DETTAGLIO DELLA OTR
Nome: Maria, Mary per gli amici
Nazionalità: sedicente bucarestina
Età apparente: 25 dichiarati
Descrizione fisica: 1.75 dichiarati, corporatura normale e tonica, lungo crine nero liscio, volto allungato con naso importante, fattezze e carnagione gipsy, occhi scuri e sensuali, labbra naturalmente carnose, seno che fu di una buona 3a taglia ma svuotato da ripetuti allattamenti
Attitudine: BJ svolto con buona dedizione, RAI1 un po' scomodo ; non chiacchiera molto di suo, ma risponde con gentilezza
Reperibilità: mediamente gettonata, ma scompare a lungo, perchè ogni viaggio al retrobottega è una maratona
DATI RELATIVI AL SERVIZIO
Compenso richiesto: 20
Compenso concordato: 20+20
Servizi offerti: BJ
Servizi usufruiti: BJ, RAI1 (mission)
Durata dell'incontro: circa 15' al retrobottega
DATI RELATIVI AL LUOGO DELL'INCONTRO
Zona di imbarco: al confine fra Pregnana e Arluno
Coordinate: 45.505582,8.985500
LA MIA RECENSIONE
L'obiettivo di giornata sarebbe dare un'occhiata alla
nuova arrivata sul rettilineo di Pregnana, ma la postazione è di nuovo saldamente delle mani di
Bianca QKV, che pure oggi aggiunge una buona decina di kg al suo figurino, sotto forma di cappottone imbottito e di pantaloni felpati.
Subito dopo, nel mio taccuino, vengono le due giocatrici del team Madonnina che ancora non conosco di persona, ma che militano già da un pezzo nella superlega del Quadrilatero:
Adela arriva in prestito oneroso dal glorioso dopolavoro AVIS di Vittuone,
Mary Nasona aveva militato nelle file della Turrini Oli di Rogorotto
Dopo qualche vasca di pazienza, la prima a materializzarsi, sulla sua elegante seggiola impagliata, è la morettona dallo sguardo fatale, più o meno opposta a una infreddolita
Isabel. Accosto, le domando subito il nome (
Maria), mi conferma il ventello d'ordinanza e allora la invito a bordo.
UNA PERTICONA ABBRONZATISSIMA
Che fosse abbronzatissima, già lo si notava passandole accanto con la macchina. Non appena si accomoda accanto a me, balza immediatamente all'occhio anche la sua ragguardevole statura: le ginocchia arrivano alla linea di cintura dei finestrini (c'è però il trucco: i 10 cm di tacchi ...) e il tronco è davvero lunghissino, obbligandola a stare un po' china con la testa, nella mia vettura non proprio spaziosissima. A fidarsi di lei, dovrebbe essere alta 1.75 e quindi entra di diritto fra le perticone.
Nel décolleté, molto scollato, sembrano pure celarsi due interessanti argomenti di conversazione, mentre il viso non è il suo pezzo forte: ha due occhi scuri molto sensuali e un paio di labbra naturalmente carnose, ma la sagoma allungata del volto e il naso importante non sono quelli aggraziati di una Bambolina.
Si parte verso il lontano retrobottega, che immaginavo essere quello usato in fuck-sharing da tutto il team Avis/Cava, ma si va invece a parare dove mi aveva condotto le ultime volte la
Bambolina, prima di rientrare al paesello. Maria non si perde nello schermo del suo smartphone, è anche amichevole nel rispondere alle mie domande, ma non la vedo particolarmente chiacchierona e non insisto più di tanto con l'intervista di rito, per non sembrare l'ispettore Derrick. La morettona è comunque rumena e, in un italiano già fluido, dice di essere nel Bel Paese da 5 mesi e alla nuova mattonella da 1 settimana.
LA RECE VERA E PROPRIA
Parcheggiata la vettura, si possono regolare le formalità burocratiche, disbrigare i consueti preparativi e siamo già pronti per le danze. Mary si toglie infatti solo la giacca di pelle che indossava, rimane in top e Daisy Dukes e quindi impiega davvero poco a mettersi gattoni sul sedile del passeggero, col condom già pronto in mano.
Il compare viene incappucciato, la morettona si china sul mio basso ventre e dà inizio all'intrattenimento, che avviene senza particolari fuochi d'artificio, ma con buona pressione e suzione sul fratellino. Non le difetta neppure l'impegno, perchè Mary ci dà dentro per diversi minuti e senza mai risollevarsi, concedendosi ogni tanto solo qualche breve pausa per rifiatare. Una volta tanto, la mano malandrina rimane ferma alla base e posso così notare i suoi acuminati artigli bicolori, con tanto di finti brillantini di Swarovski, che le saranno costati almeno un giro al vicino motel.
Per i miei tentacoli, non ci sono per ora grandi soddisfazioni: la ruvida tela di jeans non è di certo il loro terreno d'esplorazione preferito, le chiappe sono quindi off limits e allora parto massaggiandole la schiena, che è abbronzatissima e molto tonica. L'unico piccolo neo è la presenza di una leggerissima ricrescita di peluria nella zona delle fossette di Venere. Poi mi protendo verso destra e dedico le mie attenzioni alle sue lunghe cosce, che pure sono belle sode.
La fisicità della fanciulla è notevole, l'esecuzione del BJ è più che onesta e allora il compare impiega poco a ringalluzzirsi, nonostante la location sia tutt'altro che tranquilla: giusto il tempo di alzare la prima volta lo sguardo verso il retrovisore e mi accorgo di potere osservare perfettamente il traffico dietro di me, che passa incessantemente lungo lo stradone. Se io posso vedere loro, loro possono vedere me e allora sono più vigile della piccola vedetta lombarda, pronto a tirare su le braghe in tempo zero, in caso di comparsa di minacciose forme aliene.
IL PRIMO CANALE NAZIONALE
Era già qualche minuto che stavo meditando sulla time extension e, quando Mary si interrompe per una pausa più lunga, mi osserva con sguardo interrogativo e mi domanda se manchi ancora molto, le propongo di accendere il televisore sul primo canale nazionale. Le butto lì il decino di integrazione, ma siamo al retrobottega da quasi dieci minuti e non è uno scandalo che la morettona dallo sguardo fatale mi domandi invece un secondo ventello.
Resta da mettersi d'accordo sulla posizione: per perdere il minore tempo possibile nei preparativi, lei propone furbescamente la pecorina. Io la invito invece a raggiungermi dalla mia parte, per uno smorzacandela di squinteriana memoria, ma Mary prevedibilmente mi risponde con un diniego, vuoi per la sua statura ragguardevole, vuoi perchè saremmo lì al retrobottega ancora adesso, se dovesse sfilarsi e poi rimettersi i suoi tronchetti fetish dal tacco acuminato.
Alla fine, troviamo un compromesso per la missionaria, opzione che non si rivelerà la migliore, perchè la morettona si limita ad abbassarsi i pantaloncini, i collant e le mutandine a mezza coscia, per poi coricarsi sulla schiena in una sorta di pecorina rovesciata. I ricordi volano inevitabilmente alla scomodissima copulazione con la Regina Mora di Cermenate, con la grossa differenza che Mary sarà alta quasi 15 cm in più e dunque ancora meno agile.
La morettona si mette quantomeno prossima all'orlo del sedile, riusciamo a effettuare l'allineamento e possono così avere inizio le danze. La posizione non è proprio comodissima, riesco comunque a schiacciarmi col busto contro il retro delle sue cosce, mi infilo le sue gambe sotto alle ascelle a mo' di baguette, mi aggrappo ai fianchi del sedile e do inizio alla mia galoppata.
Dato che il compare si era ringalluzzito per bene, le sensazioni che salgono dal basso ventre sono senz'altro buone. Volente o nolente, Mary può fare ben poco per metterci del suo, perché è raggomitolata sotto di me come una contorsionista. Procedo così per un paio di minuti, tenendo sempre d'occhio la situazione sul vialone dietro di noi, attraverso il lunotto posteriore.
La posizione è davvero scomodissima e tutta la catena dorsale inizia ben presto a piangere in cinese. Mi fermo allora un attimo a riprendere fiato e le domando se riesca ad avanzare ancora un po', sino a sporgere leggermente dalla seduta con le sue chiappette. I sedili della mia macchina sono infatti molto bassi, rispetto al pavimento, e conto di riprendere le operazioni restando inginocchiato nel pozzetto del passeggero.
Mary è collaborativa, si risistema un po' più avanti, io mi appoggio sulle ginocchia e possiamo ripartire, ora col busto quasi eretto. Il secondo errore madornale è stato quello di non togliere il maglione, prima di varcare il tunnel centrale: dopo un minuto di percussioni, l'acqua nel radiatore è già in ebollizione, dopo un altro giro di lancette devo alzare bandiera bianca, per non obbligare Mary a raccogliermi col cucchiaino.
Mi fermo un attimo a riprendere fiato, mi asciugo il sudore che aveva iniziato a perlare la mia fronte e le propongo di concludere le operazioni con un po' di sana falegnameria, opzione che lei accetta senza esitazioni.
LA MAMMOGRAFIA
Ritorno al mio posto, lei si rimette seduta, volge il tronco verso di me e il mio sguardo non può che cadere sulle sue gemelle, che mi ammaliano come il canto delle sirene. Le propongo allora un baratto: lei le scoperchierà e, in cambio, la esenterò dalla sessione di falegnameria, che verrà invece affidata a Federica, già in procinto di scaldarsi a bordo campo.
L'affare è fatto e Mary impiega un attimo a estrarre i seni e a metterli a disposizione dei miei tentacoli. Il segno del bikini è evidentissimo e allora la pungolo: "Quest'abbronzatura, però, è made in Mamaia

". La morettona di mette a ridere e quindi la risposta è un sì.
Mentre Federica si prende cura del compare, Tentacolo inizia a massaggiare il petto di Mary. I seni erano probabilmente di una bella terza taglia, ma i capezzoli che inizio a titillare devono essere stati succhiati non solo dagli innumerevoli punter che l'hanno incontrata in questi mesi, ma anche dalle labbra di almeno un erede assetato di latte. Le sensazioni non sono malvagie, ma il turgore non è certo quello che le mammelle potevano avere quando Mary era nel fiore della sua gioventù. La morettona non è neppure particolarmente partecipativa in questa fase: ogni tanto incrocio il suo sguardo da femme fatale, si lancia in qualche timida carezza alle cosce, ma non ha l'accortezza di stimolare i gioielli di famiglia.
Per evitare di allungare ulteriormente la rece, metto il fast forward: dopo un paio di minuti, seguo il suo consiglio di scoperchiare il compare, mi faccio allungare un paio di salviette e dopo un altro paio di giri di lancette varco la linea del traguardo.
Le sue comari devono usare un'altro retrobottega, perchè siamo rimasti in questo angolino bucolico per un buon quarto d'ora e nè Isabela, nè Adela sono venute a timbrare il cartellino, nè appariranno durante la rivestizione.
QUATTRO CHIACCHIERE FINALI
Quando siamo pronti, si può ripartire alla volta della mattonella, cercando di non infangare la macchina nella pozzanghere. Appena calchiamo di nuovo l'asfalto, Mary è un po' più ciarliera che all'andata e posso così completare l'intervista di rito. La morettona dice di venire da Bucarest (poco probabile), di avere 25 anni e, come i seni lasciavano intendere, conferma di avere già allattato una numerosa prole.
In una manciata di minuti, siamo di nuovo in zona Madonnina. Avendo una macchina incollata ai tubi di scappamento, non è il caso di fare inversioni avventate e allungo di poco il tragitto, andando a fare il giro di boa ai sassi di Pregnana. Riesco finalmente a rivedere Adela in carne e ossa, seduta accanto alla sua vetturetta rossa, ma prima c'è da riportare Mary alla sua seggiola. Altri dieci secondi e siamo al suo slarghetto: tanti cari saluti alla sensuale morettona, la seguo con lo sguardo mentre getta via la pallottola dell'amore e sono pronto a lanciarmi verso nuove avventure.