La Francia forse verso la criminalizzazione del cliente

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Per tornare un po' in topic...ma ste femministe che male vi hanno fatto?
Tanto più che se ne vedono sempre meno in giro (anzi, c'è ne rimasta ancora qualcuna che non abbia meno di 60 anni?).
Che in verità di femministe (e di "femministi") se ne sente un bel po' la mancanza e anche tanto la necessità.
Non fate confusione e confondente quelle/i che sono cristiane/i ortodossi (ortodossi non nel senso di scismatici dell'est europa bensì "integralisti") con le femministe. Costoro non sono affatto femministe. Direi piuttosto il loro esatto contrario.
Le vere femministe (ossia quelle che ormai han non meno di 60 anni) non hanno proprio alcun precetto e preclusione mentale nei confronti delle prostitute e della prostituzione. A patto che sia veramente libera, consapevole e indipendente. Anzi, con queste premesse, la più ardite, la considerano anzi una forma di emancipazione femminile.

Io a sto punto sono giunto ad una conclusione.

La prostituzione "deve" essere libera e regolamentata (in tutti i suoi aspetti. Da quello sanitario, a quello legale, fino a quello economico/amministrativo/ finanziario, alias avere una posizione fiscale chiara e riconosciuta).
Quello che va attaccato e distrutto è lo sfruttamento, il traffico di persone, la sudditanza e subordinazione fisica e psicologica, le condizioni socio-economiche border-line e rasenti alla soglia di povertà/sussistenza.

In altre parole le prostitute devono poter esercitare la propria professione in modo indipendente, libero e oserei dire autonomo (in pratica una prostituta in un loft o al più "microcooperative" fatte da poche esercenti che eventualmente decidono di mettersi insieme, sotto lo stesso tetto, in modo paritario. Pensare a "maxicooperative" potrebbe essere un futuro lontano ma è chiaro che servirebbero una legislazione e controlli molto sofisticati).

Ma il problema non è qui.

Il nodo è che la professione è tutt'altro che una passeggiata da affrontare.
Quindi, visto che sarebbero auspicabili per non dire obbligatorie controlli sanitari periodici, perchè non prevedere anche e sopratutto controlli psicologici e sociali altrettanto periodici?
Per verificare se l'esercente in verità è veramente in grado di svolgere in modo soddisfacente (soddisfacente primariamente per se stessa) la professione che ha scelto: quindi al riparo veramente da eventuali sfruttamenti o pressioni di ogni genere, se è veramente di garantirle un tenore di vita accettabile ma, sopratutto, se psicologicamente, la professione che sta svolgendo, la sta tollerando nel giusto modo per non dire che la sta proprio realizzando sia professionalmente che come persona.

Chiaro che forse una regolamentazione del genere invece che incentivare le esercenti, forse le selezionerà ancor più duramente (e quindi anche i clienti, che invece che vedersi aumentare il mercato lo vedranno ridursi) ma, non è che magari, quelle che poi rimangono sono poi veramente quelle che possono proficuamente svolgere la professione?
(E tutti vissero felici e contenti).

PS Ovvio che ho parlato tutto riferendomi alla terza persone singolare e plurale femminile ma, le stesse considerazioni, sono e devono essere applicabili anche a quel microfenomeno che è la prostituzione maschile. Non che ai/alle trans.

Ah non c'entra il femminismo? E tutta questa stupida mania proibizionistica degli ultimi anni a cosa è dovuta?
 
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Comunque che il fine di questo proibizionismo è tenere sotto ricatto sessuale l'uomo comune si vede anche dal fatto che se volessero essere coerenti dovrebbero proibire anche le unioni tra ragazze giovani e belle e ricconi che hanno 50 anni più di loro perché tecnicamente è prostituzione anche quella. Oppure volete farmi credere che Briatore se fosse stato un operaio con 1000 euro al mese di pensione si sarebbe messo con la gregoraci? Conviene ricordare che quando onassis si sposò con jaqueline Kennedy fece redigere un contratto matrimoniale in cui era indicato il numero minimo dei rapporti che dovevano essere consumati in un mese. Quindi di cosa stiamo parlando? Del resto lo stesso onassis non faceva mistero di ottenere le donne col denaro piuttosto che col suo fascino visto che disse "senza le belle donne tutti i soldi del mondo non servirebbero a niente!".
 
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Comunque che il fine di questo proibizionismo è tenere sotto ricatto sessuale l'uomo
Si,infatti la motivazione ufficiale con cui hanno promulgato questa legge è quello di voler ridurre la tratta di esseri umani a fini sessuali ma in Islanda hanno messo al bando anche la pornografia (con un sistema di controllo del web che neanche in Cina...) che ci azzecca la pornografia col traffiking? Mi sembra evidente che è tutto un pretesto per ridurre il già precario potere contrattuale maschile in ambito relazionale.
Stando alle testimonianze di gente che vive e lavora a Stoccolma questo modello non ha funzionato granché ha solo reso la prostituzione più "nascosta".
 
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smith

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Ah non c'entra il femminismo? E tutta questa stupida mania proibizionistica degli ultimi anni a cosa è dovuta?

Di solito quando c'è proibizionismo è perchè si è un periodo di rinascita conservatrice, retrograda e reazionaria.

E' quando c'è progresso e progressismo che si da corso a politiche appunto antiproibizionistiche.

Visto che, formalmente, fino a prova contraria, le femministe e il femminismo fanno parte di movimenti, culture e ideologie progressiste (e quindi antiproibizionistiche. Ricordo che se non avessimo avuto il femminismo e il 68 col cazzo che avremmo avuto legge sul divorzio e sull'aborto ma anzi avremmo ancora avuto il delitto d'onore. Per non parlare del fatto che dormire magari in un albergo con una donna che non era vostra moglie era considerato praticamente adulterio e reato) direi che, piuttosto che prendersela con loro, per questa ondata di proibizionismo direi invece che bisogna guardare a chi propone in genere politiche conservatrici (che non vi sto a dire, di solito, da che parte del parlamento e anche fuori del parlamento provengono).
 
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Ciao ciccinabuona, opinioni molto interessanti e dulle quali avrei una marea di cose da dire. Purtroppo, la mia onestà intellettuale mi proibisce di intervenire nei topic aperti da persone presenti nella mia lista ignorati, pertanto le mie risposte sono rimandate a... chissà.

Grazie, Petra, peccato non sentire che ne pensi, visto che sei una persona che sa pensare. Se vuoi dirmi in sintesi il tuo parere con un messaggio, mi fai un piacere. Ciao.
 
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Il paradosso di questo modello, è che proclama di voler combattere il traffiking e quindi tutelare le prostitute sfruttate, e poi le sbatte fuori dalla Svezia...dove DI CERTO non faranno una bella fine.
Certo, a meno che non svolgano un corso di recupero, con tanto di permesso di soggiorno speciale, come in Italia, se queste sono schiave. Non è così?
 
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Di solito quando c'è proibizionismo è perchè si è un periodo di rinascita conservatrice, retrograda e reazionaria.

In linea di massima potresti anche aver ragione ma la politica non è come la fisica non ci sono delle leggi valide a prescindere.
In questo periodo,almeno in Europa,movimenti retrogradi e reazionari sono favorevoli alla riapertura delle case chiuse (es. Lega di Salvini) mentre le femministe che,almeno in teoria,si collocano tra i c.d. "progressisti" sono le più accanite sostenitrici della criminalizzazione dei clienti tout court,non solo di quelli che vanno con le vittime di tratta (cosa,quest'ultima che mi sarebbe già più digeribile).
 
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smith

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In linea di massima potresti anche aver ragione ma la politica non è come la fisica non ci sono delle leggi valide a prescindere.
In questo periodo,almeno in Europa,movimenti retrogradi e reazionari sono favorevoli alla riapertura delle case chiuse (es. Lega di Salvini) mentre le femministe che,almeno in teoria,si collocano tra i c.d. "progressisti" sono le più accanite sostenitrici della criminalizzazione dei clienti tout court,non solo di quelli che vanno con le vittime di tratta (cosa,quest'ultima che mi sarebbe già più digeribile).

Esatto...per quello che quando sento uno, che é tutto il contrario di un progressista, proporre politiche che non appartengono al suo DNA, sono sempre il sospettoso e prevenuto nei suoi confronti, chiedendomi quindi quali interessi tutt'altro che specchiati abbia dietro.
Quanto alle sedicenti femministe ripeto quanto ho giá scritto
Primo costoro non hanno niente di femministico, tant'é che perdonami, ma tu le hai veramente sentite dichiararsi tali?
Secondo queste sono appunto nient'altro che cristiane integraliste e forse le hai alla fine sentite dichiararsi tali almeno cristiane o credenti.
Terzo, sempre come detto, le femministe vere non sono poi cosí contarie. Amnesty International docet in tal senso.
D'altronde il motto del femminismo, ridotto molto all'osso, era "la figa é mia e me la gestisco io".
Il fatto di decidere a chi darla via, anche per soldi, é virtualmente la massima espressione di sta cosa.
Una femminista vera da un lato non puó essere contaria.
Forse é da qui che viene la proposta di Salvini: da maschio e conservatore vorrebbe continuare in un qualche modo a controllare come dove e quando una donna possa dar via la propria figa.
 
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Quanto alle sedicenti femministe ripeto quanto ho giá scritto
Primo costoro non hanno niente di femministico, tant'é che perdonami, ma tu le hai veramente sentite dichiararsi tali?

Con alcune di queste ho anche avuto "l'onore" di discuterci e,si,si dichiarano femministe.
Il motto "l'utero è mio e me lo gestisco io" lo seguono eccome,tant'è che nei Paesi in cui la prostituzione è regolata secondo il loro modello ideale sono i clienti a passare i guai se vengono beccati le pay non rischiano nulla.
Sul fatto che possano dichiarasi atee e laiche quanto vogliono ma c'è molto di criptocattolico nella loro visione del mondo (sono grosso modo le stesse che si sentono libere di tenere a lucchetto per mesi/anni interi e si aspettano che il partner se ne stia li a farsi pugnette a oltranza come un coglione) ti do ragione,ma eccome se si dichiarano femministe.
 
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smith

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Con alcune di queste ho anche avuto "l'onore" di discuterci e,si,si dichiarano femministe.
Il motto "l'utero è mio e me lo gestisco io" lo seguono eccome,tant'è che nei Paesi in cui la prostituzione è regolata secondo il loro modello ideale sono i clienti a passare i guai se vengono beccati le pay non rischiano nulla.
Sul fatto che possano dichiarasi atee e laiche quanto vogliono ma c'è molto di criptocattolico nella loro visione del mondo (sono grosso modo le stesse che si sentono libere di tenere a lucchetto per mesi/anni interi e si aspettano che il partner se ne stia li a farsi pugnette a oltranza come un coglione) ti do ragione,ma eccome se si dichiarano femministe.

E di femministe non hanno nulla...
Perchè se lo fossero si batterebbero per le pari opportunità anche in tutti gli altri campi e mestieri.
Temo invece che queste sedicenti femministe cerchino solo l'ennesimo benestante con cui sposarsi e farmi mantenere.
 
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Per tornare un po' in topic...ma ste femministe che male vi hanno fatto?
Tanto più che se ne vedono sempre meno in giro (anzi, c'è ne rimasta ancora qualcuna che non abbia meno di 60 anni?).
Che in verità di femministe (e di "femministi") se ne sente un bel po' la mancanza e anche tanto la necessità.
Non fate confusione e confondente quelle/i che sono cristiane/i ortodossi (ortodossi non nel senso di scismatici dell'est europa bensì "integralisti") con le femministe. Costoro non sono affatto femministe. Direi piuttosto il loro esatto contrario.
Le vere femministe (ossia quelle che ormai han non meno di 60 anni) non hanno proprio alcun precetto e preclusione mentale nei confronti delle prostitute e della prostituzione. A patto che sia veramente libera, consapevole e indipendente. Anzi, con queste premesse, la più ardite, la considerano anzi una forma di emancipazione femminile.

Costa troppa fatica cercare di convincerti che il proibizionismo attuale è voluto dalle femministe. Anche perché mi sembra evidente, se ritieni che di femministe/i non ce ne siano più in giro, che per qualche motivo hai una visione mitica del femminismo e non vedi che con le sue pretese di forzosa uguaglianza di genere (e non pari opportunità che è un'altra cosa) è oggi un'ideologia compenetrata in tutta la cultura occidentale e repressiva. Può darsi che, nella storia recente, sia stata un'ideologia libertaria, ma il fatto è che oggi questo femminismo rispettoso della libertà individuale e dei diritti maschili è di gran lunga minoritario.
Solo due osservazioni che potrebbero farti riflettere:

1. Leggiti il blog di Eretica, una femminista veramente libertaria che scrive anche per il Fatto Quotidiano e che é stato linkato più volte
anche in questo forum. E' da anni ormai che ha preso a cuore il tema della prostituzione e ha pubblicato diversi post sull'argomento.
Non solo c'é nel suo blog il riconoscimento del ruolo che le femministe radicali hanno nel movimento per l'abolizione della prostituzione,
ma addirittura é stato coniato, a livello internazionale, un termine per questo tipo di femministe: swerf, ossia "sex-worker exclusionary radical feminist".

2. Quali sono i paesi all'avanguardia delle repressione?
A parte gli USA, che con l'eccezione del Nevada sono proibizionisti da credo quasi un secolo, abbiamo che la legge é stata inventata in Svezia e copiata in Norvegia, Islanda e Canada. Ti sembrano paesi ultra religiosi e bigotti? Non ti dice niente il fatto che siano paesi all'avanguardia nella trasformazione femminista della società?

smith ha scritto:
Quello che va attaccato e distrutto è lo sfruttamento, il traffico di persone, la sudditanza e subordinazione fisica e psicologica, le condizioni socio-economiche border-line e rasenti alla soglia di povertà/sussistenza.

Su questo siamo tutti d'accordo. A patto di specificare cos'è lo sfruttamento, problemino non da poco.
Se do in affitto un appartamento a una prostituta, la sto sfruttando? Se mi faccio pagare un po' di più del valore medio
di mercato, in considerazione del fatto che l'attività diminuisce il valore della proprietà? Se gestisco un FKK e faccio pagare
ingresso e utilizzo delle stanze sono uno sfruttatore? Perché a me sembrano attività legittime.

smith ha scritto:
In altre parole le prostitute devono poter esercitare la propria professione in modo indipendente, libero e oserei dire autonomo (in pratica una prostituta in un loft o al più "microcooperative" fatte da poche esercenti che eventualmente decidono di mettersi insieme, sotto lo stesso tetto, in modo paritario. Pensare a "maxicooperative" potrebbe essere un futuro lontano ma è chiaro che servirebbero una legislazione e controlli molto sofisticati).

Ma il problema non è qui.

Il nodo è che la professione è tutt'altro che una passeggiata da affrontare.
Quindi, visto che sarebbero auspicabili per non dire obbligatorie controlli sanitari periodici, perché non prevedere anche e sopratutto controlli psicologici e sociali altrettanto periodici?
Per verificare se l'esercente in verità è veramente in grado di svolgere in modo soddisfacente (soddisfacente primariamente per se stessa) la professione che ha scelto: quindi al riparo veramente da eventuali sfruttamenti o pressioni di ogni genere, se è veramente di garantirle un tenore di vita accettabile ma, sopratutto, se psicologicamente, la professione che sta svolgendo, la sta tollerando nel giusto modo per non dire che la sta proprio realizzando sia professionalmente che come persona.

Insomma, un bello Stato onnipresente, che sa tanto di socialista e che regolamenta tutto fin nei minimi particolari, ovviamente rifiuta i bordelli, quindi anche gli FKK a meno che non siano cooperative, che esamina la candidata e decide se "psicologicamente" é pronta per fare la prostituta. Alla faccia del femminismo buono del "la figa é mia e me la gestisco io".
Quello che penso io di questo modello é ininfluente, ma ti posso anticipare con buona certezza che il 98% delle prostitute attive
preferirebbe un modello molto, ma molto più "libero". Potrebbero anche accettare l'idea delle cooperative, anche se non si capisce perché
un punto di incontro non debba essere gestito da altre persone, ma sarebbero fortemente contrarie a controlli, patentini, permessi, e cose
di questo tipo che inevitabilmente porterebbero a schedature.

Si,infatti la motivazione ufficiale con cui hanno promulgato questa legge è quello di voler ridurre la tratta di esseri umani a fini sessuali ma in Islanda hanno messo al bando anche la pornografia (con un sistema di controllo del web che neanche in Cina...) che ci azzecca la pornografia col traffiking? Mi sembra evidente che è tutto un pretesto per ridurre il già precario potere contrattuale maschile in ambito relazionale.

Assolutamente sì.
Anche se non escluderei che tra chi spinge per queste leggi ci siano anche delle fanatiche che lo fanno non per motivi utilitaristici ma perché veramente intenzionate a raggiungere un'estesa uguaglianza di genere e quindi convinte della necessità di "rieducare" la sessualità maschile.

smith ha scritto:
D'altronde il motto del femminismo, ridotto molto all'osso, era "la figa é mia e me la gestisco io".
Il fatto di decidere a chi darla via, anche per soldi, é virtualmente la massima espressione di sta cosa.
Una femminista vera da un lato non puó essere contaria.

Dipende da cosa intendi per "femminista vera". Certo che una femminista può essere contraria alla prostituzione: se é principalmente intenzionata a difendere gli interessi del "genere femminile" fregandosene completamente dei diritti dei cittadini di sesso maschile. Per il semplice fatto che il darla via secondo una libera scelta individuale, a soli 50 euro per mezzora, riduce di molto il potere sessuale contrattuale di tutte le altre donne. Se invece lo si impedisce, si aumenta la ricattabilità del maschio. Come ha giustamente notato Deadpool. Probabilmente é questa la ragione per cui femministe a parte, non mi aspetto che le donne in genere siano particolarmente favorevoli alla prostituzione e a una sua regolamentazione. In effetti, in tutti sondaggi che mi é capitato di leggere, la percentuale di proibizionisti é più alta tra le donne che tra gli uomini.
 
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smith

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Costa troppa fatica cercare di convincerti che il proibizionismo attuale è voluto dalle femministe. Anche perché mi sembra evidente, se ritieni che di femministe/i non ce ne siano più in giro, che per qualche motivo hai una visione mitica del femminismo e non vedi che con le sue pretese di forzosa uguaglianza di genere (e non pari opportunità che è un'altra cosa) è oggi un'ideologia compenetrata in tutta la cultura occidentale e repressiva. Può darsi che, nella storia recente, sia stata un'ideologia libertaria, ma il fatto è che oggi questo femminismo rispettoso della libertà individuale e dei diritti maschili è di gran lunga minoritario.
Solo due osservazioni che potrebbero farti riflettere:

1. Leggiti il blog di Eretica, una femminista veramente libertaria che scrive anche per il Fatto Quotidiano e che é stato linkato più volte
anche in questo forum. E' da anni ormai che ha preso a cuore il tema della prostituzione e ha pubblicato diversi post sull'argomento.
Non solo c'é nel suo blog il riconoscimento del ruolo che le femministe radicali hanno nel movimento per l'abolizione della prostituzione,
ma addirittura é stato coniato, a livello internazionale, un termine per questo tipo di femministe: swerf, ossia "sex-worker exclusionary radical feminist".

2. Quali sono i paesi all'avanguardia delle repressione?
A parte gli USA, che con l'eccezione del Nevada sono proibizionisti da credo quasi un secolo, abbiamo che la legge é stata inventata in Svezia e copiata in Norvegia, Islanda e Canada. Ti sembrano paesi ultra religiosi e bigotti? Non ti dice niente il fatto che siano paesi all'avanguardia nella trasformazione femminista della società?



Su questo siamo tutti d'accordo. A patto di specificare cos'è lo sfruttamento, problemino non da poco.
Se do in affitto un appartamento a una prostituta, la sto sfruttando? Se mi faccio pagare un po' di più del valore medio
di mercato, in considerazione del fatto che l'attività diminuisce il valore della proprietà? Se gestisco un FKK e faccio pagare
ingresso e utilizzo delle stanze sono uno sfruttatore? Perché a me sembrano attività legittime.



Insomma, un bello Stato onnipresente, che sa tanto di socialista e che regolamenta tutto fin nei minimi particolari, ovviamente rifiuta i bordelli, quindi anche gli FKK a meno che non siano cooperative, che esamina la candidata e decide se "psicologicamente" é pronta per fare la prostituta. Alla faccia del femminismo buono del "la figa é mia e me la gestisco io".
Quello che penso io di questo modello é ininfluente, ma ti posso anticipare con buona certezza che il 98% delle prostitute attive
preferirebbe un modello molto, ma molto più "libero". Potrebbero anche accettare l'idea delle cooperative, anche se non si capisce perché
un punto di incontro non debba essere gestito da altre persone, ma sarebbero fortemente contrarie a controlli, patentini, permessi, e cose
di questo tipo che inevitabilmente porterebbero a schedature.



Assolutamente sì.
Anche se non escluderei che tra chi spinge per queste leggi ci siano anche delle fanatiche che lo fanno non per motivi utilitaristici ma perché veramente intenzionate a raggiungere un'estesa uguaglianza di genere e quindi convinte della necessità di "rieducare" la sessualità maschile.



Dipende da cosa intendi per "femminista vera". Certo che una femminista può essere contraria alla prostituzione: se é principalmente intenzionata a difendere gli interessi del "genere femminile" fregandosene completamente dei diritti dei cittadini di sesso maschile. Per il semplice fatto che il darla via secondo una libera scelta individuale, a soli 50 euro per mezzora, riduce di molto il potere sessuale contrattuale di tutte le altre donne. Se invece lo si impedisce, si aumenta la ricattabilità del maschio. Come ha giustamente notato Deadpool. Probabilmente é questa la ragione per cui femministe a parte, non mi aspetto che le donne in genere siano particolarmente favorevoli alla prostituzione e a una sua regolamentazione. In effetti, in tutti sondaggi che mi é capitato di leggere, la percentuale di proibizionisti é più alta tra le donne che tra gli uomini.

Io ho una visione mitica del femminismo.
Ma tu ne hai una piuttosto ideologica sia del femminismo che della società in genere.
E, posto che esiste la libertà di pensiero è sacrosanta, si capisce anche che a che "ideologia" ti ispiri e simpatizzi.
Che è poi quella che da ormai 40 anni a questa parte non fa altro che ripeterci "meno stato e più mercato".
Visto che ormai da qualche anno stiamo giungendo tutti alla conclusione che tra un po' (ma forse non tra un po', già ora) ci toccherà arrivare al reddito di cittadinanza da dare agli italiani perchè sto "meno stato più mercato" ci ha ridotto sul lastrico, mi pare che l'efficacia di questa "ideologia" (che poi sarebbe da scrivere senza le virgolette perchè di fatto è ideologia a tutti gli effetti) sia sotto gli occhi di tutti...

Per rispondere alla tua "critica" sulle cosiddette socialdemocrazie scandinave e nordiche (e sulla loro presunte deriva o riflusso conservatore e retrogrado) basterebbe rispondere che i paesi dove invece esiste la tanto decantata tolleranza e apertura in tema di prostituzione altro (vedi Germania e Olanda in primis, per non parlare di qualche paese dell'est europa) sono stranamente i più ferrei, nella UE, a imporre politiche cosiddette ordoliberiste (che non son poi altro che la versione europea del appunto anglosassone Reaganiano e Tatcheriano "meno stato e più mercato" o anche, secondo me questo ti piace di più "lo stato è il problema, non la soluzione").
Ora, se io devo vedere un nesso di causalità (causalità e non casualità) tra socialdemocrazie scandinave e proibizione, secondo il tuo discorso, direi che dovrei vederne un altro tra democrazie ordoliberiste europee (e relativi disastri economico-politici in vari paesi UE) e liberalizzazione.
 
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@smith: a parte che definire la Germania il baluardo del "meno stato più mercato" mi fa abbastanza ridere poi,come ti ha già spiegato Uderground2,non è una questione economica, tant'è che tra i paesi proibizionisti non ci sono solo quelli scandinavi ma anche gli USA,ovvero la patria del "meno stato più mercato". Quello che ha spinto molti paesi a dipingere i clienti delle pay come dei mostri e di conseguenza a renderli punibili di multe se non peggio,estendendo in Islanda questa repressione anche a chi frequenta strip club e a chi usufruisce di materiale pornografico,per rendere l'uomo totalmente dipendente dalle esigenze della donna,trasformando gli uomini di quei paesi in un popolo di "servi della gleba" come cantava Elio.
Questo è il loro obbiettivo,che ciò vada in porto è un altro paio di maniche (in Svezia e in Norvegia è stata colpita quasi unicamente la prostituzione stradale e i maschi di quei paesi sono tra i primi al mondo per turismo sessuale,i primi in assoluto in rapporto alla popolazione).
 
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Reggio nell'Emilia
per rendere l'uomo totalmente dipendente dalle esigenze della donna

Non credo che sia questo lo scopo di una legislazione. Credo che lo scopo sia semplicemente di uniformare tutti a ciò che è giusto.
Il problema è capire che cosa è giusto.
Le leggi integrano e implementano il patto sociale; capire che cosa è giusto non può prescindere dal capire se funziona.
Se uno stato fa una legge e il giorno dopo c'è una rivoluzione significa di sicuro che era una legge sbagliata, ma anche se non riesce a farla rispettare.
Se si cerca di combattere un fenomeno e si arriva alla conclusione che ci sarà sempre e si può soltanto cercare di arginarlo con le minacce, è immediata la conclusione che il fenomeno costituisce un'esigenza imprescindibile delle persone e combatterlo è un errore.
La società organizzata e le sue regole servono per garantire la pacifica convivenza e non devono arrivare a snaturare le persone, a chiedere loro un sacrificio tale che esse si sentano non più parte della società ma sue vittime. Purtroppo questo accade invece quotidianamente perché la società attuale è molto complessa; le legislazioni proibitive sulla prostituzione sono soltanto uno degli esempi.
 
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OscarDabagno

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"L'unico reato che si commette nella prostituzione è l'eventuale sfruttamento.
Provare a proibire la prostituzione oltre che tecnicamente impossibile è eticamente discutibile".
Chi l'ha detto? Un punter? No, un prete!
Don Gallo della curia di Genova.
A mio avviso un grande al di là delle mia visione del mondo molto distante dalla sua (ma non in questo caso).
Meditate gente meditate...
 
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