Una volta, anzi due, ho conosciuto una cinesina che ora non vedo più e me ne dispiace. La dolcezza dei modi, gli occhi bellissimi, le sue labbra che parevano insaziabili di baci, più affettuosi che sensuali, e la sua giovane età nulla avevano a che fare con gli atteggiamenti che tradiscono i motteggi di una navigata meretrice. Oggi penso che quello fosse l’approccio che riservava agli avventori meno rozzi che le capitasse di incontrare. L’ultima volta che la vidi sembrava non avesse alcuna voglia di mandarmi via e io di buon grado, finito il massaggio (peraltro uno splendido massaggio orientale, di quelli fatti con le mani giunte che ti battono le gambe e la schiena seguendo un preciso percorso. Insomma eseguito con tecnica da fisioterapisti e che da solo avrebbe meritato la gà modica spesa dell’incontro) mi attardavo a scambiarmi coccole con Siaomei, questo il nome della ragazza. Ad un certo punto, senza bussare, si è affacciata alla porta la roomate-centralinista-mezzana-caporale, o come si preferisce definirla, dicendole brevemente qualcosa che la rimise subito sull’attenti prima di scomparire di nuovo dietro l’uscio. La ragazza non sapeva una parola di italiano tuttavia io, che pure ignoro il mandarino, non ci misi molto a capire che era arrivata l’ora di levarmi dai coglioni. Di lì a poco, salutata con un ultimo casto e stucchevole bacio in bocca la mia tenera amante, incrociai al cancello un tizio con una faccia da scoregge, malcelata dallo smartphone che glie ne copriva una parte, tipica del punter nel pieno dell’azione.
Il tema di questa discussione è lo sfruttamento della prostituzione e quello che ho scritto sopra ne è attinente e pertinente ma non è questo il punto. Quello che ho scritto sopra, per quanto ne so, potrebbe benissimo trasformarsi, magari con qualche concessione nello stile, in una carta sul tavolo di un Procuratore della Repubblica, sotto forma di un verbale per l’assunzione di sommarie informazioni della persona informata dei fatti, detta in termini giuridici. Una faccenda che tradotta nel linguaggio di tutti i giorni è: un bel casino.
Ma non è nemmeno questo il punto che ci dovrebbe più preoccupare della questione. Al di là del fatto che imputare il reato di favoreggiamento allo sfruttamento della prostituzione, così come previsto dal C.P.P., ad un povero puttaniere deve essere difficile per qualunque P.M, di fronte ad una condizione così palese di sottomissione e di schiavitù di un essere umano dovrei io sentirmi leso della mia dignità e, se avessi i coglioni, tornare in quel posto e fare un massacro stile Taxi driver, per restituire la pulzella alla libertà…
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