SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Ghisalba (BG)
ZONA: 45.595672, 9.787155 (alla rotonda dove via Cossali confluisce sulla SP97)
NOME: Diana
NAZIONALITA': Rumena di Iasi
ETA': 23 (o 24?) dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ + HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 30
COMPENSO CONCORDATO: 30
DURATA DELL'INCONTRO: ca. 10-12'
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65-1,70, capelli scuri lunghi e sciolti sui lati, viso carino, occhi scuri, corporatura snella e ben proporzionata con belle gambe e fondoschiena, seno n.v.
ATTITUDINE: troppo amante del cronometro ; abbastanza ciarliera
LA MIA RECENSIONE:
Il rate è il consueto della zona (30 anche solo per fare la conoscenza reciproca in macchina) e non provo neppure a trattare, sapendo che rimbalzerei contro un muro di gomma. Accomodatasi a bordo, la fanciulla si presenta come Diana e mi invita subito a fare inversione di marcia, per dirigerci verso il medesimo imbosco (se così lo si può definire) dove ero stato con la caliente Maria. Diana si dimostra subito abbastanza ciarliera: esaurite rapidamente le formalità anagrafiche iniziali (è rumena, ca va sans dire, e ha 23-24 anni, ora non ricordo più con esattezza), parte subito per la tangente e inizia a spiegarmi che soffre di mal di schiena e che per questo, con l'arrivo delle prime frescure autunnali, ha riposto tutte le minigonne nell'armadio e ha rispolverato fuseaux e pantaloni. Provo timidamente a obiettare che forse i suoi dolori sono causati dai tacchi vertiginosi che indossa e dalla lunga postura verticale, ma non devo somigliare abbastanza al dr. House da risultare sufficientemente convincente
Sviscerato un argomento che mai mi sarei aspettato di dover affrontare con una giovane ventenne (al massimo con una zia un po' avanti sia con gli anni che con gli acciacchi), siamo al solito posto. Infilo la vettura dietro un furgone (il che è un bene, perché non sono immediatemente visibile, ma anche un male, perché neppure io riesco a tenere d'occhio l'ingresso della sede operativa) e spegno il motore, consegnandomi nelle mani di Diana.
Da qui in avanti, purtroppo, i ricordi sono estremamente vaghi, perché non si può certo usare l'aggettivo 'pirotecnica' per descrivere la parte strettamente erotica dell'incontro e, ad oggi, è davvero passata troppa acqua sotto i ponti. Credo di avere detto alla fanciulla che poteva rimanere vestita (sia per una questione di sicurezza che per il suo mal di schiena) e di averla poi aiutata a incappucciare il fratellino, tenendolo ritto da sotto. Il BJ di Diana è senz'altro da classificare tra quelli monocorde e senza squilli di tromba, perché il ricordo più erotico di quei dieci minuti è il vicino di piazzola (in realtà distante una decina di metri, quasi in fondo al parcheggio) che si ingroppa con vigore una delle colleghe di Diana. L'altra immagine bene impressa nella mia mente è quella della fanciulla che si risolleva e mi fa notare che le operazioni stanno protraendosi un po' troppo a lungo, per i suoi canoni. Il mio tentativo di farle notare che le ho comunque riconosciuto un obolo più alto sortisce come unico risultato un paio di minuti di tempi supplementari, in cui il fratellino viene smanacciato in modo neppure troppo vigoroso da parte dalla fanciulla. Scaduto l'ulteriore extra-time senza che il traguardo sia stato varcato, Diana fa presente che non può davvero trattenersi più a lungo, salvo che io voglia riconoscerle un arrotondamento del rate. Quando le ragazze si mostrano troppo fiscali sui tempi e iniziano a mercanteggiare al rialzo, la mia politica è sempre molto semplice: rivestirsi, riaccompagnare la fanciulla alla sua piazzola e andare a cercare una collega cui affidare il completamento delle operazioni. E, anche in questo caso, non faccio eccezione alla regola, dicendo a Diana che può pure fermarsi e domandandole se possa passarmi darmi un paio di fazzolettini per le pulizie intime. Mentre mi passa quanto richiesto, la ragazza versa le solite lacrime di coccodrillo, fingendosi contrita per non essere riuscita a completare il lavoro e ribadendo che non può davvero trattenersi più a lungo di così, per 30.
Breve telefonata da parte sua in rumeno e poi si può ripartire alla volta dello showroom. Per completare la scheda tecnica, resta solo da chiederle di quale città sia: "Prima mi hai detto che sei rumena. Di dove sei, di Bucarest?". Diana non deve capire bene la mia domanda, perché inizia a spiegarmi che la capitale della patria di Dracula è una città caotica, in cui mai si fiderebbe a girare da sola con la macchina, per il terrore di perdersi. Non è esattamente la risposta che mi aspettavo, ma quantomeno ora so che non è di Bucarest Riformulo il quesito, buttando lì un paio di nomi plausibili di città, che hanno dato i natali a celeberrime OTR della provincia bergamasca: "Sei di Pitesti? Di Costanza?". "Ah, no, sono di Iasi!", mi risponde finalmente Diana. "Potevi dirmelo subito!", penso tra me e me. E, intanto, mentalmente la colloco sul monovolume delle iasine, accanto a Laura, Giovanna, Giulia, etc ...
Sbrigata anche quest'ultima formalità, siamo di nuovo al suo showroom. La riconsegno alla sua mattonella di fiducia e poi mi concedo ancora una vasca sino al Baraccone, prima di dirigere definitivamente la prua verso Bergamo, alla ricerca di una fanciulla che mi tolga di bocca il sapore amarognolo di Diana. Che, peraltro, dev'essere abbastanza gettonata: mentre ripasso dalla sua rotonda, cinque minuti dopo, sta già salendo sulla vettura di un collega, per dirigersi con lui verso l'imbosco.
CITTA DELL'INCONTRO: Ghisalba (BG)
ZONA: 45.595672, 9.787155 (alla rotonda dove via Cossali confluisce sulla SP97)
NOME: Diana
NAZIONALITA': Rumena di Iasi
ETA': 23 (o 24?) dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ + HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 30
COMPENSO CONCORDATO: 30
DURATA DELL'INCONTRO: ca. 10-12'
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65-1,70, capelli scuri lunghi e sciolti sui lati, viso carino, occhi scuri, corporatura snella e ben proporzionata con belle gambe e fondoschiena, seno n.v.
ATTITUDINE: troppo amante del cronometro ; abbastanza ciarliera
LA MIA RECENSIONE:
[...]Attendo perplesso ancora una decina di secondi e poi levo le tende, partendo alla ricerca di un'alternativa.
Che non devo cercare molto lontano: passo oltre il Tamoil (dove c'è solo la caliente Maria, mentre Giovanna è immancabilmente assente) e sul lato sinistro della rotonda successiva c'è la velina mora che mi ero annotato sul mio taccuino durante una delle precedenti scorribande lungo la PMG. Imbocco la sua via a bassa velocità e, al primo spiazzo utile, faccio inversione per tornare da lei. Stasera la ragazza non è in minigonna ma indossa dei lunghi pantaloni da cavallerizza, che sono comunque molto aderenti e dunque mettono bene in mostra le sue gambe affusolate e il suo bel fondoschiena. Tutta la sua silhouette, in generale, è snella e ben proporzionata. Visto da distanza ravvicinata, il viso è carino ma non è certo quello di una fotomodella, come mi era sembrato da lontano, durante i miei rapidi passaggi a ruote fischianti attraverso la rotonda
Il rate è il consueto della zona (30 anche solo per fare la conoscenza reciproca in macchina) e non provo neppure a trattare, sapendo che rimbalzerei contro un muro di gomma. Accomodatasi a bordo, la fanciulla si presenta come Diana e mi invita subito a fare inversione di marcia, per dirigerci verso il medesimo imbosco (se così lo si può definire) dove ero stato con la caliente Maria. Diana si dimostra subito abbastanza ciarliera: esaurite rapidamente le formalità anagrafiche iniziali (è rumena, ca va sans dire, e ha 23-24 anni, ora non ricordo più con esattezza), parte subito per la tangente e inizia a spiegarmi che soffre di mal di schiena e che per questo, con l'arrivo delle prime frescure autunnali, ha riposto tutte le minigonne nell'armadio e ha rispolverato fuseaux e pantaloni. Provo timidamente a obiettare che forse i suoi dolori sono causati dai tacchi vertiginosi che indossa e dalla lunga postura verticale, ma non devo somigliare abbastanza al dr. House da risultare sufficientemente convincente
Sviscerato un argomento che mai mi sarei aspettato di dover affrontare con una giovane ventenne (al massimo con una zia un po' avanti sia con gli anni che con gli acciacchi), siamo al solito posto. Infilo la vettura dietro un furgone (il che è un bene, perché non sono immediatemente visibile, ma anche un male, perché neppure io riesco a tenere d'occhio l'ingresso della sede operativa) e spegno il motore, consegnandomi nelle mani di Diana.
Da qui in avanti, purtroppo, i ricordi sono estremamente vaghi, perché non si può certo usare l'aggettivo 'pirotecnica' per descrivere la parte strettamente erotica dell'incontro e, ad oggi, è davvero passata troppa acqua sotto i ponti. Credo di avere detto alla fanciulla che poteva rimanere vestita (sia per una questione di sicurezza che per il suo mal di schiena) e di averla poi aiutata a incappucciare il fratellino, tenendolo ritto da sotto. Il BJ di Diana è senz'altro da classificare tra quelli monocorde e senza squilli di tromba, perché il ricordo più erotico di quei dieci minuti è il vicino di piazzola (in realtà distante una decina di metri, quasi in fondo al parcheggio) che si ingroppa con vigore una delle colleghe di Diana. L'altra immagine bene impressa nella mia mente è quella della fanciulla che si risolleva e mi fa notare che le operazioni stanno protraendosi un po' troppo a lungo, per i suoi canoni. Il mio tentativo di farle notare che le ho comunque riconosciuto un obolo più alto sortisce come unico risultato un paio di minuti di tempi supplementari, in cui il fratellino viene smanacciato in modo neppure troppo vigoroso da parte dalla fanciulla. Scaduto l'ulteriore extra-time senza che il traguardo sia stato varcato, Diana fa presente che non può davvero trattenersi più a lungo, salvo che io voglia riconoscerle un arrotondamento del rate. Quando le ragazze si mostrano troppo fiscali sui tempi e iniziano a mercanteggiare al rialzo, la mia politica è sempre molto semplice: rivestirsi, riaccompagnare la fanciulla alla sua piazzola e andare a cercare una collega cui affidare il completamento delle operazioni. E, anche in questo caso, non faccio eccezione alla regola, dicendo a Diana che può pure fermarsi e domandandole se possa passarmi darmi un paio di fazzolettini per le pulizie intime. Mentre mi passa quanto richiesto, la ragazza versa le solite lacrime di coccodrillo, fingendosi contrita per non essere riuscita a completare il lavoro e ribadendo che non può davvero trattenersi più a lungo di così, per 30.
Breve telefonata da parte sua in rumeno e poi si può ripartire alla volta dello showroom. Per completare la scheda tecnica, resta solo da chiederle di quale città sia: "Prima mi hai detto che sei rumena. Di dove sei, di Bucarest?". Diana non deve capire bene la mia domanda, perché inizia a spiegarmi che la capitale della patria di Dracula è una città caotica, in cui mai si fiderebbe a girare da sola con la macchina, per il terrore di perdersi. Non è esattamente la risposta che mi aspettavo, ma quantomeno ora so che non è di Bucarest Riformulo il quesito, buttando lì un paio di nomi plausibili di città, che hanno dato i natali a celeberrime OTR della provincia bergamasca: "Sei di Pitesti? Di Costanza?". "Ah, no, sono di Iasi!", mi risponde finalmente Diana. "Potevi dirmelo subito!", penso tra me e me. E, intanto, mentalmente la colloco sul monovolume delle iasine, accanto a Laura, Giovanna, Giulia, etc ...
Sbrigata anche quest'ultima formalità, siamo di nuovo al suo showroom. La riconsegno alla sua mattonella di fiducia e poi mi concedo ancora una vasca sino al Baraccone, prima di dirigere definitivamente la prua verso Bergamo, alla ricerca di una fanciulla che mi tolga di bocca il sapore amarognolo di Diana. Che, peraltro, dev'essere abbastanza gettonata: mentre ripasso dalla sua rotonda, cinque minuti dopo, sta già salendo sulla vettura di un collega, per dirigersi con lui verso l'imbosco.