[RECE] Maria Quintosole - MILANO SUD

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Dopo aperitivo con amici in zona sud di Milano, quale miglior modo di chiudere la serata se non un puttan-tour?

Mi dirigo guardingo sulla Ripamonti nel tratto fuori Milano e, proprio all’altezza della traversa per Quintosole, noto un gruppetto di operatrici, di cui 2 appena arrivate, con tanto di cambio di inizio turno. In totale sono 4: c’è una alta e robusta con una faccia da contadinotta che ho escluso a priori, un’altra sempre giovane, molto carina, fisico da velina, ma mi ha dato l’impressione di essere troppo scafata; la terza di fisico ok, ma di faccia e di modi mi sembrava una zingarella; infine lei, la più piccola del gruppo, carnagione chiara, di bianco vestita, di viso nemmeno un gran che, ma un fisico fresco, arrivata da pochi giorni, poche parole di italiano, carattere tranquillo. Scelgo quest’ultima.

Ci avviamo e nel tragitto provo un minimo di dialogo ma con scarsi risultati, se non il nome Maria e l’età, 20 annni. Arriviamo al punto di imbosco che è in una stradina parallela alla Ripamonti, con un discreto passaggio di auto che uscivano da Quintosole per andare a Milano; in effetti non il massimo della tranquillità, ma almeno, 0 pula. Passati ai sedili posteriori, verso l’obolo di mio, e al suo invito a sbracarmi, faccio per abbracciarla e baciarla sul collo, col preciso intento di scioglierla, per non incanalarmi nel solito rituale pago-bocca-figa e basta. La invito all’abbraccio e dal collo, pulito e profumato di freschezza, salgo sulle guance, fino ad arrivare alla bocca, che timidamente ricambia con baci adolescenziali, senza lungua,. Fa niente, la freschezza della sua pelle, mi inebria e risveglia in me l’appetito giusto per gustare di quel bel corpo giovane. La mano parte, quasi con timidezza su quel seno giovane e sodo, una seconda a coppa che è un frutto meraviglioso da gustare; dolce al palato, delizia la mente di chi lo assaggia.
Mentre mi perdo in questi sofismi, c’è chi giustamente reclama la sua parte, “è l’animale che c’è in me”. Gli do libero sfogo abbassandomi i pantaloni e invitando la giovine a sollazzarlo con la manina, mentre mi rituffo sul suo collo eburneo per gustare ancora della sua freschezza. Scendo di nuovo ai seni, che gusto con mano e con bocca, per cercare di saziare la mia sete di freschezza in una calura infernale, che nemmeno alle 21 ti lascia in pace. Ma non siamo certo li per fare serata, e la ragazza pur se agli inizi, lo sa bene, per cui mi invita a gommarmi. Alla domanda della fanciulla con una delle poche parole italiane che conosce, “bocca?”, le faccio cenno che può operare. La tecnica non è degna di nota, anzi, le colleghe esperte le hanno insegnato a far andare più la mano che la bocca. Si può correggere in parte la cattiva pratica muovendole la testa per accompagnarla nel giusto movimento, con una sola mano, perché l’altra è meglio dedicarla al turgore del suo fondoschiena.
Spara anche l’atra cartuccia linguistica, “figa?”, per invitarmi al piatto forte. La invito a distendersi e di fronte a quella pelle fresca, non posso resistere e mi tuffo con la testa in mezzo alle gambe. Freschezza e pulizia (ero il primo della serata) mi hanno fatto gustare una rosa glabra, gustosa e saporita. Momenti di piacere solo per me, in quanto ho visto che lei , distesa, era intenta a non farsi prendere dalla pratica. Mi risiedo e la invito a riprendere la pratica orale.
Raggiunta la soglia di consistenza adatta per la penetrazione, la invito a montare sopra. Piacere puro trovarsi quel corpo giovane e sodo sulla propria verga in erezione. La ragazza si impegna e non poco vista la calura per muoversi bene, una mano, anzi 2, gliela do anch’io visto che è leggera, peserà sui 50kg. Fatto sta che ne esce una cavalcata di tutto rispetto a dispetto delle avverse condizioni in cui operiamo. Durante la sessione non posso non saggiare ancora quel seno che con le sue proprietà rivitalizzanti contribuisce a tenere sempre alto il mio desiderio. Anche in questo frangente, le cerco la bocca e mi accontenta con i baci a schiocco.

Stanca con le gambe, la faccio sdraiare per una classica mission. La posiziono per bene e poi affondo l’asta: al solo ricordo della visione di lei sotto mi viene duro! In effetti, in quelle condizioni di afa, col sudore che mi bagnava il corpo, in assenza di forti stimoli non credo che avrei reso una prestazione soddisfacente come invece è stato. Di fatti, anche nel finale, mentre godevo di un orgasmo soddisfacente, continuavo con le mani sul suo seno, come a cercare ancora altro piacere, o un’innocenza perduta tanti anni fa. Ma sono sensazioni che durano un momento, anche se bellissime, tempo il battito d’ali di una farfalla e volano via.

Morale della favola: a 30 denari e un buon affare incontrare la ragazza, che anche se non di eccelsa bellezza, compensa con la freschezza dei suoi 20anni le lacune estetiche. Si gusta meglio andandoci adesso che non ha assorbito tutti i precetti delle colleghe esperte e soprattuto ad inizio serata, quando si può assaporare la freschezza della sua pelle.
 
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