SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Milano
ZONA: 45.485018, 9.229979 (al vertice N/E dell'incrocio Teodosio/Vallazze)
NOME: Jasmine (pronunciato con la I)
NAZIONALITA': sedicente turca
ETA': 22, quasi 23 dichiarati (1993)
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, smorza, HJ intermedio, smorza, mission, HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 50 all'inizio, 100 alla fine
COMPENSO CONCORDATO: 100
DURATA DELL'INCONTRO: circa 40' nel suo loft
DESCRIZIONE FISICA: capelli biondi tinti sino alle spalle, occhi ???, viso dai lineamenti arabeggianti e carino, altezza attorno all'1,60, fisico magro e ben proporzionato, seni non eccedenti la 2° taglia, pelle liscia, vulva carnosa e più scura
ATTITUDINE: molto delicata nel BJ, convincente nella copulazione ; sostanzialmente socievole, ma irremovibile (e poco trasparente) nella gestione del rate
LA MIA RECENSIONE:
ALLA VANA RICERCA DI SARA
Dopo una scorribanda lungo il BdA, in cui non riuscirò a intercettare la mia prediletta e ripiegherò invece sulla sempre affidabile Irina, assistente di Eva Peugeot, decido di allungare la via del rientro a casa. L'intenzione è di passare a ritrovare la fresca conoscenza Sara di via Teodosio, per capire se possa essere promossa tra le mie predilette dopo un primo incontro sostanzialmente convincente. Superato il casello di Agrate, anziché proseguire verso Monza, imbocco la tangenziale est e poi viale Palmanova. Passato sotto il cavalcavia ferroviario, a piazza Sire Raul non c'è che da girare a sinistra e un paio di minuti dopo sono nei pressi del famoso/famigerato distributore ENI, ma della biondina polacca non c'è alcuna traccia, se non un bicchiere di plastica appoggiato sul cofano di una vettura parcheggiata lì.
Proseguo allora verso sud e, all'incrocio con via Vallazze, vedo in postazione l'altra pseudo-biondina che mi aveva colpito nella precedente scorribanda infrasettimanale. Anche stasera, complici le temperature abbastanza miti per essere quasi Natale, indossa un abitino pressoché inguinale sotto il suo giubbotto e le sue gambe luccicano grazie ai classici collant trasparenti da OTR. A Milano ci sono sicuramente 3-4°C in più che a BG, visto che là non c'era invece alcuna ragazza che sfoggiasse una mise così estiva e tutte erano invece infagottate in giubbotti più pesanti, leggings, calzerotti di lana e persino stivali.
JASMINE DA ISTANBUL (O E' INVECE ANCHE LEI NIPOTE DI MUBARAK )
Il tempo di scoprire come fare ad arrivare alla sua postazione dal lato Lambrate, raccolgo un paio di suoi sorrisi al mio passaggio radente, e finalmente accosto, approfittando anche del fatto che non ci sono praticamente macchine parcheggiate sui lati del vialone (lavaggio strade? fuga dalla metropoli per il weekend?). La signorina è tanto sorridente quanto perentoria nel proporre i propri servizi, menzionando il servizio domestico per 50 quale unica alternativa. Mi assicuro che non sia già a fine turno (sono circa le 3:30) e la invito ad accomodarsi a bordo, per farmi guidare sino a casa sua.
Il loft sta in una traversa di viale Padova, per cui ci sono 4-5 minuti di macchina per fare la sua prima conoscenza. Appena salita a bordo, mi porge la mano e si presenta come Jasmine, chiedendomi a sua volta il mio nome. Prima di procedere nella reciproca conoscenza, è però obbligata a indossare la cintura di sicurezza, perché altrimenti saremmo assordati dal fastidioso cicalio d'allarme che si solleva dagli altoparlanti della macchina. Dichiara 22 anni (è del 1993) e dice di essere in Italia da circa 1 anno e mezzo. Con una mia certa sorpresa (ma sino ad un certo punto, dato che il suo accento non è certo da draculina), esibisce documenti turchi al controllo-documenti e dice di essere in Italia da circa 1 anno e mezzo. I lineamenti sono effettivamente un po' da Mille e una notte, ma ho qualche dubbio che sia realmente ottomana (la famiglia sarebbe originaria di Ankara ma poi trasferitasi a Istanbul), perché parla troppo bene l'italiano per essere nel ns. Paese da così poco tempo. Magari proviene invece da qualche Paese tra l'Egitto e il Maghreb e ho seduta accanto a me l'ennesima nipote di Mubarak
PIU' DIFFICILE CHE ENTRARE A FORT KNOX
Arrivati a destinazione, c'è subito un problema viabilistico da risolvere, perché un furgone con le quattro frecce ingombra l'unico accesso del cul de sac in cui si trova il suo loft. Pazientiamo un paio di minuti e poi Jasmine scende a cercare l'autista, che arriva poco dopo e inizia una lentissima uscita in retromarcia. Dato che ho una macchina dietro, che magari vorrebbe svoltare nella traversa, compio un giro dell'isolato e mi ripresento lì. Il camioncino ha appena liberato l'accesso ma pure la macchina che mi stava dietro voleva entrare nella stessa via e mi soffia l'unico parcheggio libero. Alla fine, mi tocca abbandonare la vettura davanti a un cancello/portone che sembra un passo carraio ma non lo è e, trascorsi almeno 10 minuti dall'abboccamento iniziale, posso raggiungere Jasmine davanti all'ingresso del box di casa sua.
La biondina mi fa strada all'interno, rimontiamo una ripida rampa di scale (che mi consente di apprezzare dal basso la bella silhouette delle sue gambe) ed entriamo nell'unico appartamento che non sfoggia un "Merry Christmas" sulla porta. Magari non sarà turca, ma dovrebbe quantomeno essere musulmana ... Dal piccolo atrio di accesso, si vede il bagno di fronte a noi e lo spazioso monolocale tuttofare alla nostra sinistra. La luce soffusa dai toni rosati e l'arredamento molto spoglio (c'è solo un mobile cucina che non dà proprio l'idea di essere usato molto spesso, contro una parete, e il lettone quasi nel mezzo) confermano quanto Jasmine mi aveva detto ossia che quello è solo lo "ufficio" dove lavora e non anche l'appartamento dove vive.
PICCOLA MA GRAZIOSA
Mi fa cenno di appoggiare pure i miei averi sul precario tavolino di cristallo che sta in un angolo (quasi ribalto il ripiano, appoggiandomici sopra!) e possono avere inizio le rispettive svestizioni. Quando siamo nudi come mamma ci ha fatti, vorrei già procedere a regolare gli aspetti burocratici, ma la fanciulla mi dice che non c'è fretta (poi scoprirò il perché ...) e che le formalità potranno pure essere sbrigate alla fine. Stando così le cose, non mi resta che raggiungerla sull'ampio lettone matrimoniale, un cui angolo ha usato anche come deposito di armi e bagagli. Scesa dalle sue high heels, la sua statura dovrebbe posizionarsi tra l'1,60-1,65. Ha comunque un fisichino molto magro e ben proporzionato, che la fa sembrare più alta di quanto realmente sia. I seni dovrebbero essere di una seconda taglia scarsa, ma gradevoli alla vista, e la vulva appare abbastanza carnosa e di un colore molto più scuro rispetto al tono della sua pelle, forse anche perché c'è un po' di ricrescita. Per il resto, è ben depilata e ha un paio di tatuaggi, che non ho trovato particolarmente belli: una rosa abbastanza grossa poco sopra una delle caviglie e una figura più piccola sulla parte interna di uno dei polsi. Il viso ha lineamenti arabeggianti ma piacevoli e i capelli biondi sono evidentemente tinti, dato che la ricrescita è scura. Data la sostanziale semi-oscurità della nostra alcova d'amore, non sono riuscito a cogliere il colore dei suoi occhi.
LA RECE VERA E PROPRIA
Mente mi sdraio nel mezzo del lettone, lei va al lavello e tiene per qualche secondo le mani sotto il getto d'acqua calda, dato che probabilmente erano davvero gelate. Anche dopo il breve riscaldamento, rimangono decisamente fredde (e oltretutto bagnate ...), per cui la prima impressione del fratellino è di essere finito tra le mani di un'eschimese nel suo igloo e non in quelle della favorita del Sultano! In ogni caso, lo shock termico dura poco e, grazie alle sue carezze sul basso ventre e all'azione delicata di smanacciamento, il compare del piano di sotto si risveglia piano piano dal suo torpore antelucano. Nel mentre, ne approfitto già per carezzare la sua schiena, che è tonica al tatto e dalla pelle levigata, come si conviene alla sua giovane età.
Quando il fratellino è sufficientemente arzillo, Jasmine tenta inutilmente di scartare il profilattico dalla sua confezione, ma le sue mani sono ancora troppo umide d'acqua per riuscire a fare presa sull'involucro d'alluminio, per cui mi tocca darle una mano. Estratto il gommino (di quelli trasparenti e sottili, ma che mi è parso un po' troppo aderente), lo posiziona sul glande e poi lo srotola verso il basso con l'azione della sua bocca. Si china sul mio basso ventre e dà inizio a un BJ effettuato con un ritmo molto soft, che per alcuni è gradito ma che nel mio caso rischia di far protrarre le operazioni sino alle calende greche.
"SAI, HO LA PATATA PICCOLA E STRETTA ..."
Con qualche minuto di pazienza, finalmente il fratellino raggiunge circa i 3/4 del suo pieno turgore e dunque Jasmine ritiene che sia giunto il momento di passare alla copulazione. Si mette cavalcioni sopra di me e, con estrema attenzione, procede all'infilamento, per il momento limitandosi a una leggera lubrificazione con la saliva. In effetti, la penetrazione è tutt'altro che agevole e Jasmine si cala verso il basso con molta gradualità, cimentandosi in un'ampia varietà di smorfie, facendo un po' freno con la mano e cambiando diverse volte la posizione delle gambe, per trovare l'assetto giusto. Quando finalmente è arrivata in battuta, comincia a muoversi lentamente su e giù, ma è evidente che qualcosa non funziona.
Allora si sfila e recupera dalla borsetta il lubrificante, che si cosparge all'ingresso dell'orifizio. "Sai, ho la patata piccola e stretta ...", mi spiega, mentre procede a spalmare l'unguento magico. Se non altro, non è stato il mio salsicciotto ad essere farcito con la senape, come un wuerstel nell'hot dog Ciò fatto, si infila di nuovo sul mio fratellino e stavolta l'ingresso è decisamente più facile. La ragione è però un altra, perché il compare del piano di sotto si è un po' sgonfiato e dunque gli è ancora più facile sgusciare come un'anguilla all'interno del pertugio. Jasmine prova comunque ad andare avanti e cambia posizione, passando da quella ginocchioni a quella accovacciata. Facendo leva sulle due gambe e su un braccio, inizia a muoversi su e giù con escursioni molto più ampie, che però rischiano di far sfilare il fratellino a ogni colpo. "Non credo che sia più abbastanza duro ...", devo purtroppo farle presente.
LA FORZA NON E' CON LEI, MA IL MESTIERE NON LE MANCA
Jasmine allora si sfila per la seconda volta e arretra di una spanna, sedendosi sulle mie cosce e con le sue gambe sembre appoggiate ai lati del mio tronco. Toglie il condom, lo getta sul pavimento e inizia di nuovo a smanacciare il fratellino, sempre con fare abbastanza delicato, rispetto al vigore di talune falegnami transilvane che ho avuto modo di conoscere Se la Forza non è con lei, certamente lo è il mestiere: dopo un po' si rimette accanto a me, semi-coricata su un fianco e con le gambe aperte a rombo, in modo da mettermi in bella vista la sua vulva, nella speranza che il panorama mi ecciti e acceleri il risveglio del compare. Non me lo faccio dire due volte e inizio a strofinare un po' le sue labbra polpose. Non penetro però all'interno, un po' perché credo che me l'avrebbe impedito e un po' perché il tutto è reso sin troppo unto dal lubrificante che si era cosparsa poc'anzi.
Quando ritiene che la mia esplorazione dell'Isola del Tesoro sia durata abbastanza a lungo, richiude le gambe e poi si rimette di nuovo accovacciata sopra il basso ventre. Il cambio di posizione non è però spiacevole, perché quasi subito si china un po' verso di me e avvicina il suo petto all'asta che tiene protesa verso l'alto, simulando una parvenza di spagnola. Il tutto è condito da un ansimare poco credibile (viste le reciproche posizioni) ma comunque eccitante per il mio udito. Poi si abbassa gattoni, puntellandosi con un avambraccio accanto alla mia testa e lasciando tra i nostri tronchi lo spazio strettamente necessario per permettere all'altra mano di continuare lo smanacciamento. L'azione è ora più vigorosa, il suo ansimare si fa quasi muggito e sento il calore del suo corpo quasi appoggiato contro il mio. La cingo a me e inizio a carezzarle voluttuosamente la schiena, il collo e la sua chioma finto-bionda. Anche il fratellino là sotto sta iniziando a divertirsi, perché lo sento diventare sempre più turgido tra le ora calde mani di Jasmine, al punto che inizia a premere violentemente contro il suo addome. Anche se non penso che la fanciulla abbia intenzione di compiere una simile follia, sto comunque all'erta perché non proceda a un indesiderato infilamento dell'asta a crudo, senza alcuna protezione.
SCOPATO DA JASMINE
Dopo qualche minuto così, la favorita del Sultano si risolleva e, sempre ginocchioni sopra di me, si volge di nuovo verso la borsetta, per estrarne un'altra bustina argentata. Ha di nuovo qualche difficoltà ad aprirla (e pure io, dato che la sostanziale oscurità non permette di vedere dove sia il pre-strappo), ma alla fine anche questo condom viene estratto dalla confezione, posizionato sulla punta e poi srotolato verso il basso con la bocca, su un'asta ben più turgida di prima.
Ripristinate le necessarie protezioni, Jasmine si reinfila per la terza volta, non senza lasciarsi sfuggire qualche altra smorfia. Riparte come aveva provato a fare prima, compiendo percussioni verticali abbastanza lente ma molto ampie. Stavolta, il compare del piano di sotto è ben più arzillo e dunque rimane correttamente in posizione, mentre lei si muove su e giù. Le sensazioni che salgono dal basso ventre sono decisamente piacevoli, dato che la sua pizda è oggettivamente stretta e dunque c'è un buon attrito contro le pareti. Ci scambiamo qualche sguardo, ma Jasmine tiene prevalentemente gli occhi chiusi, mentre procede nella sua delicata galoppata. Intanto che lei è intenta ad ansimare, ne approfitto per carezzarle le cosce e poi per salire a manipolar i suoi seni. Non sono né grossi né marmorei, ma neppure flaccidi: hanno insomma la consistenza un po' morbida di un seno naturale. I capezzoli non appaiono molto reattivi al titillamento: forse anche per la brevità della stimolazione, non mi sembrano inturgidirsi in modo evidente.
Non c'è però molto tempo per continuare in questa esplorazione, perché Jasmine si abbassa completamente su di me, continuando le operazioni in una sorta di missionaria a ruoli rovesciati, in cui è lei a scoparsi il sottoscritto, che deve solo premurarsi di tenere l'asta ritta verso l'alto. Chiaramente, così distesa sul mio tronco, non ha modo di compiere percussioni pelviche molto ampie e dunque il movimento diventa più uno strusciamento avanti e indietro. La strettezza del pertugio, il fatto di poterla serrare fortemente a me e il ritmico ansimare di entrambi (non so chi dei due stesse simulando di più ) rendono comunque voluttuoso anche questo smorza-candela sui generis.
LA SOLITA MISSIONE DA COMPIERE ...
Quando mi sembra che stia iniziando a mollare il colpo, le domando se le vada di cambiare posizione. Nessun problema, come immaginavo, per cui ci rigiriamo sul lettone e Jasmine si dispone supina, con le gambe aperte a ranocchia. Lascio che infili l'asta nella sua vulva carnosa e, puntellato sugli avambracci tesi, inizio la mia ginnastica pelvica. Anche in questo caso, tiene gli occhi sempre socchiusi (il che è indice del fatto che voglia estraniarsi dalla situazione), ma il resto della coreografia è comunque all'altezza dell'obolo che poi mi troverò a dover pagare: raccoglie le gambe ancora più verso l'alto e me le serra con forza contro la schiena, mi carezza un po' il petto e continua ad ansimare come se non facesse sesso da 6 mesi.
Probabilmente io non faccio invece ginnastica da 6 mesi, per cui i due puntelli iniziano a vacillare e quindi mi calo progressivamente su di lei, cercando di capire sa la cosa possa infastidirla. Dato che non giunge alcun diniego da parte sua, mi corico del tutto sul suo tronco, la cingo da dietro la schiena con una mano e inizio a carezzarle il collo e la nuca con l'altra. La colonna sonora rimane invariata (si aggiunge però un fastidioso cigolio del lettone, che un po' mi distrae) e anche lei mi serra strettamente con le braccia, iniziando a massaggiarmi con energia la schiena.
Si procede con mio sommo piacere per qualche minuto, ma poi i glutei iniziano a reclamare un po' di respiro, anche perché ero reduce dal precedente incontro-maratona con la bergamasca Irina, che con encomiabile pazienza mi aveva concesso ben 5 posizioni (smorzacandela frontale, pecorina, missionaria, smorzacandela di spalle e pecorina in piedi accanto al letto). Per questo, mi fermo a prendere un attimo di respiro e alzo bandiera bianca, chiedendole se le vada di finire le operazioni con un po' di falegnameria.
... E IL SOLITO FINALE
Jasmine accetta senza battere ciglio, probabilmente perché sta già pregustando l'alta marea che a breve sommergerà il suo conto corrente, mentre l'ingenuo che le sta di fronte è ancora convinto che il tutto possa risolversi con una piccola mancia alla fine delle operazioni. Mi sfilo da lei per l'ennesima volta, sentendo un po' di odore provenire dal pertugio, per cui è probabile che sia auto-lubrificata almeno un po' in modo naturale, durante la lunga fase di copulazione.
L'ennesimo condom vola sul pavimento e si riparte con un nuovo HJ, con la fanciulla più o meno supina sul lettone (anche se col busto leggermente sollevato grazie all'azione degli addominali e a qualche provvidenziale cuscino dietro le sue spalle) e il sottoscritto ginocchioni davanti a lei. Una mano masturba l'asta (stavolta più vigorosamente), l'altra si cimenta in varie operazioni: all'inizio sembra muoversi lentamente davanti alla vulva (ma il movimento mi è parso troppo lento per essere una sua stimolazione del clitoride), poi viene messa a mo' di cupola protettiva davanti al mio glande e infine è d'aiuto anche lei nel cercare di condurmi oltre il traguardo.
Quando lo striscione dell'arrivo è proprio davanti a me, provvedo io a creare uno scudo stellare, per evitare che il mio seme possa inondarle il busto o addirittura finirle in viso. L'eiaculazione è abbastanza copiosa e un po' di sperma riesce comunque a gocciolare verso il basso. Non appena Jasmine se ne accorge, mette una mano a riparare la sua vulva e poi si ritrae alla velocità della luce, nel timore che qualche stilla possa caderle nell'orifizio. Il rischio è ora quello di sporcarle il copriletto, per cui mi dirigo altrettanto celermente verso il bagno, dove posso finalmente liberarmi dell'inutile carico e procedere alle consuete abluzioni finali.
UN'AMARA SORPRESA
Quando torno in camera, Jasmine ha già indosso l'abitino di prima e calza invece delle eleganti scarpe/pantofola nere, decorate con perline e dal gusto decisamente arabeggiante. Sta già riponendo le high heels in un sacchetto, per cui è evidente che non ha intenzione di tornare in postazione. Completate le rivestizioni (in realtà lei ha lasciato un po' di cianfrusaglie sul letto e per terra, per cui è probabile che voglia congedarmi prima di finire di rassettare), giungono le note dolenti: come da accordi iniziali, recupero un biglietto arancione e glielo porgo. "Eh no! Per 50, non faccio più di un quarto d'ora a casa! Qui siamo rimasti almeno mezz'ora e quindi sono 100". Rovisto nel portafoglio, ma ho solo altri tre pezzi rossi. Provo prima con 70 (quanto mi era costata Irina per una sessione altrettanto lunga e quanto aveva chiesto qualche sera prima la polacca Sara) e poi con 80, ma Jasmine è irremovibile: "No, sono 100".
"Mi spiace, ma se vuoi 100, dobbiamo passare da un bancomat, perché non li ho", devo deluderla. La fanciulla però non batte ciglio, recupera il giubbotto e la borsetta ed è pronta a farmi strada verso la macchinetta sputa-soldi più vicina. Considerato che sono passati circa 40 minuti da quando avevo parcheggiato la vettura sotto casa sua, un obolo di 100 potrebbe anche starci (anche se è più un rate che poteva essere richiesto sino a 2-3 anni fa, prima che la crisi falcidiasse anche gli introiti delle OTR), ma ciò che mi sembra scorretto è che la fanciulla non abbia fatto presente che lo slot iniziale era scaduto, togliendomi la facoltà di decidere se andare avanti o meno e mettendomi invece di fronte all'esorbitante bolletta, a giochi ormai fatti. Mentre stiamo uscendo dal loft, le faccio notare la cosa e Jasmine non sembra dare molto peso alla mia lamentela sul suo modus operandi, dato che mi risponde: "Quindi sei uno che vuole sempre avere la situazione sotto controllo ...". Poi cerca di arrampicarsi un po' sugli specchi, dicendo che le sembrava scortese sollevare l'argomento pecuniario nel bel mezzo dell'incontro.
L'EPILOGO: ALLA RICERCA DI UN BANCOMAT
Prima di salire in macchina, dev'essere però preoccupata che io possa avere una reazione inconsulta e quindi vuole assicurarsi che non sia arrabbiato con lei. Le ribadisco che non è certo cascato il mondo, ma che - se mai ci sarà una prossima volta - dovrà essere più corretta nel modo di fare, per cui l'atmosfera rimane abbastanza rilassata, anche in questo ulteriore e imprevisto viaggio. Raggiungiamo quindi il bancomat più vicino (quasi sotto la casa di Sara la polacca ), prelevo il foglietto arancione che manca, ma la ragazza astutamente non chiede subito il "regalino", con la scusa che c'è una volante della PS parcheggiata con i lampeggianti accesi nel distributore di fronte. In realtà teme che, consegnatole l'obolo, possa chiederle di scendere seduta stante, obbligandola a una salutare passeggiata di salute nella notte. Oltretutto, colta un po' alla sprovvista da queste impreviste complessità burocratiche, era uscita di casa senza calze e quindi era già con la pelle d'oca in macchina, figuriamoci se avesse dovuto tornare a casa piedi!
In ogni caso, non l'avrei certo lasciata lì, per cui un paio di minuti dopo siamo di nuovo sotto casa sua. Le verso infine il regalino, lei se ne esce con un "Che avventura, la nostra, stanotte!", mi saluta augurandomi anche il buon Natale e la vedo di nuovo scomparire dietro il portone del suo palazzo. Sono le 4 e mezza del mattino, la porta si chiude fragorosamente e il sipario cala anche su questa lunga nottata on the road, iniziata a Bergamo tante ore prima.
CITAZIONI BIGLIOGRAFICHE
CITTA DELL'INCONTRO: Milano
ZONA: 45.485018, 9.229979 (al vertice N/E dell'incrocio Teodosio/Vallazze)
NOME: Jasmine (pronunciato con la I)
NAZIONALITA': sedicente turca
ETA': 22, quasi 23 dichiarati (1993)
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, smorza, HJ intermedio, smorza, mission, HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 50 all'inizio, 100 alla fine
COMPENSO CONCORDATO: 100
DURATA DELL'INCONTRO: circa 40' nel suo loft
DESCRIZIONE FISICA: capelli biondi tinti sino alle spalle, occhi ???, viso dai lineamenti arabeggianti e carino, altezza attorno all'1,60, fisico magro e ben proporzionato, seni non eccedenti la 2° taglia, pelle liscia, vulva carnosa e più scura
ATTITUDINE: molto delicata nel BJ, convincente nella copulazione ; sostanzialmente socievole, ma irremovibile (e poco trasparente) nella gestione del rate
LA MIA RECENSIONE:
ALLA VANA RICERCA DI SARA
Dopo una scorribanda lungo il BdA, in cui non riuscirò a intercettare la mia prediletta e ripiegherò invece sulla sempre affidabile Irina, assistente di Eva Peugeot, decido di allungare la via del rientro a casa. L'intenzione è di passare a ritrovare la fresca conoscenza Sara di via Teodosio, per capire se possa essere promossa tra le mie predilette dopo un primo incontro sostanzialmente convincente. Superato il casello di Agrate, anziché proseguire verso Monza, imbocco la tangenziale est e poi viale Palmanova. Passato sotto il cavalcavia ferroviario, a piazza Sire Raul non c'è che da girare a sinistra e un paio di minuti dopo sono nei pressi del famoso/famigerato distributore ENI, ma della biondina polacca non c'è alcuna traccia, se non un bicchiere di plastica appoggiato sul cofano di una vettura parcheggiata lì.
Proseguo allora verso sud e, all'incrocio con via Vallazze, vedo in postazione l'altra pseudo-biondina che mi aveva colpito nella precedente scorribanda infrasettimanale. Anche stasera, complici le temperature abbastanza miti per essere quasi Natale, indossa un abitino pressoché inguinale sotto il suo giubbotto e le sue gambe luccicano grazie ai classici collant trasparenti da OTR. A Milano ci sono sicuramente 3-4°C in più che a BG, visto che là non c'era invece alcuna ragazza che sfoggiasse una mise così estiva e tutte erano invece infagottate in giubbotti più pesanti, leggings, calzerotti di lana e persino stivali.
JASMINE DA ISTANBUL (O E' INVECE ANCHE LEI NIPOTE DI MUBARAK )
Il tempo di scoprire come fare ad arrivare alla sua postazione dal lato Lambrate, raccolgo un paio di suoi sorrisi al mio passaggio radente, e finalmente accosto, approfittando anche del fatto che non ci sono praticamente macchine parcheggiate sui lati del vialone (lavaggio strade? fuga dalla metropoli per il weekend?). La signorina è tanto sorridente quanto perentoria nel proporre i propri servizi, menzionando il servizio domestico per 50 quale unica alternativa. Mi assicuro che non sia già a fine turno (sono circa le 3:30) e la invito ad accomodarsi a bordo, per farmi guidare sino a casa sua.
Il loft sta in una traversa di viale Padova, per cui ci sono 4-5 minuti di macchina per fare la sua prima conoscenza. Appena salita a bordo, mi porge la mano e si presenta come Jasmine, chiedendomi a sua volta il mio nome. Prima di procedere nella reciproca conoscenza, è però obbligata a indossare la cintura di sicurezza, perché altrimenti saremmo assordati dal fastidioso cicalio d'allarme che si solleva dagli altoparlanti della macchina. Dichiara 22 anni (è del 1993) e dice di essere in Italia da circa 1 anno e mezzo. Con una mia certa sorpresa (ma sino ad un certo punto, dato che il suo accento non è certo da draculina), esibisce documenti turchi al controllo-documenti e dice di essere in Italia da circa 1 anno e mezzo. I lineamenti sono effettivamente un po' da Mille e una notte, ma ho qualche dubbio che sia realmente ottomana (la famiglia sarebbe originaria di Ankara ma poi trasferitasi a Istanbul), perché parla troppo bene l'italiano per essere nel ns. Paese da così poco tempo. Magari proviene invece da qualche Paese tra l'Egitto e il Maghreb e ho seduta accanto a me l'ennesima nipote di Mubarak
PIU' DIFFICILE CHE ENTRARE A FORT KNOX
Arrivati a destinazione, c'è subito un problema viabilistico da risolvere, perché un furgone con le quattro frecce ingombra l'unico accesso del cul de sac in cui si trova il suo loft. Pazientiamo un paio di minuti e poi Jasmine scende a cercare l'autista, che arriva poco dopo e inizia una lentissima uscita in retromarcia. Dato che ho una macchina dietro, che magari vorrebbe svoltare nella traversa, compio un giro dell'isolato e mi ripresento lì. Il camioncino ha appena liberato l'accesso ma pure la macchina che mi stava dietro voleva entrare nella stessa via e mi soffia l'unico parcheggio libero. Alla fine, mi tocca abbandonare la vettura davanti a un cancello/portone che sembra un passo carraio ma non lo è e, trascorsi almeno 10 minuti dall'abboccamento iniziale, posso raggiungere Jasmine davanti all'ingresso del box di casa sua.
La biondina mi fa strada all'interno, rimontiamo una ripida rampa di scale (che mi consente di apprezzare dal basso la bella silhouette delle sue gambe) ed entriamo nell'unico appartamento che non sfoggia un "Merry Christmas" sulla porta. Magari non sarà turca, ma dovrebbe quantomeno essere musulmana ... Dal piccolo atrio di accesso, si vede il bagno di fronte a noi e lo spazioso monolocale tuttofare alla nostra sinistra. La luce soffusa dai toni rosati e l'arredamento molto spoglio (c'è solo un mobile cucina che non dà proprio l'idea di essere usato molto spesso, contro una parete, e il lettone quasi nel mezzo) confermano quanto Jasmine mi aveva detto ossia che quello è solo lo "ufficio" dove lavora e non anche l'appartamento dove vive.
PICCOLA MA GRAZIOSA
Mi fa cenno di appoggiare pure i miei averi sul precario tavolino di cristallo che sta in un angolo (quasi ribalto il ripiano, appoggiandomici sopra!) e possono avere inizio le rispettive svestizioni. Quando siamo nudi come mamma ci ha fatti, vorrei già procedere a regolare gli aspetti burocratici, ma la fanciulla mi dice che non c'è fretta (poi scoprirò il perché ...) e che le formalità potranno pure essere sbrigate alla fine. Stando così le cose, non mi resta che raggiungerla sull'ampio lettone matrimoniale, un cui angolo ha usato anche come deposito di armi e bagagli. Scesa dalle sue high heels, la sua statura dovrebbe posizionarsi tra l'1,60-1,65. Ha comunque un fisichino molto magro e ben proporzionato, che la fa sembrare più alta di quanto realmente sia. I seni dovrebbero essere di una seconda taglia scarsa, ma gradevoli alla vista, e la vulva appare abbastanza carnosa e di un colore molto più scuro rispetto al tono della sua pelle, forse anche perché c'è un po' di ricrescita. Per il resto, è ben depilata e ha un paio di tatuaggi, che non ho trovato particolarmente belli: una rosa abbastanza grossa poco sopra una delle caviglie e una figura più piccola sulla parte interna di uno dei polsi. Il viso ha lineamenti arabeggianti ma piacevoli e i capelli biondi sono evidentemente tinti, dato che la ricrescita è scura. Data la sostanziale semi-oscurità della nostra alcova d'amore, non sono riuscito a cogliere il colore dei suoi occhi.
LA RECE VERA E PROPRIA
Mente mi sdraio nel mezzo del lettone, lei va al lavello e tiene per qualche secondo le mani sotto il getto d'acqua calda, dato che probabilmente erano davvero gelate. Anche dopo il breve riscaldamento, rimangono decisamente fredde (e oltretutto bagnate ...), per cui la prima impressione del fratellino è di essere finito tra le mani di un'eschimese nel suo igloo e non in quelle della favorita del Sultano! In ogni caso, lo shock termico dura poco e, grazie alle sue carezze sul basso ventre e all'azione delicata di smanacciamento, il compare del piano di sotto si risveglia piano piano dal suo torpore antelucano. Nel mentre, ne approfitto già per carezzare la sua schiena, che è tonica al tatto e dalla pelle levigata, come si conviene alla sua giovane età.
Quando il fratellino è sufficientemente arzillo, Jasmine tenta inutilmente di scartare il profilattico dalla sua confezione, ma le sue mani sono ancora troppo umide d'acqua per riuscire a fare presa sull'involucro d'alluminio, per cui mi tocca darle una mano. Estratto il gommino (di quelli trasparenti e sottili, ma che mi è parso un po' troppo aderente), lo posiziona sul glande e poi lo srotola verso il basso con l'azione della sua bocca. Si china sul mio basso ventre e dà inizio a un BJ effettuato con un ritmo molto soft, che per alcuni è gradito ma che nel mio caso rischia di far protrarre le operazioni sino alle calende greche.
"SAI, HO LA PATATA PICCOLA E STRETTA ..."
Con qualche minuto di pazienza, finalmente il fratellino raggiunge circa i 3/4 del suo pieno turgore e dunque Jasmine ritiene che sia giunto il momento di passare alla copulazione. Si mette cavalcioni sopra di me e, con estrema attenzione, procede all'infilamento, per il momento limitandosi a una leggera lubrificazione con la saliva. In effetti, la penetrazione è tutt'altro che agevole e Jasmine si cala verso il basso con molta gradualità, cimentandosi in un'ampia varietà di smorfie, facendo un po' freno con la mano e cambiando diverse volte la posizione delle gambe, per trovare l'assetto giusto. Quando finalmente è arrivata in battuta, comincia a muoversi lentamente su e giù, ma è evidente che qualcosa non funziona.
Allora si sfila e recupera dalla borsetta il lubrificante, che si cosparge all'ingresso dell'orifizio. "Sai, ho la patata piccola e stretta ...", mi spiega, mentre procede a spalmare l'unguento magico. Se non altro, non è stato il mio salsicciotto ad essere farcito con la senape, come un wuerstel nell'hot dog Ciò fatto, si infila di nuovo sul mio fratellino e stavolta l'ingresso è decisamente più facile. La ragione è però un altra, perché il compare del piano di sotto si è un po' sgonfiato e dunque gli è ancora più facile sgusciare come un'anguilla all'interno del pertugio. Jasmine prova comunque ad andare avanti e cambia posizione, passando da quella ginocchioni a quella accovacciata. Facendo leva sulle due gambe e su un braccio, inizia a muoversi su e giù con escursioni molto più ampie, che però rischiano di far sfilare il fratellino a ogni colpo. "Non credo che sia più abbastanza duro ...", devo purtroppo farle presente.
LA FORZA NON E' CON LEI, MA IL MESTIERE NON LE MANCA
Jasmine allora si sfila per la seconda volta e arretra di una spanna, sedendosi sulle mie cosce e con le sue gambe sembre appoggiate ai lati del mio tronco. Toglie il condom, lo getta sul pavimento e inizia di nuovo a smanacciare il fratellino, sempre con fare abbastanza delicato, rispetto al vigore di talune falegnami transilvane che ho avuto modo di conoscere Se la Forza non è con lei, certamente lo è il mestiere: dopo un po' si rimette accanto a me, semi-coricata su un fianco e con le gambe aperte a rombo, in modo da mettermi in bella vista la sua vulva, nella speranza che il panorama mi ecciti e acceleri il risveglio del compare. Non me lo faccio dire due volte e inizio a strofinare un po' le sue labbra polpose. Non penetro però all'interno, un po' perché credo che me l'avrebbe impedito e un po' perché il tutto è reso sin troppo unto dal lubrificante che si era cosparsa poc'anzi.
Quando ritiene che la mia esplorazione dell'Isola del Tesoro sia durata abbastanza a lungo, richiude le gambe e poi si rimette di nuovo accovacciata sopra il basso ventre. Il cambio di posizione non è però spiacevole, perché quasi subito si china un po' verso di me e avvicina il suo petto all'asta che tiene protesa verso l'alto, simulando una parvenza di spagnola. Il tutto è condito da un ansimare poco credibile (viste le reciproche posizioni) ma comunque eccitante per il mio udito. Poi si abbassa gattoni, puntellandosi con un avambraccio accanto alla mia testa e lasciando tra i nostri tronchi lo spazio strettamente necessario per permettere all'altra mano di continuare lo smanacciamento. L'azione è ora più vigorosa, il suo ansimare si fa quasi muggito e sento il calore del suo corpo quasi appoggiato contro il mio. La cingo a me e inizio a carezzarle voluttuosamente la schiena, il collo e la sua chioma finto-bionda. Anche il fratellino là sotto sta iniziando a divertirsi, perché lo sento diventare sempre più turgido tra le ora calde mani di Jasmine, al punto che inizia a premere violentemente contro il suo addome. Anche se non penso che la fanciulla abbia intenzione di compiere una simile follia, sto comunque all'erta perché non proceda a un indesiderato infilamento dell'asta a crudo, senza alcuna protezione.
SCOPATO DA JASMINE
Dopo qualche minuto così, la favorita del Sultano si risolleva e, sempre ginocchioni sopra di me, si volge di nuovo verso la borsetta, per estrarne un'altra bustina argentata. Ha di nuovo qualche difficoltà ad aprirla (e pure io, dato che la sostanziale oscurità non permette di vedere dove sia il pre-strappo), ma alla fine anche questo condom viene estratto dalla confezione, posizionato sulla punta e poi srotolato verso il basso con la bocca, su un'asta ben più turgida di prima.
Ripristinate le necessarie protezioni, Jasmine si reinfila per la terza volta, non senza lasciarsi sfuggire qualche altra smorfia. Riparte come aveva provato a fare prima, compiendo percussioni verticali abbastanza lente ma molto ampie. Stavolta, il compare del piano di sotto è ben più arzillo e dunque rimane correttamente in posizione, mentre lei si muove su e giù. Le sensazioni che salgono dal basso ventre sono decisamente piacevoli, dato che la sua pizda è oggettivamente stretta e dunque c'è un buon attrito contro le pareti. Ci scambiamo qualche sguardo, ma Jasmine tiene prevalentemente gli occhi chiusi, mentre procede nella sua delicata galoppata. Intanto che lei è intenta ad ansimare, ne approfitto per carezzarle le cosce e poi per salire a manipolar i suoi seni. Non sono né grossi né marmorei, ma neppure flaccidi: hanno insomma la consistenza un po' morbida di un seno naturale. I capezzoli non appaiono molto reattivi al titillamento: forse anche per la brevità della stimolazione, non mi sembrano inturgidirsi in modo evidente.
Non c'è però molto tempo per continuare in questa esplorazione, perché Jasmine si abbassa completamente su di me, continuando le operazioni in una sorta di missionaria a ruoli rovesciati, in cui è lei a scoparsi il sottoscritto, che deve solo premurarsi di tenere l'asta ritta verso l'alto. Chiaramente, così distesa sul mio tronco, non ha modo di compiere percussioni pelviche molto ampie e dunque il movimento diventa più uno strusciamento avanti e indietro. La strettezza del pertugio, il fatto di poterla serrare fortemente a me e il ritmico ansimare di entrambi (non so chi dei due stesse simulando di più ) rendono comunque voluttuoso anche questo smorza-candela sui generis.
LA SOLITA MISSIONE DA COMPIERE ...
Quando mi sembra che stia iniziando a mollare il colpo, le domando se le vada di cambiare posizione. Nessun problema, come immaginavo, per cui ci rigiriamo sul lettone e Jasmine si dispone supina, con le gambe aperte a ranocchia. Lascio che infili l'asta nella sua vulva carnosa e, puntellato sugli avambracci tesi, inizio la mia ginnastica pelvica. Anche in questo caso, tiene gli occhi sempre socchiusi (il che è indice del fatto che voglia estraniarsi dalla situazione), ma il resto della coreografia è comunque all'altezza dell'obolo che poi mi troverò a dover pagare: raccoglie le gambe ancora più verso l'alto e me le serra con forza contro la schiena, mi carezza un po' il petto e continua ad ansimare come se non facesse sesso da 6 mesi.
Probabilmente io non faccio invece ginnastica da 6 mesi, per cui i due puntelli iniziano a vacillare e quindi mi calo progressivamente su di lei, cercando di capire sa la cosa possa infastidirla. Dato che non giunge alcun diniego da parte sua, mi corico del tutto sul suo tronco, la cingo da dietro la schiena con una mano e inizio a carezzarle il collo e la nuca con l'altra. La colonna sonora rimane invariata (si aggiunge però un fastidioso cigolio del lettone, che un po' mi distrae) e anche lei mi serra strettamente con le braccia, iniziando a massaggiarmi con energia la schiena.
Si procede con mio sommo piacere per qualche minuto, ma poi i glutei iniziano a reclamare un po' di respiro, anche perché ero reduce dal precedente incontro-maratona con la bergamasca Irina, che con encomiabile pazienza mi aveva concesso ben 5 posizioni (smorzacandela frontale, pecorina, missionaria, smorzacandela di spalle e pecorina in piedi accanto al letto). Per questo, mi fermo a prendere un attimo di respiro e alzo bandiera bianca, chiedendole se le vada di finire le operazioni con un po' di falegnameria.
... E IL SOLITO FINALE
Jasmine accetta senza battere ciglio, probabilmente perché sta già pregustando l'alta marea che a breve sommergerà il suo conto corrente, mentre l'ingenuo che le sta di fronte è ancora convinto che il tutto possa risolversi con una piccola mancia alla fine delle operazioni. Mi sfilo da lei per l'ennesima volta, sentendo un po' di odore provenire dal pertugio, per cui è probabile che sia auto-lubrificata almeno un po' in modo naturale, durante la lunga fase di copulazione.
L'ennesimo condom vola sul pavimento e si riparte con un nuovo HJ, con la fanciulla più o meno supina sul lettone (anche se col busto leggermente sollevato grazie all'azione degli addominali e a qualche provvidenziale cuscino dietro le sue spalle) e il sottoscritto ginocchioni davanti a lei. Una mano masturba l'asta (stavolta più vigorosamente), l'altra si cimenta in varie operazioni: all'inizio sembra muoversi lentamente davanti alla vulva (ma il movimento mi è parso troppo lento per essere una sua stimolazione del clitoride), poi viene messa a mo' di cupola protettiva davanti al mio glande e infine è d'aiuto anche lei nel cercare di condurmi oltre il traguardo.
Quando lo striscione dell'arrivo è proprio davanti a me, provvedo io a creare uno scudo stellare, per evitare che il mio seme possa inondarle il busto o addirittura finirle in viso. L'eiaculazione è abbastanza copiosa e un po' di sperma riesce comunque a gocciolare verso il basso. Non appena Jasmine se ne accorge, mette una mano a riparare la sua vulva e poi si ritrae alla velocità della luce, nel timore che qualche stilla possa caderle nell'orifizio. Il rischio è ora quello di sporcarle il copriletto, per cui mi dirigo altrettanto celermente verso il bagno, dove posso finalmente liberarmi dell'inutile carico e procedere alle consuete abluzioni finali.
UN'AMARA SORPRESA
Quando torno in camera, Jasmine ha già indosso l'abitino di prima e calza invece delle eleganti scarpe/pantofola nere, decorate con perline e dal gusto decisamente arabeggiante. Sta già riponendo le high heels in un sacchetto, per cui è evidente che non ha intenzione di tornare in postazione. Completate le rivestizioni (in realtà lei ha lasciato un po' di cianfrusaglie sul letto e per terra, per cui è probabile che voglia congedarmi prima di finire di rassettare), giungono le note dolenti: come da accordi iniziali, recupero un biglietto arancione e glielo porgo. "Eh no! Per 50, non faccio più di un quarto d'ora a casa! Qui siamo rimasti almeno mezz'ora e quindi sono 100". Rovisto nel portafoglio, ma ho solo altri tre pezzi rossi. Provo prima con 70 (quanto mi era costata Irina per una sessione altrettanto lunga e quanto aveva chiesto qualche sera prima la polacca Sara) e poi con 80, ma Jasmine è irremovibile: "No, sono 100".
"Mi spiace, ma se vuoi 100, dobbiamo passare da un bancomat, perché non li ho", devo deluderla. La fanciulla però non batte ciglio, recupera il giubbotto e la borsetta ed è pronta a farmi strada verso la macchinetta sputa-soldi più vicina. Considerato che sono passati circa 40 minuti da quando avevo parcheggiato la vettura sotto casa sua, un obolo di 100 potrebbe anche starci (anche se è più un rate che poteva essere richiesto sino a 2-3 anni fa, prima che la crisi falcidiasse anche gli introiti delle OTR), ma ciò che mi sembra scorretto è che la fanciulla non abbia fatto presente che lo slot iniziale era scaduto, togliendomi la facoltà di decidere se andare avanti o meno e mettendomi invece di fronte all'esorbitante bolletta, a giochi ormai fatti. Mentre stiamo uscendo dal loft, le faccio notare la cosa e Jasmine non sembra dare molto peso alla mia lamentela sul suo modus operandi, dato che mi risponde: "Quindi sei uno che vuole sempre avere la situazione sotto controllo ...". Poi cerca di arrampicarsi un po' sugli specchi, dicendo che le sembrava scortese sollevare l'argomento pecuniario nel bel mezzo dell'incontro.
L'EPILOGO: ALLA RICERCA DI UN BANCOMAT
Prima di salire in macchina, dev'essere però preoccupata che io possa avere una reazione inconsulta e quindi vuole assicurarsi che non sia arrabbiato con lei. Le ribadisco che non è certo cascato il mondo, ma che - se mai ci sarà una prossima volta - dovrà essere più corretta nel modo di fare, per cui l'atmosfera rimane abbastanza rilassata, anche in questo ulteriore e imprevisto viaggio. Raggiungiamo quindi il bancomat più vicino (quasi sotto la casa di Sara la polacca ), prelevo il foglietto arancione che manca, ma la ragazza astutamente non chiede subito il "regalino", con la scusa che c'è una volante della PS parcheggiata con i lampeggianti accesi nel distributore di fronte. In realtà teme che, consegnatole l'obolo, possa chiederle di scendere seduta stante, obbligandola a una salutare passeggiata di salute nella notte. Oltretutto, colta un po' alla sprovvista da queste impreviste complessità burocratiche, era uscita di casa senza calze e quindi era già con la pelle d'oca in macchina, figuriamoci se avesse dovuto tornare a casa piedi!
In ogni caso, non l'avrei certo lasciata lì, per cui un paio di minuti dopo siamo di nuovo sotto casa sua. Le verso infine il regalino, lei se ne esce con un "Che avventura, la nostra, stanotte!", mi saluta augurandomi anche il buon Natale e la vedo di nuovo scomparire dietro il portone del suo palazzo. Sono le 4 e mezza del mattino, la porta si chiude fragorosamente e il sipario cala anche su questa lunga nottata on the road, iniziata a Bergamo tante ore prima.
CITAZIONI BIGLIOGRAFICHE
Infine la più interessante, dalla quale sono tornato almeno quattro volte. È Jasmine, che occupa l’angolo via Teodosio/via Vallazze, dopo il semaforo, a destra procedendo da Città Studi verso piazza Sire Raul, 45.484927, 9.230039 (da non confondere con una, più alta, ma dal viso non attraente, sul lato opposto). Dice di essere turca, di avere 22 anni, altezza 161 cm, peso 45 kg (dunque tipo skinny), seno prima ben fatta, capelli castani lunghi, occhi azzurri, carnagione scura, viso carino un po’ lungo. Chiede 50 euri per pompino e scopata a casa sua, niente anale, niente orale scoperto, niente baci in bocca. Le case continua a cambiarle, finora erano tutte sistemazioni almeno decenti.
Il pompino lo fa bene: senza fretta, molto insalivato, vario, con sguardi maliziosi. Per quanto riguarda la scopata, è disponibile alle diverse posizioni e quelle classiche le abbiamo provate tutte. Il limite è che è un po’ menosa: non si fa leccare la figa, preferisce togliersi da sola gli abiti piuttosto che giocare un po’ con te allo spogliarello, cerca di evitare la penetrazione più profonda, se la premi con tutto il peso durante la pecorina con lei sdraiata sulla pancia si lamenta “mi schiacci”. Sì, mi rendo conto che a leggerle tutte in fila queste cose darebbero l’idea di una che ti boicotta. In realtà è una ragazza che senz’altro si sottrae al coinvolgimento più pieno, ma cerca di accontentarti e quando fa un po’ la difficile tenta sempre di sottrarsi con un sorriso, tipo fidanzatina timida. Per tutte queste ragioni, non la trovo certo una partner perfetta, ma alla fine mi piace, anche perché è molto simpatica e pure intelligente.
Tornando in via Teodosio, dove incrocia via Vallazze, ho frequentato JASMINE, di cui pure ho parlato nell’intervento di p. 89.