SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Madonna dell'Acqua (PI)
ZONA: 43.742616, 10.373902 (davanti alla farmacia)
NOME: Giulia
NAZIONALITA': albanese
ETA': 22 dichiarati, ma penso ne abbia qualcuno in più
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ+HJ, poi 2 volte RAI1+HJ (smorza e mission)
COMPENSO RICHIESTO: 20+30+20
COMPENSO CONCORDATO: 20+30+20
DURATA DELL'INCONTRO: ca. 35 minuti, da mattonella a mattonella
DESCRIZIONE FISICA: 1.60 x 55 kg, fisico tonico e ben proporzionato, belle gambe messe in mostra da abitino inguinale, seno n.v., capelli castani lunghi, viso abbastanza carino, occhi castani, porta occhiali dalla montatura spessa
ATTITUDINE: BJ sotto la media, un po' passiva in RAI1, dedica più attenzione alla clessidra che al cliente ; padroneggia bene l'italiano e ci si può parlare
LA MIA RECENSIONE
Una trasferta di lavoro mi obbliga a pernottare a Pisa e allora è quasi d'obbligo concedersi un dopocena elegante, come l'avrebbero definito dalle parti di Arcore
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Dopo qualche vasca tra lo svincolo della FI-PI-LI a sud e quello del casello autostradale a nord, mi rendo conto che l'area d'interesse è più o meno ristretta al tratto tra la Saint Gobain e la frazione Madonna dell'Acqua. C'è in tutto una dozzina - forse una quindicina - di girls, ma solo tre mi sembrano carine e sufficientemente giovani: una mora in liquid leggings proprio di fronte alla fabbrica, una ragazza minigonnata con vistosi occhiali a MdA (non è esattamente sull'Aurelia ma nella strada che si dirama verso PI) e un altra in fuseaux scuri circa 500 m più avanti.
Alla fine, la minigonna l'ha vinta e, dato il tempo alle Furie Rosse di scatenarsi, posso finalmente accostare per l'intervista. Per fortuna, dopo avere intrattenuto un ns. collega, la signorina con gli occhiali si riposiziona proprio nello spiazzetto di una farmacia e allora riesco ad affiancarla dalle retrovie, in modo più discreto. La fanciulla parla un buon italiano, mi conferma rate con cui sono già familiare e spergiura di avere un posto a prova di bomba. La invito allora ad accomodarsi a bordo e mi fa strada verso il suo retrobottega, non prima di avere fatto le reciproche presentazioni.
GIULIA DA DURAZZO
Lei dice di chiamarsi Giulia (per cui accodo il racconto a questo thread), di essere albanese di Durazzo e di avere 22 anni. Personalmente, gliene avrei attribuiti un paio in più e, rileggendo i racconti precedenti, a Pisa dev'esserci incredibilmente un secondo caso Benjamin Butt, perché anche Giulia è nata vecchia e morirà giovane
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Per completare la scheda tecnica, riporto che è alta 1,60 e pesa 55 kg (dati dichiarati successivamente dalla medesima, poco prima di iniziare la sua cavalcata sul mio basso ventre) e ha un viso abbastanza carino, seppure non memorabile. Il suo lungo crine castano (e ne è conscia) è molto bello e setoso.
Raggiunto il retrobottega, che giudicherei tutt'altro che a prova di bomba, si regolano gli aspetti burocratici. Giulia non solo dubita dell'originalità del foglietto azzurro che le allungo (prelevato non più di mezz'ora prima da un vicino bancomat ...) ma chiede subito un "regalino", per concedermi una prestazione più convincente ("mi spoglio tutta ... ti faccio toccare le tette ..."). Le dico che le darò volentieri una mancia, ma solo alla fine delle operazioni e se sarò davvero soddisfatto. ovviamente le cose non andranno esattamente secondo i miei programmi, ma secondo i suoi
LA RECE VERA E PROPRIA
Avendo alla fine versato solo l'obolo di base, la brunetta non si toglie proprio nulla, neppure il piumino che teneva addosso, per cui ci sarà ben poco da carezzare, durante il BJ. Forse si sfila le scarpe, ma giusto per la sua comodità. Quando siamo entrambi pronti, smanaccia brevemente il mio compare del piano di sotto, arretra completamente il prepuzio e procede all'incappucciamento col famigerato gommone rosso. Possono quindi iniziare le danze e Giulia si china sul mio basso ventre, operando in torsione col busto.
La sua arte orale non è purtroppo tra le migliori che abbia sperimentato e devo, con rammarico, riportare che è anzi sotto la media. L'azione è concentrata quasi solo sulla punta dell'asta, c'è fin dall'inizio un po' di mano malandrina alla base e non mi pare di ricordare finezze tecniche da potere raccontare ai nipotini (salvo che leggeranno PF da grandi ...): nessun massaggio ai gioielli di famiglia, nessun avvitamento o slinguazzata e - incredibile per una schipetara - anche la coreografia è ridotta quasi a zero. Purtroppo, come scrivevo sopra, non si è tolta il suo piumino, per cui non so davvero dove srotolare i miei tentacoli. Essendo lei in torsione, raggiungo a malapena le chiappette, che sono sode e che massaggio voluttuosamente, mentre non riesco a spingermi sono alle cosce, che pure sembrano avere un buon tono. Di solito mi piace anche carezzare la schiena, il collo e la nuca della signorina (tecnica rilassante che fa loro dimenticare per un po' che la sabbia sta cadendo nell'ampolla inferiore della clessidra), ma il colletto del piumino di Giulia è alto e imbottito e anche ciò mi è precluso.
Quando la fanciulla è carina, ci pensano comunque gli ormoni a fare il loro lavoro e l'asta assume quindi un buon turgore. Dopo non più di 2-3 minuti così, Giulia si rialza col tronco e riprende fiato per qualche secondo. In realtà, si concede una pausa più lunga e inizia a smanacciare abbastanza energicamente il mio compare, probabilmente con l'obiettivo non troppo malcelato di condurmi più rapidamente verso la linea del traguardo. Se non altro, posso ora allungare uno dei miei tentacoli verso le sue gambe e carezzarle un po'. Per il momento indossa i classici collant trasparenti da OTR (quelli luccicanti che farebbero impazzire il collega curioso, rileggendo il suo racconto :P), per cui posso solo percepire un buon tono muscolare, ma non posso sbilanciarmi sulla levigatezza della pelle.
IL TEMPO CORRE VELOCE
Giulia si rituffa sul mio basso ventre e mi concede una seconda sessione d'immersione, non molto più convincente della prima. Avendo di nuovo schiacciato il tronco contro la mia coscia, il mio braccio rimane intrappolato nella morsa e per il prossimo paio di minuti devo limitarmi a massaggiare il freno a mano
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Trascorsi non più di 7-8 minuti dall'inizio delle danze, Giulia si risolleva e mi fa capire che il tempo è agli sgoccioli. Mi propone una time extensione di un'altra decina di minuti, sempre per 20 euri e sempre promettendo di spogliarsi e di lasciarsi toccare dappertutto. Visto che il compare è bello arzillo, sono piuttosto propenso a copulare, la posizione da lei proposta (lo smorzacandela) mi aggrada e allora baratto la ripresa del BJ per l'accensione del televisore su RAI1. Quando recupero il portafoglio, mi rendo ahimé conto di avere solamente un foglietto arancione e di essere dunque spacciato. "Hai il resto di 50?", le domando. "Un attimo che controllo", finge di prendere tempo Giulia. Ca va sans dire, il resto contato non c'è, ma è interessante il modo in cui vengo gabbato: la brunetta estrae il portamonete dalla borsetta, apre la zip solo per metà e, trovandovi solo un foglietto azzurro, lì si ferma. Estrae il bigliettino (che poi è quello che le avevo dato io non più di dieci minuti prima ...), me lo mostra e propone di fare con la massima calma. Come alla roulette quando continua a non uscire il tuo colore, non mi resta che giocare al raddoppio (perché matematicamente si vince) e accetto una time extension da un trentello.
SI SINTONIZZA IL PRIMO CANALE
"Intanto che mi spoglio, tienilo duro ...", si raccomanda la fanciulla. Armeggio allora attorno al gommone rosso, mentre osservo Giulia sollevarsi il microabitino nero e abbassarsi le calze e il perizomino nero. Temevo già che tenesse il cavallo dei collant all'altezza delle ginocchia e invece sfila completamente una gamba e rimane così quasi del tutto nuda, dalla cintola in giù. Scavalca con accortezza il tunnel centrale (ha piedini piccoli, proporzionati all'altezza, ma a mio parere non particolrmente fini) e si puntella sui fianchi del sedile. E' in questa fase, in cui mi mostra le sue cosce accovacciate, che mi racconta di pesare 55 kg, come per schermirsi di non avere un fisico del tutto velinico. Forse è 3-4 kg sopra il peso-forma per la sua statura di 1,60, ma la massa sembra ben distribuita su tutto corpo (anche se non ha scoperto il busto e non ho potuto vedere se avesse un po' di pancetta) ed è tutt'altro che flaccida.
Effettuato l'infilamento, scompare finalmente il cinescopio della RAI e iniziano le trasmissioni del 1° canale. Essendo piccola, Giulia è abbastanza agile e parte con buona frequenza di stantuffamento. Come poi mi racconterà, non è però frequentatrice di palestre e allora si stanca dopo non più di un minuto di percussioni. A questo punto, sarò più io a condurre le danze che la brunetta: dapprima le impugno le chiappe (davvero sode) e faccio un po' di flessioni, aiutandola a muoversi su e giù; quando l'acido lattico inizia ad averla vinta, approfitto del fatto che Giulia è rimasta 5 cm sopra il mio pube e do inzio alla mia danza pelvica, facendo perno con le scapole contro lo schienale e con i polpacci contro la parte anteriore della seduta. Non esattamente comodissimo, ma riesco comunque a continuare così per almeno altri 2-3 minuti. A fermarmi, stavolta, non è tanto l'acido lattico, quanto il sudore, che inizia a sgorgare copioso dalla mia fronte e da tutti i pori. Giammai mi fossi fermato a riprendere fiato, perché Giulia mi fa capire che i cartoni animati sono finiti e che si può spegenere il televisore: per onorare il tempo che doveva dedicarmi, propone di completare l'opera con un sano lavoro di falegnameria albanese. Con altre ragazze, per 50 mi sono state concesse almeno un paio di posizioni, ma sono già trascorsi circa 20 minuti e può anche starci che Giulia voglia tirare le fila del discorso.
SEMBRA L'EPILOGO, MA NON LO E'
La signorina ritorna allora dall'altra parte e ricomincia a smanacciare energicamente la mia asta. Nel mentre, approfitto di nuovo per allungare i miei tentacoli e per carezzare con voluttà le sue cosce, che sono proprio sode e levigate (deve averle depilate da pochissimo). Nonostante i suoi sforzi (ci prova sia con la destra che con la sinistra, per non recare torto a nessuna parte dell'elettorato), il compare non vuole saperne di tagliare la linea del traguardo. Dopo altri 2-3 minuti, Giulia si arrende e mi dice di non farcela proprio più. Come immaginavo, non è questione di forze, ma di soldi, perché il suo primo gesto dopo avere ripreso un attimo fiato non è quello di porgermi i fazzolettini, ma di domandarmi "Che facciamo?". Anche se ho già investito un trentello, sarebbe davvero un peccato lasciare l'opera a metà e allora le proponga un'altra estensione da 20 ("ma con calma, mi raccomando!"), comprensiva anche di copulazione alla missionaria. Giulia accetta e allora, per la terza e ultima volta, il foglietto azzurro ripassa di mano e finisce definitivamente nella sua saccoccia.
Mentre io masturbo un po' l'asta per tenerla carica, lei si insaliva di nuovo la vulva e poi mi fa cenno di raggiungerla. Cerco di non calpestarle le sue preziose high heels e mi puntello alla bell'e meglio nel pozzetto. Giulia mi attende con le gambe aperte a ranocchia, per cui non c'è che da allineare l'asta e lasciare che lei se la infili nell'orifizio. La brunetta, purtroppo, non ha reclinato del tutto il sedile, per cui il suo tronco non è del tutto disteso ma più o meno inclinato 45°. Per questo, la mia posizione è tutt'altro che comoda, con i piedi puntati in qualche modo, i lombi piegati a formare un angolo acuto e le braccia ancorate alla sperandio ai fianchi dello schienale. Nonostante la posizione precaria, cerco di fare del mio meglio e me la statuffo con discreta soddisfazione per un paio di minuti. Per onor di cronaca, lei è tutto tranne che partecipativa: tiene gli occhi per lo più chiusi, mi cinge timidamente la cinta e - cosa inconsueta per un'albanese - non mugola, non ansima come una teiera e non si cimenta neppure in un pittoresco dirty talk.
FALEGNAMERIA ALBANESE ... E ITALIANA
Accaldato e pieno di acido lattico, mi fermo un attimo a rifiatare, ruotando le mie pelvi contro le sue. Poi riparto e tento una seconda sessione di stantuffamento, ma non credo di durare più di 1-2 minuti, perché inizia a dolermi tutta la schiena. Quando Giulia mi vede grondante e dolorante, viene presa di inatteso spirito da crocerossina e mi fa: "Dai, passa di là, ché ti finisco io con la mano". Mi sfilo con cautela e ripasso sul sedile del conducente. La moretta si appollaia sul proprio sedile e ricomincia l'ennesima sessione Ikea. Niente di particolare da raccontare, se non che ne approfitto di nuovo per massaggiarle le belle gambe, dai polpacci a risalire verso le cosce. Poi le carezzo un po' anche il collo e la nuca e lei commenta: "E' caldo, lì ...". "Ti dà fastidio?", le domando. "No, tranquillo", mi dà semaforo verde a continuare. "Ma ti piace?", sono curioso. "Normale", non si sbilancia la brunetta di Durazzo.
Presegue così per almeno 3-4 minuti e poi si arrende definitivamente: "Dài, finisci tu, perché sono proprio distrutta!". Ormai siamo al suo retrobottega da circa mezz'ora e allora le do l'OK ad alzare bandiera bianca. O così sembra, all'inizio, perché - mentre io smanaccio il mio compare - recupera un fazzolettino, si ripulisce la vulva e indossa di nuovo le mutandine nere. Inizia anche a reinfilarsi i collant, ma si ferma quasi subito e, ridendo dice: "Mi sa che le ho messe al contrario". Così, si denuda di nuovo, armeggia un po' per capire quale sia il dentro e il fuori, ma non si riveste subito, il che mi fa sospettare che stia temporeggiando per vedere se sia disposto ad allungare altri fogliettini.
NON SARA' CELLULITE?
Stavolta il portafoglio è però chiuso a doppia mandata, per cui ci do dentro con energia e, con un paio di colpi più vigorosi, mi trascino oltre la linea del traguardo. "Finalmente! - esclama Giulia - Non ho mai avuto un cliente così lungo!". Mentre mi passa un fazzolettino per le pulizie, anche lei completa la rivestizione, appoggiando i talloni sulla plancia, per riuscire a rimettersi più comodamente le calze. Mentre è intenta in questa operazione che sembra più complessa di mandare un razzo sulla Luna, da quanto ci sta impiegando, si strizza un po' la coscia e vedo apparire da sotto un accenno di cellulite (oltre ai graffi del "gatto della sua amica", sempre che il boyfriend di Giulia non si chiami così ...). "Secondo te, cos'è?", mi domanda. Mi sento un po' imbarazzato a dirle cosa sia e allora provo a strizzare la mia coscia, per fare un confronto. "No, tu non ce l'hai ... Dici che è cellulite?", mi chiede Giulia. "Penso di sì ...", resto sul vago e la fanciulla promette solennemente che inizierà a bere di più e a fare cyclette quanto prima. Fingendomi dermatologo e dietologo al tempo stesso, ne approfitto per saggiare di nuovo la consistenza delle sue cosce, provando a strizzarle a mia volta, e la brunetta non sembra infastidita dalla cosa. Tanto è vero che i due medici da strapazzo potranno esaminare il delicato caso clinico per almeno un paio di minuti, prima che Giulia si rivesta completamente
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Ma forse anche lei era davvero accaldata e ha voluto svaporare un po', prima di beccarsi una broncotroncopolmonite alla mattonella.
Una volta disappannati i vetri della macchina, si può ripartire per il breve viaggio che ci ricondurrà alla sua postazione. Non c'è moltissimo tempo per le chiacchiere, ma ho modo di scoprire che è libera (dicono tutte così, anche quando sono impegnatissime con un energumeno-mantenuto largo come un armadio a 4 ante ...), ma che ha avuto qualche fidanzatino da ragazzina. "Allora avrai fatto pratica con loro ...", commento ridendo. "No, ho imparato qui", mi risponde con tono neutro e quasi triste. Il tempo è davvero esaurito, perché siamo di nuovo alla farmacia. Accosto davanti all'insegna fluorescente, ci auguriamo la buona notte e, mentre imposto nel navigatore le coordinate dell'albergo, la ammiro ancheggiare verso la sua mattonella. A questo punto, il dopocena elegante è davvero finito e non resta che riprendere la via della branda.
Buona Pasqua a tutti i colleghi pisani!