[RECE] Diana la ragazza di smeraldo (RUS? MDA?) - OTR notturna - Lentate s.S. (MB)
SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Lentate sul Seveso (MB)
ZONA: 45.679025, 9.114380 (nel parcheggino appena dopo via Aureggi)
NOME: Diana
NAZIONALITA': sedicente russa di San Pietroburgo (Moldava?)
ETA': 27 dichiarati, 32-33 plausibili
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, RAI1 (mission), BJ, RAI1 (smorzacandela), HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 20 + 10 + 20, per varie estensioni di servizi e tempo
COMPENSO CONCORDATO: 20 + 10 + 20
DURATA DELL'INCONTRO: circa 40', da mattonella a mattonella
DESCRIZIONE FISICA: capelli corvini lunghi, viso gradevole che mi ha ricordato un po' quello di Julia di via Cristallo a Lomazzo, occhi scuri, statura appena sopra l'1,60, fisico snello, sodo e ben proporzionato, seni n.v.
ATTITUDINE: superlativa ; parla un buon italiano (essendo in Italia da 6-7 anni) ed è piacevole conversarci
LA MIA RECENSIONE:
Visto che il forum è diventato un po' troppo silente nelle ultime settimane, avrei voluto tenermi il racconto per me. Ho però deciso di postarlo, in segno di gratitudine verso il collega kito, che è praticamente l'unico che sta continuando a postare le sue esperienze
Come avevo scritto nel thread generale, da qualche settimana una fanciulla dal lungo crine moro si è posizionata quasi di fronte a Mila e Alina Karate, nel parcheggio dove la famosa biondina lascia il proprio SUV colossale. Segni particolari: la nuova arrivata lavora già come un'indemoniata ed è quindi molto difficile trovarla alla mattonella. Per il poco tempo che vi rimane, è spesso abbigliata con un vestito di paillettes color smeraldo, che scintilla ogni volta che viene illuminato dai fari delle vetture di passaggio. Per questo, non conoscendone il nome, è stata annotata sul mio taccuino sotto la voce "ragazza di smeraldo".
A ora ormai tarda, il traffico (sia quello normale sia quello dei colleghi/rivali che la corteggiano senza tregua ...) si è finalmente diradato e allora posso accostare per l'intervista di rito. Stasera la moretta non è "la ragazza di smeraldo", perché indossa un abitino corto elasticizzato tutto nero, oltre a stivaloni dello stesso colore (credo scamosciati), che le arrivano poco sopra il ginocchio.
Quando si china verso il finestrino, mi sembra di riconoscere lineamenti che vagamente richiamano quelli della Julia (con la J di Juve, come disse lei) di via Cristallo a Lomazzo. Non è certamente una fotomodella, ma ha comunque un aspetto gradevole e aggraziato, oltre ad apparire ben curata. Da qualche prima rughetta attorno agli occhi, potrebbe avere un'età vicina o attorno alla trentina. Seppure con accento marcatamente straniero, parla un ottimo italiano. E' anche gentile nello scambio di battute e, una volta assicuratomi che i rate siano i soliti del circondario e che il retrobottega sia tranquillo (domanda retorica ...), la invito ad accomodarsi a bordo.
DIANA DA SAN PIETROBURGO
La moretta esordisce subito con uno starnuto, dovuto ovviamente all'alternanza fra il freddo della mattonella (in realtà, ci saranno 11-12°C) e il caldo delle vetture su cui sale. E' quindi il tempo delle presentazioni reciproche, che avvengono proprio mentre transitiamo davanti al duo Mila + Alina Karate, dirigendoci verso la zona dove quasi tutte le fanciulle lentatesi hanno il proprio retrobottega. La ragazza si presenta come Diana, dice di essere originaria di San Pietroburgo (questa l'avevo già sentita, dalla Oksana della fermata del bus ), di avere 27 anni e di essere in Italia da 6-7 anni. Prima di venire a Milano e iniziare a esercitare il mestiere più antico del mondo, avrebbe trascorso lungo tempo in Veneto, svolgendo uno dei classici lavori per cui le ragazze e le signore dell'Est migrano verso l'Italia (no, non sto parlando della ballerina di lap dance ... :P)
Siamo così all'imbosco, che è esattamente lo stesso dove mi aveva condotto un paio di volte la popolana Alexandra. E, in effetti, durante la nostra permanenza al retrobottega, arriveranno altre due macchine che, ad alternanza, parcheggeranno una decina di metri dietro di noi.
Quando le dico che ho solo un pezzo arancione nel portafoglio, mi dice di non avere il resto per il BJ di mutua conoscenza (ha solo pezzi dello stesso colore, avendo fatto tre sessioni consecutive al motel), ma che poi proveremo a chiedere a una delle altre ragazze. Per il momento, non pretende nulla e quindi il foglietto colorato rimane nel mio portafoglio. Mentre lei si toglie la giacchetta nera ed estrae dalla borsetta il necessaire, io calo più prosaicamente le braghe e si può così dare inizio alle danze.
LA RECE VERA E PROPRIA
Diana non parte in quinta sul fratellino (che ovviamente ha ancora la consistenza di un mollusco), ma si china verso le mie gambe e inizia a baciarmi la coscia destra, risalendo da poco sopra il ginocchio sino all'attaccatura dell'anca. Nel frattempo, la sua mano sinistra si insinua sotto la mia camicia e inizia a carezzarmi tutto il torso, partendo dall'addome e risalendo sino al petto. Le sensazioni sono incredibili: brividi di piacere si sprigionano dallo sfioramento della sua mano, mentre percepisco chiaramente il calore e l'umidità della sua bocca sulla gamba, in un cocktail che potrebbe farmi capitolare all'istante. Il fratellino si ringalluzzisce quasi da solo e quasi non servirebbe che l'altra mano di Diana, quella destra, lo impugni dall'alto con le cinque dita chiuse a ragno e inizi a masturbarlo con delicatezza.
Dopo 2-3 minuti di questo trattamento (che mi fa sospettare che Diana abbia ben più esperienza di strada, o di loft, di quanta ne voglia ammettere ...), il compare è giù un obelisco bello ritto in mezzo alle gambe e dunque si può passare a quello che doveva essere il piatto forte del nostro incontro, ossia il BJ conoscitivo. Diana scarta il condom dal suo blister metallico, lo posiziona sulla punta dell'asta e poi lo srotola parzialmente. Il resto dell'opera viene compiuto dalla sua bocca, quando si cala di nuovo sul mio basso ventre e dà inizio al lavoretto orale. Anche il BJ è compiuto con buona maestria, anche se le mie sensazioni potrebbero essere state amplificate dal fatto che il compare era già parecchio su di giri. Diana compie movimenti lunghi e profondi, tenendo una cadenza che è più lenta che veloce. Anche la tecnica è decisamente variegata, perché non si limita al monotono su e giù di altre fanciulle, ma intercala anche movimenti differenti, che non possono che aumentare le sensazioni di piacere che si sprigionano dal mio basso ventre. Ad esempio (e non l'ho visto fare molte volte), bascula con la testa attorno all'asta, facendo sì che il glande compia ripetute rotazioni all'interno della sua bocca, venendo premuto alternativamente dapprima contro la lingua e poi contro l'intero arco del palato. Per almeno un paio di volte, Diana si sfila dall'asta e inizia a leccarla voluttuosamente sul fianco, mentre una delle sue mani malandrine massaggia i gioielli di famiglia. L'altra, quasi sin da subito, ha iniziato a "lavorare ai fianchi" la base del fratellino, in un modo che non mi è sembrato esagerato, ma ben sinergico al lavorio di bocca.
Il tutto è condito dal suo continuo ansimare e dal frenetico srotolarsi dei miei tentacoli. Inizialmente le massaggio il collo, la parte alta della schiena e le spalle, approfittando della generosa scollatura posteriore del suo abito, che ha anche una foggia strana su un lato, grazie alla quale rimane quasi nuda buona parte del braccio destro. Mi spingo poi verso il basso e, piano piano, riesco a sollevare l'orlo dell'abitino (che già non era molto lungo di suo ...), fino a portarlo sopra la linea della cintola. Non riesco a toccare la nuda pelle, ma ho comunque modo di saggiare per bene l'ottimo tono muscolare delle sue cosce e delle sue chiappette (che si tengono quasi in una mano), dato indossa solo i sottili collant d'ordinanza. Stranamente sono scuri e non trasparenti come quelli indossati da quasi tutte le altre ragazze, per cui Diana - nella sua mise "all black" di stasera - è davvero assai poco visibile nel parcheggino oscuro dove staziona in attesa dei clienti. L'unico peccato è che la moretta lavori in torsione e non ginocchioni (ma così avrebbe distrutto le modanature della portiera coi tacchi degli stivali!), il che mi avrebbe permesso anche di carezzarle le cosce e di salire ad assaggiare la zona del piacere.
LA MISSIONE SI FA PIU' COMPLESSA
"Fermati, ti prego!", invoco il time-out, per non capitolare prematuramente. Nonostante sia già trascorso un tempo più che congruo, la fanciulla accetta di accendere il televisore su RAI1, integrando il rate di base con un solo foglietto rosso (in realtà, come scrivevo sopra, non è ancora avvenuto alcuno scambio di biglietti colorati). Aspetto allora che lei si sfili gli stivali (operazione che richiede ovviamente un po' di tempo), che si tolga una gamba dei collant e le mutandine e sono pronto a balzare dal suo lato. Non prima, è chiaro, che lei abbia anche reclinato il sedile
Diana si inumidisce un po' la vulva con la saliva, apre le gambe a ranocchia ed è pronta ad accogliere il mio compare scalpitante dentro di lei. Dopo che l'asta è stata infilata con la necessaria calma nell'orifizio, la moretta si distende completamente sullo schienale, io mi puntello a braccia distese e posso finalmente dare inizio alla mia danza pelvica. Devo partire abbastanza piano, perché sento il pertugio stretto e ancora poco scorrevole, ma dopo meno di una decina di percussioni lente l'orifizio si è dilatato a dovere e il movimento si fa più naturale. Diana, dal canto suo, mi cinge dapprima la cintola e poi scende a strizzarmi le chiappe, riprendendo ad ansimare come aveva già fatto durante il BJ.
Non sono più il giovincello di una volta e, trascorsi non più di 1-2 minuti in questa posizione, le braccia iniziano a dolere e anche tutta la catena dorsale, dai lombi a scendere sino alle cosce, si mette a piangere in cinese, in preda a una crisi da acido lattico. Per riprendere un attimo fiato, rallento allora le percussioni e inizio a strusciarmi contro il pube di Diana, premendo con forza e compiendo movimenti circolari. La fanciulla ricambia immediatamente la cortesia, contrapponendo le sue contorsioni pelviche alle mie e intercalando qualche "Oh sì, oh sì!" al suo ansimare.
"Sì, CHE BELLO! Sì, CHE BELLO!"
Dato che non reggerei un'altra galoppata a tronco sollevato, le chiedo il permesso di chinarmi su di lei e mi appoggio del tutto sul suo busto e riprendo prontamente le mie percussioni. Da questo momento iniziano i 4-5 minuti più memorabili della mia carriera OTR (e non solo ...): mentre io ci do dentro come se non ci fosse un domani, Diana muove i suoi tentacoli come un'indemoniata, spostandoli alternativamente su e giù per la schiena: un po' mi strizza le chiappe, un po' mi cinge fortemente la cintola, un po' mi massaggia con energia la parte alta del tronco, insinuando le sue mani malandrine sin quasi alle scapole. Il suo ansimare si fa sempre più frequente, gocce di sudore iniziano a perlarle la fronte e, a un certo punto, se ne esce anche con un "Sì, che bello! Sì, che bello!". Quasi sicuramente recitazione da premio Oscar, ma di solito vale la pena andare a vedere al cinema un film da Oscar, anche se si sa che è tutta finzione ... soprattutto se si fa Oscar di nick
Le danze vengono interrotte solo perché le mie pulsazioni sono andate pericolosamente fuori soglia (non vorrei fare la fine di quell'albergatore veneziano che ha tirato le cuoia una decina di giorni fa a Milano, con tre escort sul suo letto ...), sono sudato come un cammello che ha appena compiuto la traversata del Sahara di corsa e all'interno dell'abitacolo c'è una temperatura e un tasso di umidità che superano quelle di un bagno turco. Tutti i vetri sono completamente appannati e, come ci insegna il buon Francostars, ciò vale quasi come avere l'immunità diplomatica, se improvvisamente dovessero materializzarsi minacce aliene dei colori più disparati.
Anche Diana è un bagno di sudore e, mentre mi osserva un po' esausta, mi domanda: "Che vogliamo fare?". Nonostante il quarto d'ora abbondante che è appena trascorso sia stato superlativo, la bottiglia di champagne non è stata ancora stappata per brindare e le domando se, lasciandole un intero foglietto arancione anziché il trentello concordato, si possa ripartire con un'altra sessione di intrattenimento. La moretta esita un attimo, ma poi accetta, dicendomi di tornare sul lato del conducente (e la contabilità delle spese, sino a questo momento, rimane sempre virtuale, senza che avvenga scambio di biglietti colorati). Come richiesto, mi sfilo e mi riaccomodo dalla mia parte. Dovendo ripartire con il BJ, rimuovo anche il condom usato e lo ripongo sul fazzolettino che aveva predisposto all'uopo, lasciando a Diana l'incombenza di reincappucciare il fratellino.
SI RIPARTE
Evito di descrivere in dettaglio la ripetizione del lavoretto orale, menzionando solo che stavolta la moretta ha le gambe desnude (non indossa più né i collant, se non fino a un'altezza che non mi è più d'intralcio, né le mutandine), per cui è con ancora più piacere che i miei tentacoli possono srotolarsi verso le sue chiappette, che sono lisce oltre che sode. Poi le chiederò se faccia ginnastica, ma mi dice di essere tonica di suo e che l'unica palestra a cui è iscritta è quella del Miglio d'Oro di Lentate
Quando il compare sta di nuovo per ribollire e sarebbe pronto a eruttare come un vulcano, le chiedo di passare di nuovo alla copulazione. Dato che la fanciulla non è molto alta (credo sia appena sopra l'1,60, ma davvero ben proporzionata), sarebbe perfetta per una galoppata a smorzacandela e dunque le chiedo questa posizione, evitando così di ripetere la missionaria. Anche perché, se dovessi ripetere io una sessione attiva, rischierebbero davvero di dovere mandare un'ambulanza nel retrobottega di Lentate!
SI SMORZA LA CANDELA
Diana si sposta con agilità felina dalla mia parte e l'unico piccolo intralcio è costituito dal fatto che, stranamente, non ha appallottolato una gamba delle sue calze dentro l'altra, per cui il moncherino penzolante si impiglia nella leva del freno a mano e, per un attimo, sembra quasi che il destino voglia impedire alla moretta di passare sopra di me. Ma, fortunatamente, il Fato non mi era avverso, la semplice matassa viene sbrogliata in un attimo, Diana riesce ad accomodarsi sopra il mio basso ventre e può cominciare quella che dovrebbe essere l'ultima sessione delle nostre danze.
La fanciulla si puntella all'impugnatura della portiera e allo schienale del sedile del passeggero e dà inizio alla propria cavalcata, dapprima con un ritmo tranquillo e poi accelerando con decisione. Da parte mia, le impugno le chiappette e assecondo i suoi movimenti su e giù, per evitare che si stanchi subito. Facendo lavorare soprattutto le gambe flesse, Diana ha però una buona resistenza e quindi lo smorzacandela ha di suo una durata superiore alla media. Quando la moretta inizia a battere un po' la fiacca, mi puntello io con la parte alta della schiena contro lo schienale e con i piedi contro il pianale, cimentandomi in oscillazioni pelviche così frenetiche che non so ancora adesso come abbia fatto a non venirmi il colpo della strega! Il tutto, come da ricetta russa (o moldava?) ormai consolidata, è condito dal continuo ansimare della fanciulla.
Quando tutti e due siamo esausti, Diana si struscia per un po' contro il mio pube. Approfitto della fase di quiete per carezzarle delicatamente le tempie e la fronte, rimuovendo il sudore di cui si era perlata. Per quanto apparentemente sfinita, la moretta decide di concedermi un'ultima galoppata, che durerà un altro paio di minuti scarsi e a cui cercherò di non far mancare il mio contributo, sollevandola prima per le chiappette e contrapponendo poi i miei movimenti pelvici. Il suo ansimare si fa sempre più frenetico, diventa un "Sì, amore! Sì, amore!", per trasformarsi infine nel "Sì, che bello! Sì, che bello!", che segna il climax delle operazioni. Un attimo dopo, Diana si accascia (o meglio, si accoscia) sul mio basso ventre e alza bandiera bianca: "Basta, non ce la faccio più! Sono distrutta!".
FRENCH KISSING ... ALLA MIA COSCIA!
Mi aspetterei di essere mandato a quel paese e invece la moretta di San Pietroburgo si accomoda sul sedile del passeggero, fa un respiro profondo e si richina sui miei Paesi Bassi. Ma non per trastullare di nuovo il mio compare ormai rovente, quanto per riprendere a sbaciucchiare la mia coscia. Tutto si conclude quindi come era iniziato, con Diana che concede un voluttuoso french kissing al mio quadricipite (l'avrei decisamente preferito in bocca ), che con una mano masturba il mio compare e che con l'altra carezza alternativamente i gioielli di famiglia e il mio tronco, ormai fradicio come se avessi fatto una doccia.
Neppure questa insidiosa azione a tenaglia è però sufficiente a causare la capitolazione (anche perché sto cercando di pensare alla Vecchia di Lallio, per tenere duro ancora un paio di minuti e godermi il momento ...) e allora Diana si arresta, alzando definitivamente bandiera bianca: "Guarda, non ce la faccio davvero più! Sono distrutta e non so se dopo riesco a lavorare ancora!". Le propongo allora di concedermi ancora 1-2 minuti di autoerotismo, lasciando che la carezzi un po'. La fanciulla accetta, si rimette comoda sul sedile e lascia che io porti a completamento le operazioni. Mentre la mia mano destra carezza con piacere le sue cosce sode e levigate, la sinistra armeggia sul compare che, stretto nella morsa della sua fida mano amica, non impiega molto a riversare nel condom il carico di piacere che si era accumulato.
QUATTRO CHIACCHIERE FINALI
Concluse le danze, c'è tempo per scambiare ancora quattro chiacchiere (oltre ai rispettivi numeri di telefono) e scopro così diversi dettagli del passato e del presente di Diana. Quello che meno mi torna è l'età dell'erede che ha messo al mondo, perché sottraendo la sua età a quella della mamma, il parto dovrebbe essere avvenuto più o meno 9 mesi dopo la prima festicciola di compleanno delle scuole medie. Più probabile quindi che la moretta abbia in realtà 32-33 anni, come le prime rughette attorno agli occhi facevano pensare.
Mi racconta poi di essere auto-munita (mi ha anche spiegato qual è la sua macchina, per riconoscere se sia presente o meno) e, tutta orgogliosa, mi spiega di avere guidato personalmente sino al suo villaggio a 20 km da San Pietroburgo. Anche dal nome dell'erede, l'avrei tesserata al 100% per la nazionale della Moldova (come tutte le sue vicine), ma il chilometraggio del viaggio (2.800 km) collima abbastanza bene con la tratta Milano - Leningrado, mentre sarebbe decisamente eccessivo per raggiungere Chisinau e dintorni.
Ci sarà tempo per approfondire le indagini in futuro, perché nel frattempo siamo di nuovo transitati accanto a una Mila a un'Alina Karate stranamente inoperose e abbiamo raggiunto la mattonella di Diana. Ci scambiamo i classici bacetti della buona notte, io rimetto le coordinate della branda nel navigatore (sono talmente in estasi che potrei non ritrovare la strada di casa ), mentre lei riprende sicuramente a passeggiare, in attesa del prossimo cliente. Alla faccia dello sfinimento che invocava sino a cinque minuti prima, chiedendo la sostituzione all'allenatore in panchina ...
Nell'estasi, mi ero persino dimenticato di versarle l'obolo per la prestazione, ma Diana è stata ben più lucida di me e se n'è ovviamente ricordata, prima che ripartissimo dal retrobottega. Avendo alla fine arrotondato il corrispettivo a una mezza piotta, la moretta non deve neppure darmi il resto e abbiamo quindi evitato la scena epica, quanto imbarazzante, di accostare da Mila o da Alina Battisti e chiedere loro se avessero da cambiare in pezzi più piccoli
Come spesso leggo in coda ai racconti di altri colleghi, soprattutto sul forum concorrente, vorrei poter scrivere che è stato tutto un sogno e che mi sono svegliato fradicio di sudore e con le lenzuola sfatte. Ma è tutto maledettamente vero e, se ve l'ho raccontato, è solo perché non vorrei infatuarmi della ragazza e ritrovarmi a cantare la serenata sotto il balcone di Diana, come fece Romeo con Giulietta ...
SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Lentate sul Seveso (MB)
ZONA: 45.679025, 9.114380 (nel parcheggino appena dopo via Aureggi)
NOME: Diana
NAZIONALITA': sedicente russa di San Pietroburgo (Moldava?)
ETA': 27 dichiarati, 32-33 plausibili
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, RAI1 (mission), BJ, RAI1 (smorzacandela), HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 20 + 10 + 20, per varie estensioni di servizi e tempo
COMPENSO CONCORDATO: 20 + 10 + 20
DURATA DELL'INCONTRO: circa 40', da mattonella a mattonella
DESCRIZIONE FISICA: capelli corvini lunghi, viso gradevole che mi ha ricordato un po' quello di Julia di via Cristallo a Lomazzo, occhi scuri, statura appena sopra l'1,60, fisico snello, sodo e ben proporzionato, seni n.v.
ATTITUDINE: superlativa ; parla un buon italiano (essendo in Italia da 6-7 anni) ed è piacevole conversarci
LA MIA RECENSIONE:
Visto che il forum è diventato un po' troppo silente nelle ultime settimane, avrei voluto tenermi il racconto per me. Ho però deciso di postarlo, in segno di gratitudine verso il collega kito, che è praticamente l'unico che sta continuando a postare le sue esperienze
Come avevo scritto nel thread generale, da qualche settimana una fanciulla dal lungo crine moro si è posizionata quasi di fronte a Mila e Alina Karate, nel parcheggio dove la famosa biondina lascia il proprio SUV colossale. Segni particolari: la nuova arrivata lavora già come un'indemoniata ed è quindi molto difficile trovarla alla mattonella. Per il poco tempo che vi rimane, è spesso abbigliata con un vestito di paillettes color smeraldo, che scintilla ogni volta che viene illuminato dai fari delle vetture di passaggio. Per questo, non conoscendone il nome, è stata annotata sul mio taccuino sotto la voce "ragazza di smeraldo".
A ora ormai tarda, il traffico (sia quello normale sia quello dei colleghi/rivali che la corteggiano senza tregua ...) si è finalmente diradato e allora posso accostare per l'intervista di rito. Stasera la moretta non è "la ragazza di smeraldo", perché indossa un abitino corto elasticizzato tutto nero, oltre a stivaloni dello stesso colore (credo scamosciati), che le arrivano poco sopra il ginocchio.
Quando si china verso il finestrino, mi sembra di riconoscere lineamenti che vagamente richiamano quelli della Julia (con la J di Juve, come disse lei) di via Cristallo a Lomazzo. Non è certamente una fotomodella, ma ha comunque un aspetto gradevole e aggraziato, oltre ad apparire ben curata. Da qualche prima rughetta attorno agli occhi, potrebbe avere un'età vicina o attorno alla trentina. Seppure con accento marcatamente straniero, parla un ottimo italiano. E' anche gentile nello scambio di battute e, una volta assicuratomi che i rate siano i soliti del circondario e che il retrobottega sia tranquillo (domanda retorica ...), la invito ad accomodarsi a bordo.
DIANA DA SAN PIETROBURGO
La moretta esordisce subito con uno starnuto, dovuto ovviamente all'alternanza fra il freddo della mattonella (in realtà, ci saranno 11-12°C) e il caldo delle vetture su cui sale. E' quindi il tempo delle presentazioni reciproche, che avvengono proprio mentre transitiamo davanti al duo Mila + Alina Karate, dirigendoci verso la zona dove quasi tutte le fanciulle lentatesi hanno il proprio retrobottega. La ragazza si presenta come Diana, dice di essere originaria di San Pietroburgo (questa l'avevo già sentita, dalla Oksana della fermata del bus ), di avere 27 anni e di essere in Italia da 6-7 anni. Prima di venire a Milano e iniziare a esercitare il mestiere più antico del mondo, avrebbe trascorso lungo tempo in Veneto, svolgendo uno dei classici lavori per cui le ragazze e le signore dell'Est migrano verso l'Italia (no, non sto parlando della ballerina di lap dance ... :P)
Siamo così all'imbosco, che è esattamente lo stesso dove mi aveva condotto un paio di volte la popolana Alexandra. E, in effetti, durante la nostra permanenza al retrobottega, arriveranno altre due macchine che, ad alternanza, parcheggeranno una decina di metri dietro di noi.
Quando le dico che ho solo un pezzo arancione nel portafoglio, mi dice di non avere il resto per il BJ di mutua conoscenza (ha solo pezzi dello stesso colore, avendo fatto tre sessioni consecutive al motel), ma che poi proveremo a chiedere a una delle altre ragazze. Per il momento, non pretende nulla e quindi il foglietto colorato rimane nel mio portafoglio. Mentre lei si toglie la giacchetta nera ed estrae dalla borsetta il necessaire, io calo più prosaicamente le braghe e si può così dare inizio alle danze.
LA RECE VERA E PROPRIA
Diana non parte in quinta sul fratellino (che ovviamente ha ancora la consistenza di un mollusco), ma si china verso le mie gambe e inizia a baciarmi la coscia destra, risalendo da poco sopra il ginocchio sino all'attaccatura dell'anca. Nel frattempo, la sua mano sinistra si insinua sotto la mia camicia e inizia a carezzarmi tutto il torso, partendo dall'addome e risalendo sino al petto. Le sensazioni sono incredibili: brividi di piacere si sprigionano dallo sfioramento della sua mano, mentre percepisco chiaramente il calore e l'umidità della sua bocca sulla gamba, in un cocktail che potrebbe farmi capitolare all'istante. Il fratellino si ringalluzzisce quasi da solo e quasi non servirebbe che l'altra mano di Diana, quella destra, lo impugni dall'alto con le cinque dita chiuse a ragno e inizi a masturbarlo con delicatezza.
Dopo 2-3 minuti di questo trattamento (che mi fa sospettare che Diana abbia ben più esperienza di strada, o di loft, di quanta ne voglia ammettere ...), il compare è giù un obelisco bello ritto in mezzo alle gambe e dunque si può passare a quello che doveva essere il piatto forte del nostro incontro, ossia il BJ conoscitivo. Diana scarta il condom dal suo blister metallico, lo posiziona sulla punta dell'asta e poi lo srotola parzialmente. Il resto dell'opera viene compiuto dalla sua bocca, quando si cala di nuovo sul mio basso ventre e dà inizio al lavoretto orale. Anche il BJ è compiuto con buona maestria, anche se le mie sensazioni potrebbero essere state amplificate dal fatto che il compare era già parecchio su di giri. Diana compie movimenti lunghi e profondi, tenendo una cadenza che è più lenta che veloce. Anche la tecnica è decisamente variegata, perché non si limita al monotono su e giù di altre fanciulle, ma intercala anche movimenti differenti, che non possono che aumentare le sensazioni di piacere che si sprigionano dal mio basso ventre. Ad esempio (e non l'ho visto fare molte volte), bascula con la testa attorno all'asta, facendo sì che il glande compia ripetute rotazioni all'interno della sua bocca, venendo premuto alternativamente dapprima contro la lingua e poi contro l'intero arco del palato. Per almeno un paio di volte, Diana si sfila dall'asta e inizia a leccarla voluttuosamente sul fianco, mentre una delle sue mani malandrine massaggia i gioielli di famiglia. L'altra, quasi sin da subito, ha iniziato a "lavorare ai fianchi" la base del fratellino, in un modo che non mi è sembrato esagerato, ma ben sinergico al lavorio di bocca.
Il tutto è condito dal suo continuo ansimare e dal frenetico srotolarsi dei miei tentacoli. Inizialmente le massaggio il collo, la parte alta della schiena e le spalle, approfittando della generosa scollatura posteriore del suo abito, che ha anche una foggia strana su un lato, grazie alla quale rimane quasi nuda buona parte del braccio destro. Mi spingo poi verso il basso e, piano piano, riesco a sollevare l'orlo dell'abitino (che già non era molto lungo di suo ...), fino a portarlo sopra la linea della cintola. Non riesco a toccare la nuda pelle, ma ho comunque modo di saggiare per bene l'ottimo tono muscolare delle sue cosce e delle sue chiappette (che si tengono quasi in una mano), dato indossa solo i sottili collant d'ordinanza. Stranamente sono scuri e non trasparenti come quelli indossati da quasi tutte le altre ragazze, per cui Diana - nella sua mise "all black" di stasera - è davvero assai poco visibile nel parcheggino oscuro dove staziona in attesa dei clienti. L'unico peccato è che la moretta lavori in torsione e non ginocchioni (ma così avrebbe distrutto le modanature della portiera coi tacchi degli stivali!), il che mi avrebbe permesso anche di carezzarle le cosce e di salire ad assaggiare la zona del piacere.
LA MISSIONE SI FA PIU' COMPLESSA
"Fermati, ti prego!", invoco il time-out, per non capitolare prematuramente. Nonostante sia già trascorso un tempo più che congruo, la fanciulla accetta di accendere il televisore su RAI1, integrando il rate di base con un solo foglietto rosso (in realtà, come scrivevo sopra, non è ancora avvenuto alcuno scambio di biglietti colorati). Aspetto allora che lei si sfili gli stivali (operazione che richiede ovviamente un po' di tempo), che si tolga una gamba dei collant e le mutandine e sono pronto a balzare dal suo lato. Non prima, è chiaro, che lei abbia anche reclinato il sedile
Diana si inumidisce un po' la vulva con la saliva, apre le gambe a ranocchia ed è pronta ad accogliere il mio compare scalpitante dentro di lei. Dopo che l'asta è stata infilata con la necessaria calma nell'orifizio, la moretta si distende completamente sullo schienale, io mi puntello a braccia distese e posso finalmente dare inizio alla mia danza pelvica. Devo partire abbastanza piano, perché sento il pertugio stretto e ancora poco scorrevole, ma dopo meno di una decina di percussioni lente l'orifizio si è dilatato a dovere e il movimento si fa più naturale. Diana, dal canto suo, mi cinge dapprima la cintola e poi scende a strizzarmi le chiappe, riprendendo ad ansimare come aveva già fatto durante il BJ.
Non sono più il giovincello di una volta e, trascorsi non più di 1-2 minuti in questa posizione, le braccia iniziano a dolere e anche tutta la catena dorsale, dai lombi a scendere sino alle cosce, si mette a piangere in cinese, in preda a una crisi da acido lattico. Per riprendere un attimo fiato, rallento allora le percussioni e inizio a strusciarmi contro il pube di Diana, premendo con forza e compiendo movimenti circolari. La fanciulla ricambia immediatamente la cortesia, contrapponendo le sue contorsioni pelviche alle mie e intercalando qualche "Oh sì, oh sì!" al suo ansimare.
"Sì, CHE BELLO! Sì, CHE BELLO!"
Dato che non reggerei un'altra galoppata a tronco sollevato, le chiedo il permesso di chinarmi su di lei e mi appoggio del tutto sul suo busto e riprendo prontamente le mie percussioni. Da questo momento iniziano i 4-5 minuti più memorabili della mia carriera OTR (e non solo ...): mentre io ci do dentro come se non ci fosse un domani, Diana muove i suoi tentacoli come un'indemoniata, spostandoli alternativamente su e giù per la schiena: un po' mi strizza le chiappe, un po' mi cinge fortemente la cintola, un po' mi massaggia con energia la parte alta del tronco, insinuando le sue mani malandrine sin quasi alle scapole. Il suo ansimare si fa sempre più frequente, gocce di sudore iniziano a perlarle la fronte e, a un certo punto, se ne esce anche con un "Sì, che bello! Sì, che bello!". Quasi sicuramente recitazione da premio Oscar, ma di solito vale la pena andare a vedere al cinema un film da Oscar, anche se si sa che è tutta finzione ... soprattutto se si fa Oscar di nick
Le danze vengono interrotte solo perché le mie pulsazioni sono andate pericolosamente fuori soglia (non vorrei fare la fine di quell'albergatore veneziano che ha tirato le cuoia una decina di giorni fa a Milano, con tre escort sul suo letto ...), sono sudato come un cammello che ha appena compiuto la traversata del Sahara di corsa e all'interno dell'abitacolo c'è una temperatura e un tasso di umidità che superano quelle di un bagno turco. Tutti i vetri sono completamente appannati e, come ci insegna il buon Francostars, ciò vale quasi come avere l'immunità diplomatica, se improvvisamente dovessero materializzarsi minacce aliene dei colori più disparati.
Anche Diana è un bagno di sudore e, mentre mi osserva un po' esausta, mi domanda: "Che vogliamo fare?". Nonostante il quarto d'ora abbondante che è appena trascorso sia stato superlativo, la bottiglia di champagne non è stata ancora stappata per brindare e le domando se, lasciandole un intero foglietto arancione anziché il trentello concordato, si possa ripartire con un'altra sessione di intrattenimento. La moretta esita un attimo, ma poi accetta, dicendomi di tornare sul lato del conducente (e la contabilità delle spese, sino a questo momento, rimane sempre virtuale, senza che avvenga scambio di biglietti colorati). Come richiesto, mi sfilo e mi riaccomodo dalla mia parte. Dovendo ripartire con il BJ, rimuovo anche il condom usato e lo ripongo sul fazzolettino che aveva predisposto all'uopo, lasciando a Diana l'incombenza di reincappucciare il fratellino.
SI RIPARTE
Evito di descrivere in dettaglio la ripetizione del lavoretto orale, menzionando solo che stavolta la moretta ha le gambe desnude (non indossa più né i collant, se non fino a un'altezza che non mi è più d'intralcio, né le mutandine), per cui è con ancora più piacere che i miei tentacoli possono srotolarsi verso le sue chiappette, che sono lisce oltre che sode. Poi le chiederò se faccia ginnastica, ma mi dice di essere tonica di suo e che l'unica palestra a cui è iscritta è quella del Miglio d'Oro di Lentate
Quando il compare sta di nuovo per ribollire e sarebbe pronto a eruttare come un vulcano, le chiedo di passare di nuovo alla copulazione. Dato che la fanciulla non è molto alta (credo sia appena sopra l'1,60, ma davvero ben proporzionata), sarebbe perfetta per una galoppata a smorzacandela e dunque le chiedo questa posizione, evitando così di ripetere la missionaria. Anche perché, se dovessi ripetere io una sessione attiva, rischierebbero davvero di dovere mandare un'ambulanza nel retrobottega di Lentate!
SI SMORZA LA CANDELA
Diana si sposta con agilità felina dalla mia parte e l'unico piccolo intralcio è costituito dal fatto che, stranamente, non ha appallottolato una gamba delle sue calze dentro l'altra, per cui il moncherino penzolante si impiglia nella leva del freno a mano e, per un attimo, sembra quasi che il destino voglia impedire alla moretta di passare sopra di me. Ma, fortunatamente, il Fato non mi era avverso, la semplice matassa viene sbrogliata in un attimo, Diana riesce ad accomodarsi sopra il mio basso ventre e può cominciare quella che dovrebbe essere l'ultima sessione delle nostre danze.
La fanciulla si puntella all'impugnatura della portiera e allo schienale del sedile del passeggero e dà inizio alla propria cavalcata, dapprima con un ritmo tranquillo e poi accelerando con decisione. Da parte mia, le impugno le chiappette e assecondo i suoi movimenti su e giù, per evitare che si stanchi subito. Facendo lavorare soprattutto le gambe flesse, Diana ha però una buona resistenza e quindi lo smorzacandela ha di suo una durata superiore alla media. Quando la moretta inizia a battere un po' la fiacca, mi puntello io con la parte alta della schiena contro lo schienale e con i piedi contro il pianale, cimentandomi in oscillazioni pelviche così frenetiche che non so ancora adesso come abbia fatto a non venirmi il colpo della strega! Il tutto, come da ricetta russa (o moldava?) ormai consolidata, è condito dal continuo ansimare della fanciulla.
Quando tutti e due siamo esausti, Diana si struscia per un po' contro il mio pube. Approfitto della fase di quiete per carezzarle delicatamente le tempie e la fronte, rimuovendo il sudore di cui si era perlata. Per quanto apparentemente sfinita, la moretta decide di concedermi un'ultima galoppata, che durerà un altro paio di minuti scarsi e a cui cercherò di non far mancare il mio contributo, sollevandola prima per le chiappette e contrapponendo poi i miei movimenti pelvici. Il suo ansimare si fa sempre più frenetico, diventa un "Sì, amore! Sì, amore!", per trasformarsi infine nel "Sì, che bello! Sì, che bello!", che segna il climax delle operazioni. Un attimo dopo, Diana si accascia (o meglio, si accoscia) sul mio basso ventre e alza bandiera bianca: "Basta, non ce la faccio più! Sono distrutta!".
FRENCH KISSING ... ALLA MIA COSCIA!
Mi aspetterei di essere mandato a quel paese e invece la moretta di San Pietroburgo si accomoda sul sedile del passeggero, fa un respiro profondo e si richina sui miei Paesi Bassi. Ma non per trastullare di nuovo il mio compare ormai rovente, quanto per riprendere a sbaciucchiare la mia coscia. Tutto si conclude quindi come era iniziato, con Diana che concede un voluttuoso french kissing al mio quadricipite (l'avrei decisamente preferito in bocca ), che con una mano masturba il mio compare e che con l'altra carezza alternativamente i gioielli di famiglia e il mio tronco, ormai fradicio come se avessi fatto una doccia.
Neppure questa insidiosa azione a tenaglia è però sufficiente a causare la capitolazione (anche perché sto cercando di pensare alla Vecchia di Lallio, per tenere duro ancora un paio di minuti e godermi il momento ...) e allora Diana si arresta, alzando definitivamente bandiera bianca: "Guarda, non ce la faccio davvero più! Sono distrutta e non so se dopo riesco a lavorare ancora!". Le propongo allora di concedermi ancora 1-2 minuti di autoerotismo, lasciando che la carezzi un po'. La fanciulla accetta, si rimette comoda sul sedile e lascia che io porti a completamento le operazioni. Mentre la mia mano destra carezza con piacere le sue cosce sode e levigate, la sinistra armeggia sul compare che, stretto nella morsa della sua fida mano amica, non impiega molto a riversare nel condom il carico di piacere che si era accumulato.
QUATTRO CHIACCHIERE FINALI
Concluse le danze, c'è tempo per scambiare ancora quattro chiacchiere (oltre ai rispettivi numeri di telefono) e scopro così diversi dettagli del passato e del presente di Diana. Quello che meno mi torna è l'età dell'erede che ha messo al mondo, perché sottraendo la sua età a quella della mamma, il parto dovrebbe essere avvenuto più o meno 9 mesi dopo la prima festicciola di compleanno delle scuole medie. Più probabile quindi che la moretta abbia in realtà 32-33 anni, come le prime rughette attorno agli occhi facevano pensare.
Mi racconta poi di essere auto-munita (mi ha anche spiegato qual è la sua macchina, per riconoscere se sia presente o meno) e, tutta orgogliosa, mi spiega di avere guidato personalmente sino al suo villaggio a 20 km da San Pietroburgo. Anche dal nome dell'erede, l'avrei tesserata al 100% per la nazionale della Moldova (come tutte le sue vicine), ma il chilometraggio del viaggio (2.800 km) collima abbastanza bene con la tratta Milano - Leningrado, mentre sarebbe decisamente eccessivo per raggiungere Chisinau e dintorni.
Ci sarà tempo per approfondire le indagini in futuro, perché nel frattempo siamo di nuovo transitati accanto a una Mila a un'Alina Karate stranamente inoperose e abbiamo raggiunto la mattonella di Diana. Ci scambiamo i classici bacetti della buona notte, io rimetto le coordinate della branda nel navigatore (sono talmente in estasi che potrei non ritrovare la strada di casa ), mentre lei riprende sicuramente a passeggiare, in attesa del prossimo cliente. Alla faccia dello sfinimento che invocava sino a cinque minuti prima, chiedendo la sostituzione all'allenatore in panchina ...
Nell'estasi, mi ero persino dimenticato di versarle l'obolo per la prestazione, ma Diana è stata ben più lucida di me e se n'è ovviamente ricordata, prima che ripartissimo dal retrobottega. Avendo alla fine arrotondato il corrispettivo a una mezza piotta, la moretta non deve neppure darmi il resto e abbiamo quindi evitato la scena epica, quanto imbarazzante, di accostare da Mila o da Alina Battisti e chiedere loro se avessero da cambiare in pezzi più piccoli
Come spesso leggo in coda ai racconti di altri colleghi, soprattutto sul forum concorrente, vorrei poter scrivere che è stato tutto un sogno e che mi sono svegliato fradicio di sudore e con le lenzuola sfatte. Ma è tutto maledettamente vero e, se ve l'ho raccontato, è solo perché non vorrei infatuarmi della ragazza e ritrovarmi a cantare la serenata sotto il balcone di Diana, come fece Romeo con Giulietta ...