Torino, fine '80. Una trans, o più propriamente un femminiello napoletano in transizione, tettine al naturale e corpo naturalmente femmineo, bianco, morbido e sodo, età sui 20, spigliata e impertinente, un folletto di bosco, non a caso di nome Silvia o Silvana.
Stazionava in cima a corso Inghilterra, quasi angolo corso Vittorio, praticamente nuda salvo un camicione sino alle caviglie, che spesso sventolava mostrando cosce e natiche da sballo.
Faceva otr, ma con poca spesa ti portava in cameretta più o meno da quelle parti.
La caricai la prima volta per un rapido pompino, ma una volta in macchina, mi incappuccia, si gira sul sedile e in quattro e quattr'otto se lo infila didietro, segandosi. Alla fine mi fa: “Che t'aggio a di', tenevo voglia, che sborrata guagliò!”
Poi sparì. La rividi un paio d'anni dopo allo stesso post, ma ormai smunta, spenta, quasi muta, forse fatta di metadone o peggio. Una tristezza...
E ogni volta che ci penso mi ricorda uno di quei fiori che sbocciano all'improvviso a bordo strada, tra l'asfalto e le erbacce.
Qualche torinese la ricorda?
Stazionava in cima a corso Inghilterra, quasi angolo corso Vittorio, praticamente nuda salvo un camicione sino alle caviglie, che spesso sventolava mostrando cosce e natiche da sballo.
Faceva otr, ma con poca spesa ti portava in cameretta più o meno da quelle parti.
La caricai la prima volta per un rapido pompino, ma una volta in macchina, mi incappuccia, si gira sul sedile e in quattro e quattr'otto se lo infila didietro, segandosi. Alla fine mi fa: “Che t'aggio a di', tenevo voglia, che sborrata guagliò!”
Poi sparì. La rividi un paio d'anni dopo allo stesso post, ma ormai smunta, spenta, quasi muta, forse fatta di metadone o peggio. Una tristezza...
E ogni volta che ci penso mi ricorda uno di quei fiori che sbocciano all'improvviso a bordo strada, tra l'asfalto e le erbacce.
Qualche torinese la ricorda?
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