SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Osio Sotto (BG)
ZONA: 45.609628, 9.587789 (all'ingresso sud del piccolo centro commerciale dove c'è anche il Benaglia)
NOME: Cosmina
NAZIONALITA': Rumena di "vicino a Bucarest"
ETA': 26 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, RAI1 (mission + pecos), HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 70
COMPENSO CONCORDATO: 60, dopo agevole trattativa
DURATA DELL'INCONTRO: circa 45-50', da mattonella a mattonella
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,60, capelli mori lunghissimi (ma extension) raccolti in una coda, viso ovale ma dai lineamenti un po' scavati, occhi castani con riflessi verdi, corporatura magra (ca. 50 kg), seno di una seconda taglia abbondante ma un po' allungato e leggermente sgonfio
ATTITUDINE: mi ha raccontato di avere lavorato in un casinò, più probabilmente in un casino ; padroneggia già discretamente l'italiano e, non so se mi abbia preso in simpatia, ma quasi non mi mollava più
LA MIA RECENSIONE:
SI IMPARA QUALCHE PAROLA DI RUMENO
Ci riaffacciamo sullo stradone e, stavolta, prendiamo la direzione opposta, cioè quella che conduce al rondeau du Boltiere. Prima ancora di scambiare i convenevoli di rito, la fanciulla mi sorprende, allacciandosi spontaneamente la cintura di sicurezza. O sa che c'è un posto di blocco dei CC più avanti, o io devo averle dato l'impressione di essere un pessimo autista Lei, invece, mi dà l'impressione di essere rumena e così è. "Ma di dove sei?", chiedo maggiori lumi. "Vengo da una città vicina a Bucarest ... Più o meno a 200 km ...", sta sul vago. "Non è proprio vicina ...", mi limito a commentare, mentre penso a quali città possano essere lambite da tale circonferenza. Di primo acchito avrei pensato alla solita Pitesti, ma una verifica su Google Maps indica tutt'altre città della Dacia, ognuna delle quali ha dato i natali a numerose OTR che affollano le nostre strade: Craiova, Brasov, Galati oppure Constanta, ruotando con le lancette dell'orologio.
Il suo nome è talmente caratteristico (Cosmina) che potrebbe quasi essere il suo di battesimo. Ha 26 anni, la consueta prole da mantenere ed è qui da circa 10 mesi. La padronanza dell'italiano è già più che sufficiente per sostenere le solite quattro chiacchiere da aperitivo, per cui il viaggio sino al suo loft trascorre piacevole. E' però lei stessa ad ammettere di avere difficoltà nell'indicare gli oggetti della vita di tutti i giorni: "Ad esempio, come la chiamate voi ... piastra?". "Cosa intendi, quella per lisciarsi i capelli?", la guardo strabuzzando gli occhi, perché non capisco come possa esserle saltata in mente una suppellettile così inconsueta. "No, quella in cui si mangia", mima con le mani. "Ah, il piatto! E come si dice nella tua lingua?", le domando. "Farfuria", imparo una nuova parola di rumeno, che non ha sicuramente portato con sè l'imperatore Traiano ma che dovrebbe essere di origine turca.
UN SALTO NEL PASSATO
Dopo qualche minuto di viaggio siamo a destinazione e il caseggiato mi è già noto, perché lì mi avevano condotto sia Andreea che Alina la Perlettina dei poveri, due intrattenitrici che quasi sicuramente sono ormai scomparse dal giro. Entrati nell'androne, c'è ancora da superare una rampa di scale, prima di essere davvero arrivati. Ma, per chi si è inerpicato su sino al primo piano del civico 22 di Dalmine, questa è quasi una passeggiata di salute.
L'appartamento è molto spazioso, ma è abbastanza evidente che nessuno ci ha più messo mano dagli anni '60 (e forse neppure quelli del Novecento ...). Attraversiamo il soggiorno/cucina, che è decisamente spoglio (l'unico dettaglio degno di menzione è il frigorifero con le figurine appiccicate sulle ante), vedo il bagno di fronte a me e poi svoltiamo a sinistra, nella camera matrimoniale, altrettanto essenziale nell'arredamento. C'è il lettone di fronte, un armadio su un lato e un enorme comò alle nostre spalle. Lì la fanciulla appoggia la borsetta e il giubbotto di jeans che indossava e poi mi indica il porta-abiti di legno, probabilmente l'art. n°1 del catalogo Foppapedretti: "Se vuoi, appendi lì i tuoi vestiti". Quasi mi pento di non essermi presentato in giacca e cravatta, perché neppure a casa mia sono così attrezzato
UN FISICO MINUTO
Mentre si sfila le scarpe, Cosmina mi mostra quanto il continuo passeggiare avanti e indietro abbia smangiato la base del vertiginoso tacco (mi annnoto allora sul taccuino di chiedere al Benaglia di stenderle un tappeto rosso, per ovviare a questo increscioso problema). Dopo che se le è tolte, perde una buona spanna di statura e si abbassa a poco più di 1,60. Potrebbe essere alta più o meno come l'Adriana del Kebab, ma ha una corporatura un po' più longilinea della sua collega di Dalmine. Mi dice infatti che il suo peso-forma è di 47-48 kg, ma che alcune settimana di relax in Romania l'hanno portata sino a 51. Non sono ancora in grado di giudicare dove li abbia depositati, perché per il momento non si tolta il coordinato di pizzo bianco, che mi cela alla vista sia la vulva che i seni. Le gambe sono snelle (c'è solo qualche leggero inestetismo sui fianchi), l'addome è sostanzialmente piatto e l'unico dettaglio che stona un po' sono i piedi, decisamente rovinati dalle lunghe ore trascorse con le high heels indosso. La testa è piccola e dalla forma ovale (ma forse l'impressione è accentuata dai capelli tirati indietro e poi raccordati con una lunga coda artificiale), mentre i lineamenti sono un po' scavati. Gli occhi hanno una tinta particolare, castana ma con riflessi verdi.
"Posso usare il bagno?", le domando. Lei e le sue colleghe non devono ricevere frequenti visite, perché un po' imbarazzata ammette di non avere il classico rotolone Regina a disposizione. Accanto al lavandino c'è il cesto della biancheria sporca e lì dentro ci sono un sacco di asciugamano, soluzione decisamente meno igienica. Mi do comunque una lindata alle pudenda e, quando rientro in camera, mi passa un fazzoletto umidificato, per asciugarmi alla bell'e meglio.
LA RECE VERA E PROPRIA
Sbrigate tutte queste pratiche, è finalmente tempo che si balzi sul lettone. Io mi corico supino nel mezzo, lei si toglie il reggipetto (mettendo alla vista una seno di taglia un po' superiore alla seconda, abbastanza allungato e leggermente sgonfio), mi fa un bel sorriso e si cala gattoni su di me. Prima ancora di prendersi cura del fratellino, le sue prime attenzioni sono per i miei capezzoli, che vengono entrambi deliziati da un piacevole succhiotto. Mi sbaciucchia un po' anche l'addome e pian piano scivola indietro, sino a posizionarsi sopra il mio basso ventre. Se avessi avuto i gioielli di famiglia perfettamente glabri, probabilmente anche loro sarebbero stati accarezzati dalla lingua di Cosmina. Ma lì cresce una discreta boscaglia e quindi non lo scopriremo mai ...
Senza neppure che ci sia bisogno di smanacciarlo, il fratellino si è risvegliato dal suo torpore ed è già discretamente arzillo. Non è ancora asta, ma già abbastanza ritto da poter essere incappucciato. Viene dunque scartato il classico gommone rosso, la fanciulla inizia a infilarmelo e poi, con la scusa che il mio membro è troppo grosso e teme di farmi male con le unghie, lascia che sia io a completare l'opera. Diciamo piuttosto che è lei ad acquistare gommini di taglia mignon, perché non è proprio credibile che un pene che ha malapena raggiunto il 50% del turgore possa essere troppo ingombrante!
Non è però questa la sede per discutere se sia meglio Durex, Control, Serena o una delle mille sotto-marche che sono vendute a un tot/kg, per cui si può passare oltre. Cosmina mi fa divaricare le gambe e si accovaccia proprio nel mezzo, dando inizio a un BJ fatto in modo antitetico alle mie abitudini: il ritmo non è quello di un martello pneumatico, ma in compenso il suo pendolamento prevede affondi generosi e non mancano neppure le piccole finezze da amante esperta: ogni tanto si ferma e lecca l'asta sul fianco, qua e là mi lancia uno sguardo assassino e le sue manine carezzano delicatamente i gioielli di famiglia, per poi risalire verso l'addome e i capezzoli. Tutto fatto con buona maestria, ma anche in questa fase mi piace essere un po' attivo e averla così lontana da me non è proprio il massimo, perché posso solo carezzarle un po' le mani e le braccia.
C'E' UNA MISSION DA COMPIERE ...
Trascorso qualche minuto, è il tempo di copulare. "Mi vieni sopra?", mi domanda Cosmina, mentre si sfila le mutandine di pizzo. Detto fatto e ci siamo già rigirati sul lettone, pronti all'infilamento. Tendo meglio il condom sino alla base, mi posiziono sopra di lei, lascio che se lo infili nella vagina e poi si può dare inizio alle danze. Parto con estrema delicatezza (quasi lento come il suo BJ ), perché vedo che inizialmente tiene lì la sua manina, come se volesse controllare la profondità della penetrazione o la corretta copertura dell'asta. Dopo una decina di percussioni, si spegne la luce gialla e il semaforo diventa finalmente verde. Posso allora calarmi del tutto su di lei, cingerla a me, e accelerare il ritmo delle mie pelvi. In questa fase è discretamente partecipativa (o forse ha solo freddo e vuole scaldarsi ), perché mi stringe a sua volta e mi carezza il lato B, partendo dalle scapole, scendendo sino ai glutei e poi viceversa. In questi B-movies di stampo boccaccesco non può ovviamente mancare una colonna sonora all'altezza e non è ben chiaro se stia fingendo più lei o il sottoscritto, che le ansima nell'orecchio ... La mia messinscena dev'essere quantomeno divertente, perché la fanciulla se ne sta con la testa leggermente reclinata su un lato, gli occhi chiusi, i lineamenti rilassati e un bel sorriso disegnato dalle sue labbra.
Quando comincio ad essere davvero sudato, mi risollevo col busto e proseguo un po' puntellato sugli avambracci, immaginando di essere rinfrescato dalla leggera brezza che spira dal mare. In realtà, la stanza da letto è perfettamente sigillata, con tanto di tapparelle abbassate, per cui non tira un filo d'aria e la nuova posizione non è granché d'aiuto. Allora mi fermo e le propongo un primo cambio di posizione, la cui scelta affido a lei. "Pecorina?", è la carta (l'unica, scoprirò poi) che Cosmina estrae dal mazzo. Mi sfilo, ci rigiriamo sul lettone, lascio che sia di nuovo lei a infilarselo e poi si riparte.
... CONDURRE DELLE PECORE ...
Riguardo alla pecorina, non c'è di solito granché da raccontare, perché è una posizione in cui la ragazza è normalmente passiva. E anche Cosmina, all'inizio, non sembra fare eccezione alla regola, per cui il dettaglio più interessante è la cicatrice che le corre lungo la colonna vertebrale. Come poi mi racconterà, ha avuto un incidente stradale quand'era ancora una teen ager ed è dovuta rimanere in convalescenza per diversi mesi, per riprendersi dall'incrinatura di alcune vertebre (ecco perché adesso, a differenza di allora, allaccia sempre la cintura di sicurezza ). Quando il mio stantuffamento inizia a diventare un po' monotono, la fanciulla provvede a ravvivare la situazione, lavorando sia con la manina (che massaggia delicatamente i gioielli di famiglia) che con le pelvi (che si contrappongono al movimento delle mie, percuotendo quanto percuoto e roteando quando roteo).
... PER MANO
Anche le cose più divertenti vengono però a noia, prima o poi, per cui è il momento di chiederle l'ennesimo cambio di posizione. Per quanto raccontato sopra, Cosmina non concede però lo smorzacandela e dunque le propongo di concludere le operazioni con un po' di falegnameria. La richiesta viene accolta, mi sfilo (il canale era ormai decisamente lubrificato) e dunque si riparte con il sottoscritto inginocchiato in mezzo al lettone e lei seduta sotto di me. Anche se le sorreggo la schiena, la sua posizione dev'essere tutt'altro che comoda e, infatti, dopo un paio di minuti mi chiede la cortesia di coricarmi sul letto. La accontento e ci ridisponiamo per l'ennesima volta sul materasso, io supino nel mezzo e lei semi-coricata su un fianco, alla mia destra. Anche nella falegnameria, Cosmina si dimostra discretamente scafata, perché nel mentre avvinghia una gamba alla mia e continua a carezzarmi l'addome e il petto. Quando trovo amanti così esperte, mi domando sempre come mai i rispettivi mariti o compagni le abbiano mollate. Probabilmente, le lande della Dacia devono pullulare di Dee dell'Amore e quindi, morta una papessa, se ne fa un'altra! Oppure devono distruggere di giorno tutto quello che di buono costruiscono di notte
Serve ancora una manciata di minuti della sua pazienza e finalmente il traguardo viene varcato. La fanciulla non si sgancia subito, ma rimaniamo intrecciati per un'altra quindicina di secondi, a carezzarci a vicenda. Poi si dispone ginocchioni e si lascia massaggiare lungamente le gambe, che sono davvero molto levigate. "Come fai ad averle così lisce? Non prendi mai il sole?", le domando, visto che la sua carnagione non è certo brunita come quella di altre fanciulle. "No, anzi ... divento subito scura! Però al massimo potrei prenderlo al solarium, perché non mi sveglio mai prima dell'una!", mi risponde. "E poi - continua - adesso non posso abbronzarmi, perché ho appena fatto un tatuaggio. Mi mostra l'interno del polso destro, dove la scritta One Love è sormontata da una piccola corona.
INCROCI PERICOLOSI
Sperando che il suo unico amore sia il pargoletto e non il probabile "fidanzato" che l'ha condotta a passeggiare lungo il boulevard, è davvero tempo di passare alla rivestizione. Stavolta è Cosmina a fiondarsi in bagno, mentre io mi limito a fare razzia di fazzolettini umidificati, per lindarmi le pudenda e per detergermi alla bell'e meglio dal sudore che è sgorgato copioso. Anche una volta rivestitici, la fanciulla quasi non mi molla più e il cronometro confermerà che ci siamo trattenuti più di 35 minuti solo nel loft. Spente le luci, la porta si chiude alle nostre spalle ed è il momento di scendere le scale. L'amministratore della palazzina dev'essere un colonnello in pensione (spero non Blatter, che ha ben altri problemi in questo momento ), perché le pareti dell'androne sono tappezzate di divieti e obblighi di ogni sorta, come non avevo visto neppure ai tempi di naja. Dai nomi che appaiono nel ruolino settimanale delle corvé, tutti i soldatini (o le soldatine) devono essere rumeni e quindi è comprensibile che si tratti di una truppa un po' indisciplinata ...
Altri cinque minuti di chiacchiere e siamo di nuovo alla sua mattonella. "E' stato un piacere conoscerti", la ringrazio per il gradevole intrattenimento. "Anche per me", ricambia la morettina, mentre scende dalla macchina. Dalla strada non giunge alcuna minaccia ma, una trentina di metri più in là, Michela sta osservando attentamente la scena e la cosa mi allarma decisamente di più. Quando le passo accanto, ripresa la direzione di Bergamo, la bionda di Constanta mi fulmina con lo sguardo e quindi è chiaro che la frittata è fatta. Sono un po' di mesi che non passo da lei ed è già un po' di volte che mi ha guardato imbronciata, mentre mi vedeva transitare lungo il boulevard. Dopo questo sgarbo, però, siamo a livelli di guerra fredda e quindi mi toccherà tornare con un gigantesco mazzo di rose, se vorrò incontrarla di nuovo e sperare in una prestazione amatoria all'altezza della sua fama Però, più che farmi perdonare per il "tradimento", sarà assai più difficile convincerla ad appartarsi per 60, dato che già storceva il naso quando cercavo di ribassare a 80 ... Questa però è una vera e propria chimera e quindi mi accontento di risolvere il problema più semplice, ossia come evitare di presentarmi al lavoro in stato cadaverico, l'indomani mattina. E la soluzione è abbastanza semplice: dirigermi verso la cara branda alla velocità della luce!
CITTA DELL'INCONTRO: Osio Sotto (BG)
ZONA: 45.609628, 9.587789 (all'ingresso sud del piccolo centro commerciale dove c'è anche il Benaglia)
NOME: Cosmina
NAZIONALITA': Rumena di "vicino a Bucarest"
ETA': 26 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, RAI1 (mission + pecos), HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 70
COMPENSO CONCORDATO: 60, dopo agevole trattativa
DURATA DELL'INCONTRO: circa 45-50', da mattonella a mattonella
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,60, capelli mori lunghissimi (ma extension) raccolti in una coda, viso ovale ma dai lineamenti un po' scavati, occhi castani con riflessi verdi, corporatura magra (ca. 50 kg), seno di una seconda taglia abbondante ma un po' allungato e leggermente sgonfio
ATTITUDINE: mi ha raccontato di avere lavorato in un casinò, più probabilmente in un casino ; padroneggia già discretamente l'italiano e, non so se mi abbia preso in simpatia, ma quasi non mi mollava più
LA MIA RECENSIONE:
SI RITORNA A FARE DUE PASSI SUL BOULEVARD
Dopo l'ennesimo, quanto inutile, tentativo di andare a fare Vendemmia lungo la promenade, me ne torno a Bergamo con le pive nel sacco. L'UTB è protagonista di memorabili lavori di asfaltatura (sicuramente pagati con le multe comminate ai colleghi), per cui è quasi giocoforza deviare verso il centro di Bergamo. Le tre bariste - Luana, Claudia e Andra - sono appollaiate (e alquanto sfaccendate) all'ingresso del primo distributore sulla destra, dove probabilmente la loro affezionata clientela non sa di doverle cercare. Mi spingo fino alla successiva stazione di servizio (a marchio TE, se non sbaglio) per fare inversione e posso finalmente vedere la famosa Geanina/Giannina/Janina di cui tanto bene mi hanno raccontato. Ha davvero un bel visino e due occhi da cerbiatta, ma le gambe non mi sembrano slanciatissime.
[...] Quando finalmente il Benaglia Nord è sguarnito, attendo allo svincolo delle black che non arrivi alcuna macchina, né da Bergamo né da Boltiere, e mi fiondo lungo il boulevard, direzione il capoluogo. Non vado però molto lontano, perché 100 m più avanti sto già svoltando a destra, nello slargo che dà accesso al mini-centro commerciale dove c'è anche il Benaglia. Appena abbasso il finestrino, la morettina si avvicina, mi faccio confermare che disponga di un loft, avvio una brevissima trattativa che si conclude con successo (60) e quindi la invito ad accomodarsi a bordo.
SI IMPARA QUALCHE PAROLA DI RUMENO
Ci riaffacciamo sullo stradone e, stavolta, prendiamo la direzione opposta, cioè quella che conduce al rondeau du Boltiere. Prima ancora di scambiare i convenevoli di rito, la fanciulla mi sorprende, allacciandosi spontaneamente la cintura di sicurezza. O sa che c'è un posto di blocco dei CC più avanti, o io devo averle dato l'impressione di essere un pessimo autista Lei, invece, mi dà l'impressione di essere rumena e così è. "Ma di dove sei?", chiedo maggiori lumi. "Vengo da una città vicina a Bucarest ... Più o meno a 200 km ...", sta sul vago. "Non è proprio vicina ...", mi limito a commentare, mentre penso a quali città possano essere lambite da tale circonferenza. Di primo acchito avrei pensato alla solita Pitesti, ma una verifica su Google Maps indica tutt'altre città della Dacia, ognuna delle quali ha dato i natali a numerose OTR che affollano le nostre strade: Craiova, Brasov, Galati oppure Constanta, ruotando con le lancette dell'orologio.
Il suo nome è talmente caratteristico (Cosmina) che potrebbe quasi essere il suo di battesimo. Ha 26 anni, la consueta prole da mantenere ed è qui da circa 10 mesi. La padronanza dell'italiano è già più che sufficiente per sostenere le solite quattro chiacchiere da aperitivo, per cui il viaggio sino al suo loft trascorre piacevole. E' però lei stessa ad ammettere di avere difficoltà nell'indicare gli oggetti della vita di tutti i giorni: "Ad esempio, come la chiamate voi ... piastra?". "Cosa intendi, quella per lisciarsi i capelli?", la guardo strabuzzando gli occhi, perché non capisco come possa esserle saltata in mente una suppellettile così inconsueta. "No, quella in cui si mangia", mima con le mani. "Ah, il piatto! E come si dice nella tua lingua?", le domando. "Farfuria", imparo una nuova parola di rumeno, che non ha sicuramente portato con sè l'imperatore Traiano ma che dovrebbe essere di origine turca.
UN SALTO NEL PASSATO
Dopo qualche minuto di viaggio siamo a destinazione e il caseggiato mi è già noto, perché lì mi avevano condotto sia Andreea che Alina la Perlettina dei poveri, due intrattenitrici che quasi sicuramente sono ormai scomparse dal giro. Entrati nell'androne, c'è ancora da superare una rampa di scale, prima di essere davvero arrivati. Ma, per chi si è inerpicato su sino al primo piano del civico 22 di Dalmine, questa è quasi una passeggiata di salute.
L'appartamento è molto spazioso, ma è abbastanza evidente che nessuno ci ha più messo mano dagli anni '60 (e forse neppure quelli del Novecento ...). Attraversiamo il soggiorno/cucina, che è decisamente spoglio (l'unico dettaglio degno di menzione è il frigorifero con le figurine appiccicate sulle ante), vedo il bagno di fronte a me e poi svoltiamo a sinistra, nella camera matrimoniale, altrettanto essenziale nell'arredamento. C'è il lettone di fronte, un armadio su un lato e un enorme comò alle nostre spalle. Lì la fanciulla appoggia la borsetta e il giubbotto di jeans che indossava e poi mi indica il porta-abiti di legno, probabilmente l'art. n°1 del catalogo Foppapedretti: "Se vuoi, appendi lì i tuoi vestiti". Quasi mi pento di non essermi presentato in giacca e cravatta, perché neppure a casa mia sono così attrezzato
UN FISICO MINUTO
Mentre si sfila le scarpe, Cosmina mi mostra quanto il continuo passeggiare avanti e indietro abbia smangiato la base del vertiginoso tacco (mi annnoto allora sul taccuino di chiedere al Benaglia di stenderle un tappeto rosso, per ovviare a questo increscioso problema). Dopo che se le è tolte, perde una buona spanna di statura e si abbassa a poco più di 1,60. Potrebbe essere alta più o meno come l'Adriana del Kebab, ma ha una corporatura un po' più longilinea della sua collega di Dalmine. Mi dice infatti che il suo peso-forma è di 47-48 kg, ma che alcune settimana di relax in Romania l'hanno portata sino a 51. Non sono ancora in grado di giudicare dove li abbia depositati, perché per il momento non si tolta il coordinato di pizzo bianco, che mi cela alla vista sia la vulva che i seni. Le gambe sono snelle (c'è solo qualche leggero inestetismo sui fianchi), l'addome è sostanzialmente piatto e l'unico dettaglio che stona un po' sono i piedi, decisamente rovinati dalle lunghe ore trascorse con le high heels indosso. La testa è piccola e dalla forma ovale (ma forse l'impressione è accentuata dai capelli tirati indietro e poi raccordati con una lunga coda artificiale), mentre i lineamenti sono un po' scavati. Gli occhi hanno una tinta particolare, castana ma con riflessi verdi.
"Posso usare il bagno?", le domando. Lei e le sue colleghe non devono ricevere frequenti visite, perché un po' imbarazzata ammette di non avere il classico rotolone Regina a disposizione. Accanto al lavandino c'è il cesto della biancheria sporca e lì dentro ci sono un sacco di asciugamano, soluzione decisamente meno igienica. Mi do comunque una lindata alle pudenda e, quando rientro in camera, mi passa un fazzoletto umidificato, per asciugarmi alla bell'e meglio.
LA RECE VERA E PROPRIA
Sbrigate tutte queste pratiche, è finalmente tempo che si balzi sul lettone. Io mi corico supino nel mezzo, lei si toglie il reggipetto (mettendo alla vista una seno di taglia un po' superiore alla seconda, abbastanza allungato e leggermente sgonfio), mi fa un bel sorriso e si cala gattoni su di me. Prima ancora di prendersi cura del fratellino, le sue prime attenzioni sono per i miei capezzoli, che vengono entrambi deliziati da un piacevole succhiotto. Mi sbaciucchia un po' anche l'addome e pian piano scivola indietro, sino a posizionarsi sopra il mio basso ventre. Se avessi avuto i gioielli di famiglia perfettamente glabri, probabilmente anche loro sarebbero stati accarezzati dalla lingua di Cosmina. Ma lì cresce una discreta boscaglia e quindi non lo scopriremo mai ...
Senza neppure che ci sia bisogno di smanacciarlo, il fratellino si è risvegliato dal suo torpore ed è già discretamente arzillo. Non è ancora asta, ma già abbastanza ritto da poter essere incappucciato. Viene dunque scartato il classico gommone rosso, la fanciulla inizia a infilarmelo e poi, con la scusa che il mio membro è troppo grosso e teme di farmi male con le unghie, lascia che sia io a completare l'opera. Diciamo piuttosto che è lei ad acquistare gommini di taglia mignon, perché non è proprio credibile che un pene che ha malapena raggiunto il 50% del turgore possa essere troppo ingombrante!
Non è però questa la sede per discutere se sia meglio Durex, Control, Serena o una delle mille sotto-marche che sono vendute a un tot/kg, per cui si può passare oltre. Cosmina mi fa divaricare le gambe e si accovaccia proprio nel mezzo, dando inizio a un BJ fatto in modo antitetico alle mie abitudini: il ritmo non è quello di un martello pneumatico, ma in compenso il suo pendolamento prevede affondi generosi e non mancano neppure le piccole finezze da amante esperta: ogni tanto si ferma e lecca l'asta sul fianco, qua e là mi lancia uno sguardo assassino e le sue manine carezzano delicatamente i gioielli di famiglia, per poi risalire verso l'addome e i capezzoli. Tutto fatto con buona maestria, ma anche in questa fase mi piace essere un po' attivo e averla così lontana da me non è proprio il massimo, perché posso solo carezzarle un po' le mani e le braccia.
C'E' UNA MISSION DA COMPIERE ...
Trascorso qualche minuto, è il tempo di copulare. "Mi vieni sopra?", mi domanda Cosmina, mentre si sfila le mutandine di pizzo. Detto fatto e ci siamo già rigirati sul lettone, pronti all'infilamento. Tendo meglio il condom sino alla base, mi posiziono sopra di lei, lascio che se lo infili nella vagina e poi si può dare inizio alle danze. Parto con estrema delicatezza (quasi lento come il suo BJ ), perché vedo che inizialmente tiene lì la sua manina, come se volesse controllare la profondità della penetrazione o la corretta copertura dell'asta. Dopo una decina di percussioni, si spegne la luce gialla e il semaforo diventa finalmente verde. Posso allora calarmi del tutto su di lei, cingerla a me, e accelerare il ritmo delle mie pelvi. In questa fase è discretamente partecipativa (o forse ha solo freddo e vuole scaldarsi ), perché mi stringe a sua volta e mi carezza il lato B, partendo dalle scapole, scendendo sino ai glutei e poi viceversa. In questi B-movies di stampo boccaccesco non può ovviamente mancare una colonna sonora all'altezza e non è ben chiaro se stia fingendo più lei o il sottoscritto, che le ansima nell'orecchio ... La mia messinscena dev'essere quantomeno divertente, perché la fanciulla se ne sta con la testa leggermente reclinata su un lato, gli occhi chiusi, i lineamenti rilassati e un bel sorriso disegnato dalle sue labbra.
Quando comincio ad essere davvero sudato, mi risollevo col busto e proseguo un po' puntellato sugli avambracci, immaginando di essere rinfrescato dalla leggera brezza che spira dal mare. In realtà, la stanza da letto è perfettamente sigillata, con tanto di tapparelle abbassate, per cui non tira un filo d'aria e la nuova posizione non è granché d'aiuto. Allora mi fermo e le propongo un primo cambio di posizione, la cui scelta affido a lei. "Pecorina?", è la carta (l'unica, scoprirò poi) che Cosmina estrae dal mazzo. Mi sfilo, ci rigiriamo sul lettone, lascio che sia di nuovo lei a infilarselo e poi si riparte.
... CONDURRE DELLE PECORE ...
Riguardo alla pecorina, non c'è di solito granché da raccontare, perché è una posizione in cui la ragazza è normalmente passiva. E anche Cosmina, all'inizio, non sembra fare eccezione alla regola, per cui il dettaglio più interessante è la cicatrice che le corre lungo la colonna vertebrale. Come poi mi racconterà, ha avuto un incidente stradale quand'era ancora una teen ager ed è dovuta rimanere in convalescenza per diversi mesi, per riprendersi dall'incrinatura di alcune vertebre (ecco perché adesso, a differenza di allora, allaccia sempre la cintura di sicurezza ). Quando il mio stantuffamento inizia a diventare un po' monotono, la fanciulla provvede a ravvivare la situazione, lavorando sia con la manina (che massaggia delicatamente i gioielli di famiglia) che con le pelvi (che si contrappongono al movimento delle mie, percuotendo quanto percuoto e roteando quando roteo).
... PER MANO
Anche le cose più divertenti vengono però a noia, prima o poi, per cui è il momento di chiederle l'ennesimo cambio di posizione. Per quanto raccontato sopra, Cosmina non concede però lo smorzacandela e dunque le propongo di concludere le operazioni con un po' di falegnameria. La richiesta viene accolta, mi sfilo (il canale era ormai decisamente lubrificato) e dunque si riparte con il sottoscritto inginocchiato in mezzo al lettone e lei seduta sotto di me. Anche se le sorreggo la schiena, la sua posizione dev'essere tutt'altro che comoda e, infatti, dopo un paio di minuti mi chiede la cortesia di coricarmi sul letto. La accontento e ci ridisponiamo per l'ennesima volta sul materasso, io supino nel mezzo e lei semi-coricata su un fianco, alla mia destra. Anche nella falegnameria, Cosmina si dimostra discretamente scafata, perché nel mentre avvinghia una gamba alla mia e continua a carezzarmi l'addome e il petto. Quando trovo amanti così esperte, mi domando sempre come mai i rispettivi mariti o compagni le abbiano mollate. Probabilmente, le lande della Dacia devono pullulare di Dee dell'Amore e quindi, morta una papessa, se ne fa un'altra! Oppure devono distruggere di giorno tutto quello che di buono costruiscono di notte
Serve ancora una manciata di minuti della sua pazienza e finalmente il traguardo viene varcato. La fanciulla non si sgancia subito, ma rimaniamo intrecciati per un'altra quindicina di secondi, a carezzarci a vicenda. Poi si dispone ginocchioni e si lascia massaggiare lungamente le gambe, che sono davvero molto levigate. "Come fai ad averle così lisce? Non prendi mai il sole?", le domando, visto che la sua carnagione non è certo brunita come quella di altre fanciulle. "No, anzi ... divento subito scura! Però al massimo potrei prenderlo al solarium, perché non mi sveglio mai prima dell'una!", mi risponde. "E poi - continua - adesso non posso abbronzarmi, perché ho appena fatto un tatuaggio. Mi mostra l'interno del polso destro, dove la scritta One Love è sormontata da una piccola corona.
INCROCI PERICOLOSI
Sperando che il suo unico amore sia il pargoletto e non il probabile "fidanzato" che l'ha condotta a passeggiare lungo il boulevard, è davvero tempo di passare alla rivestizione. Stavolta è Cosmina a fiondarsi in bagno, mentre io mi limito a fare razzia di fazzolettini umidificati, per lindarmi le pudenda e per detergermi alla bell'e meglio dal sudore che è sgorgato copioso. Anche una volta rivestitici, la fanciulla quasi non mi molla più e il cronometro confermerà che ci siamo trattenuti più di 35 minuti solo nel loft. Spente le luci, la porta si chiude alle nostre spalle ed è il momento di scendere le scale. L'amministratore della palazzina dev'essere un colonnello in pensione (spero non Blatter, che ha ben altri problemi in questo momento ), perché le pareti dell'androne sono tappezzate di divieti e obblighi di ogni sorta, come non avevo visto neppure ai tempi di naja. Dai nomi che appaiono nel ruolino settimanale delle corvé, tutti i soldatini (o le soldatine) devono essere rumeni e quindi è comprensibile che si tratti di una truppa un po' indisciplinata ...
Altri cinque minuti di chiacchiere e siamo di nuovo alla sua mattonella. "E' stato un piacere conoscerti", la ringrazio per il gradevole intrattenimento. "Anche per me", ricambia la morettina, mentre scende dalla macchina. Dalla strada non giunge alcuna minaccia ma, una trentina di metri più in là, Michela sta osservando attentamente la scena e la cosa mi allarma decisamente di più. Quando le passo accanto, ripresa la direzione di Bergamo, la bionda di Constanta mi fulmina con lo sguardo e quindi è chiaro che la frittata è fatta. Sono un po' di mesi che non passo da lei ed è già un po' di volte che mi ha guardato imbronciata, mentre mi vedeva transitare lungo il boulevard. Dopo questo sgarbo, però, siamo a livelli di guerra fredda e quindi mi toccherà tornare con un gigantesco mazzo di rose, se vorrò incontrarla di nuovo e sperare in una prestazione amatoria all'altezza della sua fama Però, più che farmi perdonare per il "tradimento", sarà assai più difficile convincerla ad appartarsi per 60, dato che già storceva il naso quando cercavo di ribassare a 80 ... Questa però è una vera e propria chimera e quindi mi accontento di risolvere il problema più semplice, ossia come evitare di presentarmi al lavoro in stato cadaverico, l'indomani mattina. E la soluzione è abbastanza semplice: dirigermi verso la cara branda alla velocità della luce!