SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Palosco (BG)
ZONA: 45.597018, 9.819429 (nel distributore dall'insegna a me sconociuta, ex-API si dice)
NOME: Lucia
NAZIONALITA': Moldava
ETA': 27 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ+HJ
COMPENSO RICHIESTO: 30
COMPENSO CONCORDATO: 30
DURATA DELL'INCONTRO: non più di 15', da mattonella a mattonella
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65, capelli castano/rossicci raccolti in una coda, viso un po' sciupato ma abbastanza gradevole, occhi scuri, corporatura magra, belle gambe, seno naturale (così dice lei) vicino alla 3° taglia
ATTITUDINE: si gioca il podio olimpico per il BJ più veloce della mia carriera ; non sarebbe neppure antipatica, forse un po' vanitosa
LA MIA RECENSIONE:
Dopo il mio consueto disguido settimanale con la loftina bergamasca di turno (interessante lettura del Corriere della Sera, nel parcheggio sotto casa sua), mi dirigo verso la promenade per cercare consolazione. Arrivato alla rotonda del Baraccone, l'obiettivo sarebbe fare Vendemmia, però non dev'essere serata o forse neppure stagione, perché tutto ciò che posso vedere è questo cartello:
Do un'occhiata ai rami che mi sono più familiari, ma non vedo niente di realmente interessante: a parte le solite presenze (da cui vorrei astenermi per stasera), mi balzano all'occhio la nuova ragazza del vivaio (perché è vestita così scura che a momenti la investo nel buio della notte) e la nuova receptionist dell'Erli (più che altro in virtù della sua chioma, che è un'improbabile onda di colore dal biondo al rosa). Mi spingo allora lungo il ramo orientale e c'è ben più movimento del solito: una ragazza sulla destra, immettendosi da Mornico; una poco più avanti a sinistra, in uno slargo che sembra condurre a una zona industriale; una coppia bionda + castana, che sembra seguire la regola delle targhe alterne, al distributore un po' sgangherato; la piccola twerkatrice appena più avanti sulla destra e infine un intero trio (di Albanesi, direi) alla rotonda del Piccolo.
Queste ultime non mi ispirano particolarmente, per cui tento la fortuna con la piccola Miley de' noantri (credo sia Giuliana, al secolo), ma vengo inesorabilmente preceduto da un collega, che me la soffia per non più di una decina di secondi. Proseguo allora sino al distributore ed entro a dare un'occhiata: nessuna delle due è una bellezza memorabile, ma forse quella con il migliore impatto scenico è la castano/rossiccia che sta nella corsia più interna. Il viso è tanto curato nel maquillage quanto un po' sciupato dall'incedere degli anni, i capelli dalla tinta improbabile sono raccolti in un codino, il fisico non sembra per niente male, con tanto di minigonna poco più che inguinale e vertiginosi tacchi a spillo.
LUCIA DALLA MOLDOVA
Tento allora l'abbordaggio (i famosi 20 per un BJ conoscitivo), la bella di notte è anche abbastanza gentile, ma vengo malamente respinto (per meno di 30 non si fa nulla). Rifletto sulle probabilità di poter fare Vendemmia (più facile trovare qualcuna che accetti il rate di 20, il che è tutto dire ...), per cui mi piego all'accordo di cartello e, ricevute le consuete rassicurazioni sul fatto che l'imbosco sia più sicuro di Fort Knox, la invito ad accomodarsi a bordo.
La signorina deve avere appena svaligiato l'Orio Center, in una frenetica sessione di shopping, perché recupera un numero imprecisato di borse e sacchetti, prima di sedersi finalmente accanto a me. "Come ti chiami?", le domando subito. "Lucia", mi risponde. "Piacere, io sono XXX", mi presento e ci stringiamo la mano. Nel tragitto di un paio di minuti sino al suo retrobottega, raccolgo le solite generalità. Si dichiara moldava e, come lasciava intendere il suo accento abbastanza neutro, è ormai in Italia da 7-8 anni. A sentire lei, non tutti trascorsi sul ciglio della strada, ma svolgendo dapprima i vari lavori in cui di solito si cimentano le ragazze dell'Est (e non sto parlando della lap dance ). "E quanti anni hai? Ventisei? Ventisette? ...", le domando. "Ventisette", interrompe il mio conteggio ben prima che mi avvicini pericolosamente alla trentina.
Arrivati a destinazione, mi fa parcheggiare in un luogo schermato alla vista ("Tranquillo: ci vengo tutte le sere e non è mai arrivato nessuno!") ed estrae prontamente i ferri del mestiere dalla borsetta, per disporli ordinatamente sulla plancia. Faccio lo stesso con i dobloni, che passano di mano e vengono collocati altrettanto ordinatamente nella sua saccoccia. "Vuoi anche scopare?", mi domanda, mentre ha già scoperchiato i suoi seni, aprendo generosamente il giubbotto nero che comunque tiene indosso. "No, in macchina preferisco non rischiare: partiamo solo con un BJ", commetto l'errore di stoppare la sua buona volontà, perché si era già sfilata le scarpe e stava per abbassarsi collant e mutandine.
LA RECE VERA E PROPRIA
Ha a questo punto inizio uno dei BJ/HJ più corti che io ricordi. Si dispone gattoni sul sedile, smanaccia un po' il fratellino, lo incappuccia con un condom trasparente della Control (una vera primizia) e poi si mette all'opera. Non faccio neppure in tempo a chiudere gli occhi e a concentrarmi sulla sua azione, per capire come stia trastullando il mio fratellino, e già inizia a farsi aiutare da Mastro Geppetto Essendo quasi completamente vestita, mi insinuo in quei pochi cm2 di pelle tra l'orlo del giubbotto e quello della minigonna e la carezzo un po'. Poi scendo a saggiare la consistenza dei glutei e delle cosce, che non sembra male, ma ormai ho imparato che con i collant ogni giudizio va sempre espresso con riserva.
Dopo un tempo davvero breve, si rialza già a prendere fiato e lascia che sia solo la sua mano a prendersi cura del mio compare del piano di sotto. Se non altro, essendosi risollevata, posso allungare un tentacolo sui suoi seni, la cui consistenza appare naturale. Quando però tento di titillarle uno dei capezzoli, è evidente che la mia iniziativa di fratellanza universale non è gradita, perché con una fine mossa di judo riesce a spostare il mio avambraccio altrove Essendo gattoni, le carezzo allora l'interno delle cosce e, piano piano, provo a risalire verso l'alto. Quando arrivo alla fessura del desiderio, è di nuovo chiaro che non gradisce molto le mie attenzioni: basta strofinare un po' la zona della vulva (oltretutto schermata dalle calze e dalle mutandine) e quasi istantaneamente si ridispone di quel poco che basta a mettermi in fuorigioco. A questo punto, ripiego mestamente dietro la linea di metà campo e mi accontento di carezzarle alternativamente le gambe e la schiena.
Dopo un paio di brevi sessioni, in cui le sue belle mani sono state decisamente più protagoniste della sua bocca, è già il tempo del "Tesoro, ci sei?". "Sei stanca?", le domando. "Eh sì, la posizione così è un po' scomoda e mi fa male la schiena", mi risponde. "Dài, tieni duro ancora un po'", la incito a non demordere. Si mette accovacciata, per cambiare un po' l'inclinazione del suo tronco e si cimenta in un'ultima sessione, ancora meno convinta delle precedenti. Un altro minuto scarso ed è già il momento del triplice fischio: "Come mai sei così lungo? Mi spiace, ma non ce la faccio davvero più!". Non avendo un orologio al polso, ne cerco disperatamente uno per avere una controprova certa, perché quello biologico che ticchetta nella mia testa mi dice che non sono passati più di cinque minuti, da quando ho parcheggiato la macchina. Non sono frequentatore di lap dance, ma penso che neppure lì riescano a spennarti la bellezza di 30/5 = 6 Euro/minuto!
LA TEORIA DELLA RELATIVITA' RISTRETTA
"Vogliamo provare a fare sesso?", tento di risollevare le mie sorti. "Ma mi avevi detto che non volevi, in macchina ...", è brava a svicolare la brunetta. "Sì, però, visto che sei stanca e non te la senti di continuare con la bocca ...", cerco di essere il più diplomatico possibile. "Eh, ma me lo dici adesso che è passata mezz'ora?". A scuola non ero mai riuscito a capire la teoria della relatività ristretta, ma ora è tutto chiaro: quando un corpo (Lucia) si muove alla velocità della luce, nel suo sistema di riferimento il tempo si dilata (5 minuti sembrano 30) e le distanze si contraggono (il mio pene dev'esserle sembrato lungo non più di 15 mm e quindi tentare di sollazzarlo un'impresa del tutto inutile).
"A dire il vero, saremo qui da 5 minuti ", cerco di metterla sul ridere, riportando la vicenda nel sistema di riferimento di un osservatore immobile. "Guarda, non posso davvero stare più a lungo, in macchina", è inesorabile Lucia. Al che, per una trentina di secondi nella mia vettura piomba un silenzio che si potrebbe quasi definire assordante. Alla fine, è lei a rompere l'imbarazzo, con una battuta che dovrò annotare nel mio taccuino: "Dài, può capitare: è solo che non ci siamo piaciuti a vicenda". Più che il sottoscritto, è probabilmente questo lavoro a non piacerle (il che è più che legittimo), ma evito di esternare la mia opinione, per evitare di far montare ancora di più la tensione. Non ero certo partito con l'idea di farle una proposta di matrimonio, ma ora mi tocca persino smaltire i rifiuti, dato che la fanciulla non è neppure attrezzata col sacchettino adibito alla bisogna
UN GRAZIE A PAPA' E A MAMMA'
Sarebbe davvero troppo imbarazzante compiere anche il viaggio di ritorno nel silenzio più assoluto, per cui comunque ci scambio quattro chiacchiere, complimentandomi anzitutto per la sua incredibile nail art (blu con perline argentate), degna di un'estetista professionista. Professione che, si dice, la signorina eserciti durante il giorno. "Comunque, a parte il gel sulle unghie - tiene a precisare - sono tutta naturale!". "Anche i seni?", le domando incuriosito. "Certo! Vuoi toccarli?", mi propone. "Non è il caso, sto guidando Oltretutto, quando ci ho provato prima, mi hai cacciato via ", devo respingere la sua avance. "E' che ho i capezzoli sensibilissimi e mi hai toccato proprio lì", spiega la sua reazione di prima.
"Ma proprio nulla-nulla di artificiale? Neppure le sopracciglia?", la incalzo, notando che sono talmente voluminose da sembrare artefatte, come le avevo viste a Giovanna o a Bianca. "Te lo giuro: qui è tutto naturale. Devo ringraziare solo la mamma!", sarebbe pronta a mettere la mano sulla Bibbia, che devo avere ancora in una delle tasche portaoggetti della macchina. "Anche il papà, ovviamente", puntualizza, per non fare torto a nessuno. Al che comincia a elencare cosa ha ereditato dall'una e dell'altro: "Le guance e, come si dice?, il mento dalla mamma. Il naso, gli occhi e le unghie dal papà!". "Perché, si mette anche lui il gel sulle unghie? ", è l'ultima idiozia che riesco a dire, prima di essere di nuovo alla sua pompa di fiducia.
"Dài, magari la prossima volta andiamo in albergo e, con una mezz'oretta, possiamo fare più con calma", butta lì la proposta indecente. "Ma quanto costerebbe?", le domando. "100", ovviamente. "Con la camera?", è doveroso indagare. "Sì, sì, con la camera", altrettanto ovviamente. "Neanche se costasse 50!", è quello che penso ma non le dico. Ci salutiamo e, alla velocità della luce, mi dirigo verso il boulevard, per cercare di salvare la nottata. Entro in uno dei numerosi distributori che sono disseminati lungo il vialone, mi avvicino alla mia recente "fidanzatina" e, non appena mi identifica, mi accoglie con un sorrisone a 32 denti, perché le è chiaro che almeno la sua, di serata, è salva. "Ti ricordi di me?", le domando. "Sì ", bastava il suo sorriso. "Ti ricordi anche della promessa che mi avevi fatto? ", sventolo il voucher che mi era stato rilasciato non più di una settimana fa. "Sì Andiamo?", si mette a ridere. Ma questa è un'altra storia, che non posso raccontare una seconda volta ...
CITTA DELL'INCONTRO: Palosco (BG)
ZONA: 45.597018, 9.819429 (nel distributore dall'insegna a me sconociuta, ex-API si dice)
NOME: Lucia
NAZIONALITA': Moldava
ETA': 27 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ+HJ
COMPENSO RICHIESTO: 30
COMPENSO CONCORDATO: 30
DURATA DELL'INCONTRO: non più di 15', da mattonella a mattonella
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65, capelli castano/rossicci raccolti in una coda, viso un po' sciupato ma abbastanza gradevole, occhi scuri, corporatura magra, belle gambe, seno naturale (così dice lei) vicino alla 3° taglia
ATTITUDINE: si gioca il podio olimpico per il BJ più veloce della mia carriera ; non sarebbe neppure antipatica, forse un po' vanitosa
LA MIA RECENSIONE:
Dopo il mio consueto disguido settimanale con la loftina bergamasca di turno (interessante lettura del Corriere della Sera, nel parcheggio sotto casa sua), mi dirigo verso la promenade per cercare consolazione. Arrivato alla rotonda del Baraccone, l'obiettivo sarebbe fare Vendemmia, però non dev'essere serata o forse neppure stagione, perché tutto ciò che posso vedere è questo cartello:
Do un'occhiata ai rami che mi sono più familiari, ma non vedo niente di realmente interessante: a parte le solite presenze (da cui vorrei astenermi per stasera), mi balzano all'occhio la nuova ragazza del vivaio (perché è vestita così scura che a momenti la investo nel buio della notte) e la nuova receptionist dell'Erli (più che altro in virtù della sua chioma, che è un'improbabile onda di colore dal biondo al rosa). Mi spingo allora lungo il ramo orientale e c'è ben più movimento del solito: una ragazza sulla destra, immettendosi da Mornico; una poco più avanti a sinistra, in uno slargo che sembra condurre a una zona industriale; una coppia bionda + castana, che sembra seguire la regola delle targhe alterne, al distributore un po' sgangherato; la piccola twerkatrice appena più avanti sulla destra e infine un intero trio (di Albanesi, direi) alla rotonda del Piccolo.
Queste ultime non mi ispirano particolarmente, per cui tento la fortuna con la piccola Miley de' noantri (credo sia Giuliana, al secolo), ma vengo inesorabilmente preceduto da un collega, che me la soffia per non più di una decina di secondi. Proseguo allora sino al distributore ed entro a dare un'occhiata: nessuna delle due è una bellezza memorabile, ma forse quella con il migliore impatto scenico è la castano/rossiccia che sta nella corsia più interna. Il viso è tanto curato nel maquillage quanto un po' sciupato dall'incedere degli anni, i capelli dalla tinta improbabile sono raccolti in un codino, il fisico non sembra per niente male, con tanto di minigonna poco più che inguinale e vertiginosi tacchi a spillo.
LUCIA DALLA MOLDOVA
Tento allora l'abbordaggio (i famosi 20 per un BJ conoscitivo), la bella di notte è anche abbastanza gentile, ma vengo malamente respinto (per meno di 30 non si fa nulla). Rifletto sulle probabilità di poter fare Vendemmia (più facile trovare qualcuna che accetti il rate di 20, il che è tutto dire ...), per cui mi piego all'accordo di cartello e, ricevute le consuete rassicurazioni sul fatto che l'imbosco sia più sicuro di Fort Knox, la invito ad accomodarsi a bordo.
La signorina deve avere appena svaligiato l'Orio Center, in una frenetica sessione di shopping, perché recupera un numero imprecisato di borse e sacchetti, prima di sedersi finalmente accanto a me. "Come ti chiami?", le domando subito. "Lucia", mi risponde. "Piacere, io sono XXX", mi presento e ci stringiamo la mano. Nel tragitto di un paio di minuti sino al suo retrobottega, raccolgo le solite generalità. Si dichiara moldava e, come lasciava intendere il suo accento abbastanza neutro, è ormai in Italia da 7-8 anni. A sentire lei, non tutti trascorsi sul ciglio della strada, ma svolgendo dapprima i vari lavori in cui di solito si cimentano le ragazze dell'Est (e non sto parlando della lap dance ). "E quanti anni hai? Ventisei? Ventisette? ...", le domando. "Ventisette", interrompe il mio conteggio ben prima che mi avvicini pericolosamente alla trentina.
Arrivati a destinazione, mi fa parcheggiare in un luogo schermato alla vista ("Tranquillo: ci vengo tutte le sere e non è mai arrivato nessuno!") ed estrae prontamente i ferri del mestiere dalla borsetta, per disporli ordinatamente sulla plancia. Faccio lo stesso con i dobloni, che passano di mano e vengono collocati altrettanto ordinatamente nella sua saccoccia. "Vuoi anche scopare?", mi domanda, mentre ha già scoperchiato i suoi seni, aprendo generosamente il giubbotto nero che comunque tiene indosso. "No, in macchina preferisco non rischiare: partiamo solo con un BJ", commetto l'errore di stoppare la sua buona volontà, perché si era già sfilata le scarpe e stava per abbassarsi collant e mutandine.
LA RECE VERA E PROPRIA
Ha a questo punto inizio uno dei BJ/HJ più corti che io ricordi. Si dispone gattoni sul sedile, smanaccia un po' il fratellino, lo incappuccia con un condom trasparente della Control (una vera primizia) e poi si mette all'opera. Non faccio neppure in tempo a chiudere gli occhi e a concentrarmi sulla sua azione, per capire come stia trastullando il mio fratellino, e già inizia a farsi aiutare da Mastro Geppetto Essendo quasi completamente vestita, mi insinuo in quei pochi cm2 di pelle tra l'orlo del giubbotto e quello della minigonna e la carezzo un po'. Poi scendo a saggiare la consistenza dei glutei e delle cosce, che non sembra male, ma ormai ho imparato che con i collant ogni giudizio va sempre espresso con riserva.
Dopo un tempo davvero breve, si rialza già a prendere fiato e lascia che sia solo la sua mano a prendersi cura del mio compare del piano di sotto. Se non altro, essendosi risollevata, posso allungare un tentacolo sui suoi seni, la cui consistenza appare naturale. Quando però tento di titillarle uno dei capezzoli, è evidente che la mia iniziativa di fratellanza universale non è gradita, perché con una fine mossa di judo riesce a spostare il mio avambraccio altrove Essendo gattoni, le carezzo allora l'interno delle cosce e, piano piano, provo a risalire verso l'alto. Quando arrivo alla fessura del desiderio, è di nuovo chiaro che non gradisce molto le mie attenzioni: basta strofinare un po' la zona della vulva (oltretutto schermata dalle calze e dalle mutandine) e quasi istantaneamente si ridispone di quel poco che basta a mettermi in fuorigioco. A questo punto, ripiego mestamente dietro la linea di metà campo e mi accontento di carezzarle alternativamente le gambe e la schiena.
Dopo un paio di brevi sessioni, in cui le sue belle mani sono state decisamente più protagoniste della sua bocca, è già il tempo del "Tesoro, ci sei?". "Sei stanca?", le domando. "Eh sì, la posizione così è un po' scomoda e mi fa male la schiena", mi risponde. "Dài, tieni duro ancora un po'", la incito a non demordere. Si mette accovacciata, per cambiare un po' l'inclinazione del suo tronco e si cimenta in un'ultima sessione, ancora meno convinta delle precedenti. Un altro minuto scarso ed è già il momento del triplice fischio: "Come mai sei così lungo? Mi spiace, ma non ce la faccio davvero più!". Non avendo un orologio al polso, ne cerco disperatamente uno per avere una controprova certa, perché quello biologico che ticchetta nella mia testa mi dice che non sono passati più di cinque minuti, da quando ho parcheggiato la macchina. Non sono frequentatore di lap dance, ma penso che neppure lì riescano a spennarti la bellezza di 30/5 = 6 Euro/minuto!
LA TEORIA DELLA RELATIVITA' RISTRETTA
"Vogliamo provare a fare sesso?", tento di risollevare le mie sorti. "Ma mi avevi detto che non volevi, in macchina ...", è brava a svicolare la brunetta. "Sì, però, visto che sei stanca e non te la senti di continuare con la bocca ...", cerco di essere il più diplomatico possibile. "Eh, ma me lo dici adesso che è passata mezz'ora?". A scuola non ero mai riuscito a capire la teoria della relatività ristretta, ma ora è tutto chiaro: quando un corpo (Lucia) si muove alla velocità della luce, nel suo sistema di riferimento il tempo si dilata (5 minuti sembrano 30) e le distanze si contraggono (il mio pene dev'esserle sembrato lungo non più di 15 mm e quindi tentare di sollazzarlo un'impresa del tutto inutile).
"A dire il vero, saremo qui da 5 minuti ", cerco di metterla sul ridere, riportando la vicenda nel sistema di riferimento di un osservatore immobile. "Guarda, non posso davvero stare più a lungo, in macchina", è inesorabile Lucia. Al che, per una trentina di secondi nella mia vettura piomba un silenzio che si potrebbe quasi definire assordante. Alla fine, è lei a rompere l'imbarazzo, con una battuta che dovrò annotare nel mio taccuino: "Dài, può capitare: è solo che non ci siamo piaciuti a vicenda". Più che il sottoscritto, è probabilmente questo lavoro a non piacerle (il che è più che legittimo), ma evito di esternare la mia opinione, per evitare di far montare ancora di più la tensione. Non ero certo partito con l'idea di farle una proposta di matrimonio, ma ora mi tocca persino smaltire i rifiuti, dato che la fanciulla non è neppure attrezzata col sacchettino adibito alla bisogna
UN GRAZIE A PAPA' E A MAMMA'
Sarebbe davvero troppo imbarazzante compiere anche il viaggio di ritorno nel silenzio più assoluto, per cui comunque ci scambio quattro chiacchiere, complimentandomi anzitutto per la sua incredibile nail art (blu con perline argentate), degna di un'estetista professionista. Professione che, si dice, la signorina eserciti durante il giorno. "Comunque, a parte il gel sulle unghie - tiene a precisare - sono tutta naturale!". "Anche i seni?", le domando incuriosito. "Certo! Vuoi toccarli?", mi propone. "Non è il caso, sto guidando Oltretutto, quando ci ho provato prima, mi hai cacciato via ", devo respingere la sua avance. "E' che ho i capezzoli sensibilissimi e mi hai toccato proprio lì", spiega la sua reazione di prima.
"Ma proprio nulla-nulla di artificiale? Neppure le sopracciglia?", la incalzo, notando che sono talmente voluminose da sembrare artefatte, come le avevo viste a Giovanna o a Bianca. "Te lo giuro: qui è tutto naturale. Devo ringraziare solo la mamma!", sarebbe pronta a mettere la mano sulla Bibbia, che devo avere ancora in una delle tasche portaoggetti della macchina. "Anche il papà, ovviamente", puntualizza, per non fare torto a nessuno. Al che comincia a elencare cosa ha ereditato dall'una e dell'altro: "Le guance e, come si dice?, il mento dalla mamma. Il naso, gli occhi e le unghie dal papà!". "Perché, si mette anche lui il gel sulle unghie? ", è l'ultima idiozia che riesco a dire, prima di essere di nuovo alla sua pompa di fiducia.
"Dài, magari la prossima volta andiamo in albergo e, con una mezz'oretta, possiamo fare più con calma", butta lì la proposta indecente. "Ma quanto costerebbe?", le domando. "100", ovviamente. "Con la camera?", è doveroso indagare. "Sì, sì, con la camera", altrettanto ovviamente. "Neanche se costasse 50!", è quello che penso ma non le dico. Ci salutiamo e, alla velocità della luce, mi dirigo verso il boulevard, per cercare di salvare la nottata. Entro in uno dei numerosi distributori che sono disseminati lungo il vialone, mi avvicino alla mia recente "fidanzatina" e, non appena mi identifica, mi accoglie con un sorrisone a 32 denti, perché le è chiaro che almeno la sua, di serata, è salva. "Ti ricordi di me?", le domando. "Sì ", bastava il suo sorriso. "Ti ricordi anche della promessa che mi avevi fatto? ", sventolo il voucher che mi era stato rilasciato non più di una settimana fa. "Sì Andiamo?", si mette a ridere. Ma questa è un'altra storia, che non posso raccontare una seconda volta ...