Non sono duro, sono realista. Posto che sottoscrivo e non ripeto quanto scritto da oblomov, aggiungo che ci soffri perchè con lei hai provato emozioni nuove, mai sentite prima. Ma non l'ami. Mettiti l'anima in pace: vuoi amare una pay che diventerà una ex pay? La cosa funziona così.
1) quando sei cliente, ti raccontano il 99% di cazzate
2) quando diventi il cliente particolare, o anche il fidanzato, passi al 50, massimo 75% di verità
3) mai raggiungerai il 100%, perchè una prostituta per non impazzire ha BISOGNO di raccontare bugie in primis a se stessa, altrimenti farebbe corto circuito. E' l'unico strumento del quale (comprensibilmente) sono culturalmente dotate per sopravvivere alla dissonanza cognitiva (chiama l'incapace amica psicologa e fatti spiegare il concetto).
Se l'ami NON la cambi, la accetti.
Se accettandola vedi che svolge comportamenti autolesionistici, la aiuti a sostituirli con cncompartamenti meno dannosi. Ci vuole tempo. Chi spera nel taglio definitivo da un giorno all'altro, è condannato a cocente delusione: non si può pensare di cheidere ad un tossicodipendente con un utilizzo di stupefacenti pluriennali, di smettere solo perchè gli fa male. Non ce la farebbe, ed è inutile spiegargli che ne morirà.
Ogni essere umano se non racconta almeno una piccola bugia a se stesso in alcune situazioni va in corto circuito, fa parte della sopravvivenza dello stesso essere umano.Ma come arrivi alla dissonanza cognitiva se sei cosciente di ciò che fai, se ti piace ciò che fai, se lo sai gestire, se non e tutta una questione di solo soldi,se conosci te stesso, i tuoi ritmi, se fai una selezione delle persone che incontri ecc ecc , praticamente dai per scontato che se una non racconta bugie a se stessa non riesce a fare questo lavoro. Ma che bugie devo raccontare a me stessa per andare con i sconosciuti? Nessuna .. mi piaceva già da prima, se prima avevo l'incertezza di rimanere insoddisfatta da un' avventura di una notte, ora anche se non ho mille uno orgasmi vengo pagata, e almeno in qualche modo sono soddisfatta. Certamente non si applica questo concetto a chi lo fa solo /unicamente a scopo economico, a chi incontra 4/ 5 persone al giorno o di più, a chi si sforza a controvoglia dell' proprio corpo o della propria psiche, ecc, ecc. Questo lavoro ti deve piacere, non c'e alternativa altrimenti ti rovini, e no, non sopravvivi a questo non importa quante bugie dici a te stessa, quando ne esci fuori se ci esci e rimasto solo un fantasma di quello che eri. Conosco anche il rischio della dipendenza che crea questo lavoro, ma cosa nella vita non crea dipendenza? Se ami te stesso abbastanza non c'e niente che riesce a sopraffarti.Riguardo al discorso delle cazzate raccontate da noi beh .. anche qui avrei da ridire, e faccio solo un'esempio con domanda rivolta a me da tante persone ''Ma perché lo fai?'' , insieme al classico sguardo compassionevole, e sai già la risposta che si aspetta dall'altra parte, e invece sei sincera e dici mi piace ciò che faccio, e li si vede la delusione che non si riesce mai a camuffare totalmente.. eh si la gente in maggioranza fa delle domande a cui già suggerisce la risposta, e poi grandissima meraviglia ma perché racconti le cazzate? Non parliamo delle domandi personali inopportune .. tuo nome vero per esempio, ma tante , tante domande ancora più personali. Non mi sorprenderà il fatto di essere accusata di nuovo di fare polemica, ma come si fa a stare zitte di fronte a conclusioni e idee nate da quel velo di ''misoginismo'' inconscio o conscio che non e mai cambiato nella maggioranza dei casi.