[RECE] Eni (ALB) - OTR notturna - Oltrona S. Mamette (CO)

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SCHEDA TECNICA

CITTA DELL'INCONTRO: Oltrona di S. Mamette (CO)
ZONA: 45.749052, 8.982318 (di fronte all'officina Iveco)
NOME: Eni, come il distributore
NAZIONALITA': albanese di Tirana
ETA': 22 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ + HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: almeno 20 minuti, da mattonella a mattonella
DESCRIZIONE FISICA: alta attorno all'1,65, fisico magro e ben proporzionato, capelli scuri abbastanza lunghi, visetto mediterraneo carino, occhi scuri, seno forse di una 2° taglia
ATTITUDINE: BJ condotto rigorosamente senza mani, coinvolgente nel finale ; ragazza educata e forse un po' timida, che parlicchia discretamente l'italiano

LA MIA RECENSIONE:

Avendo letto che alcune albanesi si sono spostate da Lentate ad Appiano, a tarda ora mi concedo una divagazione sino agli estremi confini della provinciale dell'amore. [...]

Dopo avere pazientato una ventina di minuti, il campo è di nuovo sgombro ed è apparsa una ragazza dal fisico magro e dai lineamenti carini, proprio accanto alla Punto grigia che avevo adocchiato una mezz'oretta prima. Dato che Eva non accenna a ricomparire, decino alla fine di accostare nello spiazzo di questa morettina. La fanciulla, nel frattempo, si è accomodata sul sedile del passeggero della sua macchina, probabilmente perché i piedi iniziavano a dolerle. Abbasso il finestrino e lei fa altrettanto, ma senza scendere dalla vettura. Fortunatamente siamo ancora a portata di voce e non serve ricorrere ai segnali di fumo o ai piccioni viaggiatori, per condurre la consueta intervista notturna.

I rate sono i soliti, la fanciulla si conferma carina anche vista da vicino e allora la invito ad accomodarsi a bordo. Mi indica di fare un'immediata inversione, si allaccia diligentemente la cintura non appena parte il cicalino di eiezione del sedile del passeggero e si può procedere alle reciproche presentazioni. La graziosa signorina dice di chiamarsi Eni (o Eny?), di essere albanese di Tirana, di avere 22 anni e di essere qui in Italia da 1 anno, con domicilio a Milano. Parlicchia la nostra lingua già abbastanza bene, ma deve scandire molto piano le parole e ha alcune evidenti difficoltà di pronuncia delle lettere dentali, per cui la "t" diventa una specie di "th" all'inglese. Dato che "Eny" mi suona più come il vezzeggiativo di un nome più lungo, chiedo chiarimenti alla fanciulla, la quale mi spiega che è un nome esclusivamente albanese e che può essere attribuito indistintamente a un maschio o a una femmina. La scruto allora più attentamente e non ci sono dubbi: quella seduta accanto a me è decisamente femmina :)

Mentre mi sto ancora domandando se si chiami Eni o Eny, prova lei a fugare ogni mio dubbio. "Carburant ... carburant", ripete un paio di volte. "Carburant?", le domando un po' allarmato, pensando di essere finito in riserva spianata senza neppure essermene accorto. La spia arancione è però spenta e quindi non riesco a capire perché sia stata presa da improvvisa passione per benzine, gasoli, metani e GPL. "Che voglia dirmi di andare al distributore in fondo alla discesa, perché il suo imbosco è lì vicino?", mi domando, ricordandomi che il retrobottega dell'attuale Alina di via Battisti (quando si chiamava ancora Arina e tutti eravamo più giovani) stava proprio in quei paraggi. "Carburant ... dove si va con la macchina ... ENI!", riesce finalmente a illuminarmi, strappandomi anche una risata. Finalmente ora è tutto chiaro: si chiama proprio Eni (come l'Ente Nazionale Idrocarburi) e non Eny (come avevo pensato), ma non è un cane e non ha neppure sei zampe ;)

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Il retrobottega di Eni non mi è per nulla nuovo e raggiungerlo è poco più della gita fuori porta di Pasquetta, rispetto al Camel Trophy che dovevo affrontare con Eva. Appena raggiungiamo uno spiazzo un po' più riparato dalla vista, mi fa parcheggiare la vettura e spegnere il motore. Immediatamente l'oscurità cala attorno a noi, anche se la notte non è completamente nera ma debolmente illuminata da qualche fioca luce in lontananza. Per facilitarle i preparativi, riaccendo brevemente la luce di cortesia e appoggio la banconota azzurra davanti alla leva del cambio, dove resterà sino alla fine della parte erotica del cambio. Eni non sembra dunque così avida come la maggior parte delle sue connazionali.

LA RECE VERA E PROPRIA

Dopo essersi tolta la giacchetta e le high heels, si dispone gattoni sul sedile del passeggero, cerca tentoni il mio compare nell'oscurità e lo incappuccia, per dare finalmente inizio alle danze. Eni è davvero una mosca bianca, perché il suo BJ è uno dei pochissimi ad essere condotti rigorosamente senza mani: guardando verso il mio basso ventre, vedo solo la sua testa che si muove freneticamente su e giù lungo l'asta, il palmo della mano destra solidamente piantato sulla mia coscia sinistra e l'altro appoggiato sul sedile, accanto alla mia gamba destra. Non ci sono numeri da circo da raccontare in futuro ai nipoti, ma ogni tanto Eni rallenta l'andatura e si cimenta in movimenti più lenti e profondi, sempre con le mani ben lontane del mio compare. Mentre la osservo intenta nel suo lavoro, mi rendo conto che - almeno per me - un minimo di falegnameria alla base dell'asta è indispensabile per raggiungere la massima stimolazione dei sensi: la fanciulla è riuscita a risvegliare egregiamente il dormiente, ma potremmo andare avanti anche dieci ore, senza che riesca a portarmi oltre la bandiera a scacchi.

In tutto ciò, non mi limito a farmi queste strane seghe mentali, ma srotolo ovviamente i miei tentacoli, per prendere confidenza col corpicino di Eni. Essendosi tolta la giacchetta, le è rimasto indosso solo un abitino leggero e scuro con le spalline e una maglia, che indossava a mo' di coprispalla, non certo per ripararsi pudicamente le braccia ma solo per proteggersi un po' dal frescolino di queste sere di settembre. Oltretutto, sino a una mezz'ora prima, su Appiano e Oltrona si era abbattuto un mezzo tornado tropicale. Tornando a Eni, inizio a infilare la mia mano sotto la sua maglietta e a massaggiarle la parte alta della schiena e il collo. Poi mi sfilo, le sollevo l'abitino sino alla cintola e mi dedico alle parti basse. Grazie alla sua posizione gattoni, posso partire dal suo fondoschiena compatto, scendere lungo le gambe e poi passare sul davanti, risalendo per le cosce toniche sino alla fessura del piacere. Lì, resto sorpreso da quanto sembri turgido e prominente il suo Monte di Venere, perché raramente mi è capitato di percepire una collinetta così pronunciata. C'è però da dire che le mie sensazioni tattili sono filtrate dal fatto che abbia tenuto indosso sia i classici collant trasparenti da OTR che il consueto perizomino.

Dopo avermi trastullato in questo modo per quasi 10 minuti, Eni comincia a sentire la fatica e allora inizia ad aiutarsi anche con le mani. Per un po', affianca il lavoro manuale a quello orale, intercalando qualche breve fase in cui si limita a smanacciare più energicamente il mio compare. Quando è davvero stanca del BJ, cambia posizione e si mette appollaiata sul sedile del passeggero, in modo da potere allungare più facilmente i suoi tentacoli verso il mio basso ventre. Non deve però essere comodissima, perché quasi subito cerca di riappoggiarsi sul fondoschiena, allungando in qualche modo le sue gambe verso di me e intrecciandole alle mie.

"Tocca pure!", mi dice, mentre si abbassa un po' sia il vestitino che il reggipetto, per scoprire meglio il decolleté. Non me lo faccio dire due volte e, un attimo dopo, il palmo della mia mano sinistra sta già saggiando la consistenza delle sue coppe, che è tutt'altro che malvagia, mentre la cingo da dietro col braccio destro . A onor del vero, ho potuto però toccare solo la parte superiore e dunque può essere che i seni mi siano sembrati più turgidi che in realtà, venendo schiacciati verso l'alto dall'effetto "push up" del reggipetto.

Forse perché si rende conto che si rischia di tirare le calende greche, ma improvvisamente Eni mette il turbo: oltre ad accelerare la frequenza dello smanacciamento, allunga verso di me l'altro braccio e inizia a carezzarmi energicamente la parte alta della schiena, la nuca, per poi passare sul davanti e infilare il palmo della sua mano sotto la camicia. Il tutto condito dalla sapiente alternanza di mugolii e di "Sì, dai" che fa parte del ben noto repertorio dell'albanese infervorata.

L'attacco su più fronti è davvero letale e, mentre sono ancora intento a completare l'esame mammografico di Eni (tutto a posto, per inciso :)), un ultimo colpo di pialla mi fa varcare la linea del traguardo. "Bravo!", esclama la fanciulla tutta sorridente. "No, brava tu!", devo in realtà dare quasi tutti il merito a lei. "Bravo anche tu - si schermisce Eni, indicando poi il mio compare del piano di sotto - Perché prima sembrava che non voleva venire!". Da quando è iniziato l'intrattenimento erotico, non è passato meno di un quarto d'ora e dunque è giusto rendere onore alla pazienza e alla dedizione della fanciulla. Che poi si dimostra anche molto educata, perché mi dice pure "Grazie", nel momento in cui preleva il foglietto filigranato, che era rimasto appoggiato nel piccolo portaoggetti per tutta la durata delle danze.

Solite operazioni di pulizia e rivestizione, qualche impaccio nel fare inversione e nel rientrare dalla "scampagnata di Pasquetta" e siamo di nuovo sulla strada del ritorno. C'è appena il tempo di scambiare altre quattro chiacchiere (giura di non avere prole a carico, né di frequentare alcuna palestra per tenersi in forma e mi racconta di avere preso la patente in Albania) e siamo di nuovo alla sua mattonella. Ci scambiamo la buona notte reciproca, ripasso davanti alle postazioni delle sue connazionali (che però sono sempre sguarnite) e ricomincio il lungo viaggio verso la branda.
 
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