SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Novedrate (CO)
ZONA: 45.697518, 9.128685 (alla pensilina del bus)
NOME: Ana o Anna, io l'ho ribattezzata Anouschka
NAZIONALITA': si dichiara della Lituania, ma di etnia russa
ETA': quasi 26 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ+HJ
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: almeno 25 minuti, da mattonella a mattonella
DESCRIZIONE FISICA: statura sopra la media (tra 1,65-1,70), fisico snello, belle gambe, seno di una seconda taglia non più sodissimo, capelli biondo scuro naturale e di media lunghezza, viso acqua e sapone da ragazza della porta accanto, occhi azzurri
ATTITUDINE: tecnica nella media, unita a pazienza giobbiana ; molto simpatica e spigliata, anche perché padroneggia bene l'italiano
LA MIA RECENSIONE
Una volta tanto, bisogna riconoscere che i fondi comunitari per il ripopolamento delle aree depresse sono stati ben spesi, perché volenterose ragazze provenienti dagli angoli più remoti dell'Unione Europea (e non solo) hanno ridato vita al lungo tratto di strada che da Lentate conduce a Carugo e Arosio, tornando a occupare mattonelle che le sterpaglie stavano ormai sotterrando.
Sino allo scorso anno, c'era proprio una cesura netta, tra l'ultimo manipolo di black dell'avvallamento di Carimate e il successivo drappello di loro connazionali, a dare il benvenuto a Mariano Comense. Da lì in avanti, le presenze erano già abbastanza fitte, ma i 5-6 km precedenti sembravano davvero la traversata del deserto del Sahara, dove era meglio non addentrarsi senza acqua e viveri. Negli ultimi 12 mesi, questo tratto di provinciale dell'Amore si è gradualmente ripopolato e ora mi pare addirittura più vivace e animato di quello occidentale, che conduce dalla rotonda del tonno Rio Mare a quella dell'ambasciata albanese di Lurago. Percorrendo avanti e indietro la tratta tra Lentate e Mariano, ora c'è almeno una ragazza a ogni rotonda e tutti i distributori hanno assoldato una o più benzinaie, per potere offrire il "servito" anche nelle ore notturne
In tutto ciò, da diverse settimane avevo notato la presenza di una bionda alta e slanciata alla pensilina del bus che sta nel tratto a 4 corsie tra la rotonda del Blue e quella dell'ENI. Non vorrei sbagliarmi (ma magari è solo una mia allucinazione, come il nero di Whatsapp, che appare a tradimento nelle foto più impensabili ), ma credo di avere visto la stessa fanciulla la scorsa estate al Gran Mercato di Appiano e poi in varie postazioni temporanee a Lentate (l'ultima volta davanti alla Pilz), per cui mi ero appuntato di fermarmi da lei, non appena i primi tepori primaverili l'avessero fatta riapparire in minigonna.
Il tepore non è propriamente arrivato, ma una di queste ultime sere il mio radar ha individuato all'improvviso due leve slanciate passeggiare davanti alla pensilina. Un secondo passaggio radente a fendi spianati è stato d'obbligo, per inquadrare meglio la fanciulla. La tipa non sembra in realtà quella che avevo intravisto le settimane scorse, perché i lineamenti del viso sono più paffuti e meno affilati e il crine pare di un biondo scuro naturale e non slavigiato dalla chimica del parrucchiere. E' comunque una bella figliuola e allora faccio un terzo giro delle rotonde e accosto infine davanti alla pensilina dei bus, dove fortunatamente nessun collega mi ha ancora soffiato la fanciulla.
ANA DALLA LITUANIA
La biondina ha un viso acqua e sapone, con lineamenti carini, e begli occhi chiari da ragazza del nord. E' gentile nel breve abboccamento e, chiariti i soliti punti, la invito ad accomodarsi a bordo. Dice di chiamarsi Ana e, quando le chiedo la provenienza, esita un po' e poi inizia a raccontarmi una storiella alla quale non so se credere. "Vengo dalla Lituania, ma in realtà sono russa", mi dice. Probabilmente è una gran balla, ma di tutte le sedicenti russe che ho incontrato in quel tratto di strada (da Katya Settelingue alla sua comare Alina che sta all'ENI di Vertemate, all'Oksana della fermata del bus di Lentate), lei è la più credibile. Pur sembrando più che spigliata, viene presa da improvvisa timidezza, quando le chiedo l'età, perché domanda a me di indovinarla. Applico la regola numero uno, cioè quella di sparare sempre basso, e azzardo che possa avere tra le 23-24 primavere. "Eh, magari! Purtroppo ormai sono vecchia: ne ho già 26 e vado verso i 27!", risponde ridendo la biondina, ma in fondo un po' convinta di quello che mi sta dicendo. "Se sei vecchia tu, allora io ho già un piede nella fossa! - cerco di consolarla - E poi ne dimostri davvero di meno, perché hai una pelle liscissima e neanche una rughetta in volto!"
Non so se l'ho convinta, ma queste lodi sperticate mi varranno una prestazione convincente e fretta zero, una volta raggiunto il parcheggio, che è il medesimo dove mi aveva condotto anche la finta russa Alina dell'ENI di Novedrate, qualche settimana fa. Regolati gli aspetti burocratici, entrambi ci prepariamo per scendere in pista e dare l'inizio alle danze. Non appena Ana si toglie il giubbotto e lo appoggia sul sedile posteriore, resto a bocca aperta di fronte a bell'abitino blu e bianco da cocktail che indossa: sopra è smanicato e, con un taglio diritto, le arriva a coprire più o meno la metà delle cosce. La chicca è però una specie di V argentata, che è appesa appena sotto il decolleté e che forse vorrebbe scimmiottare il logo di Valentino. Vestita così, la si potrebbe tranquillamente invitare a bere qualcosa in un bar della movida, facendo anche un figurone. "Che carino! Dove l'hai preso? Da Zara?", le domando. "Macché! Non metto mica roba così costosa, per venire al lavoro! E' dei cinesi!", mi risponde ridendo la biondina. "Be' dai ... La moda che c'è da Zara o da H&M non è poi così cara, altrimenti non sarebbero comparsi come funghi in tutte le città ", stavolta devo decisamente dissentire.
LA RECE VERA E PROPRIA
Ana mi dà ragione e intanto trova il modo di sollevare l'orlo inferiore dell'abitino sino alla cintola e di sfilarselo dalle spalle, per arrotolarlo sino a metà del busto. Sfila anche le spalline del reggipetto e porta alla luce del lampione due seni non troppo grossi e non più tonici come quelli di una ventenne. "Sai, ho allattato la mia bambina e non sono più belli come prima ...", mi dice spontaneamente la biondina, mentre procede anche a srotolare i collant sin sopra il ginocchio e ad abbassarsi pure le mutandine. Chapeau, davvero inappuntabile, dato che le avevo chiesto solamente un BJ conoscitivo.
Quando poi si toglie anche le high heels e si mette ginocchioni sul sedile, ho quasi le lacrime agli occhi, perché i miei tentacoli avranno solo l'imbarazzo della scelta di dove srotolarsi. Però, come in tutte le favole, c'è sempre il cattivo che cerca di mettersi di traverso nei piani del Principe Azzurro e, in questo caso, ha le fattezze dei profilattici del Carrefour. Non hanno il difetto di essere rossi e spessi, forse è Ana ad avere acquistato la confezione della taglia sbagliata, ma fa una fatica bestiale a calzarlo su un fratellino ancora mezzo dormiente e tutt'altro che rigonfio. Quando l'ha più o meno incappucciato, si china su di lui è dà inizio a un BJ convincente, fatto senza particolari squilli di tromba, ma con convinzione e con lunghe sessioni di immersione. Nel mentre, ne approfitto per srotolare i miei tentacoli in tutte le direzioni e un po' mi rammarico di averne solo due. Con la mano sinistra inizio a carezzarle la parte alta della schiena e, nel frattempo, la destra le massaggia con piacere i lombi e i glutei, che hanno un buon tono muscolare. Poi mi sposto sul lato A e dedico le dovute attenzioni ai seni (che in effetti non sono sodissimi) e alla fessura della vulva.
I PROFILATTICI DEL CARREFOUR
Quando ormai stavo temendo di dover chiamare il soccorso subacqueo, Ana si risolleva un attimo e inizia ad armeggiare attorno al condom, che in effetti iniziavo a sentire un po' stretto e costipante. Nel tentare di tenderlo verso il basso, lo lacera con un'unghia e allora deve chiedere la sostituzione al quarto uomo. "Questi profilattici sono terribili!", esordisce la biondina. "Di solito ne compro una confezione da 140 pezzi a 10 euri e vanno benissimo", continua il sua ragionamento. "Questi li ho dovuti prendere al Carrefour perché ero rimasta senza, mi sono costati 10 euri per 10 pezzi :o, sono piccoli e fanno letteralmente ca..re!", è la conclusione. Magari l'errore sta solo nella taglia, ma sul fatto che siano scomodi devo darle ragione al 100%. Se non altro, Ana mi ha confermato quello che avevo sempre pensato, ossia che i condom presi in confezione industriale costano una stupidata al pezzo e che l'OTR che si era lagnata perché ne aveva dovuti cambiare tre in sequenza aveva pianto miseria per niente
Il cambio di condom, purtroppo, porta con sé anche il cambio di posizione, perché Ana deve stancarsi di quella ginocchioni e si risiede sul sedile del passeggero, riprendendo le operazioni in torsione. L'accesso al lato A mi viene quindi precluso e non mi resta che continuare a carezzarla e massaggiarla tra il collo e le chiappette. Seguono altre due fasi di immersione davvero lunghissime, in cui più volte mi domando: "Ma questa, quando mi manda a quel paese?". Solo quando è davvero esausta, Ana si risolleva e, imbarazzatissima come se fosse colpa sua, mi propone di concludere con un HJ: "Scusami, mi dispiace davvero tantissimo, ma prima la storia del profilattico e adesso non ce la faccio davvero più con la bocca! Possiamo finire con la mano?". Io non le ho ovviamente detto che un'oretta prima ero stato con un'altra fanciulla e quindi è più che perdonata, per cui le do l'OK a concludere con un po' di sana falegnameria. Oltretutto, è già passato abbastanza tempo da consentire a una Mila oppure a una Oksana di Lentate di fare almeno due giri di giostra con altrettanti clienti
SI FA TAPPA DAL FALEGNAME
La biondina si risolleva allora col busto e inizia a smanacciare il fratellino con buona lena, mentre io approfitto subito dello spiraglio che si è aperto e inizio a carezzarle con piacere le gambe, per poi risalire piano piano sino alla vulva. Si va avanti così ancora per qualche minuto (col condom che, nel mentre, viene immolato alla causa e trasferito nella pallottola dei rifiuti) e poi Ana è davvero sfinita: "Sto facendo davvero una figura di me..a, ma ho le braccia distrutte! Ti va di finire tu?".
Si passa allora all'auto-HJ e il fratellino ritorna tra mani amiche, che in decenni di reciproca frequentazione hanno ormai imparato a manipolarlo. Nel mentre, la biondina venuta dal gelo continua a partecipare attivamente alle operazioni: si mette appollaiata sul sedile con le gambe leggermente divaricate e si cimenta pure lei in un po' di autoerotismo (per finta, s'intende): con una mano si massaggia voluttuosamente il seno, con l'altra si titilla abbastanza energicamente il clitoride. Un po' alterna questa scenetta da film erotico e un po' allunga una mano verso di me, carezzandomi delicatamente l'interno della coscia e i gioielli di famiglia. Le sensazioni sono piacevoli e, dopo essermi fatto passare un fazzoletto umidificato, con un ultimo colpo di pialla viene varcata la linea del traguardo.
LA RIBATTEZZO ANOUSCHKA
"Scusami ancora, ma stasera ho fatto davvero una figura di me..a!", Ana si profonde ancora in mille scuse. Lanciare la volata finale è in effetti toccato a me, me venti minuti buoni di sporco lavoro da gregario se li è sobbarcati tutti la biondina della Lituania. La conforto, dicendole che sono comunque soddisfatto di come è andato l'incontro e, per rafforzare il concetto, le chiedo anche il numero di telefono. Mentre lo memorizzo, le domando se si chiami Ana o Anna. "Non è importante, tanto non è il mio nome vero ", risponde ridendo la fanciulla. "Lo immaginavo ... Vabbé, finto per finto, ti memorizzo allora come Anouschka, visto che dici di essere russa ...", premo il tasto 'Aggiungi' sul display dello smartphone. Nel frattempo, lei armeggia per reinfilarsi i collant e non posso non notare che ha un nome femminile tatuato in caratteri gotici sul polpaccio di una delle due gambe. "E' il nome di mia figlia", mi spiega la fanciulla.
Prima di ripartire, si ricorda che aveva fame (poc'anzi, le avevo fatto venire l'acquolina in bocca, raccontandole cosa avevo mangiato per cena al ristorante) e allora chiama il suo cavalier servente, che ha un nome straniero ma parla un italiano perfetto e senza accenti. "Allora, mi dovresti prendere due toast ...", esordisce la biondina. "Azz, questa è fame!", penso io. "... e sei cheeseburger", completa l'ordinazione, lasciandomi a bocca aperta. O non mangiava da una settimana, o sta ordinando per tutte lo comari della sua scuderia, oppure a casa non ha una figlia ma tre o quattro marmocchi ad aspettarla Certe cose è però meglio non saperle e allora non faccio domande.
Quando siamo finalmente pronti, ci si può rimettere in marcia verso la sua mattonella. Il tragitto non è lunghissimo, c'è ancora tempo per scambiare quattro chiacchiere. Mi racconta che era venuta in Italia per la prima volta già nel lontano 2009 (svolgendo tutt'altro lavoro), poi aveva partorito e vi è tornata più recentemente, a causa delle difficoltà economiche a crescere la sua erede. La fanciulla è anche abbastanza gentile da evitarmi il lunghissimo giro dell'oca sino all'altra rotonda di Novedrate, perché si fa lasciare appena fuori dalla rotatoria dell'ENI e poi si incammina a piedi sino alla sua pensilina. La seguo con lo sguardo per qualche decina di metri e poi riprendo la direzione di Lentate, per tornare alla sempre amata branda.
CITTA DELL'INCONTRO: Novedrate (CO)
ZONA: 45.697518, 9.128685 (alla pensilina del bus)
NOME: Ana o Anna, io l'ho ribattezzata Anouschka
NAZIONALITA': si dichiara della Lituania, ma di etnia russa
ETA': quasi 26 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ+HJ
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: almeno 25 minuti, da mattonella a mattonella
DESCRIZIONE FISICA: statura sopra la media (tra 1,65-1,70), fisico snello, belle gambe, seno di una seconda taglia non più sodissimo, capelli biondo scuro naturale e di media lunghezza, viso acqua e sapone da ragazza della porta accanto, occhi azzurri
ATTITUDINE: tecnica nella media, unita a pazienza giobbiana ; molto simpatica e spigliata, anche perché padroneggia bene l'italiano
LA MIA RECENSIONE
Una volta tanto, bisogna riconoscere che i fondi comunitari per il ripopolamento delle aree depresse sono stati ben spesi, perché volenterose ragazze provenienti dagli angoli più remoti dell'Unione Europea (e non solo) hanno ridato vita al lungo tratto di strada che da Lentate conduce a Carugo e Arosio, tornando a occupare mattonelle che le sterpaglie stavano ormai sotterrando.
Sino allo scorso anno, c'era proprio una cesura netta, tra l'ultimo manipolo di black dell'avvallamento di Carimate e il successivo drappello di loro connazionali, a dare il benvenuto a Mariano Comense. Da lì in avanti, le presenze erano già abbastanza fitte, ma i 5-6 km precedenti sembravano davvero la traversata del deserto del Sahara, dove era meglio non addentrarsi senza acqua e viveri. Negli ultimi 12 mesi, questo tratto di provinciale dell'Amore si è gradualmente ripopolato e ora mi pare addirittura più vivace e animato di quello occidentale, che conduce dalla rotonda del tonno Rio Mare a quella dell'ambasciata albanese di Lurago. Percorrendo avanti e indietro la tratta tra Lentate e Mariano, ora c'è almeno una ragazza a ogni rotonda e tutti i distributori hanno assoldato una o più benzinaie, per potere offrire il "servito" anche nelle ore notturne
In tutto ciò, da diverse settimane avevo notato la presenza di una bionda alta e slanciata alla pensilina del bus che sta nel tratto a 4 corsie tra la rotonda del Blue e quella dell'ENI. Non vorrei sbagliarmi (ma magari è solo una mia allucinazione, come il nero di Whatsapp, che appare a tradimento nelle foto più impensabili ), ma credo di avere visto la stessa fanciulla la scorsa estate al Gran Mercato di Appiano e poi in varie postazioni temporanee a Lentate (l'ultima volta davanti alla Pilz), per cui mi ero appuntato di fermarmi da lei, non appena i primi tepori primaverili l'avessero fatta riapparire in minigonna.
Il tepore non è propriamente arrivato, ma una di queste ultime sere il mio radar ha individuato all'improvviso due leve slanciate passeggiare davanti alla pensilina. Un secondo passaggio radente a fendi spianati è stato d'obbligo, per inquadrare meglio la fanciulla. La tipa non sembra in realtà quella che avevo intravisto le settimane scorse, perché i lineamenti del viso sono più paffuti e meno affilati e il crine pare di un biondo scuro naturale e non slavigiato dalla chimica del parrucchiere. E' comunque una bella figliuola e allora faccio un terzo giro delle rotonde e accosto infine davanti alla pensilina dei bus, dove fortunatamente nessun collega mi ha ancora soffiato la fanciulla.
ANA DALLA LITUANIA
La biondina ha un viso acqua e sapone, con lineamenti carini, e begli occhi chiari da ragazza del nord. E' gentile nel breve abboccamento e, chiariti i soliti punti, la invito ad accomodarsi a bordo. Dice di chiamarsi Ana e, quando le chiedo la provenienza, esita un po' e poi inizia a raccontarmi una storiella alla quale non so se credere. "Vengo dalla Lituania, ma in realtà sono russa", mi dice. Probabilmente è una gran balla, ma di tutte le sedicenti russe che ho incontrato in quel tratto di strada (da Katya Settelingue alla sua comare Alina che sta all'ENI di Vertemate, all'Oksana della fermata del bus di Lentate), lei è la più credibile. Pur sembrando più che spigliata, viene presa da improvvisa timidezza, quando le chiedo l'età, perché domanda a me di indovinarla. Applico la regola numero uno, cioè quella di sparare sempre basso, e azzardo che possa avere tra le 23-24 primavere. "Eh, magari! Purtroppo ormai sono vecchia: ne ho già 26 e vado verso i 27!", risponde ridendo la biondina, ma in fondo un po' convinta di quello che mi sta dicendo. "Se sei vecchia tu, allora io ho già un piede nella fossa! - cerco di consolarla - E poi ne dimostri davvero di meno, perché hai una pelle liscissima e neanche una rughetta in volto!"
Non so se l'ho convinta, ma queste lodi sperticate mi varranno una prestazione convincente e fretta zero, una volta raggiunto il parcheggio, che è il medesimo dove mi aveva condotto anche la finta russa Alina dell'ENI di Novedrate, qualche settimana fa. Regolati gli aspetti burocratici, entrambi ci prepariamo per scendere in pista e dare l'inizio alle danze. Non appena Ana si toglie il giubbotto e lo appoggia sul sedile posteriore, resto a bocca aperta di fronte a bell'abitino blu e bianco da cocktail che indossa: sopra è smanicato e, con un taglio diritto, le arriva a coprire più o meno la metà delle cosce. La chicca è però una specie di V argentata, che è appesa appena sotto il decolleté e che forse vorrebbe scimmiottare il logo di Valentino. Vestita così, la si potrebbe tranquillamente invitare a bere qualcosa in un bar della movida, facendo anche un figurone. "Che carino! Dove l'hai preso? Da Zara?", le domando. "Macché! Non metto mica roba così costosa, per venire al lavoro! E' dei cinesi!", mi risponde ridendo la biondina. "Be' dai ... La moda che c'è da Zara o da H&M non è poi così cara, altrimenti non sarebbero comparsi come funghi in tutte le città ", stavolta devo decisamente dissentire.
LA RECE VERA E PROPRIA
Ana mi dà ragione e intanto trova il modo di sollevare l'orlo inferiore dell'abitino sino alla cintola e di sfilarselo dalle spalle, per arrotolarlo sino a metà del busto. Sfila anche le spalline del reggipetto e porta alla luce del lampione due seni non troppo grossi e non più tonici come quelli di una ventenne. "Sai, ho allattato la mia bambina e non sono più belli come prima ...", mi dice spontaneamente la biondina, mentre procede anche a srotolare i collant sin sopra il ginocchio e ad abbassarsi pure le mutandine. Chapeau, davvero inappuntabile, dato che le avevo chiesto solamente un BJ conoscitivo.
Quando poi si toglie anche le high heels e si mette ginocchioni sul sedile, ho quasi le lacrime agli occhi, perché i miei tentacoli avranno solo l'imbarazzo della scelta di dove srotolarsi. Però, come in tutte le favole, c'è sempre il cattivo che cerca di mettersi di traverso nei piani del Principe Azzurro e, in questo caso, ha le fattezze dei profilattici del Carrefour. Non hanno il difetto di essere rossi e spessi, forse è Ana ad avere acquistato la confezione della taglia sbagliata, ma fa una fatica bestiale a calzarlo su un fratellino ancora mezzo dormiente e tutt'altro che rigonfio. Quando l'ha più o meno incappucciato, si china su di lui è dà inizio a un BJ convincente, fatto senza particolari squilli di tromba, ma con convinzione e con lunghe sessioni di immersione. Nel mentre, ne approfitto per srotolare i miei tentacoli in tutte le direzioni e un po' mi rammarico di averne solo due. Con la mano sinistra inizio a carezzarle la parte alta della schiena e, nel frattempo, la destra le massaggia con piacere i lombi e i glutei, che hanno un buon tono muscolare. Poi mi sposto sul lato A e dedico le dovute attenzioni ai seni (che in effetti non sono sodissimi) e alla fessura della vulva.
I PROFILATTICI DEL CARREFOUR
Quando ormai stavo temendo di dover chiamare il soccorso subacqueo, Ana si risolleva un attimo e inizia ad armeggiare attorno al condom, che in effetti iniziavo a sentire un po' stretto e costipante. Nel tentare di tenderlo verso il basso, lo lacera con un'unghia e allora deve chiedere la sostituzione al quarto uomo. "Questi profilattici sono terribili!", esordisce la biondina. "Di solito ne compro una confezione da 140 pezzi a 10 euri e vanno benissimo", continua il sua ragionamento. "Questi li ho dovuti prendere al Carrefour perché ero rimasta senza, mi sono costati 10 euri per 10 pezzi :o, sono piccoli e fanno letteralmente ca..re!", è la conclusione. Magari l'errore sta solo nella taglia, ma sul fatto che siano scomodi devo darle ragione al 100%. Se non altro, Ana mi ha confermato quello che avevo sempre pensato, ossia che i condom presi in confezione industriale costano una stupidata al pezzo e che l'OTR che si era lagnata perché ne aveva dovuti cambiare tre in sequenza aveva pianto miseria per niente
Il cambio di condom, purtroppo, porta con sé anche il cambio di posizione, perché Ana deve stancarsi di quella ginocchioni e si risiede sul sedile del passeggero, riprendendo le operazioni in torsione. L'accesso al lato A mi viene quindi precluso e non mi resta che continuare a carezzarla e massaggiarla tra il collo e le chiappette. Seguono altre due fasi di immersione davvero lunghissime, in cui più volte mi domando: "Ma questa, quando mi manda a quel paese?". Solo quando è davvero esausta, Ana si risolleva e, imbarazzatissima come se fosse colpa sua, mi propone di concludere con un HJ: "Scusami, mi dispiace davvero tantissimo, ma prima la storia del profilattico e adesso non ce la faccio davvero più con la bocca! Possiamo finire con la mano?". Io non le ho ovviamente detto che un'oretta prima ero stato con un'altra fanciulla e quindi è più che perdonata, per cui le do l'OK a concludere con un po' di sana falegnameria. Oltretutto, è già passato abbastanza tempo da consentire a una Mila oppure a una Oksana di Lentate di fare almeno due giri di giostra con altrettanti clienti
SI FA TAPPA DAL FALEGNAME
La biondina si risolleva allora col busto e inizia a smanacciare il fratellino con buona lena, mentre io approfitto subito dello spiraglio che si è aperto e inizio a carezzarle con piacere le gambe, per poi risalire piano piano sino alla vulva. Si va avanti così ancora per qualche minuto (col condom che, nel mentre, viene immolato alla causa e trasferito nella pallottola dei rifiuti) e poi Ana è davvero sfinita: "Sto facendo davvero una figura di me..a, ma ho le braccia distrutte! Ti va di finire tu?".
Si passa allora all'auto-HJ e il fratellino ritorna tra mani amiche, che in decenni di reciproca frequentazione hanno ormai imparato a manipolarlo. Nel mentre, la biondina venuta dal gelo continua a partecipare attivamente alle operazioni: si mette appollaiata sul sedile con le gambe leggermente divaricate e si cimenta pure lei in un po' di autoerotismo (per finta, s'intende): con una mano si massaggia voluttuosamente il seno, con l'altra si titilla abbastanza energicamente il clitoride. Un po' alterna questa scenetta da film erotico e un po' allunga una mano verso di me, carezzandomi delicatamente l'interno della coscia e i gioielli di famiglia. Le sensazioni sono piacevoli e, dopo essermi fatto passare un fazzoletto umidificato, con un ultimo colpo di pialla viene varcata la linea del traguardo.
LA RIBATTEZZO ANOUSCHKA
"Scusami ancora, ma stasera ho fatto davvero una figura di me..a!", Ana si profonde ancora in mille scuse. Lanciare la volata finale è in effetti toccato a me, me venti minuti buoni di sporco lavoro da gregario se li è sobbarcati tutti la biondina della Lituania. La conforto, dicendole che sono comunque soddisfatto di come è andato l'incontro e, per rafforzare il concetto, le chiedo anche il numero di telefono. Mentre lo memorizzo, le domando se si chiami Ana o Anna. "Non è importante, tanto non è il mio nome vero ", risponde ridendo la fanciulla. "Lo immaginavo ... Vabbé, finto per finto, ti memorizzo allora come Anouschka, visto che dici di essere russa ...", premo il tasto 'Aggiungi' sul display dello smartphone. Nel frattempo, lei armeggia per reinfilarsi i collant e non posso non notare che ha un nome femminile tatuato in caratteri gotici sul polpaccio di una delle due gambe. "E' il nome di mia figlia", mi spiega la fanciulla.
Prima di ripartire, si ricorda che aveva fame (poc'anzi, le avevo fatto venire l'acquolina in bocca, raccontandole cosa avevo mangiato per cena al ristorante) e allora chiama il suo cavalier servente, che ha un nome straniero ma parla un italiano perfetto e senza accenti. "Allora, mi dovresti prendere due toast ...", esordisce la biondina. "Azz, questa è fame!", penso io. "... e sei cheeseburger", completa l'ordinazione, lasciandomi a bocca aperta. O non mangiava da una settimana, o sta ordinando per tutte lo comari della sua scuderia, oppure a casa non ha una figlia ma tre o quattro marmocchi ad aspettarla Certe cose è però meglio non saperle e allora non faccio domande.
Quando siamo finalmente pronti, ci si può rimettere in marcia verso la sua mattonella. Il tragitto non è lunghissimo, c'è ancora tempo per scambiare quattro chiacchiere. Mi racconta che era venuta in Italia per la prima volta già nel lontano 2009 (svolgendo tutt'altro lavoro), poi aveva partorito e vi è tornata più recentemente, a causa delle difficoltà economiche a crescere la sua erede. La fanciulla è anche abbastanza gentile da evitarmi il lunghissimo giro dell'oca sino all'altra rotonda di Novedrate, perché si fa lasciare appena fuori dalla rotatoria dell'ENI e poi si incammina a piedi sino alla sua pensilina. La seguo con lo sguardo per qualche decina di metri e poi riprendo la direzione di Lentate, per tornare alla sempre amata branda.