Turismo sessuale, le donne sono diverse dagli uomini?

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Ho trovato un articolo, scritto da una donna, nel sito del Corriere della Sera che fa una piccola indagine sul turismo sessuale praticato dalle donne. Secondo l'autrice, la gran parte delle donne s'infatua dei compagni occasionali e poi si trova in un meccanismo che le costringe a pagare. Sempre secondo l'autrice soltanto una piccola parte delle donne paga sapendo che avrebbe dovuto pagare.

Io credo che praticamente tutte vanno sapendo a cosa vanno incontro e lo fanno scientemente (e credo anche con diritto, come facciamo noi sesso a pagamento). Voi cosa ne pensate?

Allego il link e copio incollo l'articolo

http://27esimaora.corriere.it/artic...nne-sono-cosi-diverse-dagli-uomini/#more-5211

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quando vedo un uomo che paga per fare sesso provo fastidio, quando vedo una donna che fa lo stesso provo pena. Ma so che sono esattamente le stessa cosa
[h=2]Turismo sessuale al femminile
Le donne sono così diverse dagli uomini?
[/h]di Marta Serafini

Tags: donne, turismo sessuale


C’è Clara, italiana, sulla quarantina, che sul volo di ritorno dall’Havana sorride, convinta di aver trovato l’amore. E c’è Elizabeth, 50 anni, un lavoro come manager in una multinazionale, che accarezza la schiena nera del suo beach boy sulla sabbia bianca di Zanzibar, consapevole di star pagando per fare sesso e divertirsi un po’.
In Giamaica, a Cuba, in Senegal, Kenia, Capo Verde, Santo Domingo. L’elenco delle mete è lungo, basta che il paese sia povero e anche gli uomini si mettono a vendere i loro corpi alle turiste. Fino a una decina di anni fa il turismo sessuale era cosa da uomini. Stigmatizzato, condannato, soprattutto quando si traduce nelle terribili scene in Thailandia, dove vedi ragazzine (e ragazzini) anche di 10 anni costretti a prostituirsi per non morire di fame. Con le organizzazioni governative che lottano disperatamente contro il propagarsi di Hiv e di malattie sessualmente trasmissibili.
Per anni abbiamo sentito i racconti di uomini che tornavano da Cuba vantandosi di conquiste, dopo essere stati in compagnia di donne, anche molto giovani, disposte a tutto pur di fare un pasto decente e avere qualche pesos per comprarsi un paio di scarpe.
Ora il turismo sessuale piace anche alle donne. Nella maggior parte dei casi non si tratta di giovanissime ma di signore tra i 45 e i 65 anni di età, in vena di trasgressione, oppure alla ricerca dell’amore che non hanno trovato nel loro paese. Tante – troppe, oserei dire – si convincono che nel loro caso non si tratta di prostituzione.
“Lui si è innamorato di me, mi tratta come una regina, mi chiama mi amor”, mi ha raccontato Clara sospirando sull’aereo che la riportava a casa da Cuba. “Tornerò e ci sposeremo”. E poco importa se a mi amor arriveranno richieste di soldi, vestiti e oggetti che a Cuba non si trovano. Elizabeth, invece, è più pragmatica: “A Zanzibar i ragazzi non hanno denaro e io cerco solo un po’ di sesso facile senza pensieri, senza complicazioni. Li pago e loro mi danno quello che voglio”, racconta. Ma Elizabeth è un’eccezione. Per la maggior parte delle turiste si tratta di regali, di aiuti, perché “quei ragazzi sono così poveri”.
Jacqueline Sanchez Taylor e Julia O’Connell Davidson, due sociologhe inglesi, che hanno analizzato nello specifico il turismo sessuale femminile in Giamaica, intervistando 240 donne in vacanza, hanno scoperto che almeno un terzo di loro, pur ammettendo di aver avuto una relazione con ragazzi del luogo – con regali e cene offerte generosamente -, ha categoricamente escluso di aver pagato dei “prostituiti”.
D’altro canto loro, i beach boys, chiamano le turiste “bottiglie di latte da riempire” per il colore chiaro della loro pelle. O, quando vogliono essere gentili, le definiscono Sugar Mamas.
Secondo Taylor e Davidson, la ragione per cui le donne riescono a convincersi di non aver pagato è il pregiudizio che gli uomini neri amino fare sesso con chiunque, anche con donne più anziane, e che siano dei grandi amatori. Il pensiero che siano interessate a loro per motivi economici non le sfiora nemmeno. In realtà esistono dei veri e propri tariffari. Un’ora di sesso in Giamaica costa tra i 20 e i 30 dollari, una notte intera 150, compreso il sesso orale. Nemmeno tanto a buon mercato. Con il rischio di trovare pure quello violento che ti allunga due schiaffi, come hanno denunciato molte turiste. E con il rischio di rimanere ferite nell’animo, per quelle che pensavano di trovare il grande amore.
A parlare del turismo sessuale come fenomeno è anche Paradise Love, film presentato quest’anno a Cannes. Un’analisi così spietata non la si era vista nemmeno in Verso Sud, di Laurent Cantet con Charlotte Rampling. Ma nel lavoro dell’austriaco Ulrich Seidl la protagonista è una cinquantenne piuttosto appassita, partita per il Kenya alla ricerca di una nuova rivalsa, sul piano sessuale ma anche sentimentale. All’inizio della sua avventura sembra divertirsi, pensa di essere davvero corteggiata. Ma al momento di aprire il portafoglio sembra tutt’altro che felice.

Ha detto qualcuno: se proprio si vuole fare sesso a pagamento bisogna ricordare la regola numero uno: preservativo in borsetta. Regola numero due: cuore in frigorifero.
La dichiarazione mi lascia un po’ perplessa. E non per tanto per moralismi o per pruderie. Non credo che una donna sia tanto diversa da un uomo nel momento in cui paga qualcuno per avere un rapporto. Non credo alla favola che le donne si vogliono innamorare, mentre gli uomini cercano solo sesso. Credo piuttosto che per le donne sia più difficile ammettere con se stesse di voler dominare un’altra persona.
In un interessante articolo comparso su Le Monde Diplomatique, l’antropologo Franck Michel sottolineava come il turismo sessuale abbia trasformato il mondo in un gigantesco luna park per uomini e donne dei paesi sviluppati. “Qui si offrono senzazioni forti e sesso a buon mercato con i poveri del sud del mondo”, spiega ancora Michel. E per quanto riguarda le donne?
“Stanno seguendo le orme maschili, ripercorrendo lo stesso schema di potere, dominazione e sopraffazione di stampo coloniale”.
E’ difficile credergli: quando vedo un uomo che paga per fare sesso provo fastidio, quando vedo una donna che fa lo stesso provo pena. Ma so che sono esattamente le stessa cosa.

 
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Mi è piaciuta molto la risposta di una lettrice che riporto di seguito..

A che serve il moralismo?
05.07 | 15:16 zebra87
Io posso avere tutti gli uomini che desidero, single, fidanzati o sposati, mi baste scorrere la rubrica, e per loro è come vincere al superenalotto, restano sempre incantati. Anzi, semmai ho il problema inverso, suscito troppa “attrazione”, ed essere al centro delle attenzioni, per il semplice fatto di essere me stessa, mi fa sentire a disagio. A volte ne farei volentieri a meno. Per essere bella da mozzare il fiato non mi sento particolarmente fortunata, dato che ogni condizione ha i suoi pro e contro, e non mi sento di condannare chi, per ricevere le mie stesse gratificazioni, ha bisogno di investire uno sforzo in più, anzi lo stimo perché non si arrende all’invidia. A me il problema non si pone, non ne ho bisogno perché la natura è stata molto generosa con me, e non perché mi reputo una persona migliore. Troverei l’argomento scandaloso, se le clienti consumassero senza pagare, ma finché pagano ritengo che sia uno scambio equo. Ad eccezione della schiavitù, la prostituzione è una libera scelta, ci sono sempre delle alternative, però non rendono lo stesso, sarà per quasto che qualcuno predilige questa professione. Inoltre se il partner viene “risarcito” in contanti, perché dovrebbe essere considerato una vittima o la parte debole? A transazione avvenuta sono pari. Senza andare troppo lontano, accade lo stesso qui, a ruoli invertiti, ed è pur sempre una scelta.

 
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gambadilegno

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Non fa una grinza,ragionamento perfetto:ok:
 
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Puah...giornalisti. Sempre pronti a fare moralismo d'accatto per tirare a campare. Ecco, se c'è una categoria che disprezzo e che mi fa un po' schifo, è proprio quella dei pennivendoli (il giornalista serio è un'altra cosa e mi sembra una "razza" ormai in via di estinzione).
 
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"...Io credo che praticamente tutte vanno sapendo a cosa vanno incontro e lo fanno scientemente (e credo anche con diritto, come facciamo noi sesso a pagamento)...."

sono assolutamente d'accordo....
considerazioni elaborate secondo chissà quale contorsionismo mentale...
che vale dire...le donne..finiscono in un meccanismo che poi le costringe a pagare...?
ma stiamo scherzando?
i toy boys esistono e proliferano in varie forme in sincrono con il "mestiere più antico del mondo" che viene attribuito alla donna.... e qui addirittura si insinua che il "meccanismo mentale" sarebbe un altro...
quasi a voler differenziare per chissà quale motivo...-forse per voler "assolvere"-... quando ad usufruire della compagnia a pagamento sia una donna??!
:punish:
 
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Credo che tutto si riduca al fatto che un uomo che tromba a destra e a manca, per gran parte della società, è un figo mentre una donan che fa altrettanto è per tutti una troia.
Data per assodata questa premessa un maschio single che se ne va a Cuba a scopazzare non a grossi problemi a renderlo noto quando torna, mentre una donna magari cerca di renderlo meno noto o di mascherarlo dietro la parvenza di un amore da spiaggia.
 
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alligator

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Ho delle amiche piu o meno sposate che ,generalmente in coppia e senza compagni maschi ,si fanno annualmente
la settimanina in Giamaica ,Santo Domingo e simili ma generalmente non lo sbandierano ai 4 venti cosi' come quando
invece vanno in Peru' (macciu-picciu) , Parigi, Stati uniti.....:biggrin:....chissa perche'.....:biggrin:......
 
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Ho delle amiche piu o meno sposate che ,generalmente in coppia e senza compagni maschi ,si fanno annualmente
la settimanina in Giamaica ,Santo Domingo e simili ma generalmente non lo sbandierano ai 4 venti cosi' come quando
invece vanno in Peru' (macciu-picciu) , Parigi, Stati uniti.....:biggrin:....chissa perche'.....:biggrin:......

Giamaica, Santo Domingo... Alla ricerca dei "cannoni di grosso calibro", eh! :prankster2:
 
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Credo piuttosto che per le donne sia più difficile ammettere con se stesse di voler dominare un’altra persona.
A me sembra invece che le donne abbiano sempre bisogno di sentirsi uniche, di essere state scelte. Se pagano così non è.
Il sesso per gli uomini è una lista, per le donne uno specchio. Perciò per noi pagare non cambia così tanto le cose come per loro. Così almeno credo.
 
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Direi che qualcuno piano piano ammette che anche le donne sono avezze a questo tipo di attività, credo non negli stessi numeri dell' uomo, ma questo è dovuto anche, a mio giudizio, per un fatto culturale. Se non ci fossero limitazioni di tipo storico/culturale/sociale secondo me le donne che si lascerebbero andare a questo tipo di attività sarebbero molte di più.

Chissà quante in fondo lo desiderano e non lo fanno ..

Ovviamente non ci vedo alcun male sempre nel caso di libera scelta fra le parti.
 
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Glenda Cherubino

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Accidenti che cifre spende, certo non le toglie dal suo stipendio part-time, forse con 2/3 mesi di risparmio sul gigolò, si potrebbe permettere una vacanza in posti da favola e spendere meno per il resto, ma è sicuramente in grado di valutare le sue esigenze..


ognuno ha esigenze e aspettative diverse, questo mondo lo mette molto in evidenza e quindi ciò che appaga ogni individuo è sempre molto soggettivo.
 
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Glenda Cherubino

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Puah...giornalisti. Sempre pronti a fare moralismo d'accatto per tirare a campare. Ecco, se c'è una categoria che disprezzo e che mi fa un po' schifo, è proprio quella dei pennivendoli (il giornalista serio è un'altra cosa e mi sembra una "razza" ormai in via di estinzione).


per mia esperienza personale, posso affermare che qualche giornalista serio c'è e che è anche corretto e professionale...e per nulla moralizzatore.
 
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per mia esperienza personale, posso affermare che qualche giornalista serio c'è e che è anche corretto e professionale...e per nulla moralizzatore.

Fa' dei nomi per favore. A me sembrano pochi, davvero molto pochi... Ovviamente mi riferisco alla categoria dei giornalisti noti a livello nazionale.
 
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Glenda Cherubino

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Fa' dei nomi per favore. A me sembrano pochi, davvero molto pochi... Ovviamente mi riferisco alla categoria dei giornalisti noti a livello nazionale.

non credo che per rispetto della privacy si possano fare, io ti sto dicendo che il giornalista che ho incontrato io è stato ed è una persona molto corretta, professionale e vera e quindi lo posso affermare e confermare. se vuoi ti dico che scrive su GQItalia ed è stato presente anche a diversi programmi televisivi.
 
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non credo che per rispetto della privacy si possano fare, io ti sto dicendo che il giornalista che ho incontrato io è stato ed è una persona molto corretta, professionale e vera e quindi lo posso affermare e confermare. se vuoi ti dico che scrive su GQItalia ed è stato presente anche a diversi programmi televisivi.

Capisco... Beh non nego di certo che possa esservi ancora qualche individualità che, in un modo o nell'altro, si eleva al di sopra della marmaglia. Comunque credo che oramai i seri blog e siti di informazione (e controinformazione) presenti in rete abbiano superato, per serietà e attendibilità, qualsiasi testata giornalistica (e altresì redazione televisiva).
 
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Favolosa l'acrobazia mentale per cui gli uomini vanno a mignotte, mentre le donne vanno a cercare l'amore. :rofl:

Semplicemente chi ha i soldi, uomo o donna che sia, può permettersi di essere trattato/a in un certo modo, pagando.
 
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ma avete visto una sfilata di moda a fianco a delle donne sconosciute ?????
delle porche in calore altro che gli uomini nei lap o a mignotte....
 
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