[RECE] Irina l'assistente di Eva (ROU) - OTR notturna - Osio Sopra (BG)

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SCHEDA TECNICA

CITTA DELL'INCONTRO: Osio Sopra (BG)
ZONA: 45.630898, 9.604230 (alla Siad)
NOME: Irina
NAZIONALITA': rumena di Iasi
ETA': 22 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, RAI1 (mission, pecos e smorzacandela), HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 70
COMPENSO CONCORDATO: 60 e poi di nuovo 70
DURATA DELL'INCONTRO: quasi 1 h, dalla mattonella alla mia uscita dal loft (lei vi è rimasta, per fine turno)
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65, capelli neri sotto le spalle, viso carino ma con evidenti tracce di acne giovanile, begli occhi celesti, corporatura normale (ma un po' di pancetta visibile quando è seduta), seno non oltre la 2° taglia
ATTITUDINE: molto abile nel BJ, buona partecipazione nelle altre posizioni ; amichevole e spigliata nella conversazione: mi ha persino scroccato un massaggio

LA MIA RECENSIONE:

Chi non è interessato alle note di colore, balzi come al solito alla "rece vera e propria" ;)

[...] Puntuale come un treno svizzero, alle 3:45 sono di nuovo davanti ai cancelli della nota azienda osiense. E, come previsto, anche la custode di riserva è regolarmente riapparsa in postazione. C'è un dettaglio che mi preoccupa (non è più in coulotte ma ha indossato dei leggings, come se stesse per abbassare la serranda), ma compio comunque un'inversione al fulmicotone e 30 secondi dopo sono accanto a lei. "E' troppo tardi, vero :(", la approccio con sguardo supplichevole. "No, non è troppo tardi :)", mi risponde la moretta dagli occhi azzurri. Rapidissima trattativa (la sua prima richiesta di 70 viene ridotta senza esitazione a 60) ed è presto invitata ad accomodarsi a bordo, per indicarmi la strada verso casa sua.

IO NON SONO BERGAMASCO, MA TU NON SEI ITALIANA ;)

Mentre sta sedendosi (e prima di chiudere definitivamente la portiera), mi domanda se sia straniero. Pur ammettendo di essere forestiero dei paraggi, giuro di avere cittadinanza italiana e quindi passo anche l'ultimo delicatissimo esame d'ammissione ("Era solo per sicurezza ... Lo chiedo sempre ..."). "Mi sa che invece tu non sei italiana ;)", la punzecchio. "No, no, sono rumena :)", mi risponde ridendo e poi si può procedere alle reciproche presentazioni (lei come Irina, nome che suona più russo e che dunque difficilmente è il suo di battesimo).

La ragazza, pur parlando un italiano dall'accento marcatissimo (potrebbe lavorare a Zelig come imitatrice di Adriana la Kebabbana), appare spigliata e cordiale nella conversazione. Mi dice di essere originaria di Iashi, di avere 22 anni e di essere in Italia da circa un anno e mezzo. Segue poi una breve lezione di rumeno basilare da parte sua, che peraltro si rivelerà di scarsa utilità per me, dato che già conoscevo quelle tre parole in croce.

CHI PERCORRE SEMPRE LE STESSE STRADE, PARCHEGGIA SEMPRE NEGLI STESSI POSTI

Parcheggiata la macchina (esattamente dove l'avevo lasciata quando ero stato ospite di Anna la Punteasa), possiamo finalmente dirigerci a piedi verso la nostra alcova d'amore. Le high heels su cui cammina hanno un tacco acuminatissimo, che dà l'idea di essere di una scomodità mortale. Lei però giura che siano quasi delle pantofole (beata gioventù!) ed è solo rammaricata che la pioggia dei giorni scorsi gliele abbia rovinate irrimediabilmente. Mentre la osservo camminare, non ha certo la silhouette da gazzella che avevo ammirato in Katia o nella Perlettina durante le mie prime scorribande bergamasche, ma fa comunque la sua onesta figura. Quando siamo davanti al portone e, alla luce, posso osservarla meglio in viso, ha due occhi celesti davvero molto belli e lineamenti carini, purtroppo un po' rovinati da un residuo di acne giovanile.

LA SALITA AL CIVICO 22 E' UNA PASSEGGIATA DI SALUTE

Varcato l'uscio, siamo in una sorta di monolocale e immagino che si debba svoltare a destra, dove c'è il solito ambiente factotum, con l'immancabile divano che immagino essere il precario nido dove si consumerà il nostro amore carnale. Irina si inerpica invece sulla ripida scala a chiocciola che sta nell'atrio e inizia a vociare con un'altra ragazza che sta al piano superiore ("Iubi!" = "Amoruccio!": che siano lesbiche?). Quando vede che indugio al piano terra (dove ci sono un sacco di high heels depositate in un angolo), mi fa cenno di seguirla pure su per la scala. Pur avendo affrontato più volte la rampa che conduce al primo piano del civico 22 di Dalmine, questa è davvero ripida e arrivo al primo piano col fiatone. Il layout è il medesimo, per cui si tratta evidentemente di due vecchi monolocali sovrapposti, che sono stati assemblati a formare un'unica unità abitativa (e lo conferma il fatto che vi siano due bagni, uno sopra l'altro). Qui sopra, però, l'ambiente principale è stato attrezzato a zona notte, perché intravedo la parte terminale di un lettone matrimoniale, davanti al quale c'è acceso un televisore da cui esce la (per me) irritante voce di Maria De' Filippi.

LA SOLITA CUGINA ALLA LONTANA

Irina mi vede esitante (e lo sono, dato che la sento parlare con la collega), per cui mi fa di nuovo cenno di seguirla. Vinco le ultime titubanze e infine entro in camera da letto: sul materasso a due piazze giace una ragazza sulla trentina un po' sovrappeso, che indossa un pigiama e una vestaglia da notte e che sta smanettando con l'immancabile cellulare, senza prestare molta attenzione ad Amici (o qualunque sia il programma che stanno dando su Canale 5). Quella che potrebbe essere la solita "cugina alla lontana" scambia due parole in rumeno con Irina e poi abbandona la scena, chiudendosi la porta dietro le spalle e scendendo al piano di sotto. Finalmente siamo soli!

La prima impresa è quella di mettere a tacere la quarta incomoda (Maria De' Filippi), operazione che si rivelerà più ardua del previsto. Mentre chiacchieriamo ancora un po', ci spogliamo e appoggiamo i rispettivi abiti negli angoli opposti della stanza. Poiché Irina poi non rientrerà in postazione, mette già via nel sacchetto della spesa alcuni indumenti che non le serviranno più. I miei, invece, mi occorreranno tutti, e quindi mi limito a depositarli su una sorta di credenza.

LA RECE VERA E PROPRIA

Regolare gli aspetti prima che abbiano inizio le danze è senz'altro un must e Irina, con un po' di moine, riesce a strapparmi il rialzo del rate a 70, per fare più con calma. Viceversa, non sembra altrettanto indispensabile il passaggio dal bagno, perché la moretta balza direttamente sul lettone, nuda come mamma l'ha fatta, portandosi con sè solamente la confezione del profilattico. A questo punto, non mi resta che seguirla e accomodarmi accanto a lei, sdraiandomi supino e con la testa comodamente appoggiata su uno dei cuscini. La fanciulla è invece appoggiata su un fianco e inizia a carezzarmi un po' l'addome e il petto. Mentre mi profondo in complimenti per la bellezza dei suoi occhi, ricambio la cortesia e le carezzo la schiena, spingendomi su sino alla nuca, dove mi trattengo per qualche secondo.

"Mi fai un massaggio, perché mi fa male il collo?", mi domanda a bruciapelo Irina. "Posso provarci, ma temo di essere un pessimo massaggiatore :(", metto le mani avanti. Tutto inutile, perché Irina si sdraia senza indugi a pancia in giù, appoggiando la testa sulle braccia conserte sopra il cuscino. Io mi metto a cavalcioni del suo fondoschiena, mi friziono un po' le mani per scaldarle e provo a inventarmi massaggiatore.

M'IMPROVVISO MASSAGGIATORE

Non so davvero da che parte cominciare e cosa diavolo fare, per cui inizio a manipolarle con i pollici la muscolatura del collo, che sembra effettivamente rigida. Nessuna reazione da parte sua, per cui provo a scendere un po' e a "impastarle" la zona tra le scapole. "Sì, sì, proprio lì!", esclama Irina, per cui non mi resta che insistere con i palmi di entrambe le mani dove lei sembra trarre più sollievo. Vado avanti così per una manciata di minuti, finché la sua epidermide non comincia ad arrossarsi per la frizione e per l'afflusso di sangue.

Dato che il freddo e la postura scomoda le hanno fatto venire il torcicollo, sono curioso di sapere come mai non abbia invece provato a lavorare solo al chiuso. Irina mi spiega che, in realtà, prima esercitava solo mediante inserzioni su un noto portale d'incontri più o meno galeotti, ma che il giro d'affari stentava a lievitare, per cui è stato quasi necessario mettersi "in vetrina" lungo il boulevard. Intanto che lei parla, alterno un po' le varie zone attorno al collo e poi comincio a far correre le mie mani lungo la sua colonna vertebrale, per poi allargarle all'esterno all'altezza dei lombi. Ripeto il tutto un paio di volte e Irina sembra proprio rilassarsi, persino troppo, perché ad un certo punto interrompe le sue chiacchiere e mi dice che, se continuo così per un altro paio di minuti, rischia di addormentarsi ...

Non essendo né Principe né Azzurro, non saprei come fare a risvegliare la Bella Addormentata dal sonno in cui dovesse cadere dopo le mie cure, per cui non è proprio il caso di procedere oltre e di mettere a repentaglio il settantino che ho già immolato alla causa :) Le dico allora di essere un po' affaticato dopo tutto questo massaggiare e quindi le domando se abbia voglia di ricambiare la cortesia.

UN OTTIMO BJ

Irina si risveglia dal suo torpore e ci scambiamo di posizione sul materassone, io supino e lei inginocchiata alla mia destra. Carezzare così a lungo il suo giovane corpo è stato tanto rilassante per lei quanto eccitante per me, per cui il fratellino è già discretamente arzillo, nonostante siano passate da un pezzo le 4 del mattino. Non è quindi difficile per la fanciulla incappucciarlo con un profilattico trasparente ("Questi mi piacciono, perché non hanno alcun sapore") e chinarsi su di lui, per prendersene cura.

Dopo l'azione abbastanza nella norma di Elena, quella di Irina è davvero di un'altra categoria. Oltre a scorrere su e giù lungo l'asta, compie anche movimenti di torsione attorno alla stessa, premendola contro il palato (se non ricordo male, anche Adriana la Kebabbana era maestra in quest'arte). Poi, tenendola sempre in bocca, stuzzica il glande con frenetici movimenti della lingua, che mi mandano quasi in estasi. La fanciulla deve accorgersi del mio piacere, perché mi lancia uno sguardo malandrino e, fermandosi un attimo, mi domanda: "Ti piace così, vero? ;)". Come no! Lascio che ripeta il tutto un'altra volta e poi è davvero il caso di passare alla copulazione, per evitare di capitolare indecorosamente dopo una manciata di minuti di BJ.

LA MANO MALANDRINA

Irina propone di partire alla missionaria, che è sempre bene accetta da parte mia. Si inumidisce un po' la vulva con la saliva, lascio che si infili l'asta e si può dare inizio alle danze. Per avere l'angolo d'ingresso migliore, parto col busto staccato dal suo e posso così osservare meglio il suo volto, che lei non nega alla mia vista. Irina non è infatti di quelle che chinano la testa su un lato o che tengono sempre gli occhi chiusi: i nostri sguardi, anzi, si incrociano ripetutamente e resto proprio ammaliato dai suoi begli occhi celesti. Quando fissarla troppo a lungo diventa imbarazzante, mi concentro invece ad osservare la sue labbra, che scintillano di rosa e che - leggermente socchiuse - sembrano invitarmi a baciarla. Peccato, invece, per i residui di acne che sono ben visibili sulle guance, nonostante Irina cerchi di nasconderli sotto uno spesso tratto di fondotinta.

Mentre io mi cimento nella mia danza pelvica, anche lei sembra abbastanza partecipativa. Prima mi carezza un po' il petto e mi stuzzica i capezzoli. Poi un mano malandrina va a cercare da sotto i miei gioielli di famiglia e inizia a massaggiarli energicamente. Probabilmente è un trucchetto per cercare di accelerare l'eiaculazione, ma nel mio caso risulta oltremodo piacevole, considerato che sono sempre molto lungo a varcare il traguardo e oltretutto reduce dal fresco incontro con la benzinaia Elena. E' comunque meglio non rischiare di capitolare così presto, senza avere prima sperimentato altre posizioni, per cui invoco il time out.

CORI DA STADIO ...

Dieci secondi di pausa e le squadre rientrano in campo, a posizioni invertite: Irina si è nel frattempo disposta gattoni e io sono già ginocchioni dietro di lei. Nuovo infilamento, le cingo i fianchi e si riparte con una nuova e lunga sequenza di percussioni alla pecorina. In questa fase sono forse un po' troppo meccanico, perché mi concentro solo sul pendolamento delle mie pelvi, senza curarmi di carezzarle un po' la schiena o di manipolarle i glutei che pure avrei a portata di mano. Grazie al riscaldamento fatto con Elena, resisto per almeno una quarantina di colpi, senza che dai miei glutei o dalle mie gambe salga la disperata richiesta di fermarmi, sotto forma di crampi. Irina dapprima china un po' il busto verso il basso, poi allunga di nuovola mano malandrina verso i gioielli di famiglia e infine inizia a incitarmi con i soliti cori da stadio ("Sì, dai, continua così! Sì, dai, vieni! Sì, dai, sborra!").

Nonostante gli incitamenti degli ultrà, il traguardo è ancora ben lontano e devo piuttosto fermarmi a riprendere fiato, approfittandone per carezzarle un po' la schiena. Irina dev'essere però soddisfatta del lungo massaggio ricevuto all'inizio dell'incontro, perché immagina invece che la mia pausa sia sintomo di capitolazione. Devo purtroppo deluderla e le propongo piuttosto l'ultimo cambio di posizione, chiedendole lo smorzacandela. La fanciulla accetta, per cui ci ridisponiamo per l'ennesima volta sul materassone, io supino e lei ginocchioni, proprio sulla verticale della mia asta.

... RIGOROSAMENTE IN PLAYBACK

Se la infila nella vagina e dà inizio a un vero e proprio smorzacandela, muovendosi freneticamente su e giù con il tronco perfettamente eretto. Non può chiaramente resistere a lungo in questo modo e, dopo una decina di colpi così, deve già fermarsi col fiatone. In ogni caso, anche il mio fratellino sta iniziando a perdere turgore, visto che si era fatto arzillo mentre le concedevo il massaggio al collo e, seppure con qualche alto e basso, di tempo ne è passato davvero parecchio. Irina si sfila un attimo, osserva l'asta non troppo convinta, risistema meglio il condom e tenta di nuovo di alloggiarla al calduccio della sua vulva. Come un vecchio salmone che non riesce più a risalire la corrente, anche il mio pene deve arrendersi contro l'attrito delle pareti e quindi è davvero inutile insistere con la copulazione. "E' anche perché non si è bagnata abbastanza ...", sentenzia Irina, confermando così che i cori da stadio che avevo sentito durante la pecorina erano rigorosamente in playback :D

NON SONO BRAVO IN BALISTICA

"Finisci pure con la mano ;)", cerco di strapparle un epilogo che mi eviti almeno di tornare a casa con l'artiglieria ancora carica. Nonostante si siano quasi fatte le calende greche, la fanciulla accetta anche quest'ultima mia richiesta e si dispone ginocchioni alla mia destra, per dare inizio a un energico lavoro di falegnameria, dapprima coperto e poi scoperto. Cerco di resistere ancora un po', per continuare a carezzarle la schiena e per manipolare un po' il suo seno (che è abbastanza piccolo e con cui ero stato avaro di attenzioni), ma ormai l'epilogo è davvero vicino. "Magari è meglio che prendi un fazzoletto, perché non vorrei fare un disastro sul copriletto della tua amica ...", le faccio capire che siamo entrati in dirittura d'arrivo. Irina recupera una salviettina, me la passa, c'è il tempo di ricevere qualche altra smanacciata e poi vedo davvero la bandiera a scacchi. In realtà, vedo un paio di colpi di artiglieria passare oltre la precaria barriera di carta che avevo eretto e infrangersi sul mio addome e sul mio petto. Irina si mette a ridere e mi tranquillizza: "Non preoccuparti, dopo passiamo in bagno :)".

Ci laviamo insieme in bagno, Irina invita la sua "cugina alla lontana" a risalire pure in camera, ci rivestiamo con calma (con un po' di social time a tre) e poi la fanciulla mi riaccompagna al piano terra, per congedarmi. E' infatti davvero molto tardi (sono le 4:40) e Irina non ha alcuna intenzione di tornare alla piazzola. Ci scambiamo due bacetti sulla guancia e poi mi fiondo alla macchina, per tornare a casa alla velocità della luce. Il tempo di vedere Alina la Kebabbina ancora in postazione e scompaio nell'oscurità della notte.
 
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