NOME: si è presentata come MICHELA (MIHAELA sulla sua C.I.)
CITTA DELL'INCONTRO: Cologno al Serio BG)
ZONA: Distributore ESSO S.P. 122 Francesca Km 13+500: http://goo.gl/maps/S5bj0
NAZIONALITA': Romania
ETA': 26
SERVIZI OFFERTI: short BBJ – Daty - Anal Rimming - RAI1 – Balls licking + Hand Job (finale)
COMPENSO RICHIESTO: 100 + motel
COMPENSO ELARGITO: 100 + motel
DURATA DELL'INCONTRO: 60 min trasferimenti compresi
DESCRIZIONE FISICA: 1,60/62 x 48/50 kg ca
ATTITUDINE: una gradita sorpresa
DUE DI PICCHE
Nel corso del pomeriggio mi ero trovato a scambiare una serie di simpatici messaggini per annunciare la mia visita serale ad una delle “amiche” della SP 97. Mi sentivo tanto adolescente e la mia corrispondente si era mostrata piuttosto provocante indirizzandomi – per gioco s’intende - invitanti promesse per il programma che sarebbe andato in scena dopo il tramonto. Così in serata mi dirigo all’appuntamento con tanta voglia e giungo con almeno 15 minuti di anticipo sull’orario prefissato; se la prescelta per le acrobazie fosse stata regolarmente al suo posto avremmo tranquillamente anticipato l’incontro, ma lei non c’era. Poco male – ho pensato – arriverà. Faccio un paio di giri per far passare il tempo, ritorno alla sua postazione ma nulla, vuoto, deserto. Provo a farle uno squillo e dopo due…drin…parte la segreteria. Lascio trascorrere altri 10 minuti e come ultima spiaggia le invio un SMS chiedendole di comunicarmi almeno l’ora in cui si sarebbe liberata; pure in questo caso però nessuna risposta. Non occorreva essere dei geni per rendersi conto che qualche munifico collega l’aveva portata via con sé per un incontro che avrebbe avuto una durata ben più lunga dei canonici 30/40 minuti in motel (come mi verrà confermato tramite messaggino di scuse arrivato però l’indomani con circa 14 ore di ritardo). Vabbé, saltati programmi ed annessi pensierini goderecci penso a come “salvare” la serata. Leggermente scocciato non mi andava di tornare da ragazze già conosciute e così ho provato ad intervistarne una nuova. Accosto nei pressi di Dana o Diana incrociata tra Mornico e Ghisalba. Alta 1,65, mora, capello lungo, veliniforme, bel visino. Si avvicina piuttosto seria e le chiedo della tariffa motel. “Sono 100 per una mezzoretta”. Replico chiedendo se non ci potessero scappare dei minuti aggiuntivi. Rien à faire, irremovibile. A volte queste donzelle sono anche poco furbe. Ero lì, pur illustre sconosciuto, ma cliente nuovo: cosa le costava darmi un contentino? Era tranquillamente possibile che in camera la sua ars amandi mi avrebbe poi “sistemato” nei tempi a lei graditi e se mi fossi trovato bene in futuro sarei anche potuto tornare. Così per non modificare il temporizzatore incorporato ed ammorbidire un poco le spigolosità del carattere esse corrono il rischio di perdere in secula seculorum un possibile “partner”, oltretutto incline alla fidelizzazione come il sottoscritto. Peggio per lei (…ma mai dire mai, in futuro chissà). Riprendo la marcia e decido di avventurarmi verso l’ignoto, oltre il fiume Serio che ha sempre rappresentato il limite occidentale del mio raggio d’azione OTR. Intravedo alcune presenze ai bordi della strada ma l’abbigliamento autunnale e l’oscurità non mi permettevano di valutare adeguatamente le opportunità per una sosta fino a quando dopo un paio di km giungo al distributore ESSO ubicato nel territorio di Cologno al Serio. Ricordavo di avere letto di presenze di ragazze che qui stazionavano ma ad una prima occhiata non si vedeva nessuno. Ma, seduta sotto un gazebo in legno sulla parte destra dell’area di servizio, intravedo una figura femminile. E’ al telefono e parla animatamente in una lingua che non è la nostra. Abbasso il finestrino ma questa non mi caga nemmeno di striscio.. Insisto facendole segno di avvicinarsi e finalmente dopo almeno mezzo minuto di incomprensibili improperi chiude la conversazione e si avvicina. Viste le premesse poco interessate le chiedo se stesse lavorando e al suo cenno positivo la imbarco sulla SW. Giubbino in vita blu/nero, aderentissima gonna rossa non inguinale ma molto corta, bronzei collant associati a un paio di nere parigine, stivale da dark lady con zeppa anteriore da 7/8 cm costituiscono il suo piacevole e non troppo volgare abbigliamento.
Michela mi porge la sua manina e si presenta: 26 anni, di Bucarest, da 10 anni in Italia (arrivata da noi con alcuni familiari), buonissimo italiano, molto loquace e alla mano: fin da subito mi è parsa una ragazza a posto, una con cui trascorrere piacevolmente qualche ora e non solo il tempo limitato di un fugace incontro a sfondo sessuale. Mi racconta che il suo nervosismo era dovuto al fatto che era da poco stata pizzicata dalla P.L. che aveva omaggiato il mio predecessore di un cadeau da 500 Euro e si mostrava piuttosto preoccupata che tale situazione le pregiudicasse la futura possibilità di essere avvicinata dai clienti. Cerco di calmarla un po’ spostando il discorso su altri argomenti (è la prima volta che mi giunge notizia di tale provvedimento da queste parti) e così arriviamo al motel dove prendiamo possesso della accogliente cameretta.
BASIC SHIATSU
Procediamo con le svestizioni alla fine delle quali siamo come Adamo ed Eva prima del peccato originale. Altezza di poco superiore all’1,60, capello lungo liscio e nero, il viso non è di quelli che ci farebbe voltare per strada ma per me supera ampiamente la sufficienza, occhi verde-nocciola con piccolo piercing a quello sx, labbra non troppo pronunciate; un più che discreto corpicino sul quale fanno bella mostra di sé un paio di tette siliconate di una terza misura ma molto morbide e gradevolissime al tatto, corredate da svettanti e turgidi (almeno nelle fasi più hot) capezzoli. Piercing verde smeraldo all’ombelico. Il lato B mostra invece un sederino non supertonico ma di una bella forma arrotondata. Ci facciamo compagnia nel bagno anche durante i lavaggi e, distratto dai discorsi, quasi mi ustiono i ferri del mestiere dopo aver aperto il miscelatore da lei posizionato sulla temperatura più elevata dell’acqua. Mi chiede poi di lasciarla sola mentre fa la pipì sottolineando che durante questa funzione fisiologica non sopporta la presenza neppure del suo cane mentre l’autore di queste righe nella sua perversione l’avrebbe osservata da molto vicino più che volentieri. Segue altro suo bidet-uccio che mi conferma l’estrema attenzione alla pulizia della persona.. Facciamo il nostro ingresso nel lettone e dopo un paio di minuti interlocutori Michela mi chiede: “Mi fai un massaggio?” Sorpreso dalla richiesta le chiedo se ci fosse una ragione particolare, tipo dolori o stanchezza. “Mi rilassa e aiuta ad eccitarmi” risponde. Ora ero davvero curioso di vedere gli sviluppi della situazione: una OTR che pensa all’eccitazione poco prima di iniziare le danze non l’avevo mai incontrata, oltretutto dava l’impressione che ciò che sarebbe accaduto di seguito non sarebbe stato scandito da un rigido rispetto dei tempi. Proviamoci. E fu così che mi prodigai con tecnica certo rudimentale ma con grande impegno a lavorarle l’intera B side. A cavalcioni su Michela distesa a pancia sotto, le passo con buona energia le mie mani iniziando in zona sacrale poi via via più su lungo la colonna, fino alle spalle e alle vertebre cervicali; ripeto varie volte il movimento. Sembra gradire, avverto il suo respiro assecondare le mie manipolazioni. In fase discendente con i pollici le allargo le chiappe osservando a 50 cm di distanza i luoghi del piacere. Proseguo così per 4/5 minuti buoni, ogni tanto mi abbasso per alcuni bacini sul collo, con lei che, silenziosa, si abbandona alla mia azione.
RODEO
Mi inginocchio al suo fianco per potere operare anche sulle gambe. Dopo alcuni passaggi gliele divarico leggermente e non resisto alla tentazione di abbassarmi e baciarle il sedere. Inizio solo in superficie ma subito dopo aziono la lingua più in profondità, 1cm… 2cm… Solleva il bacino verso di me e percepisco questo movimento come segno di gradimento. Allora insisto…altro centimetro e proseguo con il rimming. In quel momento la parte erotica del mio cervello è veramente prossima al corto circuito. Sondo con un dito la sua vagina e la trovo bella umida. La giro e mi dedico con ancora più passione alla pratica di un DATY sontuoso per impegno mio e gradimento suo. L’eccitazione è ai massimi livelli. Ora voglio essere ricambiato: mi stendo e le chiedo di accontentare anche il mio sesso. Superiamo di slancio un mini scambio di battute sulla “naturalezza” dell’approccio (“Non lo faccio senza”) e con tono supplichevole la convinco al BBJ. Durata 25 secondi ma qualità raramente sperimentata prima. I lunghi capelli neri impedivano la vista di cosa stesse accadendo ma la brevità dell’evento è stata provvidenziale perché sarei inopinatamente capitolato in un paio di minuti. Un delirio di sensazioni. Si stacca. Senza dire una parola prendo il condom precedentemente appoggiato sul cuscino e me lo infilo. Mi stendo per farla venire sopra e la penetro scivolandole dentro senza difficoltà. Le cerco la bocca per un FK che in quel momento sarebbe stata la classica ciliegina ma non mi vuole accontentare (“Non bacio” mi dirà semplicemente). Iniziano le ostilità, mi asseconda perfettamente, sembra che sia la 20esima volta che scopiamo insieme. Le bacio i seni dove i capezzoli si proiettano con chiara evidenza nel vuoto sopra i miei occhi. Poi si solleva, reclina la testa all’indietro e inizia a cavalcarmi. Da questo punto in avanti non vedo più il suo volto, lo immagino con gli occhi chiusi, la mente abbandonata al piacere dei sensi, perdo il conto delle variazioni di ritmo, cerco di partecipare provando ad assecondare i suoi movimenti ma mi ordina di stare fermo. Sono totalmente in balìa di questa donna che geme sempre più sonoramente e si dimena furiosa sul mio ventre. Continua così a lungo, il mio ruolo è totalmente passivo, titolare di un rigido pezzo di carne posizionato tra le sue gambe allo scopo di farla godere. E questa amazzone rumena prosegue fino a esaurire la sua folle corsa in un lungo e parzialmente strozzato grido di piacere. Piano piano si placa, la faccio scivolare al mio fianco le apro leggermente le gambe e con atto sommamente libidinoso le infilo nuovamente la lingua nella vagina. Lo definisco “Il sapore del piacere” ed è una delle cose che più eccitano i miei pensieri ma che in queste “avventure” molto raramente mi è stato dato di sperimentare: il prodotto di tutto ciò che è accaduto fino ad un minuto prima condensato in questa sostanza al limite del gelatinoso che mi ricopre la lingua, le labbra e il mento. Michela dopo l’orgasmo ha le pareti della vagina ipersensibili e per evitarle fremiti fastidiosi la mia degustazione dura lo spazio di pochi secondi. Mi chiede “Sei venuto?” E io:“No cara ero troppo concentrato sul tuo di piacere”. Impraticabile la ripresa del rapporto per le ragioni di cui sopra si stende al mio fianco e inizia a masturbarmi. Mi conosco e so già che a quel punto il mio climax sarà piuttosto di là da venire. Infatti dopo 3,4 minuti di energico su e giù condito da baci sul collo e sul petto, cambia la stanca mano destra per usare la mancina. Così però la situazione peggiora e decido di provvedere da solo. Michela però non vuole ricoprire il ruolo di spettatrice passiva: mi allarga leggermente le gambe, si china sui miei testicoli e li ciuccia con passione alternando sapienti e fantasiose manipolazioni. Giungo finalmente all’arrivo controllando a fatica l’urlo liberatorio e cospargendo il mio addome di una considerevole quantità di liquido seminale. Poi due minuti silenzio assoluto. Apro gli occhi, è al mio fianco soddisfatta; io a quel punto vorrei dormire con il pensiero fisso degli ultimi 10 minuti. Lo sperma che si secca sulla pelle non è tuttavia il massimo della vita e allora vado in bagno per ripulirmi. Dopo il suo turno la solita bionda fumata insieme (..non ho ancora trovato una OTR che non fumi) completa il relax post coitum.
TITOLI DI CODA
Il viaggio di ritorno è molto piacevole, lei è una chiacchierona senza essere petulante. Per quasi tutto il tempo appoggia la sua mano sulla mia che manovra il cambio, ogni tanto me la accarezza. Mi racconta che è stanca di lavorare in strada: avendo grosse difficoltà a trovare occupazioni “normali” sta pensando di lavorare come loft a Bergamo. Molto egoisticamente – sottolineo molto – mi auguro di no visto che avrei grosse difficoltà nell’incontrarla di nuovo. Perché Michela la devo assolutamente rivedere. Chiudo qui, credo di avere detto abbastanza. Saluti a tutti.
CITTA DELL'INCONTRO: Cologno al Serio BG)
ZONA: Distributore ESSO S.P. 122 Francesca Km 13+500: http://goo.gl/maps/S5bj0
NAZIONALITA': Romania
ETA': 26
SERVIZI OFFERTI: short BBJ – Daty - Anal Rimming - RAI1 – Balls licking + Hand Job (finale)
COMPENSO RICHIESTO: 100 + motel
COMPENSO ELARGITO: 100 + motel
DURATA DELL'INCONTRO: 60 min trasferimenti compresi
DESCRIZIONE FISICA: 1,60/62 x 48/50 kg ca
ATTITUDINE: una gradita sorpresa
DUE DI PICCHE
Nel corso del pomeriggio mi ero trovato a scambiare una serie di simpatici messaggini per annunciare la mia visita serale ad una delle “amiche” della SP 97. Mi sentivo tanto adolescente e la mia corrispondente si era mostrata piuttosto provocante indirizzandomi – per gioco s’intende - invitanti promesse per il programma che sarebbe andato in scena dopo il tramonto. Così in serata mi dirigo all’appuntamento con tanta voglia e giungo con almeno 15 minuti di anticipo sull’orario prefissato; se la prescelta per le acrobazie fosse stata regolarmente al suo posto avremmo tranquillamente anticipato l’incontro, ma lei non c’era. Poco male – ho pensato – arriverà. Faccio un paio di giri per far passare il tempo, ritorno alla sua postazione ma nulla, vuoto, deserto. Provo a farle uno squillo e dopo due…drin…parte la segreteria. Lascio trascorrere altri 10 minuti e come ultima spiaggia le invio un SMS chiedendole di comunicarmi almeno l’ora in cui si sarebbe liberata; pure in questo caso però nessuna risposta. Non occorreva essere dei geni per rendersi conto che qualche munifico collega l’aveva portata via con sé per un incontro che avrebbe avuto una durata ben più lunga dei canonici 30/40 minuti in motel (come mi verrà confermato tramite messaggino di scuse arrivato però l’indomani con circa 14 ore di ritardo). Vabbé, saltati programmi ed annessi pensierini goderecci penso a come “salvare” la serata. Leggermente scocciato non mi andava di tornare da ragazze già conosciute e così ho provato ad intervistarne una nuova. Accosto nei pressi di Dana o Diana incrociata tra Mornico e Ghisalba. Alta 1,65, mora, capello lungo, veliniforme, bel visino. Si avvicina piuttosto seria e le chiedo della tariffa motel. “Sono 100 per una mezzoretta”. Replico chiedendo se non ci potessero scappare dei minuti aggiuntivi. Rien à faire, irremovibile. A volte queste donzelle sono anche poco furbe. Ero lì, pur illustre sconosciuto, ma cliente nuovo: cosa le costava darmi un contentino? Era tranquillamente possibile che in camera la sua ars amandi mi avrebbe poi “sistemato” nei tempi a lei graditi e se mi fossi trovato bene in futuro sarei anche potuto tornare. Così per non modificare il temporizzatore incorporato ed ammorbidire un poco le spigolosità del carattere esse corrono il rischio di perdere in secula seculorum un possibile “partner”, oltretutto incline alla fidelizzazione come il sottoscritto. Peggio per lei (…ma mai dire mai, in futuro chissà). Riprendo la marcia e decido di avventurarmi verso l’ignoto, oltre il fiume Serio che ha sempre rappresentato il limite occidentale del mio raggio d’azione OTR. Intravedo alcune presenze ai bordi della strada ma l’abbigliamento autunnale e l’oscurità non mi permettevano di valutare adeguatamente le opportunità per una sosta fino a quando dopo un paio di km giungo al distributore ESSO ubicato nel territorio di Cologno al Serio. Ricordavo di avere letto di presenze di ragazze che qui stazionavano ma ad una prima occhiata non si vedeva nessuno. Ma, seduta sotto un gazebo in legno sulla parte destra dell’area di servizio, intravedo una figura femminile. E’ al telefono e parla animatamente in una lingua che non è la nostra. Abbasso il finestrino ma questa non mi caga nemmeno di striscio.. Insisto facendole segno di avvicinarsi e finalmente dopo almeno mezzo minuto di incomprensibili improperi chiude la conversazione e si avvicina. Viste le premesse poco interessate le chiedo se stesse lavorando e al suo cenno positivo la imbarco sulla SW. Giubbino in vita blu/nero, aderentissima gonna rossa non inguinale ma molto corta, bronzei collant associati a un paio di nere parigine, stivale da dark lady con zeppa anteriore da 7/8 cm costituiscono il suo piacevole e non troppo volgare abbigliamento.
Michela mi porge la sua manina e si presenta: 26 anni, di Bucarest, da 10 anni in Italia (arrivata da noi con alcuni familiari), buonissimo italiano, molto loquace e alla mano: fin da subito mi è parsa una ragazza a posto, una con cui trascorrere piacevolmente qualche ora e non solo il tempo limitato di un fugace incontro a sfondo sessuale. Mi racconta che il suo nervosismo era dovuto al fatto che era da poco stata pizzicata dalla P.L. che aveva omaggiato il mio predecessore di un cadeau da 500 Euro e si mostrava piuttosto preoccupata che tale situazione le pregiudicasse la futura possibilità di essere avvicinata dai clienti. Cerco di calmarla un po’ spostando il discorso su altri argomenti (è la prima volta che mi giunge notizia di tale provvedimento da queste parti) e così arriviamo al motel dove prendiamo possesso della accogliente cameretta.
BASIC SHIATSU
Procediamo con le svestizioni alla fine delle quali siamo come Adamo ed Eva prima del peccato originale. Altezza di poco superiore all’1,60, capello lungo liscio e nero, il viso non è di quelli che ci farebbe voltare per strada ma per me supera ampiamente la sufficienza, occhi verde-nocciola con piccolo piercing a quello sx, labbra non troppo pronunciate; un più che discreto corpicino sul quale fanno bella mostra di sé un paio di tette siliconate di una terza misura ma molto morbide e gradevolissime al tatto, corredate da svettanti e turgidi (almeno nelle fasi più hot) capezzoli. Piercing verde smeraldo all’ombelico. Il lato B mostra invece un sederino non supertonico ma di una bella forma arrotondata. Ci facciamo compagnia nel bagno anche durante i lavaggi e, distratto dai discorsi, quasi mi ustiono i ferri del mestiere dopo aver aperto il miscelatore da lei posizionato sulla temperatura più elevata dell’acqua. Mi chiede poi di lasciarla sola mentre fa la pipì sottolineando che durante questa funzione fisiologica non sopporta la presenza neppure del suo cane mentre l’autore di queste righe nella sua perversione l’avrebbe osservata da molto vicino più che volentieri. Segue altro suo bidet-uccio che mi conferma l’estrema attenzione alla pulizia della persona.. Facciamo il nostro ingresso nel lettone e dopo un paio di minuti interlocutori Michela mi chiede: “Mi fai un massaggio?” Sorpreso dalla richiesta le chiedo se ci fosse una ragione particolare, tipo dolori o stanchezza. “Mi rilassa e aiuta ad eccitarmi” risponde. Ora ero davvero curioso di vedere gli sviluppi della situazione: una OTR che pensa all’eccitazione poco prima di iniziare le danze non l’avevo mai incontrata, oltretutto dava l’impressione che ciò che sarebbe accaduto di seguito non sarebbe stato scandito da un rigido rispetto dei tempi. Proviamoci. E fu così che mi prodigai con tecnica certo rudimentale ma con grande impegno a lavorarle l’intera B side. A cavalcioni su Michela distesa a pancia sotto, le passo con buona energia le mie mani iniziando in zona sacrale poi via via più su lungo la colonna, fino alle spalle e alle vertebre cervicali; ripeto varie volte il movimento. Sembra gradire, avverto il suo respiro assecondare le mie manipolazioni. In fase discendente con i pollici le allargo le chiappe osservando a 50 cm di distanza i luoghi del piacere. Proseguo così per 4/5 minuti buoni, ogni tanto mi abbasso per alcuni bacini sul collo, con lei che, silenziosa, si abbandona alla mia azione.
RODEO
Mi inginocchio al suo fianco per potere operare anche sulle gambe. Dopo alcuni passaggi gliele divarico leggermente e non resisto alla tentazione di abbassarmi e baciarle il sedere. Inizio solo in superficie ma subito dopo aziono la lingua più in profondità, 1cm… 2cm… Solleva il bacino verso di me e percepisco questo movimento come segno di gradimento. Allora insisto…altro centimetro e proseguo con il rimming. In quel momento la parte erotica del mio cervello è veramente prossima al corto circuito. Sondo con un dito la sua vagina e la trovo bella umida. La giro e mi dedico con ancora più passione alla pratica di un DATY sontuoso per impegno mio e gradimento suo. L’eccitazione è ai massimi livelli. Ora voglio essere ricambiato: mi stendo e le chiedo di accontentare anche il mio sesso. Superiamo di slancio un mini scambio di battute sulla “naturalezza” dell’approccio (“Non lo faccio senza”) e con tono supplichevole la convinco al BBJ. Durata 25 secondi ma qualità raramente sperimentata prima. I lunghi capelli neri impedivano la vista di cosa stesse accadendo ma la brevità dell’evento è stata provvidenziale perché sarei inopinatamente capitolato in un paio di minuti. Un delirio di sensazioni. Si stacca. Senza dire una parola prendo il condom precedentemente appoggiato sul cuscino e me lo infilo. Mi stendo per farla venire sopra e la penetro scivolandole dentro senza difficoltà. Le cerco la bocca per un FK che in quel momento sarebbe stata la classica ciliegina ma non mi vuole accontentare (“Non bacio” mi dirà semplicemente). Iniziano le ostilità, mi asseconda perfettamente, sembra che sia la 20esima volta che scopiamo insieme. Le bacio i seni dove i capezzoli si proiettano con chiara evidenza nel vuoto sopra i miei occhi. Poi si solleva, reclina la testa all’indietro e inizia a cavalcarmi. Da questo punto in avanti non vedo più il suo volto, lo immagino con gli occhi chiusi, la mente abbandonata al piacere dei sensi, perdo il conto delle variazioni di ritmo, cerco di partecipare provando ad assecondare i suoi movimenti ma mi ordina di stare fermo. Sono totalmente in balìa di questa donna che geme sempre più sonoramente e si dimena furiosa sul mio ventre. Continua così a lungo, il mio ruolo è totalmente passivo, titolare di un rigido pezzo di carne posizionato tra le sue gambe allo scopo di farla godere. E questa amazzone rumena prosegue fino a esaurire la sua folle corsa in un lungo e parzialmente strozzato grido di piacere. Piano piano si placa, la faccio scivolare al mio fianco le apro leggermente le gambe e con atto sommamente libidinoso le infilo nuovamente la lingua nella vagina. Lo definisco “Il sapore del piacere” ed è una delle cose che più eccitano i miei pensieri ma che in queste “avventure” molto raramente mi è stato dato di sperimentare: il prodotto di tutto ciò che è accaduto fino ad un minuto prima condensato in questa sostanza al limite del gelatinoso che mi ricopre la lingua, le labbra e il mento. Michela dopo l’orgasmo ha le pareti della vagina ipersensibili e per evitarle fremiti fastidiosi la mia degustazione dura lo spazio di pochi secondi. Mi chiede “Sei venuto?” E io:“No cara ero troppo concentrato sul tuo di piacere”. Impraticabile la ripresa del rapporto per le ragioni di cui sopra si stende al mio fianco e inizia a masturbarmi. Mi conosco e so già che a quel punto il mio climax sarà piuttosto di là da venire. Infatti dopo 3,4 minuti di energico su e giù condito da baci sul collo e sul petto, cambia la stanca mano destra per usare la mancina. Così però la situazione peggiora e decido di provvedere da solo. Michela però non vuole ricoprire il ruolo di spettatrice passiva: mi allarga leggermente le gambe, si china sui miei testicoli e li ciuccia con passione alternando sapienti e fantasiose manipolazioni. Giungo finalmente all’arrivo controllando a fatica l’urlo liberatorio e cospargendo il mio addome di una considerevole quantità di liquido seminale. Poi due minuti silenzio assoluto. Apro gli occhi, è al mio fianco soddisfatta; io a quel punto vorrei dormire con il pensiero fisso degli ultimi 10 minuti. Lo sperma che si secca sulla pelle non è tuttavia il massimo della vita e allora vado in bagno per ripulirmi. Dopo il suo turno la solita bionda fumata insieme (..non ho ancora trovato una OTR che non fumi) completa il relax post coitum.
TITOLI DI CODA
Il viaggio di ritorno è molto piacevole, lei è una chiacchierona senza essere petulante. Per quasi tutto il tempo appoggia la sua mano sulla mia che manovra il cambio, ogni tanto me la accarezza. Mi racconta che è stanca di lavorare in strada: avendo grosse difficoltà a trovare occupazioni “normali” sta pensando di lavorare come loft a Bergamo. Molto egoisticamente – sottolineo molto – mi auguro di no visto che avrei grosse difficoltà nell’incontrarla di nuovo. Perché Michela la devo assolutamente rivedere. Chiudo qui, credo di avere detto abbastanza. Saluti a tutti.