SCHEDA TECNICA
NOME: Giulia
CITTA DELL'INCONTRO: Cermenate (CO)
ZONA: 45.704485, 9.091792 (vicino all'ingresso est della rotonda)
NAZIONALITA': dice macedone, ma magari è albanese o moldava
ETA': 30 stimati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ+HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: ca. 15 minuti
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65, capelli biondi corti con frangetta/ciuffo, occhi nocciola, lineamenti e fisico ancora gradevoli per l'età, seno n.v.
ATTITUDINE: BJ svolto con discreta arte e con buon impegno ; ragazza piacevole, che si destreggia già onestamente con l'italiano
LA MIA RECENSIONE:
Come la maggior parte degli italiani, anche il vostro caro Oscar approfitta di questo lungo ponte festivo per andare in villeggiatura. Anziché gettarmi nella calca delle città d'arte o andare a rilassarmi in qualche agriturismo nella campagna toscana, prendo direttamente un volo last minute per Skopje/Скопје e mi fiondo nientemeno che in Macedonia.
Affittata la macchina e uscito dall'aeroporto, trovare la scena OTR è abbastanza semplice: basta andare sempre dritti per una ventina di chilometri, sino a raggiungere un ridente di villaggio di norme Черменате. Alla prima e unica rotonda lungo la statale, non c'è che da girare a destra, seguendo le indicazioni per Канту.
Poche decine di metri più avanti, talvolta sul lato sinistro, talvolta su quello destro, si incontra una coppia di ragazze, che mi dicono essere comparse da poche settimane: una mora carina, snella e dai capelli lunghi, visibilmente più giovane, e un bionda sulla trentina, dal fisico e dai lineamenti ancora piacenti. Le due sembrano già discretamente gettonate e, cosa che mi pare positiva, quando si eclissano, scompaiono dalla circolazione per almeno 15-20 minuti.
Dopo un po' di vasche avanti indietro (la comodità della zona è che, reimmettendosi sullo stradone principale, dopo neppure 100 metri si è già a Tirana e 1 km più avanti in Romania, credo dalle parti di Craiova o Timisoara
), l'obiettivo sarebbe decisamente la moretta. Quando finalmente avrei deciso di fermarmi da lei, scompare dalla circolazione e neppure una lunga attesa di una ventina di minuti è sufficiente a farla riapparire alla mattonella. Dato che è già abbastanza tardi, immagino che sia rientrata all'ovile e dunque decido di accostare dalla bionda, che appunto non è più una giovincella ma ha ancora un aspetto gradevole. Farlo lungo la carreggiata non è il massimo e allora approfitto del parcheggio che sta proprio dietro la mattonella dove passeggia.
GIULIA, UNA MACEDONIA DI ETNIE
La signora/ina parla un italiano passabile e, al solito, conferma di applicare i rate di mercato e di avere un retrobottega più sicuro di un bunker anti-atomico, per cui non mi resta che invitarla a bordo, per farmi compagnia sulla mia vettura fresca di noleggio. Visto da vicino, il volto è meno interessante di come mi era parso nel passaggio radente, ma non è comunque malaccio. Gli occhi sono color nocciola e il corto crine biondo ha una sorta di frangetta/ciuffo, che copre parzialmente la fronte. Con un accento che non è il solito albanese o rumeno a cui sono ormai avvezzo, la fanciulla dice di chiamarsi Giulia e di essere appunto macedone, seppure con ascendenti russi per parte materna. Pare abbia trascorso l'infanzia in Russia, dove faceva un freddo cane, per poi crescere e completare gli studi nel Paese paterno. Dopo avere studiato un po' di italiano, ha lavorato un po' nel call center telefonico di un'azienda di cosmetica e infine ha compiuto il grande balzo, iniziando a calcare i marciapiedi di Черменате ... ops, di Cermenate ... poche settimane fa. Affascinato dal racconto ed emozionato per avere piantato una bandierina persino nella novella Macedonia del Nord (dapprima FYROM, e ancor prima regione della Jugoslavia), mi dimentico persino di chiederle l'età, che appunto stimerei attorno alla trentina.
Il tragitto non è lunghissimo e siamo al suo retrobottega, dove ritrovo anche il collega che aveva rapito la sua comare più giovane e dal crine moro. "Stai tranquillo, è la mia vicina", mi rassicura appunto Giulia. Giusto per portarmi avanti col lavoro, inizio già a indagare anche sulla moretta: "E' pure lei macedone?". "Non lo so - mi sorprende la bionda di Skopje - siamo solo vicine di marciapiede ... Ci salutiamo giusto quando ci vediamo, ma non tengo contatti con le colleghe di lavoro". Dovrò quindi scoprire da me come si chiami la moretta ... o sperare che qualche collega ci racconti di lei
LA RECE VERA E PROPRIA
Regolati gli aspetti burocratici e completati i soliti preparativi, si può dare inizio alle danze. Dopo avere incappucciato il fratellino ed essersi disposta gattoni sul sedile del passeggero, la bionda si china sul mio basso ventre e comincia un BJ di discreta fattura. Nessun numero da circo, ma buon ritmo e buona dedizione alla causa. Purtroppo non si è tolta la giacca di simil-pelle, per cui non riesco a carezzarle la schiena, per saggiarne il tono muscolare e la levigatezza della pelle. In compenso, la posizione è la migliore per insinuare uno dei miei tentacoli fra le sue gambe, che sembrano avere un tono discreto e che però sono inguainate da calze di rete scure. Non appena sente che il palmo della mia mano scorre su per la sua coscia, alla ricerca dell'anfratto del piacere, Giulia si interrompe e decide di agevolarmi: "Aspetta, ché mi abbasso le calze, così ti diverti un po' di più". Mentre espone le zone intime alla fioca luce del lampione, noto che indossava addirittura due paia di calze e che almeno quelle di rete erano state ritagliate proprio dove di solito c'è la mutandina. Probabilmente, per non perdere tempo durante la copulazione, Giulia si fa penetrare senza neppure togliere i collant.
Dopo questo rapido intermezzo, le operazioni possono riprendere da dove si erano interrotte. Mentre lei continua a trastullare il mio compare del piano di sotto, le carezzo le cosce e i glutei e divarico delicatamente le grandi labbra, strusciandovi nel mezzo le mie dita (senza però realmente penetrarla nell'orifizio). Peccato solo che non si sia tolta la giacca, altrimenti l'intrattenimento sarebbe stato ancora più piacevole.
Dopo 3-4 minuti, Giulia si interrompe per riprendere fiato e intanto smanaccia un po' il mio compare, per tenerlo su di tono. Appena è di nuovo pronta, si rituffa sul mio basso ventre e mi concede un'altra sessione d'immersione, forse leggermente più breve. "Ma sei davvero lungo! Ti manca ancora tanto?", mi domanda la bionda di Skopje, quando si interrompe per la terza volta. Mento sapendo di mentire e le dico che manca davvero poco, per convincerla a rimettersi in bocca lo snorkel e a calarsi di nuovo sotto la linea di galleggiamento.
Altri 2-3 minuti così e Giulia si arresta per l'ultima volta. Magari è anche esausta, ma il messaggio che arriva ha più a che fare con le lancette dell'orologio, che - al polso dell'OTR di turno - girano sempre con una rapidità sospetta: "Guarda, sei una bravissima persona ... però per 20, non posso davvero stare mezz'ora!". La convinco quantomeno a concludere con un'ultima smanacciata del mio compare, proposta che la bionda di Skopje accetta. Si risistema seduta e dà inizio a un discreto HJ, che è accompagnato anche da qualche massaggio ai gioielli di famiglia, che forse sarebbe potuto essere un po' più energico. Da parte mia, ne approfitto ovviamente per carezzarle le gambe e per insinuarmi di nuovo nella fessura del piacere. Quando mi rendo conto che rischieremmo di tirare le calende greche, evito di mettere ulteriormente alla prova la pazienza di Giulia: prendo personalmente in mano la situazione e, con un'ultima decina di colpi più energici, mi trascino oltre la linea del traguardo.
E LA CAPITALE DELLA MACEDONIA E' ...
Mentre avvengono le pulizie di rito, scambio altre quattro chiacchiere con Giulia. Come diverse sue colleghe, ha trovato alloggio in una delle varie cittadine lungo la Milano-Meda e monta in servizio già alle 8 di sera! "Ma non ti fanno problemi, se ti metti lì già a quell'ora?", sono decisamente sorpreso. "No, assolutamente ... Anzi, se passano i CC, chiedono solo se vada tutto bene ...", è stupita del mio stupore Giulia.
Per chiudere, passo alla domanda-trabocchetto, per certificare che sia veramente discendente di Alessandro il Grande: "Ma qual è la città più grande della Macedonia? La capitale, intendo?". La bionda mi osserva un po' perplessa, come se le avessi chiesto un'ovvietà e, senza esitazione, mi risponde: "Si chiama Macedonia. Roma è la capitale d'Italia ... Macedonia è la capitale della Macedonia!"
Insomma, quando la riconsegno alla sua mattonella, posso registrare negli annali un incontro discreto, ma temo di avere piantato l'ennesima bandierina in territorio albanese o moldavo
NOME: Giulia
CITTA DELL'INCONTRO: Cermenate (CO)
ZONA: 45.704485, 9.091792 (vicino all'ingresso est della rotonda)
NAZIONALITA': dice macedone, ma magari è albanese o moldava
ETA': 30 stimati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ+HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: ca. 15 minuti
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65, capelli biondi corti con frangetta/ciuffo, occhi nocciola, lineamenti e fisico ancora gradevoli per l'età, seno n.v.
ATTITUDINE: BJ svolto con discreta arte e con buon impegno ; ragazza piacevole, che si destreggia già onestamente con l'italiano
LA MIA RECENSIONE:
Come la maggior parte degli italiani, anche il vostro caro Oscar approfitta di questo lungo ponte festivo per andare in villeggiatura. Anziché gettarmi nella calca delle città d'arte o andare a rilassarmi in qualche agriturismo nella campagna toscana, prendo direttamente un volo last minute per Skopje/Скопје e mi fiondo nientemeno che in Macedonia.
Affittata la macchina e uscito dall'aeroporto, trovare la scena OTR è abbastanza semplice: basta andare sempre dritti per una ventina di chilometri, sino a raggiungere un ridente di villaggio di norme Черменате. Alla prima e unica rotonda lungo la statale, non c'è che da girare a destra, seguendo le indicazioni per Канту.
Poche decine di metri più avanti, talvolta sul lato sinistro, talvolta su quello destro, si incontra una coppia di ragazze, che mi dicono essere comparse da poche settimane: una mora carina, snella e dai capelli lunghi, visibilmente più giovane, e un bionda sulla trentina, dal fisico e dai lineamenti ancora piacenti. Le due sembrano già discretamente gettonate e, cosa che mi pare positiva, quando si eclissano, scompaiono dalla circolazione per almeno 15-20 minuti.
Dopo un po' di vasche avanti indietro (la comodità della zona è che, reimmettendosi sullo stradone principale, dopo neppure 100 metri si è già a Tirana e 1 km più avanti in Romania, credo dalle parti di Craiova o Timisoara
), l'obiettivo sarebbe decisamente la moretta. Quando finalmente avrei deciso di fermarmi da lei, scompare dalla circolazione e neppure una lunga attesa di una ventina di minuti è sufficiente a farla riapparire alla mattonella. Dato che è già abbastanza tardi, immagino che sia rientrata all'ovile e dunque decido di accostare dalla bionda, che appunto non è più una giovincella ma ha ancora un aspetto gradevole. Farlo lungo la carreggiata non è il massimo e allora approfitto del parcheggio che sta proprio dietro la mattonella dove passeggia.GIULIA, UNA MACEDONIA DI ETNIE
La signora/ina parla un italiano passabile e, al solito, conferma di applicare i rate di mercato e di avere un retrobottega più sicuro di un bunker anti-atomico, per cui non mi resta che invitarla a bordo, per farmi compagnia sulla mia vettura fresca di noleggio. Visto da vicino, il volto è meno interessante di come mi era parso nel passaggio radente, ma non è comunque malaccio. Gli occhi sono color nocciola e il corto crine biondo ha una sorta di frangetta/ciuffo, che copre parzialmente la fronte. Con un accento che non è il solito albanese o rumeno a cui sono ormai avvezzo, la fanciulla dice di chiamarsi Giulia e di essere appunto macedone, seppure con ascendenti russi per parte materna. Pare abbia trascorso l'infanzia in Russia, dove faceva un freddo cane, per poi crescere e completare gli studi nel Paese paterno. Dopo avere studiato un po' di italiano, ha lavorato un po' nel call center telefonico di un'azienda di cosmetica e infine ha compiuto il grande balzo, iniziando a calcare i marciapiedi di Черменате ... ops, di Cermenate ... poche settimane fa. Affascinato dal racconto ed emozionato per avere piantato una bandierina persino nella novella Macedonia del Nord (dapprima FYROM, e ancor prima regione della Jugoslavia), mi dimentico persino di chiederle l'età, che appunto stimerei attorno alla trentina.
Il tragitto non è lunghissimo e siamo al suo retrobottega, dove ritrovo anche il collega che aveva rapito la sua comare più giovane e dal crine moro. "Stai tranquillo, è la mia vicina", mi rassicura appunto Giulia. Giusto per portarmi avanti col lavoro, inizio già a indagare anche sulla moretta: "E' pure lei macedone?". "Non lo so - mi sorprende la bionda di Skopje - siamo solo vicine di marciapiede ... Ci salutiamo giusto quando ci vediamo, ma non tengo contatti con le colleghe di lavoro". Dovrò quindi scoprire da me come si chiami la moretta ... o sperare che qualche collega ci racconti di lei
LA RECE VERA E PROPRIA
Regolati gli aspetti burocratici e completati i soliti preparativi, si può dare inizio alle danze. Dopo avere incappucciato il fratellino ed essersi disposta gattoni sul sedile del passeggero, la bionda si china sul mio basso ventre e comincia un BJ di discreta fattura. Nessun numero da circo, ma buon ritmo e buona dedizione alla causa. Purtroppo non si è tolta la giacca di simil-pelle, per cui non riesco a carezzarle la schiena, per saggiarne il tono muscolare e la levigatezza della pelle. In compenso, la posizione è la migliore per insinuare uno dei miei tentacoli fra le sue gambe, che sembrano avere un tono discreto e che però sono inguainate da calze di rete scure. Non appena sente che il palmo della mia mano scorre su per la sua coscia, alla ricerca dell'anfratto del piacere, Giulia si interrompe e decide di agevolarmi: "Aspetta, ché mi abbasso le calze, così ti diverti un po' di più
". Mentre espone le zone intime alla fioca luce del lampione, noto che indossava addirittura due paia di calze e che almeno quelle di rete erano state ritagliate proprio dove di solito c'è la mutandina. Probabilmente, per non perdere tempo durante la copulazione, Giulia si fa penetrare senza neppure togliere i collant.Dopo questo rapido intermezzo, le operazioni possono riprendere da dove si erano interrotte. Mentre lei continua a trastullare il mio compare del piano di sotto, le carezzo le cosce e i glutei e divarico delicatamente le grandi labbra, strusciandovi nel mezzo le mie dita (senza però realmente penetrarla nell'orifizio). Peccato solo che non si sia tolta la giacca, altrimenti l'intrattenimento sarebbe stato ancora più piacevole.
Dopo 3-4 minuti, Giulia si interrompe per riprendere fiato e intanto smanaccia un po' il mio compare, per tenerlo su di tono. Appena è di nuovo pronta, si rituffa sul mio basso ventre e mi concede un'altra sessione d'immersione, forse leggermente più breve. "Ma sei davvero lungo! Ti manca ancora tanto?", mi domanda la bionda di Skopje, quando si interrompe per la terza volta. Mento sapendo di mentire e le dico che manca davvero poco, per convincerla a rimettersi in bocca lo snorkel e a calarsi di nuovo sotto la linea di galleggiamento.
Altri 2-3 minuti così e Giulia si arresta per l'ultima volta. Magari è anche esausta, ma il messaggio che arriva ha più a che fare con le lancette dell'orologio, che - al polso dell'OTR di turno - girano sempre con una rapidità sospetta: "Guarda, sei una bravissima persona ... però per 20, non posso davvero stare mezz'ora!". La convinco quantomeno a concludere con un'ultima smanacciata del mio compare, proposta che la bionda di Skopje accetta. Si risistema seduta e dà inizio a un discreto HJ, che è accompagnato anche da qualche massaggio ai gioielli di famiglia, che forse sarebbe potuto essere un po' più energico. Da parte mia, ne approfitto ovviamente per carezzarle le gambe e per insinuarmi di nuovo nella fessura del piacere. Quando mi rendo conto che rischieremmo di tirare le calende greche, evito di mettere ulteriormente alla prova la pazienza di Giulia: prendo personalmente in mano la situazione e, con un'ultima decina di colpi più energici, mi trascino oltre la linea del traguardo.
E LA CAPITALE DELLA MACEDONIA E' ...
Mentre avvengono le pulizie di rito, scambio altre quattro chiacchiere con Giulia. Come diverse sue colleghe, ha trovato alloggio in una delle varie cittadine lungo la Milano-Meda e monta in servizio già alle 8 di sera! "Ma non ti fanno problemi, se ti metti lì già a quell'ora?", sono decisamente sorpreso. "No, assolutamente ... Anzi, se passano i CC, chiedono solo se vada tutto bene ...", è stupita del mio stupore Giulia.
Per chiudere, passo alla domanda-trabocchetto, per certificare che sia veramente discendente di Alessandro il Grande: "Ma qual è la città più grande della Macedonia? La capitale, intendo?". La bionda mi osserva un po' perplessa, come se le avessi chiesto un'ovvietà e, senza esitazione, mi risponde: "Si chiama Macedonia. Roma è la capitale d'Italia ... Macedonia è la capitale della Macedonia!"
Insomma, quando la riconsegno alla sua mattonella, posso registrare negli annali un incontro discreto, ma temo di avere piantato l'ennesima bandierina in territorio albanese o moldavo
