Single o Solitario?

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Single o Solitario?

Dov’è il confine tra essere un “Single” e essere un Solitario?

Siete solitari? :mda:

Il mio amico è “Single” e lavora molto. Vive da solo e per la sua ultima vacanza, ha prenotato per una persona sola.
Per questo lui è un “Solitario”? Dov'è il confine tra essere da solo e la solitudine?

Ognuno di noi si trova da solo in alcune occasioni. A volte questa condizione è anche molto rilassante. Dopo una giornata in ufficio, per esempio, è possibile allungare le gambe, scollegare il telefono e ascoltare un po' di musica senza che nessuno intervenga. Ma per alcuni questa scena evoca anche attacchi di solitudine acuta: Ho perso il contatto con il mondo esterno? Resterò per sempre da sola/o? Perché ora nessuno mi chiama? (hai staccato il telefono, scemo!)

Quando siamo soli cominciamo a pensare ed è questo il punto della questione: Siamo costretti a confrontarci con noi stessi, semplicemente perché non c’è nessun altro con cui farlo. Possiamo rivolgerci a Dio, pensare al mondo, concentrarci sulle nostre vite, verificare le nostre aspirazioni.
Possiamo affidarci ai ricordi ed anche rimuginare su ciò che ci rende felice e su ciò che ci manca – in breve se siamo soli, siamo in pericolo di perderci nei pensieri emotivi. E, se non siamo soddisfatti dei risultati di questa riflessione, ci vuole poco per diventare tristi ed ecco che ci sentiamo solitari.
Sicuramente è possibile accendere il pilota automatico ed utilizzare la tattica del non pensare, guardando la televisione, leggendo un libro o andando a correre. Ma anche con questi espedienti non siamo meno soli.
Chi può stare bene da solo è raramente un solitario.

Non tutti riescono a rimanere da soli. Ci sono persone che (consapevolmente o no) cercano sempre la compagnia degli altri - a volte non per un interesse nell’altra parte, ma piuttosto per evitare il rischio della solitudine. E’ un provvedimento del tutto legittimo se non siete soddisfatti di essere da soli. Ma queste persone, quando sono sole, sono anche più in pericolo, non solo di sentirsi soli, ma di diventare dei solitari.

Siete solitari e da soli? O solo uno dei due? I confini tra ”essere soli" ed "essere solitari” sono fluidi. E ogni uno di noi dovrebbe sapere per se stesso come combattere sentimenti temporanei di essere abbandonato. Una cosa è certa: nella lotta contro la solitudine dobbiamo confrontarci per forza con noi stessi. Infine, troviamo la strada della realizzazione solo quando sappiamo da quale direzione siamo venuti.
Ah, ho chiesto il mio amico: Non si sente solo. Ama vivere da solo e la sua vacanza come “Single” è stato un successo in un assoluto.

Mi interesserebbe,
come vi sentite la vostra vita da “Single”?

Miss Jane
 
P

positcor

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Miss Jane ha scritto:
(...)
Dov'è il confine tra essere da solo e la solitudine?
(...)

La differenza che passa tra 'stare' solo e 'sentirsi' solo: un abisso.
Anche se, a volte, le due condizioni possono coincidere.
Ma è un argomento troppo complesso, Miss Jane.
Per oggi passo la mano.
:wink:
 
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  • #3
positcor ha scritto:
Miss Jane ha scritto:
(...)
Dov'è il confine tra essere da solo e la solitudine?
(...)

La differenza che passa tra 'stare' solo e 'sentirsi' solo: un abisso.
Anche se, a volte, le due condizioni possono coincidere.
Ma è un argomento troppo complesso, Miss Jane.
Per oggi passo la mano.
:wink:

Positcor, va bene per oggi. Lo so che un tema abbastanza complesso. Miss Jane :wink:
 
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Bellissimo tema.

Personalmente sono sia "single" (oggettivamente!) che "solitario".
Ovvero, sono single e solitario per scelta.
Anche se qualcuno non ci crederà e dirà che non è per scelta ma per "sfiga", ma non è così: almeno dopo una certa età mi sono reso chiaramente conto che ciò che volevo davvero era vivere da solo. Che non ero fatto per la vita di coppia e che era assurdo cercare di "accasarmi" semplicemente perchè "lo fanno tutti": avrei rovinato sia la mia vita sia quella di chi mi fosse stato accanto.
Nel momento in cui mi sono reso conto di ciò, ho sentito di aver fatto un chiaro passo avanti nella conoscenza di me stesso.
Non posso escludere che un domani, magari se mi ri-innamorererò di nuovo, il mio atteggiamento cambi, per ora però è questo, e nettamente.

Faccio spesso vacanze da solo, ma ne ho fatte parecchie anche in compagnia e il 95% delle volte con soddisfazione. Il fatto è che non mi annoio a stare da solo e ... non mi sento "solo"! Perciò, se la compagnia non c'è o non mi convince, la scelta di fare le cose da solo non mi pesa, anzi la ritengo un'ottima scelta.
Riesco a godere di ciò che vedo e che faccio anche se non ho nessuno accanto a me. Anzi, se non ho particolare affiatamento con chi mi trovo accanto, la cosa comincia presto a pesarmi. Alcuni dei momenti più belli delle mie vacanze (e la vacanza è una formidabile situazione per verificare il proprio grado di "solitarietà") li ho vissuti da solo, davanti a paesaggi nuovi, volti nuovi, nuove città, nuovi profumi, nuovi sapori ... Alcuni dei momenti più irritanti li ho vissuti in compagnia, con compagnie che in quel momento non apprezzavano ciò che io stavo apprezzando. In quel caso, o fai l'asociale totale e ti isoli oppure, come ho fatto io, mi sono rassegnato e sono rientrato nel "gruppo" e in quella che in quel momento consideravo la sostanziale banalità dei suoi discorsi.

C'è da dire che questa "amata solitudine, isola benedetta", come dice una canzone di Battiato, diventa presto una cosa di cui difficilmente si fa a meno, si potrebbe anche dire che diventa "una droga".
Entro certi limiti, però, almeno nel mio caso. Mi piace vedere gli amici. Però, semplicemente, non li vorrei attorno in continuazione!

Tu dici: "Se siamo soli, siamo in pericolo di perderci nei pensieri emotivi. E, se non siamo soddisfatti dei risultati di questa riflessione, ci vuole poco per diventare tristi ed ecco che ci sentiamo solitari."
Direi che è una considerazione giusta, probabilmente io e quelli come me non sono facili a "perdersi nei pensieri emotivi" e per questo non diventiamo tristi se dobbiamo stare del tutto soli qualche giorno e neppure qualche settimana.
In effetti, io sono una persona molto razionale, forse anche troppo. Questo secondo me facilita nel riconoscere che la solitudine ha anche dei bei vantaggi e non è di per sè una condizione "sfigata" (anzi ...).

Per ora la chiudo qui, perchè effettivamente l'argomento è molto impegnativo!
Grazie per lo stimolante spunto!
 
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Vivo da solo, anche se non mi ritengo un solitario.
Ho una buona vita sociale, esco mediamente 4 sere la settimana con amici o per locali, nel rapporto con una donna però non vado mai oltre il flirt e le relazioni che instauro non voglio che durino oltre i tre/quattro mesi.
Per scelta e in un certo senso perchè le donne che incontro o ho incontrato non mi sono mai parse adatte a un rapporto lungo e impegnativo.
Caratteriamente sono molto esigente e anche se ho un eloquio abbastanza brillante e una bella carica di energia sono una persona molto chiusa, nel senso che non lascio mai trasparire le mie reali emozioni all'esterno, e prima di fidarmi di qualcuno deve passare molto tempo e lo devo conoscere molto bene.

Non soffro di solitudine, posso stare da solo per giorni senza sentire la mancanza di qualcuno, senza avere pensieri o emozioni tristi che non siano pienamente motivate.

Sono molto forte, gli altri nonrmalmente mi ispirano simpatia e amicizia, ma, ho bisogno dei miei spazi e ho bisogno che questi spazi non siano invasi quando non voglio.
Quindi la mia condizione naturale è quella di single.
In passato ho trovato una ragazza veramente speciale, riuscivamo a comunicare pienamente senza nemmeno parlarci e con lei ho condiviso un'intimità molto bella e coinvolgente. Purtroppo l'ho persa e dopo non ho trovato nessuna donna con quel livello di intelligenza e sensibilità e di conseguenza non ho intrapreso relazioni lunghe.


ciao
 
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beh penso che dipenda essenzialmente dalla ns. disponibilità mentale a vivere "da soli"...
Per quanto mi riguarda decisamente meglio essere "da soli" che mal accompagnati...
Infatti spesso mi capita di vedere coppie mal assortite con facce tristi...
come mi capita di vedere singles che si autoconvincono di essere sfigati e la vivono malissimo...
Occorre preedisporsi nel modo giusto... e vedere i rischi come opportunità anche nell'essere singles...
Sinceramente a me piacerebbe avere un'amica con cui dividere alcuni momenti (andare al cinema, in vacanza insieme, ecc...) però non vorrei ritrovarmi "prigioniero" di un rapporto quasi unico (e non mi riferisco al sesso... ma al fatto mi dover mandare 10 sms al giorno, e stupidate varie...)
La mia donna ideale dovrebbe essere come un'amica... per uscirci negli week-end... far qualcosa di diverso...
forse è perchè son ancora giovane e finora non sono pronto a sposarmi PER SEMPRE
 
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GattoSexo ha scritto:
Non soffro di solitudine, posso stare da solo per giorni senza sentire la mancanza di qualcuno, senza avere pensieri o emozioni tristi che non siano pienamente motivate.

Sono molto forte, gli altri nonrmalmente mi ispirano simpatia e amicizia, ma, ho bisogno dei miei spazi e ho bisogno che questi spazi non siano invasi quando non voglio.
Quindi la mia condizione naturale è quella di single.
condivido pienamente... infatti è la mia stessa condizione :biggrin:
 
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Potrei copiare quello che ha scritto mustiqueblue nel post sopra, perche' e' la mia posizione al 99%.

L'unica cosa che cambia e' che a volte vedendo la complicita di alcune coppie ammetto di essere invidioso e mi chiedo se trovero' mai una persona con cui relazionarmi nello stesso modo.
 
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partiamo dal presupposto che a parer mio non si è single per scelta ma per forza di cose; chiunque quando è attratto da una persona che comunque ne corrisponde i sentimenti sceglie di instaurare con essa un rapporto, è l'istinto l'essere che lo guida a tale scelta...l'essere solitario invece è una scelta di condotta di vita "egoistica",ossia scegliere di vivere i momenti e le emozioni senza divederle con qualcuno, evitando anche di aprirsi a relazioni sentimentali con chi sta intorno, una specie di chiusura interiore...
 
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manuberto ha scritto:
partiamo dal presupposto che a parer mio non si è single per scelta ma per forza di cose; chiunque quando è attratto da una persona che comunque ne corrisponde i sentimenti sceglie di instaurare con essa un rapporto, è l'istinto l'essere che lo guida a tale scelta...l'essere solitario invece è una scelta di condotta di vita "egoistica",ossia scegliere di vivere i momenti e le emozioni senza divederle con qualcuno, evitando anche di aprirsi a relazioni sentimentali con chi sta intorno, una specie di chiusura interiore...

Non mi piacciono le persone che hanno il 'verbo' in tasca, che sanno esattamente etichettare i sentimenti e i comportamenti altrui senza esitazione.

Molte coppie sono la somma di due persone solitarie che hanno solo paura di essere soli e non condividono nè intimità nè sentimenti, e molti 'solitari' sono persone che condividono emozioni e sentimenti con altre persone ma sentono il bisogno di ritirarsi e stare soli di tanto in tanto.

Forse conoscere meglio le persone, una a una ti potrebbe essere utile piuttosto che sparare generalizzazioni a raffica.

Il tutto naturalmente IMHO.

ciao
 
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Secondo me il Single e' una situazione temporanea (per una scelta di altri) mentre il Solitario e' una situazione stazionaria (una scelta personale).
Poi il sentirsi soli fa storia a se.
Ci si puo' sentire soli anche in mezzo al mercato o al pranzo di Natale .
 
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Condivido con gattosexo la sua affermazione circa le coppie frutto dell' unione di due solitari...io purtroppo l' ho sperimantata sulla mia pelle ed il risultato è stato un matrimonio catastrofico finito dopo un anno e mezzo, la separazione ed un sacco di menate monetarie... :sad: Nonostante questo io sono proprio un tipo che da solo non riesce a stare, sia per quel che riguarda gli amici che per quel che concerne le donne....quindi ancor prima che il matrimonio finisse ne avevo già un' altra con la quale sto felicemente adesso....
:good: :good:
 
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mikbs ha scritto:
Condivido con gattosexo la sua affermazione circa le coppie frutto dell' unione di due solitari...io purtroppo l' ho sperimantata sulla mia pelle ed il risultato è stato un matrimonio catastrofico finito dopo un anno e mezzo, la separazione ed un sacco di menate monetarie... :sad: Nonostante questo io sono proprio un tipo che da solo non riesce a stare, sia per quel che riguarda gli amici che per quel che concerne le donne....quindi ancor prima che il matrimonio finisse ne avevo già un' altra con la quale sto felicemente adesso....
:good: :good:
Mi fa piacere per te. :smile:

Io l'ho vissuta coi miei loro erano due persone sole sposate fra di loro. Forse anche per questo quando ho una relazione sono molto coinvolto e in una relazione ciò che cerco maggiormente è l'intimità fisica e psicologica.

Se non la trovo preferisco stare solo, e anche quando ho una relazione ho necessità di avere i miei momenti di assoluta solitudine, fanno parte della mia personalità e non intendo rinunciarci.

Inoltre voglio avere la possibilità di aprirmi emotivamente con più donne contemporaneamente e una relazione fissa rende impossibile la cosa.

ciao
 
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GattoSexo ha scritto:
Non mi piacciono le persone che hanno il 'verbo' in tasca, che sanno esattamente etichettare i sentimenti e i comportamenti altrui senza esitazione.

Molte coppie sono la somma di due persone solitarie che hanno solo paura di essere soli e non condividono nè intimità nè sentimenti, e molti 'solitari' sono persone che condividono emozioni e sentimenti con altre persone ma sentono il bisogno di ritirarsi e stare soli di tanto in tanto.

Forse conoscere meglio le persone, una a una ti potrebbe essere utile piuttosto che sparare generalizzazioni a raffica.

Il tutto naturalmente IMHO.

ciao

Quotissimo! :good:
 
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Ho sempre avuto una vita sociale intensa. Ho praticato sport quasi sempre di squadra. Faccio teatro, ho suonato con vari gruppi musicali. Addirittura il boy scout, ma ero molto giovane.... :biggrin:
Nei primi cellulari intasavo la memoria per memorizzare tutti i numeri. Mi sono anche sposato, dopo una lunga relazione.

Dal 2001 sono tornato single. O solitario? O solo? Non so se le tre definizioni siano divise solo da leggere sfumature determinate dalla positività o dalle negatività con cui si vuole connotarle. Presente il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, che poi sempre mezzo è?

I primi mesi sono stati da isolamento, anzi, quasi da arresti domiciliari. Meno gente vedevo, meglio era. Poi l'esatto contrario. Vivo nel Veneto e neanche in un capoluogo. L'alta socialità emiliana qui me la sogno. Questo per dire che se volessi uscire ogni sera potrei, ma dovrei mettere in preventivo di non trovare sempre persone interessanti, a patto di non mettermi d'accordo preventivamente, ed allora non ci sarebbe problema. Ma provo piacere a starmene tranquillo a casa, specie se fa freddo, magari a scrivere qualche cazzata in un forum di puttanieri, pardon, di punter.

Relazioni con l'altro sesso ne ho avute, in un certo senso ne ho tuttora. Scottato una volta, non faccio salti di gioia a dovermi "occupare" di nuovo, perlomeno in senso definitivo o quasi.

Non mi sento solo, almeno non sempre. Lavoro con i miei genitori praticamente da sempre. Trovo comodo e a loro fa piacere fermarmi a pranzo e cena da loro, ed avendo attività e casa nello stesso posto, in pratica dalle 8.30 alle 21 solo proprio non sono.

Però ho bisogno dei miei spazi, e torno a dormire a casa mia, anche se potrei fermarmi dove ho ancora la mia camera, sempre dai miei. Abito in una casa pensata per una famiglia, è addirittura sovradimensionata per un single, ma ho imparato ad allargarmi, a non sentire il senso del vuoto.

In ferie vado rigorosamente da solo. Solitamente villaggi organizzati, si può dire che da solo poi ci sto gran poco, ho facilità a socializzare, a fare gruppo, spesso a fare il leader del nuovo gruppo costituitosi. Però voglio partire da solo, che sia da stimolo a fare nuove conoscenze.

Ho anche la disponibilità di un piccolo appartamento al mare, e gli ultimi anni le ferie le ho trascorse lì. Anche lì, se voglio immergermi fra la gente lo posso fare, se voglio ritagliarmi quei miei spazi, idem. All'occorrenza mi sono fatto raggiungere da amici, da qualche amichetta, anche da escort.

Idem dicasi per la vita quotidiana. Non ho problemi se non voglio dormire da solo, ma, il più delle volte lo preferisco, anche se qualche persona speciale con cui condividere il letto nel senso del sonno e non solo del sesso c'è stata e c'è ancora. Eppoi mi sono specializzato nel servirle la colazione a letto.

Adoro andare in motocicletta, quando il tempo lo permette. Lì si che mi muovo da solo, è meno rischioso, in due o in gruppo si tende sempre ad accelerare, e le mie ossa mi piacciono intere.

Ovviamente a volte vorrei avere una persona vicino, credo sia umano. Non sempre succede, ma si sopravvive. Non sempre il numero pari è sinonimo di stabilità.

Quindi vivo la mia condizione di single/solitario/solo tutto sommato con tranquillità. Tanto, a migliorare o peggiorare, c'è sempre tempo.
 
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Cari, leggendo le risposte date da voi come "Single" pressumo che per la maggior parte di noi la vita da solo non pesa e più meno avete scelto la situazione in cui vivete ora. E direi che anche difficile a ritornare col tempo che passa a vivere in copia. Vi ringrazio tanto finora di aver raccontato le vostre esperienze come vita da "Single". :yes3: Miss Jane
 
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Sono un solitario.
Nonostante abbia una bella compagnia di amici e esca anche spesso per bermi una birra al pub ho bisogno dei miei spazi, adoro la solitudine, mi serve il mio momento quotidiano in cui mi isolo e mi faccio i cazzi miei.
Ho fatto diversi viaggi da solo e devo ammettere che sono stati i migliori, quelli più emozionanti e assurdi.
Per quanto riguarda le donne, devono in primis capire questo mio modo d'essere o le allontano, una volta una ragazza ha cercato di imporsi standomi addosso e cercando di uscire con me tutti i giorni, l'ho rispedita al mittente.
 
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Non sono single e non mi sento un solitario...
però a volte vorrei essere SOLO.

Una famiglia riempie la vita, E' la mia vita, e ne sono felicissimo, ci mancherebbe altro. Con la moglie ora stiamo bene, ci son stati momenti difficili, ora sono passati. Però a volte sorge l'esigenza di star SOLI, sia a me che a mia moglie.

E allora ci prendiamo del tempo, quanto ne occorre, in genere lo si fa d'estate, per un mucchio di ragioni.

Sono pause in cui DIVENTO un vero solitario, viaggio da solo, parlo poco, leggo molto, via dalla televisione e dai giornali, respingo il resto del mondo e mi ricreo una bolla in cui esisto solo io. Se ritengo opportuno, faccio entrare una persona, per mezz'ora, 1 ora, 2 ore, poi basta. Ma la condizione fondamentale è che non mi rompa la bolla (o le balle?!? :biggrin: )

Ha perfettamente ragione Miss Jane quando dice che chi è solo riesce a pensare, a riflettere su di sè, su cosa sta facendo e sul suo percorso di vita. Chi come me non può isolarsi per la maggior parte del tempo, deve trovare una via d'uscita...
 
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Gomez

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Miss Jane ha scritto:
Dov'è il confine tra essere da solo e la solitudine?

La solitudine.
E' un demone tra i più devastanti per chi è superficiale,
per chi non ha saputo costruire durante la sua vita
un degno rapporto con se stesso, per chi ha preferito
scappare fingendo di non vedere le proprie umane debolezze
cercando di distogliersi dall'ovvio disagio attraverso
le più inutili delle pratiche, tipo il culto dell'esteriore
e quindi dell'effimero.
Credo che a tutti farebbe bene un'esperienza di solitudine
forzata, assai più della settimanina a Sharm El Sheik.
Giusto per capire che cos'è e quindi prenderne consapevolezza.
Che di solito, quando ci vai a cozzare contro alla
solitudine, è proprio il momento meno opportuno e nel
quale sei coi guantoni abbassati.
Perchè primo o poi tutti chi facciamo i conti con la solitudine verà,
che di solito è l'inizio della fine.

Il "solitario" bisogna vedere se è solitario perchè è emarginato,
complessato, stressato oppure se realmente è solitario perchè ha
raggiunto un buon livello di equilibrio tra lui e il suo Sè: in quest'ultima
ipotesi non posso che dirgli bravo.
Essere in grado di stare bene con me stesso, indipendentemente
dalla presenza altrui e quindi all'influenza emotiva altrui (giudizi, tiramenti
di culo, pressioni, obblighi, doveri, ipocrisia, ingiustizia) credo sia
il primo stadio del potersi definire davvero liberi.

Il "solo" è un solitario emarginato o complessato o davvero
troppo stressato che avrebbe tanto bisogno di capire.

 
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