Vabbè, niente di nuovo.
Comunque qui la vera notizia da approfondire, e che fa da sfondo a questa significativa vicenda, è l'ondata moralizzatrice che sta investendo i Paesi ex URSS e Patto di Varsavia.
I quali attualmente stanno attraversando un periodo di crescente benessere economico, in cui capofila assoluta è la Russia.
Ora, parallelamente ai progressi materiali e quasi a voler cancellare un paio di decenni di depressione e sudditanza, il loro orgoglio nazionale e nazionalistico sta risorgendo. Per cui vanno spazzate via tutte le forme di 'degenerazione' che hanno afflitto questi Paesi, in particolare la pornografia e lo sfruttamento, più o meno coatto, di schiere di ragazze attratte dal soldo facile.
Non per niente, in Ucraina queste norme sono in vigore dal 2009.
Ora anche la Russia si sta attrezzando in merito, tant'è che proprio una porn-star russa con la quale mi sono felicemente intrattenuto mi diceva che le grosse produzioni hard stanno tutte migrando verso lidi più accoglienti, come Ungheria e Repubblica Ceca.
Comunque c'è solo da aspettare, credo, e anche là assisteremo presto a una stretta verso il porno.
Scommetterei che in Ungheria l'attuale governo nazionalista di destra non ci metterà molto a mettere al bando le attività pornografiche, sebbene l'indotto intorno al settore a Budapest è notevole.
E anche la Repubblica Ceca è presumibile percorrerà presto o tardi la stessa strada. Vicende come quella di Wiska sono solo avvisaglie.