DETTAGLIO DELLA OTR
Nome: Mia o Mya, chissà ...
Nazionalità: sedicente bucarestina
Età apparente: 25 dichiarati
Descrizione fisica: ragazza alta circa 1.65, fisico magro e tonico, crine scuro liscio, lineamente così così, occhi scuri, occhiali da vista spessi, seni di una 4a taglia rifatti, tattoo con una scritta sul fianco
Attitudine: BJ svolto con la perizia di chi non è una novellina, discreta pazienza ; ottimo italiano, spigliata e simpatica
Reperibilità: media
DATI RELATIVI AL SERVIZIO
Compenso richiesto: 20
Compenso concordato: 20
Servizi offerti: BJ
Servizi usufruiti: BJ
Durata dell'incontro: 13-14' netti
DATI RELATIVI AL LUOGO DELL'INCONTRO
Zona di imbarco: rotondina di Lussia
Coordinate: Rogorotto di Arluno (MI)
LA MIA RECENSIONE
Come avevo già segnalato nel thread generale, un paio di week end fa avevo notato la presenza di una nuova Mercedes e di una seggiola apparecchiata alla rotonda di Lussia. Al primo passaggio, nessuna traccia della pilotessa, ma mi era subito balzata all'occhio la rara targa bulgara di Ruse, ridente cittadina che il Danubio separa dalla rumena Giurgiu, località che invece ha dato i natali a svariate Otr della gloriosa 525 bergamasca. Era più o meno dai tempi degli A Team della PMG, che non vedevo vetture bulgare in dotazione alle nostre amichette. Allora erano di Dobric, stavolta di Ruse, ma di solito la finalità è di essere ancora meno tracciabili e di pagare una miseria di bollo e assicurazione.
Curioso di capire se Rebecca Duck avesse fatto un upgrade dalla sua umile smartina a una poderosa stellata tedesca, avevo temporeggiato un po', per vedere in volto la pilotessa. Quando finalmente il macchinone è di nuovo presidiato, gli dedico un passaggio radente e la fanciulla a bordo mi sorride e mi saluta con la manina, come se ci conoscessimo. I labbroni sono da Duck, non sono convintissimo che si tratti di Rebecca, ma presumo che possa essere lei, se mi ha riconosciuto. Altra vasca e accosto per i saluti: la tipa porta occhiali spessi, che a memoria pure Rebecca indossava negli ultimi tempi, quindi forse potrebbe essere davvero lei, anche se la ricordavo più paffuta in volto.
La tipa mi snocciola però il classico 30 boccaf.a, ritornello che una vecchia conoscenza non mi avrebbe recitato e dunque è per forza nuova. Le domando il nome e si presenta come Mia; le chiedo anche se sia bulgara come la macchina, ma prevedibilmente dice di essere rumena, come tutte le altre ragazze del 4L. La ragazza è simpatica e spigliata, il rate per il BJ sarebbe pure il ventello d'ordinanza, ma ho appena speso un centone a casa di una ragazza conosciuta a Ciny qualche sera prima e il portafoglio piange, quindi le dico che tornerò senz'altro a trovarla e ci congediamo.
RITENTO L'ABBORDAGGIO
Il week end appena trascorso, calo di nuovo nel 4L e il nome di Mia è ovviamente annotato a pagina uno del taccuino. Faccio comunque un paio di giri del circuito, in modo da vedere anche se sia in tuta da sci o abbigliata in modo più accattivante: la intercetto mentre scende dalla vettura di un collega, indossa una minigonna rossa laccata, autoreggenti scure e stivali, quindi l'outfit è promosso a pieni voti. Non resta allora che fare un giro di boa e accostare accanto alla sua poderosa Mercedes. Lei non si ricorda di me, si conferma comunque simpatica e spigliata, ma soprattutto conferma il ventello per il BJ e dunque è atto dovuto invitarla a bordo.
La moretta chiude a chiave il suo macchinone, si accomoda accanto a me e mi fa subito cenno di fare inversione, per poi darmi indicazione su come raggiungere il retrobottega, che si rivelerà essere quello di Rebecca Duck e di Mary Nasona. Visto che non si è ricordata di me, posso ripartire da zero con l'intevista: il nome è rimasto Mia, dice di essere rumena di Bucarest (sarà ovviamente di Craiova come tutte le altre) di avere 25 anni e di essere qui da una settimana. Il suo italiano ha del prodigioso, se è in Italia da così poco, e infatti mi racconta - vero o falso che sia - di avere fatto qualche anno di scuola qui in Italia, di essere rientrata in Romania e quindi di avere di nuovo fatto rotta per il Bel Paese, per esercitare il mestiere più antico del mondo.
Mentre chiacchieriamo, la osservo meglio in volto, i cui segni caratteristici sono i labbroni esageratamente rifatti, quasi un becco da papera, e gli occhiali da vista abbastanza spessi. I lineamenti sono così così, gli occhi sono scuri, il crine liscio pure e due enormi orecchini circolari brillantinati, più o meno da un etto l'uno, pendono dai lobi delle sue orecchie.
LA RECE VERA E PROPRIA
Raggiunto il retrobottega, parcheggiamo e possiamo procedere a regolare le formalità burocratiche, che prevedono il consueto baratto fra il ventello, che entra nella borsetta, e i ferri del mestiere, che ne escono. Mentre io mi preparo, Mia fa lo stesso, togliendosi per il momento solo la giubba, che ripone sul sedile posteriore. È tutto pronto per partire e quindi procede subito a incappucciare il compare, per poi disporsi gattoni sul sedile del passeggero. Nel chinarsi, si scopre un po' di pelle fra la minigonna e la maglia e noto una una scritta tatuata sul fianco sinistro, che invita ad amarla per quella che è.
Il BJ si rivela subito molto efficace: per quanto svolto con movimenti solo verticali, fa abbondante uso della tecnica del risucchio, che rende sempre il trastullamento più stimolante e accelera il risveglio di compare Oscarino. La coreografia è inoltre arricchita da un mugugnare ininterrotto, che sento riecheggiare dai Paesi Bassi. Mentre lei è in immersione, mi dedico alle consuete esplorazioni tentacolari, concentrandomi soprattutto sulle chiappette e sulla parte alta delle cosce, quella lasciata scoperta dalle autoreggenti scure: il suo fisico è magro e tonico, quindi piacevole da massaggiare, ma poi mi dirà di non avere mai messo piede in alcuna palestra.
Il BJ ha una durata normale ed è inframezzato da varie pause per rifiatare, in cui la fanciulla rimane china sul basso ventre, ma si volta verso di me e mi lancia sguardi sensuali. Il copione seguito non è di sicuro quello di una novizia che ha iniziato a calcare i marciapiedi italiani e quindi mi annoto di indagare più a fondo su dove si sia fatta le ossa, durante il tragitto di ritorno.
C'È LO ZAMPINO DEL CHIRURGO
Quando è passato un tempo comunque congruo, Mia palesa i primi segni di affaticamento e quindi le propongo, come al solito, il passaggio al reparto falegnameria. Senza che io le chieda niente, la seconda cosa che fa dopo essersi risollevata col busto è quella di scoprire le bocce, che la sua maglia tratteneva a stento. Sembrano più o meno i proiettili di cui è munita la terzaghina Venus, infatti la taglia è la medesima (una quarta), ma Mia è onesta ad ammettere che i suoi seni non sono come mamma li ha fatti, ma come un chirurgo rumeno li ha gonfiati. Altro indizio che deve avere già una discreta carriera alle spalle: la mastoplastica costa diverse migliaia di euro e di certo non si trova un voucher per farla gratis, come sorpresa negli ovetti Kinder.
Mentre la moretta mi trastulla il compare, io passo in modalità mammografia: forse perchè la ghiandola mammaria originale è abbastanza piccola ma non svuotata da precedenti gravidanze, nè c'è uno strato di adipe a fare da cuscinetto, è molto ben percepibile la cesura fra ciò che è stato fatto da mamma e ciò che porta la firma del chirurgo. In compenso, i miei titillamenti non sono vani e, insistendo un po', il capezzolo si inturgidisce.
IL PASSAGGIO DEL TESTIMONE
Per riuscire a varcare la linea del traguardo, il testimone viene infine passato a Federica, che attendeva a bordo campo che venisse esposto il suo numero sul tabellone del quarto uomo. In questa fase, Mia non è prodiga di massaggi nei miei confronti, ma in compenso si carezza sensualmente e in modo insistito uno dei seni, continuando a lanciarmi gli sguardi provocatori che avevano già inframezzato il BJ. Oltre che ai suoi occhi, butto uno sguardo anche ai suoi lunghissimi e pericolosi artigli pittati di rosa: di sicuro, non ha mai lavorato in ufficio, perchè non riuscirebbe neppure a usare la tastiera di un computer
Un paio di volte, mi domanda se manchi ancora molto, ma lo fa in modo garbato e comunque non manda le squadre negli spogliatoi a reti inviolate, attendendo invece che venga siglato il golden goal. E' comunque chiaro che sto un po' abusando della sua pazienza e quindi do un'accelerata alle piallate, sino a riempire felicemente il gommino.
Mia è lesta ad allungarmi le salviette per la pulizia e possiamo dare così inizio al rituale conclusivo dei lavaggi e delle rivestizioni. Lei non deve rimettersi granché, ma ne approfitta per togliersi i pesanti pendagli che zavorravano e le facevano dolere i lobi delle orecchie, dopo svariate ore di lavoro. Non ricordo se abbia provveduto lei a smaltire la pallottola dell'amore, ma nella peggiore delle ipotesi ho cercato io il primo bidone della spazzatura, al distributore più vicino.
VIENE DAI SETTE COLLI
Possiamo ripartire, il tragitto per la mattonella non è lunghissimo e quindi procedo subito a indagare sui suoi trascorsi. Mi ero immaginato che si fosse fatta le ossa in qualche laufhaus o FKK tedesco e invece mi dice che sta svolgendo il mestiere più antico del mondo da circa 2 anni, per l'esattezza in loft a Roma. Il passaggio dal mite clima dei sette coli a quello freddo e nebbioso di Milano è appunto avvenuto da sole due settimane. L'ultimo campo della scheda tecnica rimasto in bianco è quello della tariffa motel, che si rivela un po' esosa, per gli standard quadrilateriani: 150/60'.
Il tempo di ricevere la sua risposta e siamo di nuovo alla rotonda di Lussia, dove chiede di essere lasciata alla seggiola e non al suo macchinone. Essendo in mondovisione, il congedo avviene giocoforza alla velocità della luce: tanti cari saluti a Mia, lei scende dalla vettura e raggiunge il suo scranno, mentre io riparto a razzo, imboccando il rettilineo della cava.
Nome: Mia o Mya, chissà ...
Nazionalità: sedicente bucarestina
Età apparente: 25 dichiarati
Descrizione fisica: ragazza alta circa 1.65, fisico magro e tonico, crine scuro liscio, lineamente così così, occhi scuri, occhiali da vista spessi, seni di una 4a taglia rifatti, tattoo con una scritta sul fianco
Attitudine: BJ svolto con la perizia di chi non è una novellina, discreta pazienza ; ottimo italiano, spigliata e simpatica
Reperibilità: media
DATI RELATIVI AL SERVIZIO
Compenso richiesto: 20
Compenso concordato: 20
Servizi offerti: BJ
Servizi usufruiti: BJ
Durata dell'incontro: 13-14' netti
DATI RELATIVI AL LUOGO DELL'INCONTRO
Zona di imbarco: rotondina di Lussia
Coordinate: Rogorotto di Arluno (MI)
LA MIA RECENSIONE
Come avevo già segnalato nel thread generale, un paio di week end fa avevo notato la presenza di una nuova Mercedes e di una seggiola apparecchiata alla rotonda di Lussia. Al primo passaggio, nessuna traccia della pilotessa, ma mi era subito balzata all'occhio la rara targa bulgara di Ruse, ridente cittadina che il Danubio separa dalla rumena Giurgiu, località che invece ha dato i natali a svariate Otr della gloriosa 525 bergamasca. Era più o meno dai tempi degli A Team della PMG, che non vedevo vetture bulgare in dotazione alle nostre amichette. Allora erano di Dobric, stavolta di Ruse, ma di solito la finalità è di essere ancora meno tracciabili e di pagare una miseria di bollo e assicurazione.
Curioso di capire se Rebecca Duck avesse fatto un upgrade dalla sua umile smartina a una poderosa stellata tedesca, avevo temporeggiato un po', per vedere in volto la pilotessa. Quando finalmente il macchinone è di nuovo presidiato, gli dedico un passaggio radente e la fanciulla a bordo mi sorride e mi saluta con la manina, come se ci conoscessimo. I labbroni sono da Duck, non sono convintissimo che si tratti di Rebecca, ma presumo che possa essere lei, se mi ha riconosciuto. Altra vasca e accosto per i saluti: la tipa porta occhiali spessi, che a memoria pure Rebecca indossava negli ultimi tempi, quindi forse potrebbe essere davvero lei, anche se la ricordavo più paffuta in volto.
La tipa mi snocciola però il classico 30 boccaf.a, ritornello che una vecchia conoscenza non mi avrebbe recitato e dunque è per forza nuova. Le domando il nome e si presenta come Mia; le chiedo anche se sia bulgara come la macchina, ma prevedibilmente dice di essere rumena, come tutte le altre ragazze del 4L. La ragazza è simpatica e spigliata, il rate per il BJ sarebbe pure il ventello d'ordinanza, ma ho appena speso un centone a casa di una ragazza conosciuta a Ciny qualche sera prima e il portafoglio piange, quindi le dico che tornerò senz'altro a trovarla e ci congediamo.
RITENTO L'ABBORDAGGIO
Il week end appena trascorso, calo di nuovo nel 4L e il nome di Mia è ovviamente annotato a pagina uno del taccuino. Faccio comunque un paio di giri del circuito, in modo da vedere anche se sia in tuta da sci o abbigliata in modo più accattivante: la intercetto mentre scende dalla vettura di un collega, indossa una minigonna rossa laccata, autoreggenti scure e stivali, quindi l'outfit è promosso a pieni voti. Non resta allora che fare un giro di boa e accostare accanto alla sua poderosa Mercedes. Lei non si ricorda di me, si conferma comunque simpatica e spigliata, ma soprattutto conferma il ventello per il BJ e dunque è atto dovuto invitarla a bordo.
La moretta chiude a chiave il suo macchinone, si accomoda accanto a me e mi fa subito cenno di fare inversione, per poi darmi indicazione su come raggiungere il retrobottega, che si rivelerà essere quello di Rebecca Duck e di Mary Nasona. Visto che non si è ricordata di me, posso ripartire da zero con l'intevista: il nome è rimasto Mia, dice di essere rumena di Bucarest (sarà ovviamente di Craiova come tutte le altre) di avere 25 anni e di essere qui da una settimana. Il suo italiano ha del prodigioso, se è in Italia da così poco, e infatti mi racconta - vero o falso che sia - di avere fatto qualche anno di scuola qui in Italia, di essere rientrata in Romania e quindi di avere di nuovo fatto rotta per il Bel Paese, per esercitare il mestiere più antico del mondo.
Mentre chiacchieriamo, la osservo meglio in volto, i cui segni caratteristici sono i labbroni esageratamente rifatti, quasi un becco da papera, e gli occhiali da vista abbastanza spessi. I lineamenti sono così così, gli occhi sono scuri, il crine liscio pure e due enormi orecchini circolari brillantinati, più o meno da un etto l'uno, pendono dai lobi delle sue orecchie.
LA RECE VERA E PROPRIA
Raggiunto il retrobottega, parcheggiamo e possiamo procedere a regolare le formalità burocratiche, che prevedono il consueto baratto fra il ventello, che entra nella borsetta, e i ferri del mestiere, che ne escono. Mentre io mi preparo, Mia fa lo stesso, togliendosi per il momento solo la giubba, che ripone sul sedile posteriore. È tutto pronto per partire e quindi procede subito a incappucciare il compare, per poi disporsi gattoni sul sedile del passeggero. Nel chinarsi, si scopre un po' di pelle fra la minigonna e la maglia e noto una una scritta tatuata sul fianco sinistro, che invita ad amarla per quella che è.
Il BJ si rivela subito molto efficace: per quanto svolto con movimenti solo verticali, fa abbondante uso della tecnica del risucchio, che rende sempre il trastullamento più stimolante e accelera il risveglio di compare Oscarino. La coreografia è inoltre arricchita da un mugugnare ininterrotto, che sento riecheggiare dai Paesi Bassi. Mentre lei è in immersione, mi dedico alle consuete esplorazioni tentacolari, concentrandomi soprattutto sulle chiappette e sulla parte alta delle cosce, quella lasciata scoperta dalle autoreggenti scure: il suo fisico è magro e tonico, quindi piacevole da massaggiare, ma poi mi dirà di non avere mai messo piede in alcuna palestra.
Il BJ ha una durata normale ed è inframezzato da varie pause per rifiatare, in cui la fanciulla rimane china sul basso ventre, ma si volta verso di me e mi lancia sguardi sensuali. Il copione seguito non è di sicuro quello di una novizia che ha iniziato a calcare i marciapiedi italiani e quindi mi annoto di indagare più a fondo su dove si sia fatta le ossa, durante il tragitto di ritorno.
C'È LO ZAMPINO DEL CHIRURGO
Quando è passato un tempo comunque congruo, Mia palesa i primi segni di affaticamento e quindi le propongo, come al solito, il passaggio al reparto falegnameria. Senza che io le chieda niente, la seconda cosa che fa dopo essersi risollevata col busto è quella di scoprire le bocce, che la sua maglia tratteneva a stento. Sembrano più o meno i proiettili di cui è munita la terzaghina Venus, infatti la taglia è la medesima (una quarta), ma Mia è onesta ad ammettere che i suoi seni non sono come mamma li ha fatti, ma come un chirurgo rumeno li ha gonfiati. Altro indizio che deve avere già una discreta carriera alle spalle: la mastoplastica costa diverse migliaia di euro e di certo non si trova un voucher per farla gratis, come sorpresa negli ovetti Kinder.
Mentre la moretta mi trastulla il compare, io passo in modalità mammografia: forse perchè la ghiandola mammaria originale è abbastanza piccola ma non svuotata da precedenti gravidanze, nè c'è uno strato di adipe a fare da cuscinetto, è molto ben percepibile la cesura fra ciò che è stato fatto da mamma e ciò che porta la firma del chirurgo. In compenso, i miei titillamenti non sono vani e, insistendo un po', il capezzolo si inturgidisce.
IL PASSAGGIO DEL TESTIMONE
Per riuscire a varcare la linea del traguardo, il testimone viene infine passato a Federica, che attendeva a bordo campo che venisse esposto il suo numero sul tabellone del quarto uomo. In questa fase, Mia non è prodiga di massaggi nei miei confronti, ma in compenso si carezza sensualmente e in modo insistito uno dei seni, continuando a lanciarmi gli sguardi provocatori che avevano già inframezzato il BJ. Oltre che ai suoi occhi, butto uno sguardo anche ai suoi lunghissimi e pericolosi artigli pittati di rosa: di sicuro, non ha mai lavorato in ufficio, perchè non riuscirebbe neppure a usare la tastiera di un computer
Un paio di volte, mi domanda se manchi ancora molto, ma lo fa in modo garbato e comunque non manda le squadre negli spogliatoi a reti inviolate, attendendo invece che venga siglato il golden goal. E' comunque chiaro che sto un po' abusando della sua pazienza e quindi do un'accelerata alle piallate, sino a riempire felicemente il gommino.
Mia è lesta ad allungarmi le salviette per la pulizia e possiamo dare così inizio al rituale conclusivo dei lavaggi e delle rivestizioni. Lei non deve rimettersi granché, ma ne approfitta per togliersi i pesanti pendagli che zavorravano e le facevano dolere i lobi delle orecchie, dopo svariate ore di lavoro. Non ricordo se abbia provveduto lei a smaltire la pallottola dell'amore, ma nella peggiore delle ipotesi ho cercato io il primo bidone della spazzatura, al distributore più vicino.
VIENE DAI SETTE COLLI
Possiamo ripartire, il tragitto per la mattonella non è lunghissimo e quindi procedo subito a indagare sui suoi trascorsi. Mi ero immaginato che si fosse fatta le ossa in qualche laufhaus o FKK tedesco e invece mi dice che sta svolgendo il mestiere più antico del mondo da circa 2 anni, per l'esattezza in loft a Roma. Il passaggio dal mite clima dei sette coli a quello freddo e nebbioso di Milano è appunto avvenuto da sole due settimane. L'ultimo campo della scheda tecnica rimasto in bianco è quello della tariffa motel, che si rivela un po' esosa, per gli standard quadrilateriani: 150/60'.
Il tempo di ricevere la sua risposta e siamo di nuovo alla rotonda di Lussia, dove chiede di essere lasciata alla seggiola e non al suo macchinone. Essendo in mondovisione, il congedo avviene giocoforza alla velocità della luce: tanti cari saluti a Mia, lei scende dalla vettura e raggiunge il suo scranno, mentre io riparto a razzo, imboccando il rettilineo della cava.