DETTAGLIO DELLA OTR
Nome: Erika
Nazionalità: sedicente bucarestina, ma è amica di Bea, che è targata OT e non B
Età apparente: 19 dichiarati
Descrizione fisica: ragazza di statura e corporatura medie, lungo crine castano rossiccio liscio e raccolto in una coda, carnagione pallida, morbidosa e non muscolosa al tatto, viso carino e senza una ruga d'espressione, occhi castano/verdi(?), seni di una quarta tagli autodichiarata e polposi al tatto
Attitudine: BJ migliore delle aspettative, con azione concentrata sul glande; molto seria e taciturna, forse anche perchè non padroneggia nè l'italiano, nè l'inglese
Reperibilità: media, a tarda ora
DATI RELATIVI AL SERVIZIO
Compenso richiesto: 20
Compenso concordato: 20
Servizi offerti: BJ
Servizi usufruiti: BJ
Durata dell'incontro: 24' lordi, quindi circa 15' netti, considerata la lunga ricerca di un park congeniale
DATI RELATIVI AL LUOGO DELL'INCONTRO
Zona di imbarco: Lomazzo
Coordinate: stradina sterrata che conduce al campo sportivo, ex mattonella della Brunella
LA MIA RECENSIONE
Dopo quasi una settimana di assenza dalla Lombardia, attorno alla mezzanotte varco la linea del Ticino ed è quindi il momento di estrarre il mio taccuino dal cassetto portaoggetti.
A pagina uno, ci sono due nomi annotati: quello di Jasmine Svedesina e quello della Rossa di Montepulciano, corretto a Bionda Peroni, dopo gli aggiornamenti letti le sere scorse. Rientrando da Torino, sono comodissimo a imboccare viale Certosa e ad andare a buttare un occhio in Terzaghi, ma della biondina doppioturnista non v'è traccia. In compenso, il caldo è tornato atroce, col termometro che non vuole saperne di scendere sotto i 27 gradi a mezzanotte passata!
Avevo anche letto di una Bionda Peroni smontante sul presto e allora immolo alla causa il pedaggio dell'Autostrada dei Laghi, per arrivare in un quarto d'ora netto all'uscita di Lomazzo sud. Mentre ero in viaggio, alcuni colleghi mi avevano riferito di caroselli indemoniati alla via dei campi sportivi, nonché della presenza di Bianca Verdi, ma confido che la tarda ora abbia fatto chetare le acque su entrambi i fronti.
LOMAZZO SUD
Nessuna traccia di Azzurra, al vecchio posto della Brunella c'è una bottiglietta e allora ne approfitto per fare un paio di vasche, passando anche a controllare se per caso Bianca stia regalando una cartolina-ricordo a qualche frequentatore del trombodromo di Lomazzo.
La situazione sembra tranquilla e, finalmente, riappare anche la proprietaria della bottiglietta, che però non è bionda, ma dal crine almeno castano, nella semioscurità della vietta. Il tempo di girare e di puntarla coi fari e vengo preceduto da due vetture: prima le si affianca un italiano, che però non perfeziona il contratto, e poi uno svizzero, che una volta tanto non è il solito ticinese ma un bernese doc. Lui, invece, conclude l'affare e si dilegua con la fanciulla a bordo.
Dato che a Berna girano molti più soldi che a Lugano, sono preoccupato che possa avere aperto il portafoglio a fisarmonica e condotto la fanciulla al Laghi, obbligandomi così a ripiegare su un altro obiettivo. Per fortuna, oltre alle mezze stagioni, non ci sono più neppure gli svizzeri di una volta e la fanciulla viene ricondotta alla mattonella un quarto d'ora scarso più tardi.
TOCCA A ME
Io sono già lì coi fari puntati, controllo comunque che non arrivino macchine da alcuno dei due lati e poi attraverso lo stradone, fermandomi esattamente accanto a lei. La fanciulla deve essere abbastanza freddolosa, perchè indossa una giacca di jeans e lunghi stivali scamosciati, nonostante fuori ci siano 22-23 gradi. Visto da vicino, il crine è più sul rossiccio e il volto mi ricorda vagamente quello di una giovane Molly Ringwald, attricetta di B movie degli anni 80/90, che aveva più o meno lo stesso colore della chioma, seppure molto piu corta.
Immaginavo che l'intervista sarebbe stata ostica e, in effetti, la rossa esordisce con un "Ciao" un po' titubante. Le chiedo come si chiami, esita un po' e mi dice "Erika": dato che sarà di sicuro finto, lo scrivo con la K, per renderlo più esotico. Deve avere invece la frasetta di rito scritta sul telefono, dal cui schermo sembra leggere il "trenta bocca figa" tanto caro a generazioni di punter. Cerco di domandarle la tariffa per il solo antipasto, ma non sembra reagire nè all'italiano (pompino), nè all'inglese (BJ). Tiro allora fuori dal cilindro le perla imparata nell'intervista con Jasmine (oral cu preservativ), le si accende una lampadina e mi recita un'altra frase che legge dal gobbo: "solo bocca venti".
Incredulo di potere chiudere la trattativa al ventello, nei tempi grami che stiamo vivendo in quel di Cermenate, pronuncio il fatidico "Andiamo!" e attendo che la rossa compia il periplo della macchina e si accomodi a bordo.
Erika deve essere davvero freddolosa, perchè ha un mezzo mancamento, non appena richiude la portiera dietro di sè e percepisce la temperatura polare nell'abitacolo, 20 gradi tondi. "Freddo? Frio? Frig?", ci provo in tutte le lingue, ma pare che il frescolino non sia così insopportabile.
MEGLIO DELLA VOCE DI GOOGLE MAPS
Ero già pronto a sfoderare il mio repertorio di "inainte", "dreapta" e "stinga" e invece la rossa sa già il fatto suo e sarebbe pronta a fare la voce italiana di Google Maps: con una sequenza di "girati", "dritto", "destra" e "sinistra", mi indirizza a un retrobottega secondo me pericolosissimo, dove Bianca Verdi ci vedrebbe un minuto prima e da cui peraltro avevo visto uscire lo svizzero di poc'anzi.
Essendo tardissimo e dovendo consumare solo l'antipasto, io avrei infilato la mia vettura fra quelle di due local davanti alle case, ma Erika sembra trarre tranquillità dall'andare in un posto a lei già noto e mi guida col puntatore laser a uno stallo ben preciso, scelto non so come in mezzo a un parcheggio che più deserto non si può.
Facciamo appena in tempo a spegnere le luci e vedo avvicinarsi due fari a manetta: quando ho appena perso 10 anni di vita e sono già convinto di avere anche 400 euri in meno sul conto correntr, mi rendo conto che la vettura non è biancoverde, ma di un rosso sgargiante e ha le decalcomanie di una società di videosorveglianza. Ci passa accanto a razzo e poi prosegue nel suo giro di ronda, sparendo in un attimo dalla vista.
SI CAMBIA POSTO
"Andiamo in un altro posto!", sentenzia Erika e non posso che accogliere la sua proposta con favore. Impieghiamo più o meno lo stesso tempo che se ci fossimo trasferiti al retrobottega delle Bregnanesi, ma alla fine andiamo a parare in un altro famoso trombodromo di Lomazzo, che ora è stato attrezzato con potenti fari ed è diventato una specie di San Siro: appena imbocchi la strada, la vedi illuminata per 300-400 m e scorgeresti senza difficoltà una vettura parcheggiata in fondo. Cerco di nascondermi alla bell'e meglio dietro a un oggetto ingombrante e, quando spengo il motore, mi rendo conto di essere stato qui l'ultima volta proprio con la Brunella.
Se non altro, nel lungo tragitto sono riuscito a completare con fatica l'interrogatorio per compilare la scheda tecnica: Erika mi dice di avere 19 anni (in effetti il suo viso non ha una rughetta neanche a cercarla) e di essere qui in Italia da 2 settimane. Non posso azzeccare al primo colpo la città da cui probabilmente viene (Craiova), ne sparo due a casaccio (Cluj e Brașov) e in cambio lei mi dice di essere di București.
LA RECE VERA E PROPRIA
Mi faccio il segno della croce, sperando che Bianca Verdi sia già sotto le coperte, e allungo il ventello di ordinanza alla rossa di Bucarest, che deve essere davvero alle prime armi, dato che mi ringrazia pure per il versamento dell'obolo. In cambio, lei estrae dalla plancia i ferri del mestiere e riesce a ingombrarla quasi per intero, mettendo la borsetta semi aperta sopra al cruscotto, la bustina dei fazzoletti in mezzo e il blister del condom, Serena per la cronaca, a destra.
Io ho già arretrato il sedile e calato le braghe e dunque ad Erika non resta che incappucciare Oscarino, operazione che le riesce senza le difficoltà di una novizia: quindi il famoso allenamento con un cetriolo o una zucchina, che avevo immaginato per la Brunella, deve essere stato superato a pieni voti anche dalla rossa. Come non ci sono più gli svizzeri di una volta, neppure i Serena sono più quelli di 10-15 anni fa: i famigerati gommoni rossi alla fragola, spessi un dito, sono un pallido ricordo del passato e sono stati rimpiazzati da un modello trasparente e abbastanza sottile.
Quando è tutto pronto, Erika si torce col busto, si appiattisce con l'addome contro il bracciolo centrale e si infila il compare in bocca, dando inizio al trastullamento. L'azione non prevede fuochi d'artificio, essendo un semplice su e giù con la testa, aiutato anche dalla mano malandrina, ma ben presto mi accorgo che il BJ della rossa sta rivelandosi più efficace del previsto.
Non so se le sia venuto per caso o se lo abbia fatto scientemente, nel qual caso la sua mentrice meriterebbe una standing ovation, ma mi accorgo che il prepuzio è stato completamente arretrato e che il glande è quindi bene esposto alla stimolazione da parte della fanciulla. Pur compiendo un semplice su e giù con la testa, Erika ha la bravura di concentrarsi quasi solo sul glande, dedicandogli un'intensa azione di risucchio ad ogni percussione. Ogni tanto intercala una breve sosta, senza però rialzarsi col busto e all'apparenza solo per controllare l'efficacia del suo lavoro.
Mentre il trastullamento è ben al di sopra delle scarse aspettative che avevo da una novizia, sul fronte Tentacolo non ci sono buone notizie: Erika non si è tolta la giacca di jeans e quindi la schiena è del tutto off limits, non traendo io particolare piacere dal carezzare la ruvida tela di Genova. In compenso, la minigonna nera brillantinata era più una fascia inguinale e impiego due secondi numero a risvoltarla verso l'alto, esponendo così alla potente luce dei fari due chiappe pallide come il resto della sua carnagione. È ovviamente impossibile che una rumena indossi un paio di mutandine comprate al supermercato e, infatti, anche il perry di Erika è nientemeno che di Calvin Klein! È comunque poco più che un filo interdentale e quindi massaggio con voluttà i suoi glutei, che hanno una bella consistenza polposa, pur non essendo marmorei: la fanciulla ha infatti una corporatura normale, ma si vede che è morbidosa e non è stata plasmata da alcuna attività sportiva.
Si procede così per 7-8 minuti e poi la rossa si interrompe e si risolleva col busto: è chiaro che sia scattato il timer che ha nella testa, ma evito qualsiasi riferimento al cronometro e le domando solo se le faccia male il costato, per la posizione scomoda. Erika non sembra capire la mia domanda e allora faccio entrare in campo Federica alla velocità del tuono, mica che la rossa si autoconvinca che il tempo sia scaduto e metta mano alla confezione dei fazzoletti.
DUE DISCRETI MELONI
Ora che volge a me il busto, mi accorgo che dal suo petto si pretendono due meloncini niente male, pallidi come il resto del suo corpo. Le domando se possa toccarli, timoroso di un niet o di una richiesta di sovrapprezzo, e invece Erika mi dà l'ok senza problemi di sorta. Non li libera completamente dal reggipetto rosa a balconcino, che solo Etna avrebbe saputo slacciare con una mossa felina delle sue, ma lo abbassa quel tanto che basti a far debordare le due bocce.
Così, mentre Federica trastulla il suo fido compare, Tentacolo masaggia con grande piacere i seni, che in effetti sono discretamente grossi e polposi come il suo lato B. Mi complimento con lei per la discreta latteria e mostrandole le dita, mi faccio autocertificare la taglia: "quattro", a fidarsi della rossa di Bucarest.
Abituato alle performance funamboliche di Yana, Erika è decisamente statica in questa fase: non allunga le braccia verso di me, per carezzarmi o per massaggiare i gioielli di famiglia, e se ne sta lì apatica, con lo sguardo fisso alla leva del cambio. Sino a questo momento, non le ho ancora visto fare un sorriso e, le non poche volte che si sono incrociati i nostri sguardi, lei è sempre rimasta serissima. Così glaciali, ricordo solo i primi incontri con Big Nat, con la Bixio e con Isabel ... più tutti quelli con la Iceberg, ça va sans dire
Anche se lei non dice nulla, forse perchè non sa come dirlo, i minuti corrono veloci ed è il momento di dare un'accelerata alla piallatura, per non abusare del tempo che mi sta concedendo per un ventello: serro più stretto il suo seno, metto alla frusta Federica e riempio infine il gommino trasparente.
Purtroppo Erika è sprovvista di salviette umidificate e può solo allungarmi un paio di fazzoletti di carta, non il massimo per ripulirsi dal bianco nettare e dall'olio del profilattico, di cui è rimasta anche qualche zampata sulle plastiche del tunnel centrale.
NIENTE MANELE, UNA VOLTA TANTO
Vederla sempre così seria mi rattrista e allora le propongo di fare la DJ, durante il viaggio di rientro: mentre lei risistema le sue cose, aggancio il telefono all'autoradio, sintonizzo Youtube e le affido il pieno controllo della console.
Erika fa finalmente un bel sorriso, digita non so quale ricerca e poi inizia a scorrere la lunga lista di titoli che è apparsa, molti dei quali sono già stati ascoltati, perchè cantati in modalità karaoke e poi parafrasati in italiano dall'Usignolo di Craiova, la Belly!
Stranamente la scelta non ricade sul solito manelaccio, ma su una cantante "normale", per quanto sempre rumena (o forse moldava come la Oly): Inna. Una canzone piacevole da ascoltare ci fa allora compagnia per l'intero viaggio di ritorno, anche se la rossa non sembra avere la stessa passione per i gorgheggi e i vocalizzi che hanno altre sue connazionali.
Quando passiamo davanti a Bea, domando a Erika se sia sua amica e ovviamente me lo conferma. Un attimo dopo, metto la freccia a destra e mi fermo accanto alla sua bottiglietta: mentre ci congediamo, butto un occhio all'orologio della macchina e mi rendo conto che siamo rimasti via 24 minuti, in parte anche a causa del lungo tragitto per trovare un parcheggio che le fosse congeniale. Ancora più positivo il fatto che, in quasi mezz'ora, abbiamo pure scampato la visita a sorpresa di Bianca Verdi, che quindi doveva essere già rientrata sotto le coperte.
Fatto il giro dell'isolato, vedo Erika che armeggia col sacchetto accanto alla bottiglietta, non so se per smaltire la pallottola dell'amore o se perchè abbia deciso di levare le tende e raggiungere Bea. Ad ogni modo, poco mi interessa e dirigo la prua verso Cermenate, dove fare un paio di vasche di defaticamento, prima di rientrare definitivamente alla branda. In realtà, riuscirò anche a intercettare una Yana quasi smontante e ad augurarle la buona notte.
Nome: Erika
Nazionalità: sedicente bucarestina, ma è amica di Bea, che è targata OT e non B
Età apparente: 19 dichiarati
Descrizione fisica: ragazza di statura e corporatura medie, lungo crine castano rossiccio liscio e raccolto in una coda, carnagione pallida, morbidosa e non muscolosa al tatto, viso carino e senza una ruga d'espressione, occhi castano/verdi(?), seni di una quarta tagli autodichiarata e polposi al tatto
Attitudine: BJ migliore delle aspettative, con azione concentrata sul glande; molto seria e taciturna, forse anche perchè non padroneggia nè l'italiano, nè l'inglese
Reperibilità: media, a tarda ora
DATI RELATIVI AL SERVIZIO
Compenso richiesto: 20
Compenso concordato: 20
Servizi offerti: BJ
Servizi usufruiti: BJ
Durata dell'incontro: 24' lordi, quindi circa 15' netti, considerata la lunga ricerca di un park congeniale
DATI RELATIVI AL LUOGO DELL'INCONTRO
Zona di imbarco: Lomazzo
Coordinate: stradina sterrata che conduce al campo sportivo, ex mattonella della Brunella
LA MIA RECENSIONE
Dopo quasi una settimana di assenza dalla Lombardia, attorno alla mezzanotte varco la linea del Ticino ed è quindi il momento di estrarre il mio taccuino dal cassetto portaoggetti.
A pagina uno, ci sono due nomi annotati: quello di Jasmine Svedesina e quello della Rossa di Montepulciano, corretto a Bionda Peroni, dopo gli aggiornamenti letti le sere scorse. Rientrando da Torino, sono comodissimo a imboccare viale Certosa e ad andare a buttare un occhio in Terzaghi, ma della biondina doppioturnista non v'è traccia. In compenso, il caldo è tornato atroce, col termometro che non vuole saperne di scendere sotto i 27 gradi a mezzanotte passata!
Avevo anche letto di una Bionda Peroni smontante sul presto e allora immolo alla causa il pedaggio dell'Autostrada dei Laghi, per arrivare in un quarto d'ora netto all'uscita di Lomazzo sud. Mentre ero in viaggio, alcuni colleghi mi avevano riferito di caroselli indemoniati alla via dei campi sportivi, nonché della presenza di Bianca Verdi, ma confido che la tarda ora abbia fatto chetare le acque su entrambi i fronti.
LOMAZZO SUD
Nessuna traccia di Azzurra, al vecchio posto della Brunella c'è una bottiglietta e allora ne approfitto per fare un paio di vasche, passando anche a controllare se per caso Bianca stia regalando una cartolina-ricordo a qualche frequentatore del trombodromo di Lomazzo.
La situazione sembra tranquilla e, finalmente, riappare anche la proprietaria della bottiglietta, che però non è bionda, ma dal crine almeno castano, nella semioscurità della vietta. Il tempo di girare e di puntarla coi fari e vengo preceduto da due vetture: prima le si affianca un italiano, che però non perfeziona il contratto, e poi uno svizzero, che una volta tanto non è il solito ticinese ma un bernese doc. Lui, invece, conclude l'affare e si dilegua con la fanciulla a bordo.
Dato che a Berna girano molti più soldi che a Lugano, sono preoccupato che possa avere aperto il portafoglio a fisarmonica e condotto la fanciulla al Laghi, obbligandomi così a ripiegare su un altro obiettivo. Per fortuna, oltre alle mezze stagioni, non ci sono più neppure gli svizzeri di una volta e la fanciulla viene ricondotta alla mattonella un quarto d'ora scarso più tardi.
TOCCA A ME
Io sono già lì coi fari puntati, controllo comunque che non arrivino macchine da alcuno dei due lati e poi attraverso lo stradone, fermandomi esattamente accanto a lei. La fanciulla deve essere abbastanza freddolosa, perchè indossa una giacca di jeans e lunghi stivali scamosciati, nonostante fuori ci siano 22-23 gradi. Visto da vicino, il crine è più sul rossiccio e il volto mi ricorda vagamente quello di una giovane Molly Ringwald, attricetta di B movie degli anni 80/90, che aveva più o meno lo stesso colore della chioma, seppure molto piu corta.
Immaginavo che l'intervista sarebbe stata ostica e, in effetti, la rossa esordisce con un "Ciao" un po' titubante. Le chiedo come si chiami, esita un po' e mi dice "Erika": dato che sarà di sicuro finto, lo scrivo con la K, per renderlo più esotico. Deve avere invece la frasetta di rito scritta sul telefono, dal cui schermo sembra leggere il "trenta bocca figa" tanto caro a generazioni di punter. Cerco di domandarle la tariffa per il solo antipasto, ma non sembra reagire nè all'italiano (pompino), nè all'inglese (BJ). Tiro allora fuori dal cilindro le perla imparata nell'intervista con Jasmine (oral cu preservativ), le si accende una lampadina e mi recita un'altra frase che legge dal gobbo: "solo bocca venti".
Incredulo di potere chiudere la trattativa al ventello, nei tempi grami che stiamo vivendo in quel di Cermenate, pronuncio il fatidico "Andiamo!" e attendo che la rossa compia il periplo della macchina e si accomodi a bordo.
Erika deve essere davvero freddolosa, perchè ha un mezzo mancamento, non appena richiude la portiera dietro di sè e percepisce la temperatura polare nell'abitacolo, 20 gradi tondi. "Freddo? Frio? Frig?", ci provo in tutte le lingue, ma pare che il frescolino non sia così insopportabile.
MEGLIO DELLA VOCE DI GOOGLE MAPS
Ero già pronto a sfoderare il mio repertorio di "inainte", "dreapta" e "stinga" e invece la rossa sa già il fatto suo e sarebbe pronta a fare la voce italiana di Google Maps: con una sequenza di "girati", "dritto", "destra" e "sinistra", mi indirizza a un retrobottega secondo me pericolosissimo, dove Bianca Verdi ci vedrebbe un minuto prima e da cui peraltro avevo visto uscire lo svizzero di poc'anzi.
Essendo tardissimo e dovendo consumare solo l'antipasto, io avrei infilato la mia vettura fra quelle di due local davanti alle case, ma Erika sembra trarre tranquillità dall'andare in un posto a lei già noto e mi guida col puntatore laser a uno stallo ben preciso, scelto non so come in mezzo a un parcheggio che più deserto non si può.
Facciamo appena in tempo a spegnere le luci e vedo avvicinarsi due fari a manetta: quando ho appena perso 10 anni di vita e sono già convinto di avere anche 400 euri in meno sul conto correntr, mi rendo conto che la vettura non è biancoverde, ma di un rosso sgargiante e ha le decalcomanie di una società di videosorveglianza. Ci passa accanto a razzo e poi prosegue nel suo giro di ronda, sparendo in un attimo dalla vista.
SI CAMBIA POSTO
"Andiamo in un altro posto!", sentenzia Erika e non posso che accogliere la sua proposta con favore. Impieghiamo più o meno lo stesso tempo che se ci fossimo trasferiti al retrobottega delle Bregnanesi, ma alla fine andiamo a parare in un altro famoso trombodromo di Lomazzo, che ora è stato attrezzato con potenti fari ed è diventato una specie di San Siro: appena imbocchi la strada, la vedi illuminata per 300-400 m e scorgeresti senza difficoltà una vettura parcheggiata in fondo. Cerco di nascondermi alla bell'e meglio dietro a un oggetto ingombrante e, quando spengo il motore, mi rendo conto di essere stato qui l'ultima volta proprio con la Brunella.
Se non altro, nel lungo tragitto sono riuscito a completare con fatica l'interrogatorio per compilare la scheda tecnica: Erika mi dice di avere 19 anni (in effetti il suo viso non ha una rughetta neanche a cercarla) e di essere qui in Italia da 2 settimane. Non posso azzeccare al primo colpo la città da cui probabilmente viene (Craiova), ne sparo due a casaccio (Cluj e Brașov) e in cambio lei mi dice di essere di București.
LA RECE VERA E PROPRIA
Mi faccio il segno della croce, sperando che Bianca Verdi sia già sotto le coperte, e allungo il ventello di ordinanza alla rossa di Bucarest, che deve essere davvero alle prime armi, dato che mi ringrazia pure per il versamento dell'obolo. In cambio, lei estrae dalla plancia i ferri del mestiere e riesce a ingombrarla quasi per intero, mettendo la borsetta semi aperta sopra al cruscotto, la bustina dei fazzoletti in mezzo e il blister del condom, Serena per la cronaca, a destra.
Io ho già arretrato il sedile e calato le braghe e dunque ad Erika non resta che incappucciare Oscarino, operazione che le riesce senza le difficoltà di una novizia: quindi il famoso allenamento con un cetriolo o una zucchina, che avevo immaginato per la Brunella, deve essere stato superato a pieni voti anche dalla rossa. Come non ci sono più gli svizzeri di una volta, neppure i Serena sono più quelli di 10-15 anni fa: i famigerati gommoni rossi alla fragola, spessi un dito, sono un pallido ricordo del passato e sono stati rimpiazzati da un modello trasparente e abbastanza sottile.
Quando è tutto pronto, Erika si torce col busto, si appiattisce con l'addome contro il bracciolo centrale e si infila il compare in bocca, dando inizio al trastullamento. L'azione non prevede fuochi d'artificio, essendo un semplice su e giù con la testa, aiutato anche dalla mano malandrina, ma ben presto mi accorgo che il BJ della rossa sta rivelandosi più efficace del previsto.
Non so se le sia venuto per caso o se lo abbia fatto scientemente, nel qual caso la sua mentrice meriterebbe una standing ovation, ma mi accorgo che il prepuzio è stato completamente arretrato e che il glande è quindi bene esposto alla stimolazione da parte della fanciulla. Pur compiendo un semplice su e giù con la testa, Erika ha la bravura di concentrarsi quasi solo sul glande, dedicandogli un'intensa azione di risucchio ad ogni percussione. Ogni tanto intercala una breve sosta, senza però rialzarsi col busto e all'apparenza solo per controllare l'efficacia del suo lavoro.
Mentre il trastullamento è ben al di sopra delle scarse aspettative che avevo da una novizia, sul fronte Tentacolo non ci sono buone notizie: Erika non si è tolta la giacca di jeans e quindi la schiena è del tutto off limits, non traendo io particolare piacere dal carezzare la ruvida tela di Genova. In compenso, la minigonna nera brillantinata era più una fascia inguinale e impiego due secondi numero a risvoltarla verso l'alto, esponendo così alla potente luce dei fari due chiappe pallide come il resto della sua carnagione. È ovviamente impossibile che una rumena indossi un paio di mutandine comprate al supermercato e, infatti, anche il perry di Erika è nientemeno che di Calvin Klein! È comunque poco più che un filo interdentale e quindi massaggio con voluttà i suoi glutei, che hanno una bella consistenza polposa, pur non essendo marmorei: la fanciulla ha infatti una corporatura normale, ma si vede che è morbidosa e non è stata plasmata da alcuna attività sportiva.
Si procede così per 7-8 minuti e poi la rossa si interrompe e si risolleva col busto: è chiaro che sia scattato il timer che ha nella testa, ma evito qualsiasi riferimento al cronometro e le domando solo se le faccia male il costato, per la posizione scomoda. Erika non sembra capire la mia domanda e allora faccio entrare in campo Federica alla velocità del tuono, mica che la rossa si autoconvinca che il tempo sia scaduto e metta mano alla confezione dei fazzoletti.
DUE DISCRETI MELONI
Ora che volge a me il busto, mi accorgo che dal suo petto si pretendono due meloncini niente male, pallidi come il resto del suo corpo. Le domando se possa toccarli, timoroso di un niet o di una richiesta di sovrapprezzo, e invece Erika mi dà l'ok senza problemi di sorta. Non li libera completamente dal reggipetto rosa a balconcino, che solo Etna avrebbe saputo slacciare con una mossa felina delle sue, ma lo abbassa quel tanto che basti a far debordare le due bocce.
Così, mentre Federica trastulla il suo fido compare, Tentacolo masaggia con grande piacere i seni, che in effetti sono discretamente grossi e polposi come il suo lato B. Mi complimento con lei per la discreta latteria e mostrandole le dita, mi faccio autocertificare la taglia: "quattro", a fidarsi della rossa di Bucarest.
Abituato alle performance funamboliche di Yana, Erika è decisamente statica in questa fase: non allunga le braccia verso di me, per carezzarmi o per massaggiare i gioielli di famiglia, e se ne sta lì apatica, con lo sguardo fisso alla leva del cambio. Sino a questo momento, non le ho ancora visto fare un sorriso e, le non poche volte che si sono incrociati i nostri sguardi, lei è sempre rimasta serissima. Così glaciali, ricordo solo i primi incontri con Big Nat, con la Bixio e con Isabel ... più tutti quelli con la Iceberg, ça va sans dire

Anche se lei non dice nulla, forse perchè non sa come dirlo, i minuti corrono veloci ed è il momento di dare un'accelerata alla piallatura, per non abusare del tempo che mi sta concedendo per un ventello: serro più stretto il suo seno, metto alla frusta Federica e riempio infine il gommino trasparente.
Purtroppo Erika è sprovvista di salviette umidificate e può solo allungarmi un paio di fazzoletti di carta, non il massimo per ripulirsi dal bianco nettare e dall'olio del profilattico, di cui è rimasta anche qualche zampata sulle plastiche del tunnel centrale.
NIENTE MANELE, UNA VOLTA TANTO
Vederla sempre così seria mi rattrista e allora le propongo di fare la DJ, durante il viaggio di rientro: mentre lei risistema le sue cose, aggancio il telefono all'autoradio, sintonizzo Youtube e le affido il pieno controllo della console.
Erika fa finalmente un bel sorriso, digita non so quale ricerca e poi inizia a scorrere la lunga lista di titoli che è apparsa, molti dei quali sono già stati ascoltati, perchè cantati in modalità karaoke e poi parafrasati in italiano dall'Usignolo di Craiova, la Belly!

Stranamente la scelta non ricade sul solito manelaccio, ma su una cantante "normale", per quanto sempre rumena (o forse moldava come la Oly): Inna. Una canzone piacevole da ascoltare ci fa allora compagnia per l'intero viaggio di ritorno, anche se la rossa non sembra avere la stessa passione per i gorgheggi e i vocalizzi che hanno altre sue connazionali.
Quando passiamo davanti a Bea, domando a Erika se sia sua amica e ovviamente me lo conferma. Un attimo dopo, metto la freccia a destra e mi fermo accanto alla sua bottiglietta: mentre ci congediamo, butto un occhio all'orologio della macchina e mi rendo conto che siamo rimasti via 24 minuti, in parte anche a causa del lungo tragitto per trovare un parcheggio che le fosse congeniale. Ancora più positivo il fatto che, in quasi mezz'ora, abbiamo pure scampato la visita a sorpresa di Bianca Verdi, che quindi doveva essere già rientrata sotto le coperte.
Fatto il giro dell'isolato, vedo Erika che armeggia col sacchetto accanto alla bottiglietta, non so se per smaltire la pallottola dell'amore o se perchè abbia deciso di levare le tende e raggiungere Bea. Ad ogni modo, poco mi interessa e dirigo la prua verso Cermenate, dove fare un paio di vasche di defaticamento, prima di rientrare definitivamente alla branda. In realtà, riuscirò anche a intercettare una Yana quasi smontante e ad augurarle la buona notte.