[RECE] Maria (ALB) - OTR notturna - Milano (Porpora)

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SCHEDA TECNICA

CITTA DELL'INCONTRO: Milano
ZONA: 45.485969, 9.224596 (incrocio Porpora/Catalani, lato sud)
NOME: Maria
NAZIONALITA': Albanese di Durazzo
ETA': 24 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, RAI1 (mission e smorza), HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 50
COMPENSO CONCORDATO: 50
DURATA DELL'INCONTRO: circa 25-30'
DESCRIZIONE FISICA: capelli mori lisci di media lunghezza, occhi scuri, viso carino dai lineamenti mediterranei, altezza attorno all'1,60-1,65, fisico abbastanza ben proporzionato ma non del tutto tonico, seni vicini alla 3° taglia ma un po' svuotati
ATTITUDINE: dimostra buon mestiere, convincente sia nella mission che a smorzacandela, non ha palesato fretta ; non è una grande chiacchierona, forse perché intralciata da un italiano da migliorare, ma ci si possono scambiare le solite quattro parole

LA MIA RECENSIONE:

Di passaggio da Milano, ne approfitto per dare un'occhiata a quel buco nero (per il mio portafoglio) che è il crocevia Porpora/Teodosio. Tutte le sagome allineate lungo le due direttrici mi sembrano volti noti e quindi non resta che sfogliare all'indietro le pagine del taccuino e vedere chi era stata messa in lista. Scartata Sara la polacca, che a Natale mi aveva fatto trovare sotto l'albero una richiesta minima di 100 rose per accettare di reincontrarmi (e che comunque è più difficile da vedere della Madonna di Medjugorie), la prima ad incuriosirmi è la bionda alta e dal fisico giunonico che sta poco dopo l'incrocio tra Teodosio e Vallazze, più o meno al vertice opposto rispetto alla "turca" Jasmine. Stando alle informazioni reperite in rete, mi pare di avere capito che sia tale Anna (o Ana) dai chiari ascendenti albanesi. Già al primo passaggio, scruta incuriosita la mia macchina e i nostri sguardi si incrociano, dandomi l'impressione che possa essere un'OTR affidabile e non un missile.

Il traffico è però ancora troppo sostenuto per fermarsi e quindi bighellono in tutte le direzioni. All'incrocio tra via Porpora e via Catalani, già lo scorso Natale avevo notato due fanciulle dai capelli mori. Quella che aspetta sul lato nord è un po' troppo in carne per i miei gusti e non sembra riscuotere grandissimo successo, perché è praticamente sempre in postazione. L'altra fanciulla, che sta sul lato sud (ove è cronicamente parcheggiata una moto su cui ormai giace una spanna di polvere), non è molto più alta ma ha un fisico più snello e mi pare anche carina di lineamenti. Uso il "mi pare", perché l'ho intravista solo un paio di volte, quelle 3-4 volte che sono passato da Milano questo inverno: in un'ora, potrebbe stare 5-10 minuti alla mattonella e per tutto il resto del tempo scompare non si sa dove (ma, di certo, si sa a fare cosa :)).

FINALMENTE RICOMPARE LA MORETTA

Dopo avere scavato solchi nell'asfalto, è finalmente il mio momento. Schivo il mezzo dell'Amsa che sta pulendo via Catalani, faccio lo stesso con la moretta più in carne (che ormai deve avere pensato che mi sia innamorato di lei, tante volte sono passato da lì), attraverso l'incrocio e accosto di fianco alla sua collega. Sotto lo sguardo attento degli operai dell'Amsa, faccio cenno alla fanciulla di avvicinarsi e raccolgo le informazioni di rito. Il regalino richiesto è il solito e l'appartamento è così vicino che lo si può raggiungere a piedi, per cui mi consiglia di trovare parcheggio. Dopo avere tentato vanamente di distruggere il fondo piatto della mia vettura mettendola a cavallo dell'alto marciapiede e di rendere più bombato il paraurti posteriore con un insidioso paletto metallico, fortuna vuole che trovi un parcheggio abbastanza facile un centinaio di metri più avanti.

Immagino che la moretta mi abbia già mandato a quel paese e invece è stata così corretta da rimbalzare un altro avventore che mi si era accodato. Quando arrivo all'incrocio, lei è già dall'altra parte e sta chiacchierando con la sua amica. Anche gli operai dell'Amsa sono sempre lì, sempre meno affaccendati a soffiare il getto dell'idropulitrice sull'asfalto e sempre di più a seguire incuriositi le mie mosse. Fortunatamente, la moretta è abbastanza sveglia da incamminarsi da sola verso casa e quindi non mi resta che seguirla una decina di metri indietro, sino a raggiungerla proprio davanti al portone.

Lì ci presentiamo a vicenda (lei come Maria), entriamo nell'androne, risaliamo una breve rampa di scale e la prima porta è già quella giusta. Entrati nell'appartamento, di fronte c'è l'ampio bagno e sui due lati altrettante stanze. Entriamo in quella di destra, la porta si chiude dietro di noi (non da sola, ovviamente :)) e siamo finalmente soli. Lo stanzone è davvero molto ampio e arredato con toni chiari e gusto un po' vetusto, per cui sicuramente Maria e la sua comare non ci hanno messo mano. Io mi accomodo sulla sedia che sta in un angolo, lei rimane vicina alla porta e, mentre ci spogliamo, scambiamo le solite quattro chiacchiere di riscaldamento. La signorina dice di avere 24 anni, di essere originaria di Durazzo in Albania e di essere in Italia da circa un anno, come il suo italiano passabile faceva intuire. Come al solito, è lei la più lesta a spogliarsi e, una volta denudatasi, mostra un fisico discreto: è probabilmente alta poco meno di 1,65, non ha il tono muscolare di un'atleta degli sport orizzontali ma è comunque abbastanza ben proporzionata. I glutei non paiono sodissimi, mentre i seni potrebbero essere di una terza taglia scarsa, seppure dalla consistenza un po' svuotata.

LA RECE VERA E PROPRIA

Mentre recupera i ferri del mestiere, mi concede di passare a dare un'occhiata al bagno, che è davvero molto spazioso ma stranamente privo dell'immancabile rotolone Regina. Al mio ritorno in camera, Maria sta già aspettandomi accovacciata sul lettone. Mi sdraio proprio nel mezzo e mi affido alle sue arti erotiche, aspettandomi che proceda all'immediato incappucciamento. La fanciulla inizia invece a carezzarmi un po' il petto e a titillarmi i capezzoli. Si china quindi su di me e, mentre una mano trastulla il compare del piano di sotto, inizia a sbaciucchiarmi in mezzo alla foresta che rigogliosa cresce sul mio petto. Io le carezzo un po' la schiena, ma ci vuole davvero poco perché dal mio basso ventre provengano chiari segnali di risveglio.

Dopo un paio di minuti di preliminari, è quindi il momento di passare al BJ. Maria è di quelle che vi si dedicano con calma e con movimenti abbastanza lenti lungo tutta l'asta. Oltretutto, con un certo mestiere, ogni tanto torce la testa verso di me e mi osserva coi suoi occhi scuri. Di solito preferisco un'azione più energica, ma il fratellino aveva già dimostrato di apprezzare la vicinanza della signorina e, in questi casi, anche il peggiore dei BJ sortirebbe il suo effetto. In ogni caso, per il gusto dei più, quello di Maria potrebbe essere particolarmente gradito.

Il motore è ormai a pieni giri e quindi non resta che passare alla parte clou dell'incontro. Concordiamo di partire alla missionaria, quindi lei si sdraia a gambe divaricate e io mi risistemo sopra di lei. Mentre io mi puntello sugli avambracci, Maria si lubrifica l'orifizio con un po' di saliva (per la cronaca, la sua zona pubica ha un incarnato molto più scuro del resto del suo corpo) e poi guida l'asta all'interno. Posso quindi partire con le mie oscillazioni pelviche, che inizialmente non la vedono granché partecipe. Quando però l'acido lattico inizia a farsi sentire e mi appoggio completamente su di lei, cingendola da dietro, da gattina semi-addormentata si trasforma in tigre del materasso. Anche lei mi serra forte la schiena e, mentre la stantuffo, contrappone con vigore i suoi movimenti pelvici ai miei e inizia anche a mugolare in modo che trovo sempre assai coreografico, seppure poco convincente. Mancano solo i graffi alla schiena, ma fortunatamente le sue unghie non sono abbastanza affilate e quindi potrò tornare a casa tutto intero.

Dopo una manciata di minuti così, complice anche il radiatore che ci soffia addosso aria dalla temperatura sahariana, comincio a essere troppo accaldato e mi fermo, chiedendole il cambio di posizione. La maggior parte delle ragazze sono sempre abbastanza restie a concedere lo smorzacandela, mentre Maria sembra accettarlo senza troppe remore. Si dispone quindi sopra il mio basso ventre, ripete con cautela l'infilamento e inizia a cavalcarmi con un'andatura decisamente sostenuta, rimanendo più o meno gattoni sopra di me. Almeno per il primo minuto, la frequenza dei suoi movimenti pelvici è davvero notevole e quindi mi limito a osservare i suoi seni un po' svuotati che ballonzolano a un palmo dal mio naso e a carezzarle le braccia, nel timore di intralciare la sua galoppata frenetica. Poi è normale che anche lei inizi ad avere il fiatone e che rallenti l'andatura, compiendo percussioni più lente ma più profonde. In questa fase, posso cingerle più strettamente la schiena (anche se siamo rimasti più o meno a un palmo l'uno dall'altra) e diverse volte incrocio il suo sguardo sensuale, come era accaduto durante il BJ.

Quando mi pare che sia stanca, le propongo di passare pure dalla cavalleria alla falegnameria. Si dispone allora un po' di sbieco alla mia destra e inizia a massaggiare il compare del piano di sotto. Mentre lei armeggia sul mio basso ventre, alternando le mani e usandole brevemente anche entrambe, ne approfitto per carezzarle ancora un po' il suo corpo di ventenne. Una manciata di minuti alla Mastro Geppetto - in cui la ragazza, almeno a parole, non sembra mostrare insofferenza per il tempo che sta trascorrendo - e anche stavolta viene varcata la linea del traguardo.

LA SUA VESTAGLIA DA NOTTE

Esaurita la parte strettamente erotica, le pulizie dovranno essere effettuate con le consuete salviette umidificate, perché nel frattempo anche la sua comare era entrata nel loft con un nostro collega, che ora sta tenendo impegnato il bagno. Mentre mi rivesto, Maria dapprima chiama la sua amica, per concordare il piano di evacuazione del loft, e poi riceve la telefonata di un altro interlocutore maschile, a cui dice di aspettare un paio di minuti. Dato che stranamente non reindossa gli abiti da lavoro ma un tubino paillettato, immagino che un cavalier cortese la stia aspettando sotto casa per andare a ballare. Con una mia certa sorpresa, quella è invece la sua vestaglia da notte e il corteggiatore segreto era in realtà un altro cliente, perché Maria mi spiega che anche nelle serate infrasettimanali si ferma al lavoro sino alle 5!

Quando è sicura che la comare abbia fatto uscire l'altro avventore, ci scambiamo i bacetti della buonanotte e mi accompagna alla porta del loft. Sceso dal mezzanino nell'androne, trovo l'altro cliente già in fervente attesa: la privacy è quindi da migliorare, ma ora è chiaro perché Maria non sia quasi mai alla mattonella. Deve avere ormai un giro di clienti regolari, che la raggiungono direttamente nel loft, senza farla tornare in postazione. Quando poi riesco sul marciapiede e mi incammino verso la macchina, la sua comare più in carne sta a sua volta tornando verso l'incrocio con via Porpora, camminando affettuosamente a braccetto col suo cliente. Anche gli operai dell'Amsa hanno ormai finito il loro lavoro, per cui ho fatto davvero tardi anche stanotte e quindi non resta che tornare a casa il più in fretta possibile.
 
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