[RECE] Raissa "la ginnasta" - OTR notturna - Osio Sotto (BG)

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SCHEDA TECNICA

CITTA DELL'INCONTRO: Osio Sotto (BG)
ZONA: 45.616064,9.596171
NOME: Raissa / Раїса
NAZIONALITA': Rumena di Craiova
ETA': attorno ai 25
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ + HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: 10-12'
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65, capelli neri, viso senza infamia né lode e truccato in modo appariscente, occhi neri, fisico discretamente in carne
ATTITUDINE: BJ nella media, senza spogliarsi ; soprendentemente taciturna, visto quanto sembra spigliata dalla strada

LA MIA RECENSIONE:

Dopo avere completato la mia ricognizione alla Socaf:

Per questo, mi reimmetto sul BdA, faccio immediatamente inversione e mi dirigo verso l'Accademia dello Sport di Osio Sotto, dove entrambe le atlete della notte hanno fatto la loro ricomparsa. Ma, questa, è un'altra storia, che sarà raccontata in un apposito thread ...

giunge finalmente il momento di passare a conoscere almeno una delle due "ginnaste" di Osio Sotto, che da alcune settimane hanno trasformato il marciapiede di via Cimarosa in una via di mezzo tra la palestra di Flashdance e il palco del Moulin Rouge di Parigi. La tecnica e lo stile sono ancora da perfezionare, perché gli slanci delle gambe verso l'alto non sono ancora eseguiti con l'estensione e la scioltezza di sperimentate ballerine di can can, ma un Brian o un Garrison in serata più indulgente del solito potrebbero tutto sommato promuovere la loro ginnastica notturna e ammetterle nel prossimo cast di Amici. Anche perché la mora, che è decisamente la più anziana delle due, sembra pure alquanto spigliata: è sufficiente indugiare a bassa velocità accanto alla loro piazzola e subito partono espliciti e coloriti inviti al "tesoro" o allo "ammore" di turno, affinché si fermi e faccia la conoscenza della sua arte amatoria. La collega dai capelli più chiari è invece assai più giovane (direi appena oltre la soglia della maggiore età) e timida, perché si limita a ricambiare con occhiate supplici lo sguardo di chi la osservi con più attenzione, ma non proferisce parola né adesca in modo così appariscente.

Non sono molto pratico di quella zona di Osio Sotto, per cui compio prima un paio di giri tra le viette secondarie, giusto per orientarmi e per immaginare dove potrei essere accompagnato da una delle ginnaste, dato che il mio budget residuo della serata - già falcidiato dal precedente e prolungato incontro con la mia prediletta - non mi consente nulla più di un BJ conoscitivo tra le lamiere. La seconda volta che mi affaccio allo stop di via Cimarosa, le due fanciulle hanno ormai capito che non sto cercando la farmacia o l'ufficio postale (anche perché sono già passate le 3 di notte) e, dall'altro lato della strada, la mora mi invita a fermarmi e mi lancia un bacio che vince le mie ultime titubanze. Rapido giro della rotonda e accosto una decina di metri più avanti, dove la carreggiata si allarga in una sorta di parcheggio. Non so se viga una sorta di nonnismo, ma ad alzarsi e a raggiungermi è solo la ragazza più anziana, che mi sciorina senza esitazione il menù della casa, ovviamente allineato al prezzario ufficiale della camera di commercio italo/rumena. Le dico di essere interessato a un semplice lavoretto orale di reciproca conoscenza e, con piacevole sorpresa, scopro che la fanciulla è rimasta una delle poche ad accontentarsi di un foglietto filigranato di colore azzurro, per svolgere questo intrattenimento di base. Ogni esitazione è a questo punto vinta e la mora è invitata ad accomodarsi nella mia macchina.

Se devo essere onesto, non ha esattamente il fisico che si potrebbe associare a una ginnasta rumena: non è certo una velina e il suo abitino nero elasticizzato disvela invece una silhouette alquanto curvacea, anche se poi scoprirò che buona parte del merito è di un reggipetto sapientemente rinforzato. Il suo volto ha le classiche fattezze mediterranee, con lineamenti che definirei senza infamia né lode, ed è appesantito da un make up decisamente appariscente: insomma, quella che è salita sulla mia macchina è la classica ragazzotta un po' coatta, che si potrebbe incrociare in un centro commerciale il sabato pomeriggio o che immaginerei di vedere in una discoteca tipo il Bolgia, se avessi ancora l'età per andarci :) Ripensandoci a posteriori, ha una corporatura e fattezze che richiamano abbastanza quelle della Maria che fa da "portinaia" (ma solo notturna) alla SIAD.

RAISSA, MA NON RUSSA

"Benvenuta! Come ti chiami?", le domando, per iniziare a compilare diligentemente la scheda tecnica. "Raissa", mi risponde la fanciulla, evocando in me l'immagine di un balalaika che strimpella Kalinka e orde di cosacchi che ballano il casatchok. Resto un attimo disorientato, perché sarei stato pronto a giurare sulla Bibbia che la ragazza era una draculina e non certo una compaesana dello zar Putin. Per questo, la scruto di nuovo più attentamente, ma i suoi occhi e i suoi capelli neri come la pece non mi lasciano proprio alcun dubbio: "Che bel nome! Però tu non sei russa, giusto?". "No, sono RRRRRumena", mi conferma Raissa, arrotando in modo evidente la erre. Apprendo poi che è qui da circa un mese e che è originaria di Craiova, il che - se fosse vero - la distingue nettamente da tutte le pitestine che affollano la scena osiense e la accomuna invece alla Maria di cui avevo parlato poc'anzi. Passo quindi alla domanda che era inevitabile porle: "Ma, sbaglio o tu e la tua amica ogni tanto fate ginnastica sul marciapiede?". "Sì - risponde con un mezzo sorriso Raissa - quando abbiamo freddo, facciamo un po' di movimento"

Purtroppo il mio viaggio alla sua scoperta viene presto interrotto da un enorme dosso - quasi una diga frangiflutti - che si para dinanzi a noi: "Rallenta! Rallenta! Se non vuoi distruggere la macchina", mi supplica la mora che mi sta seduta accanto. Non che non avessi già fatto la conoscenza di quella pericolosissima insidia stradale, contro cui avevo appena raschiato il fondo della mia macchina non più di cinque minuti prima, in uno dei miei precedenti giri di ricognizione :) Superato quell'ostacolo, non c'è ancora molta strada da fare e siamo già arrivati nel parcheggio in cui Raissa intende deliziarmi con le sue arti amatorie. Se non fosse per l'ora tardissima, mi sarei rifiutato di fermarmi lì: l'unico spiazzo disponibile sta proprio a ridosso di una curva a gomito e la visuale è praticamente nulla, sia nell'uno che nell'altro senso di marcia, per cui un'eventuale pattuglia potrebbe piombare lì senza poterla avvistare per tempo e senza potersi neppure rassettare.

Raissa non ha comunque intenzione di spogliarsi granché, perché si limita ad estrarre dalla borsetta i ferri del mestiere e sfilarsi il giubbino, rimanendo con addosso il solo abitino elasticizzato nero. Ciò che più mi colpisce non è però la confezione del condom (la marca è "Serena" e dunque pregusto già gli effluvi alla fragola dell'ormai famigerato "gommone" rosso) ma una sorta di profilattico di cellophane trasparente, che riveste il suo braccio sinistro. Per un attimo, inizio a formulare le congetture più assurde, supponendo persino che Raissa sia una tale fanatica dell'igiene da manipolare i membri maschili solo se protetta da tale guaina di plastica. Prima di lanciarsi in improbabili voli pindarici, è però meglio chiedere alla diretta interessata: "Come mai hai quella fasciatura di plastica sul braccio? Hai una ferita?". "No, ho appena fatto un tatuaggio" - mi risponde la mora, rivolgendomi la parte interna dell'avambraccio, ove è stato appena impresso uno stilema abbastanza semplice e una data del 1987, che immagino essere l'anno di nascita del suo ragazzo/fidanzato/marito, poiché lei non mi pare avere già 27 anni. Non ho osservato con particolare attenzione le sue mani, ma mi pare che porti vari anelli, tra cui una possibile fede all'anulare sinistro.

LA RECE VERA E PROPRIA

Regolati anche gli aspetti burocratici, arretro il sedile e si può dare inizio alle danze. Raissa si china sul mio fratellino e inizia il classico su e giù, che è eseguito con buona pressione sull'asta e con discreto ritmo e intensità. Come quasi tutte le ragazze, si aiuta sin da subito con un po' di manipolazione della base, per cercare di accelerare l'inturgidimento e la successiva eiaculazione. Nel mentre le carezzo la parte alta della schiena, la nuca e le spalle, che il suo abitino smanicato lascia scoperte, rendendo così possibile il contatto epidermico. Noto anche che, su ogni lato, vi sono due spalline quasi sovrapposte, per cui sotto deve indossare sia il reggiseno che una sorta di canottiera. Scendo poi a massaggiarle un po' la schiena e i glutei, ma la cosa non è altrettanto piacevole, perché lo spesso tessuto sintetico del suo vestito maschera molto la percezione della morbidezza sottostante e, per attrito con la mia mano, produce anche uno sfrigolio poco piacevole alle mie orecchie. Scendere oltre nell'esplorazione è pressoché impossibile, perché l'abitino le fascia completamente i glutei e l'orlo inferiore è bloccato tra le sue cosce e il sedile, per cui servirebbe proprio un blitz in stile militare, per sollevarglielo sopra la linea di cintura e portare alla luce (del lampione) il suo fondoschiena. L'azione mi sembra però un po' troppo sfacciata, per cui mi dirigo piuttosto verso il suo lato A, ove dapprima saggio la consistenza del suo addome e poi risalgo verso il seno. Qui devo nuovamente fermarmi, perché percepisco il contatto con un reggipetto di quelli sapientemente rinforzati, quasi blindati - oserei dire.

Trascorso qualche minuto, un breve trillo si leva dal suo cellulare. Non so se gliel'abbia mandato la sua "amica" o, peggio, un controllore dell'ufficio tempi e metodi, ma mi fa pensare che Raissa non abbia grande libertà di movimento. Infatti, dopo non molto si risolleva e, scrutandomi con sguardo (fintamente?) esausto, mi pone la fatidica domanda: "Ma ti manca ancora molto?". "Ci siamo quasi - la tranquillizzo - Ancora un paio di minuti ...". Al che, la mora dà una rapida accelerata alle operazioni con una vigorosa manipolazione della mia asta e poi si rituffa su di lei. Noto che, in questa fase, con le dita stuzzica delicatamente ma in modo prolungato la sacca scrotale, sempre per cercare di condurmi quanto prima al climax del piacere. Che però non giunge tanto rapidamente quanto lei si aspetterebbe, perché si risolleva di nuovo e cessa del tutto il BJ, prendendo definitivamente "in mano" la situazione. In un crescendo di vigore, si procede così per un altro paio di minuti scarsi, in cui approfitto della sua nuova posizione per carezzarle l'interno delle cosce, che non sono certo quelle di una ginnasta ma che hanno comunque una piacevole consistenza femminile. Purtroppo il tempo scorre sempre troppo veloce in questi fugaci incontri notturni e, sotto gli ultimi energici colpi di Raissa, varco la linea del traguardo.

SFINITA DALLE PULIZIE DI PRIMAVERA

Il tempo dev'essere ancor più prezioso per lei, perché rapidamente mi passa la confezione delle salviettine umidificate, per permettermi le consuete operazioni di pulizia. "Ci pensi tu o devo provvedere io?", le domando, mentre ho appallotolato tutti i rifiuti all'interno di uno dei suoi fazzolettini. "Appoggialo pure lì, poi ci penso io", mi risponde la mora, indicando il vano portaoggetti che sta proprio sotto la plancia. "Ma, toglimi una curiosità ... Sei sempre così silenziosa?", le chiedo, mentre mi accingo a riavviare la vettura, dato che tra le lamiere mi è sembrata l'esatto opposto della ragazza esuberante che cerca di adescare i suoi clienti dal marciapiede. "A quest'ora della notte, sì ...", mi risponde Raissa, a cui finalmente riesco a strappare un altro mezzo sorriso. "Perché, sei stanca? Hai fatto troppa ginnastica stasera?", le butto lì scherzosamente, immaginando che abbia fatto troppo can can con la sua amica. "Sì, sono proprio stanca, ma perché oggi pomeriggio ho fatto le pulizie a casa", mi spiega la mora.

Non c'è più molto tempo per il social time, perché siamo di nuovo allo stop della rotonda. "Ti lascio da questa parte o preferisci che ti riaccompagni là dalla tua amica?", le domando, in un eccesso di galanteria. "No, accosta pure qui", mi dice Raissa, prima di raccogliere la sua borsetta e di augurarmi la buona notte. Scesa dalla mia macchina, vedo che non attraversa subito la strada e si incammina invece per qualche metro lungo il marciapiede, per cui la osservo incuriosito, prima di ripartire. Dopo qualche secondo, mi rendo conto che si era diretta verso il vicino cestino della spazzatura, per gettare i rifiuti del nostro fugace incontro d'amore. Espletata questa missione, che le vale sicuramente la candidatura ad assessore all'ambiente nella prossima giunta di Osio Sotto, si volta verso di me e, con il primo vero sorriso della serata, mi cede il passo, facendomi segno con il braccio di partire pure, senza attendere che attraversi la strada.
 
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