INSERZIONISTA: Tania (prima Sofia)
Non giovane non vecchia non grassa non magra non ho vestiti provocanti non uso tacchi alti non trucco..Solo acqua e sapone
escorthub.info
CITTA': cagliari
NAZIONALITA': Russa
ETA': intorno ai 50
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: è lei
SERVIZI OFFERTI: tutto, anche troppo
SERVIZI USUFRUITI: tutto
COMPENSO RICHIESTO: tra 50 e 70
COMPENSO CONCORDATO: 50 o 70 per tutto
DURATA DELL'INCONTRO: circa 40 minuti
DESCRIZIONE FISICA: circa 1,75, giunonica, seno seconda naturale, culo imponente e poco sodo, viso anonimo, complessivamente non curata nel senso estetico del termine
ATTITUDINE: maiala
REPERIBILITA': difficile
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: generalmente poche
NUMERO DI TELEFONO: 3512476072
Venite a trovarmi.
Non giovane non vecchia non grassa non magra non bionda non mora non ho vestiti provocanti non uso tacchi alti non trucco. Solo acqua e sapone.
Ho rivisto da poco il suo annuncio e mi sono ricordato del mio primo incontro con lei. Ecco qua.
Oblo e il guerriero di terracotta.
Il testo era intrigante e faceva pensare ad una non professionista, in realtà scoprirò nel modo più inaspettato che svolge una seconda professione o forse è la prima, chi lo sa.
Durante il contatto telefonico mi è sembrata scorbutica ed essenziale nel snocciolare i servizi: tutto a 50 (all'epoca, ora 70).
Ho provato a capire cosa intendesse per
tutto e con nonchalance c'ho messo di mezzo il culo per avere rassicurazioni, ma molto sbrigativamente mi ha ripetuto "Tutto" ed il suo accento russo mi è parso ancora più marcato.
Poi mi ha sbattuto il telefono in faccia.
Dopo la telefonata indagatrice, l'ho chiamata successivamente per organizzare l'incontro ma ogni volta gli orari di lavoro e l'indirizzo cambiavano.
Mah!
Ormai ero entrato in fissa, così decido di andare a trovarla una domenica pomeriggio, visto che in quel periodo riceveva in una zona molto trafficata, quindi con difficoltà di parcheggio ed elevato coefficiente di sputtanamento, tranne appunto la domenica.
La chiamo e mi fornisce le ultime coordinate.
Mi apre la porta una signora russa inspiegabilmente cordiale e sorridente. Dal punto di vista estetico niente di che, è esattamente come si descrive: non trucco, non giovane, non vecchia, insomma la classica tipa anonima un poco trascurata.
Taglio di capelli particolare, capelli mossi fino alla base del collo che esaltano la pelle luminosa e l'azzurro degli occhi. Un azzurro un po' strano, opaco e gelido.
Boh, ho pensato, avrà la cataratta.
È un donnone ben oltre il metro e settanta, agghindata con una vestaglia pesante che pare una tunica e che la fa apparire più imponente di quello che in realtà scoprirò essere. Certo, non è un fuscello ma con quella palandrana sembra un guerriero di terracotta ed io accanto a lei mi sento la metà. Potrebbe essere tranquillamente il mio sarcofago e dentro ci starei perfino comodo.
Insomma, se avete presente le matrioske dovreste aver capito la situazione.
Contrariamente all'impressione telefonica è gentile e sorridente. Perfino chiacchierona visto che chiede di me, del mio lavoro, della mia situazione sentimentale, figlio di chi sono e il mio soprannome da ragazzino. Insomma, piuttosto curiosa.
Rimango sul vago perché la tipa è un po' inquietante e si avvicina sempre di più.
Infatti adesso è veramente appiccicata, il petto e l'addome mi sfiorano ed io non riesco a non pensare all'esercito di terracotta.
Insiste sul mio lavoro. Nonostante non le abbia dato alcuna indicazione specifica, quella ad un certo punto sgrana gli occhi cerulei, solleva il mento e con il sorriso di chi la sa lunga mi fa: "Aaaah! Io capuito, tu broker!"
"Esatto!" Le rispondo con entusiasmo, mentendo sfacciatamente. "Sei proprio una lenza." E le faccio l'occhiolino.
“Cuosa lenza?" Mi chiede sospettosa mentre da sotto mi afferra i coglioni.
Avvicina il viso al mio e per scansare l'idea del bacio incasso il mento sopra la sua clavicola e l'abbraccio fraternamente, come se fosse un compagno di calcetto dopo un gol in rovesciata, perdendomi in quel torace infinito. Rimango così per un po', abbarbicato e in totale regressione, fino a sentirmi un poppante tra le braccia della balia.
Mentre lei mi lecca il collo e mi infila le mani ovunque, ne approfitto per sbirciare curioso da sopra la sua spalla. Intravvedo la curva del culo, che ovviamente non è il tipico promontorio sudamericano, ma incomincio ugualmente a tastarlo e a saggiarne la consistenza.
Poi tiro su la palandrana per metterlo a nudo, però è un'operazione complicata e faticosa. Infatti, oltre ad essere di un tessuto pesante e quasi cartonato, è pure lunga e ci vogliono i bicipiti e la forza di un pescatore che raccoglie le reti dal mare.
Oh issa, oh issa!
Una volta messo a nudo, posso finalmente valutarlo con le mani, verificandone consistenza e differenza di temperature. Dalle chiappe fredde e mozzarellose, alla temperatura lavica del cratere. Interessante.
Quella mi lascia fare ed io inserisco dita a due a due un po' ovunque.
Sfilo le mani dai suoi pertugi e decidiamo di spogliarci. Io faccio in fretta, poi nudo come un verme e a cazzo ciondolante l'aiuto. Che tristezza.
In due finalmente riusciamo a levare la sua tunica.
Il fisico è quello che è ma la pelle è bella, luminosa e tonica. Purtroppo sotto ha un gomitolo arruffato di peli biondi. E vabbè, troveremo un rimedio anche per questo.
Una volta nuda, un po' goffamente si butta sul letto a pelle di leone, lasciandomi campo libero per maneggiare il suo culo, includendo piccole escursioni anche sull'altro pertugio che sorprendentemente trovo pronto a squirtare o a pisciare, vallo a sapere.
Salto il rimming e mi limito a infilare un numero impressionante di dita. Poi, un po' stanco e neanche tanto eccitato, mi sdraio accanto a lei in posizione ginecologica.
Quella si rianima come il Golem.
Facendo leva sui gomiti si sposta al centro delle mie gambe e incomincia a pasteggiare sul mio corpo. Tutto quello che riesce a infilare nella sua bocca viene infilato. Poi si posiziona meglio ed inizia a metterci un po' troppa foga. Non fretta, proprio foga.
Le poso una mano sulla testa manco fossi il Papa, la calmo e la dirotto più giù. Inizialmente vorrei le sue attenzioni sulle palle, poi la spingo ancora più sotto.
Golem, va' e uccidi!
Quella, capito l'ordine, mi afferra dietro le ginocchia e mi ribalta come una carriola, esponendo palle e culo verso il cielo.
Oplà! mi scappa, come i vecchietti quando salgono un gradino.
Incomincia a rimmarmi in maniera sublime, una tecnica eccezionale che non avrei tardato ad emulare nei miei incontri successivi. È rimasta sotto instancabilmente per un periodo molto lungo, raggiungendo profondità duodenali. Poi, ritornata a dedicarsi a palle e cazzo, l'ho dovuta interrompere perché stavo per venire.
Una volta appecorata, il culo raggiunge dimensioni e fascino interessanti ed io, sbrigata in pochi minuti la pratica gomitolo, finalmente posso dedicarmi a Lui.
Lubrificante assente ma nessun problema, questa sembra abbia il buco del culo forgiato col rame degli Urali, vado quindi alla vecchia maniera e sono dentro.
Prendiamo confidenza con le reciproche dimensioni e dopo un po' arriva la sua benedizione a spingere con più vigore.
Ad un certo punto inizia ad emettere un rumore strano. In principio sembrava venisse dalla bocca, come fosse un rantolo, invece pare essere proprio il suo respiro affannato, qualcosa di bronchiale. La cosa mi disturba e mi distrae.
Quella continua e io ogni tanto mi fermo per capire meglio, ma come interrompo i movimenti, d'emblèe cessa anche il rumore. Silenzio.
Riprovo e idem come sopra, sferragliamento di bronchi e poi il silenzio.
Durante questi esperimenti, in uno dei momenti di silenzio sento provenire da una stanza accanto un colpo di tosse e una voce, forse un lamento. Non ci faccio caso e continuo ad incularla in modo scanzonato. Dopo due, tre volte capisco che nell'appartamento c'è qualcun altro e mi fermo. Non so cosa pensare, non sono tranquillo.
Mentre sono ancora dentro di lei si sente forte un gemito provenire dall'altra stanza, allora mi affaccio dalle sue parti, ci guardiamo negli occhi e le chiedo: "Mah... sul serio?"
Quella, infastidita dalla domanda, cerca di tranquillizzarmi e mi fa: "Tranquillo, lui cancro." Poi agita la mano come se volesse incitarmi a proseguire.
Cooooosa?
Cioè, io sto inculando la badante di un tipo che nella stanza accanto sta probabilmente esalando il suo ultimo respiro?
Ora è tutto chiaro. Questa qua cambia orari e appartamenti in funzione del moribondo a cui deve badare e nel mentre si fa sodomizzare nella stanza attigua.
Porca puttana che storia, mi dico mentre riprendo ad incularla.
Dopo qualche minuto, mentre sguazzo allegramente dentro il suo culo, scorgo sopra un mobile accanto al letto un oggetto strano.
Focalizzo meglio e vedo un cesto in vimini con dei cetrioli dentro. Un trionfo di cetrioli, almeno una decina. C'è anche un misterioso melone.
No, fermi tutti. Alt, stop. Cooling break!
Interrompo l'inculata rimanendo sempre dentro di lei, mi riaffaccio dalle sue parti e le chiedo: "Scusa cara, ma quelle cosette là cosa sarebbero?"
La tipa, ancora a pecora, si volta verso di me e con occhi spiritati ridacchia: " Daaaa, qvello mio scherzo."
"Cioè? Spiega un po'?" Le dico mentre sfilo con uno schiocco il cazzo dal suo culo.
In sostanza mi invita a prenderne uno e ad inserirlo ovunque desiderassi. A secco.
Evidentemente per
scherzo intendeva dire pezzo forte o qualcosa di simile.
Mi avvicino ai cetrioli ed erano tutti di dimensioni asinine, impressionanti, roba che uno solo di quelli fornirebbe insalata, pranzo e cena, per una settimana ad una famiglia di quattro persone.
Ce n'erano per tutti i gusti, quello bitorzoluto che pareva borchiato, quello ricurvo, quello con la punta stretta e la base larga, uno talmente ritorto che sembrava un tirabuscion. Notata la mia indecisione la tipa sgarbatamente apre il cassetto del comodino e tira fuori un cetriolone col preservativo già inserito e me lo mette in mano.
Cazzo, ragazzi, un peso specifico non indifferente, talmente grosso che le dita non si chiudevano.
Mentre io inebetito continuavo a fissare e a rigirare il cetriolone tra le mani, quella lì era già posizionata a pecora nel letto e mi fa: "Davai!"
Ho notato che ogni mia titubanza ed indecisione la infastidiva, come se fosse imbarazzata dal mio stupore e dalle mie eventuali domande. In questi casi ritornava la tipa scorbutica e sbrigativa delle telefonate.
Mi tolgo il sorriso ebete dalla faccia e mi dirigo verso di lei con questa cosa talmente grossa in mano che non sapevo nemmeno come impugnare.
Posizionato dietro di lei, le chiedo educatamente: "Dove?"
Quella scrolla le spalle: "Dove vuoi."
Impasto come un lama e sparo uno sputo mirando al buco, poi provo ad infilarlo.
Non riesco. Lei ha il culo troppo in alto e io forse sbaglio impugnatura. Le chiedo di aprirsi le chiappe con entrambe le mani ma niente, non riusciamo a trovare l'inclinazione giusta.
Ci sistemiamo meglio e le cose sembrano andare.
Si direbbe la descrizione di un omicidio, perché devo impugnare il cetriolone come un pugnale e con movimenti semicircolari dall'alto verso il basso provare ad introdurlo. Finalmente entra e in pochi secondi siamo già a metà cetriolo.
Nel frattempo il mio io giudicante mi osserva e sembra di rivivere la scena di
Psyco, solo che in questo caso vedo un minchione che si fa chiamare Oblomov, con un ghigno assurdo alla Norman Bates e uno sguardo allucinato, menare fendenti con un cetriolo dentro il culo di una badante russa.
Una volta verificato che il cetriolone oltre un certo limite non entra perdo interesse e lo sfilo. Il buco di rame si richiude sorprendentemente come l’obiettivo di una macchina fotografica, riprendendo la conformazione iniziale.
Inserisco il mio cazzo e procedo fino alle estreme conseguenze, con il contorno dei suoi rantoli e dei lamenti provenienti dall’altra stanza.
Vicino a concludere mi metto nella posizione ginecologica di prima e il Golem che è in lei, compreso il concetto, riprende a leccare e succhiare ovunque, fino a farmi esplodere nella sua gola e ad ingoiare.
Si solleva dal pasto, il boccone in parte è ancora in bocca. Con un velo nella voce mi fa: "Piaciuto!"
Prima di salutarci parliamo un po' e mi confessa che ha scoperto il sesso in tarda età e soprattutto ha scoperto che il sesso le piace molto. Anzi, mi dice che le piace proprio il cazzo. Ovviamente non intendeva dire che sia rimasta vergine a lungo, ma evidentemente non riusciva a ricavare il piacere che prova adesso.
Le credo.
Prima di salutarmi mi fa una raccomandazione per il prossimo incontro, mi invita cioè a frugare nella mia immaginazione per scovare qualche fantasia particolare. Una volta trovata, non avrei dovuto fare altro che proporgliela e realizzarla.
Detto questo, ci scambiamo un bacio affettuoso e me ne vado.
Qualche mese dopo, molto prima del lockdown, un suo messaggio mi informa che agli incontri si potrebbe aggiungere una sua amica.
"Cosa fa?" Chiedo.
"Tutto!"