeno uno degli stivali, per cui la mia danza pelvica è abbastanza intralciata dal cavallo dei collant e dalle mutandine, lì a mezza coscia. Anche la partecipazione di Erika è pressoché a zero: essendo impegnata a reggersi gli stinchi con le mani, per non distruggermi la plancia con i tacchi acuminati dei suoi stivali, non mi cinge la schiena, nè mi carezza il petto. Tiene anche la testa china, per cui non avverrà neanche uno scambio di sguardi, mentre mi sarebbe piaciuto perdermi nei suoi occhi azzurrissimi, durante la copulazione.
SI CALCANO LE STESSE ORME
Alla fine, il colpo della strega e il suo "Ma sei davvero lungo!", arrivano più o meno in simultanea. Concordiamo quindi lo sfilamento e la conclusione à la Mastro Geppetto, per cui da qui in poi il racconto ricalca le orme del precedente, con la differenza che stavolta Erika ha abbassato le calze e posso carezzare la sua nuda pelle, abbastanza pallida, rispetto alla carnagione più scura delle gipsy che capita sovente di incontrare.
Stesso sollecito a concludere, più o meno attorno al decino minuto, stesso rush finale per riuscirci. Stavolta, però, deve darsi una lindata e deve risistemarsi pure lei, per cui mi fa compagnia ancora per un paio di minuti, in cui c'è il tempo per completare la scheda tecnica: il rate per il motel (150/60') è un po' più esoso della media di mercato. Quando è pronta, recupera la pallottola dell'amore e si congeda a piedi, andando subito a cercare riparo dalla pioggerella sotto alla pensilina.
In conclusione, ragazza anche educata, simpatica e amichevole nella breve conversazione che si può intrattenere con lei, ma che deve avere alle spalle un cronometrista che ne controlla fiscalmente i tempi di rotazione. In effetti, mentre aspettavo invano la Fantina, ho visto il classico macchinone con targa rumena fermo da lei per diversi minuti.