Questo sonetto l'ho in mente dalla terza superiore, mi sembrava strano che un poeta dell'epoca potesse cantare di piaceri terreni. Stupendo nella prima parte: "Sono tre cose quelle che mi piacciono e delle quali non posso fare a meno. Andare a donne, bere e giocare. Queste cose mi fanno stare bene. Purtroppo devo andarci di rado perchè sono senza soldi. E quando arrivo a tal punto allora mi arrabbio perchè per colpa dei soldi non posso sfogarmi".
Nella seconda parte se la prende con suo padre al quale augura la morte. Perchè non gli da i soldi per andare a donne, a bere e a giocare. Qui si avverte chi è veramente il personaggio: un fannullone, arrogante e capriccioso che non si pone nenache il problema di andare a lavorare per togliere i suoi sfizi. Un passaggio molto forte per quell'epoca. Al giorno d'oggi la cosa può essere trasposta contro il proprio datore di lavoro, la società, il sistema politico, dalle quali dipendiamo proprio come un figlio dipende dal padre.
Il sonetto si chiude con un paragone. "E' più difficile cavare soldi dalla tasca di mio padre, anche il giorno di Pasqua, che una poiana catturi una gru".