NOME INSERZIONISTA: Mistress Red Devil
RIFERIMENTO INTERNET: Sito personale (
Index)
CITTA DELL'INCONTRO: UDINE
NAZIONALITÀ: Italiana
ETÀ: tra i 30 e i 35
CONFORMITÀ ALL'ANNUNCIO: Foto reali al 100%
SERVIZI OFFERTI: Ampio ventaglio BDSM/FETISH, lei è un amante dei giochi sadici (Ballbusting, torture genitali, frusta etc...), ma come leggerete poi dalla recensione è molto versatile in tutto il panorama BDSM. Noi ci eravamo accordati per adorazione ascelle, ano, intima, pissing, dominazione in generale, strapon, dilatazione anale, fisting).
SERVIZI USUFRUITI: FootFetish, Adorazione ascelle, Dominazione verbale, Spitting, Anal Rimming (dare), DATY, Dilatazione Anale, Strapon, Ball-Stretching.
COMPENSO RICHIESTO: 200 per un'ora
COMPENSO CONCORDATO: 250
DURATA DELL'INCONTRO: 2 ore e un quarto
DESCRIZIONE FISICA: Come da foto, bella, austera, maledettamente sexy, occhi scuri, bellissimo fisico, tonica, un culo che è un capolavoro del Canova, seno bello, rotondo e sodo (purtroppo non visto benissimo perché reggiseno sempre su, più o meno) capelli mossi e rossi, tatuaggi.
ATTITUDINE: Praticamente perfetta. Easy-going quanto basta, testa sulle spalle, divertente e curiosa nel pre sessione; coinvolta, ma senza inutili scemenze sceniche durante la sessione. Capacissima di entrare e uscire dal personaggio al primo segnale di discomfort da parte del cliente. Presissima e, se c'è chimica, si lascia andare a spettacolari esuberanze. Tempi rilassatissimi quando ci si diverte. Disponibilissima a pause intra-sessione.
REPERIBILITÀ: Un inferno. Complicatissimo. Le sto dietro con costanza da 8 mesi. Ma la prima volta che la contattai - senza riuscire a incontrarla - fu quasi due anni fa. Contattabile via mail oppure via sms (no chiamate e no WhatsApp).
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: Primo piano, scale. Non ho visto ascensore.
INDEX RICERCHE (numero telefonico nel formato 1234567XX): 33812148XX
CONTATTO: 3381214831
VALUTAZIONE 5/5
LA MIA RECENSIONE
Bon. Fratelli e sorelle carissimi: qui la questione si fa intrigante, curiosa e, allo stesso tempo, il tutto è riassumibile in una semplice e lapidaria espressione: un gioiello. Seguitemi, che ne vale la pena.
L'APPROCCIO - Chiede il poeta: “Non è forse l'attesa del piacere, essa stessa il piacere?”. Risponde Sua Santità: “Dipende. Ma in questo caso sicuramente sì. Al netto delle bestemmie che uno snocciola durante quell'attesa”.
Insomma, non è per niente semplice approdare alla porta di Red Devil. E lo scoramento dopo i vari tentativi e la difficoltà di feedback immediato data dai mezzi da lei usati, rischiano di far desistere anche il più convinto dei depravati. Ma il Vostro non si diede per vinto. E ben gliene colse.
La contattai la prima volta quasi due anni fa, di ritorno da una lunga avventura estera. Abituato a un ambiente piuttosto frizzante dal punto di vista BDSM/fetish lì dove stavo, tornavo in Italia e dopo qualche mese mi prendeva la fregola di farmi trattar male da qualche bella femmina nostrana. Il primo contatto misto sms e mail non andò a buon fine. Forse addirittura mi bloccò il numero di telefono. Per un po' lasciai perdere. E bon. Poi all'inizio di quest'anno, di nuovo in zona Friuli, la ricontattavo tramite altro indirizzo email e lei mi rispondeva che una volta finite le vacanze di Natale ci si sarebbe potuti incontrare. Poi tra il Covid e impegni vari saltò di nuovo tutto. Mi rifeci sotto a maggio, sempre tramite email e mi disse che avrebbe ripreso le sessioni dopo una decina di giorni. Aspettai, ma dopo la decina di giorni e qualche decina di email mie con non risposte o risposte saltuarie, la cosa finì nuovamente in nulla. Si arriva quindi a metà agosto. Le scrivo dallo stesso indirizzo una nuova mail con oggetto diverso e mi dice che è in vacanza e che dovrò attendere. Attendo. Ma le scrivo. Tanto. Lei risponde spostando in là le date, e sposta che ti sposta arriviamo a metà settembre. Qui mi dice che inizierà le sessioni la settimana successiva e mi prenoto il prima possibile, dandole varie opzioni.
Si sceglie infine venerdì 24 settembre, per me ottimo perché sarò già in zona Udine. L'orario esatto sarà determinato in giornata e a stretto giro (una mezz'oretta prima dell'incontro essendo io già in città). Tra le varie mail una in cui mi chiede di darle del Lei; io, che di solito tendo a non mischiare il momento della sessione con gli accordi pre sessione o le chiacchiere post, le spiego il mio punto di vista, ma accetto comunque di buon grado per non rischiare di rovinare un contatto faticosamente stabilito. Le dico anche che aggiungerò qualcosa di mia sponte al rate richiesto (200 orari) per avere il tempo di chiacchierare un attimo con lei nel pre sessione, capire le sue inclinazioni e farle capire le mie anche se ne abbiamo già un po' discusso via mail e lei comunque mi ha detto chiaramente che decide lei cosa concedere e cosa no, ovviamente in una maniera ragionevolmente compatibile con i desiderata del cliente.
Vado da un fioraio e compro tre rose rosse. Sosta a un bar e rinfrescata con cambio camicia. Perché la degradazione e la dominazione sono robe serie. E le robe serie richiedono una certa dose di classe.
Gli accordi vengono tutti presi via mail e l'incontro avviene con una mezz'ora di ritardo rispetto al concordato per un suo contrattempo.
La zona è quella dell'ospedale di Udine. Il parcheggio, nelle vie laterali, è facile e non a pagamento.
L'INCONTRO - Mi dà piano e numero porta interna via mail, io sono a bere un caffè nel locale sotto lo stabile dove esercita. Dice che mi apre. E mi apre. Salgo al primo piano, vado alla porta indicata. E mi apre.
Mi trovo davanti una ragazza molto bella, tonica, più o meno della mia età. Un grande cespo di capelli rossi mossi, rossetto rosso acceso, ben truccata, ma senza esagerare. Completo mi pare in PVC rosso con croce bianca da infermiera fetish. Stivali con zeppa e tacco vertiginosi, rossi. Unghie lunghe, rosse un po' spaventevoli se uno pensa al fisting, ma insomma so che non è una novellina, quindi non mi preoccupo più di tanto. Si intravvedono gli addominali (perfetti) e si intuisce che il culo è davvero qualcosa di speciale.
Monolocale con bagno in stile dungeon, rosso e nero, gran letto con telo impermeabile, molti giochini su scaffalatura di fronte al letto, un trespolo con fasce per assicurare lo slave per i giochini al didietro. Tavolino, sedia-trono per lei, più sedia cliente e divanetto su cui appoggiare giacca e varie ed eventuali.
Le porgo le rose e lei apprezza. Poi la busta. Ci sediamo e facciamo una chiacchiera. Lei super affabile, mi viene da darle del tu, ma mi trattengo. Comunque il clima è rilassato e le racconto di me, delle mie esperienze nel mondo BDSM, della mia attitudine molto cerebrale, della mia predilizione per una dominazione anche intensa, ma molto sensuale. Fa domande, è curiosa; a volte sembra addirittura quasi timida. In realtà è una professionista e quella che può sembrare esitazione è chiaramente un voler essere sicura di aver capito bene chi ha davanti, i suoi desideri, i suoi limiti. Altre chiacchiere del più e del meno mentre fumiamo entrambi un sigaretta e lei mi offre un po' d'acqua. Passaggio in bagno per sciacquata veloce e luan preventivo. Ultimi aggiustamenti, le dico la mia safe-word e si parte. In tutto il social pre sessione sarà durato 15 minuti. Ho una buona sensazione.
Mi fa spogliare e mi attacca un collare con guinzaglio che terrò tutta la sessione. In ginocchio. Leccaggio stivali, poi gambe, iniziano un po' di insulti, ma senza esagerare. Risalgo. Ascelle (appena appena sudate, mi aveva anticipato che in ogni caso lei si fa la doccia tra una sessione e l'altra; va benissimo, mi aveva avvertito). Lei è veramente bella, e se con le ascelle il mio amico là in basso si era iniziato a svegliare, quando inizia a piegarsi e a farmi annusare il culo e poi leccarlo attraverso la mutandina, il mio amico è proprio contento. Il tutto viene intervallato da sputi in bocca - molti e molto apprezzati -, e sugli stivali, che mi fa ripulire con la lingua. Si abbassa e mi tira i testicoli in basso come da mia precedente richiesta. È brava: tira forte, aumenta la tensione, ma non esagera mai. Ancora sputi e colpetti con la mano sul cazzo piuttosto duro.
Mi porta a far un giro a quattro zampe, ventila la possibilità di fare public humiliation portandomi in giro per la città o per o stabile in quelle condizioni.
Poi, non so se lo aveva capito dalla mia “reazione” all'assaggio di prima, si piega a novanta e sposta la mutandina e mi dice di leccare il buco del culo. Mi ci fiondo. È un'opera d'arte. Glutei duri come il granito, un buchino bruno che si lascia penetrare della lingua a fondo, profumato, da succhiare, da adorare, da farci di tutto. Mi dò da fare, smetto anche di segarmi (cosa che lei lascia fare e anzi incita a fare) per poter allargare bene quei due globi perfetti e andare in profondità.
Mi pare che apprezzi, non accenna a farmi smettere. E a me va benissimo così. Poi scosta ancora le mutandine ma più sotto: “leccami la figa”. Privo già da un po' della capacità di intendere e di volere, eseguo cercando di darle piacere, ma da dietro non riesco a leccare la parte sopra della vagina (che tra l'altro risulta ancora coperta dalla mutandina) e quindi è un po' un lavoro a metà. Mi accorgo però di una cosa: sembra (scoprirò poi che lo è) una figa MOLTO carnosa. Dopo un altro passaggio veloce all'ano cambiamo posizione.
Mi fa distendere a pancia in su, si leva le mutandine, mi incita a segare e mi si distende sopra. Figa in faccia. “Leccami”. E io lecco. Ma non solo; vado dentro con la lingua, cerco, esploro e soprattutto succhio. Succhio tutta quella carne, che è tanta, davvero tanta. Succosa, aperta, avida. Le piace. Mi stringe i coglioni. Forte, molto forte. Ma ormai la soglia del dolore è MOLTO più alta. Lei tira e io lecco. Lei tira più forte e io succhio. Prova a farmi fare lo stesso col culo, ma la posizione non lo consente (non ci arrivo, con la lingua, fino là). Si riadagia con la figa sulla mia bocca e riparte la danza. E sta volta non si ferma. Gli insulti, già diradati, spariscono. C'è concentrazione da parte di entrambi: entrambi concentrati sul suo piacere (che è anche il mio). Lo sfregamento sulla faccia c'è, impercettibile, chirurgico. Vuole godere. E io voglio che goda. Giù di lingua, smetto di segare e con le mani le allargo il più possibile i glutei da sotto mentre uso i pollici per tenere aperta la vagina. Sento un “Toccami”; non so se vuole le dita dentro, ma nel dubbio non voglio rischiare. Continuo solo a tenerla larga e a leccare come un disperato. E lì inizia a salire, lento e costante, lo si può quasi sentire che le cresce dentro. Respira sempre più forte e tira le palle, cazzo come le tira - sono in paradiso. E poi, finalmente, esplode. Sta venendo e non fa assolutamente nulla per nasconderlo o farlo in maniera contenuta o al contrario esagerata. Sta semplicemente godendo bene, e se lo vuole gustare tutto. Mi si accascia sopra; cerco di farla rilassare ancora di più, le massaggio piano i glutei, le bacio le labbra esterne, la faccio “scendere” gradualmente e lei gradualmente allenta la morsa alle palle.
Si tira su dopo un po'. Ci guardiamo. Io esausto, con la barba umida di lei, rido come un ebete; lei è felice e stanca. Ci capiamo al volo: chiedo “Pausa?”, risponde “Lo avrei proposto io”. Ottimo. Sigaretta e debriefing sulla prima pare della sessione che è stata semplicemente perfetta. Dice che si trova bene e che non fa così molto spesso. Rispondo che è chiaro che c'è feeling e che sono felicissimo. Passiamo dal “Lei” al “tu”.
Ha capito la differenza che io faccio sempre tra “schiavo” - che non sono - e “sottomesso”. E possiamo cominciare con la seconda parte della sessione: anal.
Mi fa mettere pancia sotto sul trespolo e mi lega la parte bassa della schiena alla panca. Si sta comodi, peccato per la cinghia visto che amerei arcuarmi e sentire il suo corpo sopra il mio mentre mi prende. Essendosi rotto un po' il ghiaccio, scherzo un po' durante la sua preparazione: “la cosa più sexy che una donna può indossare è lo strap-on”. Sorride. Bene, so che se la cosa si fa troppo intensa e dolorosa smetterà, anche senza l'uso della safe-word. Avevo un po' di timore, conoscendo, tramite altre recensioni e video sui suoi profili social, la sua attitudine a scopare forte, mentre io di solito preferisco scopate sensuali e lente, anche se con calibri rispettabili.
Lei mi apre con molta calma, sale gradualmente, capisce che il mio problema non è il diametro, ma la profondità e agisce di conseguenza. Certo, quando dai giochini a mano si passa allo strap-on indossato NON è una scopata dolce. Martella, tanto, forte e a fondo. Le piace. Il trespolo con me sopra fa un buon metro e mezzo in avanti a forza di colpi. Mi dirà dopo, nel secondo debriefing, che siccome le sembrava che fossi molto preso, ci ha dato giù bene. Le confesserò che siccome la vedevo molto presa, non avevo protestato più di tanto. Insomma una minima incomprensione buffa che ha avuto come risultato il mio culo bello aperto, io che chiedevo pietà, e lei ragionevolmente soddisfatta del lavoro fatto e madida di sudore per la monta. Due note: 1. le avevo chiesto se si poteva spogliare durante l'anal, e mi aveva detto di sì, ma poi presi dalla foga del gioco ce ne siamo scordati entrambi e lei, pur essendosi tolta il completino in PVC, è rimasta in intimo. 2. mi ha chiesto se poteva filmare alcune fasi della dilatazione e della monta ovviamente avendo cura di non riprendere il volto. Ho accettato.
Insomma, finito? Col cazzo! - come direbbe la gente per bene -
Non so come mai, ma non siamo usciti dal mood perverso a fine monta. Mi sono dato un'asciugata e mi ha messo subito a baciarle stivali e gambe. Poi si gira a novanta di nuovo, scosta la mutandina e vuole ancora la lingua in culo mentre su sua richiesta mi sego per venire. Io qui vado fuori di testa perché lei in quel momento è perfetta. Ho le mani sui suoi glutei per tenerla aperta e tutto il suo corpo è coperto da un velo di sudore uniforme e piuttosto marcato. Le lecco il culo, entro dentro con la lingua e le passo le mani sui glutei e schiena, cerco gli addominali, li trovo. Madidi. Salgo, cerco i seni. Lei si gira e mi accontenta: prima le ascelle e poi i seni. Mi tiene lì, mi fa pasteggiare nel solco in mezzo al reggiseno. Io impudente - forse troppo, ma stavo sragionando - mi infilo con la lingua dietro il reggiseno e succhio un capezzolo, fugacemente. Penso le piaccia vedermi così senza controllo. Ma magari qui sto azzardando io.
Fatto sta che mi porta il viso in basso, alla pancia, che lecco e bacio, poi più giù, davanti alla figa coperta dalla mutandina. Schiaccia il viso lì. Annuso. Estasi. Lecco la stoffa. E sego forte. Lei abbassa la mutandina e comincia il pasto: il cespuglio curato sa di femmina a questo punto, e lecco e annuso sia lui che la vagina. Le dico che vorrei che venissimo assieme, e mi dice che potrebbe essere più complicato ora. Lo capisco e va benissimo: qualsiasi cosa in più a sto punto è comunque un surplus a una prestazione già maiuscola.
Ma è lei che dopo un po' mi guida ai piedi del letto, rapida “ce la fai a resistere?”. Certo. Mi mette in ginocchio ai piedi del letto, si leva la mutandina e si distende aperta a bordo letto. Si tiene su sui gomiti, mi guarda, bocca semi-aperta, sguardo fisso. È uno spettacolo: il paradigma del sesso, del potere, del sapore e della voglia. Mi porta la faccia sulla figa larga. Mi tiene la testa lì, schiacciata a mangiarla. Io - scoprirò dopo che fu pensiero scemo - decido che è andata ben al di là di tutte le migliori aspettative e che potrei risultare troppo pretenzioso a provare a farla venire ancora. Le lecco. Forte. La succhio. La mangio. La annuso. La adoro. E vengo. Forte. Tanto. Ma tanto tipo che quasi piango dopo l'orgasmo; lei mi accarezza i capelli mentre le bacio la figa debolmente e le dico, piano piano e continuamente “Grazie”.
CONSIDERAZIONI - Ecco. Fine. Che considerazioni volete che faccia? Mi ha tenuto da lei due ore e passa, sono stato benissimo. Ho la sensazione che molto dipenda dal tipo di feeling che si instaura. Può essere molto austera e distaccata (a volte lo era nelle email), oppure complice sensuale se le va e se c'è la giusta chimica. Durante la sigaretta finale ci diciamo l'un l'altra che siamo stati bene. Molto bene. Ci diciamo che ci rivedremo presto e che ora che ci si conosce sarà più facile (è molto selettiva e ha una clientela “fissa” che già le porta via molto tempo; probabilmente anche per questo è di difficile reperibilità). Mi dice che se avessi continuato alla fine sarebbe venuta ancora: bene, le devo almeno un orgasmo, quindi. Se torno presto da lei, insomma, la scusa da inventare con me stesso già ce l'ho pronta.
COLONNA SONORA DEL RITORNO (estratti):
- 29 dollars (Tom Waits)
- Una musica brutal (Gotan Project)
- Catene (The Zen Circus)
[figurine in allegato]
La messa è finita, andate in pace.
SJB