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Tacci loro!!!!!!


Il problema è che questi stanno diventando i padroni del mondo. E non so più quale colonialismo culturale sia peggio tra quello americano e il loro. Entrambi tendenzialmente moraleggianti al massimo grado.
 
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Che stronzi tutti quelli che hanno fatto polemica fino a costringere la casa di riposo a scusarsi: per contrappasso spero che non vedano mai più una fica in vita loro e che gli cada l'uccello!

Ma come si fa a non essere invece contenti per questi poveri vecchietti? Io spero tanto che, quando sarò su una sedia a rotelle, decrepito e con la bombola d'ossigeno al seguito, qualcuno abbia per me un pensiero gentile di quel genere e mi faccia sentire per un breve attimo ancora vivo!

Tra l'altro leggo che si tratta di una casa di riposo per ex-soldati: quando si facevano un culo così per il bene comune, magari rischiando di farsi ammazzare, evidentemente andavano bene a tutti; adesso che qualcuno vuole offrirgli un piccolo pensiero in cambio, si alzano in piedi legioni di moralisti ipocriti.
 
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Terribile notizia, Chiudono confini Finlandia-Russia.
Come fanno ora a venire in Europa da Leningrado e Stalingrado coi voli a 12000 €uri?

 
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alligator

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Aridaje in francia le femministe e parlamentari schienati.... :fool:

Avevo già letto questo argomento. Difatti in tal caso, si favorisce solo la Mafia, esattamente come tutti i modelli proibizionistici, compreso quello barbarico che punisce la sola domanda di sesso a pagamento.
 
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Aridaje in francia le femministe e parlamentari schienati.... :fool:

Mi sembrano le solite buffonate di gente probabilmente complessata e repressa.
Le femministe talvolta hanno fatto più danni alle donne che tanti rigidi maschilisti conservatori.
Il porno è sempre esistito, basta visitare Pompei, ne sono pieni gli affreschi, e non solo nei lupanari.
Il problema non è il porno, ma la delinquenza e la circonvenzione di incapaci e lo sfruttamento delle persone fragili e indifese.
Ci sono le leggi, si facciano rispettare.
Il proibizionismo non fa che penalizzare le persone oneste e favorire i delinquenti.
Siamo da capo con i soliti preconcetti, carichi di perbenismo e falsa morale, che chi produce o interpreta film porno non sono brave persone, come non lo sono le prostitute e i loro clienti.
Allora bisognerebbe proibire anche l'alcool e il fumo, perché c'è gente che ne abusa e gente che ci guadagna.
Siccome ci sono degli stupratori allora proibiamo anche il sesso, se non opportunamente limitato e regolamentato, come stanno cercando di fare nei paesi nordici.
Nessuno pensa che il mercato pornografico come quello della prostituzione costituiscono per molta gente l'unica possibilità di avere un lavoro e di sopravvivere dignitosamente.
 
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Un articolino non dei peggiori. Almeno qui è stata risparmiata al lettore la retorica della dinamica cliente-orco / ragazza-vittima. Il discorsetto sull'equivalenza 'protettore sta a puttana come agente sta ad escort', mi fa pensare immediatamente all'operosa squadretta dei Morra boys :-(


"Vita da escort con WhatsApp: «Tanti ventenni ai quali il sesso fa un po’ paura»
di Andrea Galli

«La mia è una scelta, un anno o due e poi stop. I clienti che si innamorano? Ci sono, ma io non ci credo mai»

«Nei primi mesi della pandemia uno era salito col cane, l’altro con due casse d’acqua. Uscivano con un pretesto e si presentavano da me. Bisognava farlo con la mascherina, c’era da ridere su come mettersi per non stare attaccati... Sì, da ridere: già si piangeva troppo. Io vivo con il sorriso e la pazienza. Tanta pazienza». Milano, Porta Romana, vecchio elegante palazzo, due rampe di scale. La porta blindata dà su un monolocale. Aria condizionata, candele, moka sul fornello, crocifisso, bagno con vasca, camera da letto con matrimoniale, musica caraibica dall’altoparlante collegato all’iPhone, televisore sintonizzato su Canale 5; giù le tapparelle: «Di fronte non abita nessuno, ma una ragazza mi ha raccontato che dal cortile un tizio aveva alzato un drone per scattare delle foto».

Ventinove anni. Escort. «Appena maggiorenne ero partita per l’Italia seguendo quanto fatto da amiche più grandi. All’inizio avevo lavorato come commessa nei negozi di vestiti di via Torino, passando dall’uno all’altro senza che cambiasse lo stipendio, ma almeno avevo potuto mettermi in regola con i documenti. Avevo lasciato perdere i negozi tentando la carta della baby-sitter. Non avevo esperienza diretta: niente fratelli né figli o nipotini. Ma nelle campagne dove sono nata e cresciuta, noi piccoli stavamo tutto il giorno insieme e uno badava all’altra in una specie di grande famiglia. I genitori di solito non c’erano: chi fra questi raggiungeva ogni mattina le città cercando un mezzo mestiere, chi se n’era andato negli Stati Uniti, chi era in prigione per omicidio... Impari presto a stare al mondo con tutte le conseguenze del caso. Sono ancora una baby-sitter, aiuta a svagarmi, ma c’è poco lavoro: da quando sono terminate le vacanze d’agosto sono finiti anche i soldi. La gente si è indebitata pur di andare al mare. E allora se il denaro non c’è, si rinuncia alla baby-sitter, e allo stesso tempo si rinuncia al resto dopo aver provato a supplicare uno sconto... Mi chiedono sconti su sconti, non lasciano più mance. Parto da 80 euro per mezz’ora, rapporto non completo. Se uno vuole di più, ci mettiamo d’accordo, tipo iniziare senza preservativo. Nell’ultimo anno aumentano le richieste su WhatsApp attraverso messaggi scritti oppure vocali, di farlo a tre. Le coppie più me. Gente di cinquant’anni, sposata. Ma io con le donne no, grazie, a meno che non offrano tanti soldi». Altro tema: molte di voi specificano nei profili di accogliere anche i disabili. «Evito, non me la sento proprio».

Agenti, non protettori. La comunicazione affidata in via esclusiva a WhatsApp è una tendenza che ci viene raccontata da altre escort. Questione di rapidità evitando di interagire col prossimo. «Prima della pandemia, gli uomini si fermavano a parlare. Adesso basta, anche i vecchietti stanno zitti». Di che età? «Oh, basta che una persona sia perbene. A vederli, direi anche ottant’anni... Si impegnano, però le mie sono per lo più carezze, con calma, casomai si sentano male. Si fanno la camminata al parco, poi mi telefonano. Finito, vanno dal barbiere». Come fa a giudicare se una persona è perbene? Quali sono le misure di sicurezza di fronte a un estraneo che potrebbe essere una potenziale minaccia? «Da noi, intendo a un certo livello, i protettori non esistono. Semmai ci aiutiamo, le cubane con le cubane, noi brasiliane con le brasiliane, le portoricane con le portoricane». Premesso che molte escort si appoggiano ad agenti, i quali curano le relazioni con i fotografi, aiutano nella burocrazia e nell’organizzazione di «eventi», pare impensabile l’assenza di amici o conoscenti pronti a entrare in azione se necessario per gestire eventuali agguati; sono figure non stanziali nei dintorni ma attivabili a chiamata. Le escort, in prevalenza, risiedono ai primi e secondi piani; e per non infastidire i vicini, laddove vi siano ascensori invitano a non utilizzarli preferendo le scale. «Spengo il cellulare al massimo alle 9 di sera. Lo faccio per proteggermi: non voglio uomini reduci da notti di droga». Sono le trans ad essere disponibili fino all’alba, a gestire squilibrati in botta di cocaina. Ma è un’altra storia."
 
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Il rapporto sul mondo della pornografia presentato dal Senato francese appare serio e ben fatto e con finalità ammirevoli e condivisibili.
Come sempre però saranno i possibili provvedimenti legislativi a fare la differenza.

Esprimo di seguito il mio pensiero in merito.
Vietare la pornografia è geniale, e poi chi decide cosa è pornografia e cosa è arte o la normalità?
Un corpo nudo è pornografia? Un atteggiamento ammiccante è pornografia? Oppure solo gli atti sessuali veri e propri?
Vogliamo far tornare i nostri figli a masturbarsi sul catalogo Postal Market?
Bisognerebbe poi allora controllare e chiudere metà dei siti internet.
Non è che forse la pornografia, come la prostituzione, e come la sessualità in genere costituiscano una parte fondamentale della nostra esistenza?
E non vadano contrastati e repressi, ma casomai compresi e regolamentati, solo per evitare sfruttamenti e abusi?
C'è sempre questa idea bacata di fondo che l'atto sessuale sia una caduta, una cosa sporca, un peccato, qualcosa da nascondere, da blindare entro le mura domestiche, forse frutto anche della distorsione degli insegnamenti di certe religioni.
Prima di conoscerla pensavo che la prostituzione fosse una cosa tremendamente sporca, e che le prostitute fossero persone pericolose, non affidabili e piene di malattie, persone da cui stare alla larga.
Sulla strada ho conosciuto invece persone splendide e pulitissime, attentissime ai problemi sanitari, "ragazze" da favola, da sogno, che non avevo mai incontrato in tutta la mia vita "normale", anche persone miti e di animo gentile, giovanissime ma molto sveglie, intelligenti, risolute e determinate a migliorare le proprie condizioni di vita e quelle delle proprie famiglie, persone che sacrificano loro stesse per garantire ad altri una possibilità di sopravvivenza dignitosa.
E' vero c'è anche molto sfruttamento e interessi malavitosi, ma allora combattiamoli e debelliamoli, non buttiamo via il bambino insieme all'acqua sporca solo perché non siamo capaci di ripulire o sostituire l'acqua!

Nelle conclusioni della relazione del Senato francese ci si chiede se sia ragionevole «continuare a tollerare l’esistenza di un’industria che genera tali violenze e abusi contro le donne (…), che possono avere conseguenze disastrose sulla costruzione dell’identità sessuale di un pubblico giovane». L’ultima raccomandazione pienamente condivisibile rimane «educare, educare, educare».
 
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"Vita da escort con WhatsApp: «Tanti ventenni ai quali il sesso fa un po’ paura»
di Andrea Galli

«La mia è una scelta, un anno o due e poi stop. I clienti che si innamorano? Ci sono, ma io non ci credo mai»

«Nei primi mesi della pandemia uno era salito col cane, l’altro con due casse d’acqua. Uscivano con un pretesto e si presentavano da me. Bisognava farlo con la mascherina, c’era da ridere su come mettersi per non stare attaccati... Sì, da ridere: già si piangeva troppo. Io vivo con il sorriso e la pazienza. Tanta pazienza». Milano, Porta Romana, vecchio elegante palazzo, due rampe di scale. La porta blindata dà su un monolocale. Aria condizionata, candele, moka sul fornello, crocifisso, bagno con vasca, camera da letto con matrimoniale, musica caraibica dall’altoparlante collegato all’iPhone, televisore sintonizzato su Canale 5; giù le tapparelle: «Di fronte non abita nessuno, ma una ragazza mi ha raccontato che dal cortile un tizio aveva alzato un drone per scattare delle foto».

Ventinove anni. Escort. «Appena maggiorenne ero partita per l’Italia seguendo quanto fatto da amiche più grandi. All’inizio avevo lavorato come commessa nei negozi di vestiti di via Torino, passando dall’uno all’altro senza che cambiasse lo stipendio, ma almeno avevo potuto mettermi in regola con i documenti. Avevo lasciato perdere i negozi tentando la carta della baby-sitter. Non avevo esperienza diretta: niente fratelli né figli o nipotini. Ma nelle campagne dove sono nata e cresciuta, noi piccoli stavamo tutto il giorno insieme e uno badava all’altra in una specie di grande famiglia. I genitori di solito non c’erano: chi fra questi raggiungeva ogni mattina le città cercando un mezzo mestiere, chi se n’era andato negli Stati Uniti, chi era in prigione per omicidio... Impari presto a stare al mondo con tutte le conseguenze del caso. Sono ancora una baby-sitter, aiuta a svagarmi, ma c’è poco lavoro: da quando sono terminate le vacanze d’agosto sono finiti anche i soldi. La gente si è indebitata pur di andare al mare. E allora se il denaro non c’è, si rinuncia alla baby-sitter, e allo stesso tempo si rinuncia al resto dopo aver provato a supplicare uno sconto... Mi chiedono sconti su sconti, non lasciano più mance. Parto da 80 euro per mezz’ora, rapporto non completo. Se uno vuole di più, ci mettiamo d’accordo, tipo iniziare senza preservativo. Nell’ultimo anno aumentano le richieste su WhatsApp attraverso messaggi scritti oppure vocali, di farlo a tre. Le coppie più me. Gente di cinquant’anni, sposata. Ma io con le donne no, grazie, a meno che non offrano tanti soldi». Altro tema: molte di voi specificano nei profili di accogliere anche i disabili. «Evito, non me la sento proprio».

Agenti, non protettori. La comunicazione affidata in via esclusiva a WhatsApp è una tendenza che ci viene raccontata da altre escort. Questione di rapidità evitando di interagire col prossimo. «Prima della pandemia, gli uomini si fermavano a parlare. Adesso basta, anche i vecchietti stanno zitti». Di che età? «Oh, basta che una persona sia perbene. A vederli, direi anche ottant’anni... Si impegnano, però le mie sono per lo più carezze, con calma, casomai si sentano male. Si fanno la camminata al parco, poi mi telefonano. Finito, vanno dal barbiere». Come fa a giudicare se una persona è perbene? Quali sono le misure di sicurezza di fronte a un estraneo che potrebbe essere una potenziale minaccia? «Da noi, intendo a un certo livello, i protettori non esistono. Semmai ci aiutiamo, le cubane con le cubane, noi brasiliane con le brasiliane, le portoricane con le portoricane». Premesso che molte escort si appoggiano ad agenti, i quali curano le relazioni con i fotografi, aiutano nella burocrazia e nell’organizzazione di «eventi», pare impensabile l’assenza di amici o conoscenti pronti a entrare in azione se necessario per gestire eventuali agguati; sono figure non stanziali nei dintorni ma attivabili a chiamata. Le escort, in prevalenza, risiedono ai primi e secondi piani; e per non infastidire i vicini, laddove vi siano ascensori invitano a non utilizzarli preferendo le scale. «Spengo il cellulare al massimo alle 9 di sera. Lo faccio per proteggermi: non voglio uomini reduci da notti di droga». Sono le trans ad essere disponibili fino all’alba, a gestire squilibrati in botta di cocaina. Ma è un’altra storia."
Articolo che descrive senza infamia e senza lode la vita di una escort qualunque.
Il suo pregio è proprio quello di evitare i luoghi comuni e i pregiudizi.
Ritrovo nelle parole di questa "ragazza" il pensiero e la vita di molte "ragazze" che conosco bene e che conducono la stessa vita da "indipendenti", però come OTR, dove i guadagni sono nettamente inferiori e i sacrifici nettamente superiori.
La mentalità di fondo comunque è la stessa, la provenienza dalla miseria, gli aiuti alle famiglie, una parentesi circoscritta della propria esistenza e poi ritorno a casa alla vita "normale", dimenticando completamente questo paragrafo di cui non vogliono nemmeno sentire pronunciare il nome.
Non hanno protettori, ma persone a cui appoggiarsi per le pratiche, per i permessi, per le questioni legali, per aiuti momentanei, per sapere come porsi sul mercato e dove collocarsi, per trovare un appartamento dove vivere, ecc., ecc. Queste persone spesso sono amiche o parenti più grandi.
Non stiamo parlando di prostitute schiavizzate dal racket, ma di persone che si autogestiscono da sole, pur dovendo necessariamente pagare alcuni "pizzi" per professare con tranquillità e sapere come muoversi senza pestare i piedi ad alcuno.
Quella delle rapine è poi una fobia delle "ragazze" soprattutto di strada, dove il pericolo è nettamente maggiore.
Tutte le mie conoscenti hanno subito rapine, alcune anche con percosse e ferite da coltello, da parte più che altro di disperati in cerca di soldi per la droga o per sopravvivere.
Per questo evitano gli stranieri e i tipi sospetti, anche se i rapinatori sono per la maggior parte italiani.
 
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Mi sembrano le solite buffonate di gente probabilmente complessata e repressa.
Le femministe talvolta hanno fatto più danni alle donne che tanti rigidi maschilisti conservatori.
Sono completamente d'accordo con te su tutta la linea.

L'unica differenza tra i nostri punti di vista, forse, è che, dato l'attuale clima culturale e la recente declinazione del femminismo come vero e proprio odio per l'uomo in sé e per sé, per le sue specifiche caratteristiche e per i suoi bisogni, il pericolo che ci stiamo avviando verso una perniciosa fase di proibizionismo e di moralismo come neanche nell'epoca vittoriana o in quella della santa inquisizione è secondo me tragicamente concreto e per nulla trascurabile o sottovalutabile (per giunta, in quelle epoche, sebbene la base di quel moralismo fossero farneticazioni religiose, per lo meno le conclusioni erano coerenti con quelle basi, benché in partenza assurde; adesso le basi quali sarebbero? Eppure sta succedendo sotto i nostri occhi).

Mi capita frequentemente di interagire con ventenni come quelli descritti dall'articolo sulla prostituta di Porta Romana e devo dire che provo molta compassione per loro. Per quanto l'adolescenza sia difficile per tutti, io per lo meno sono cresciuto in un'epoca in cui si potevano comprare tranquillamente in edicola i giornaletti porno e in cui la prostituzione era accessibile in maniera relativamente facile e senza crociate tanto belligeranti quanto quelle di oggi; e, soprattutto, come onda lunga della liberazione sessuale degli anni '60-'70, il sesso, anche non mercenario, non era necessariamente visto come qualcosa di sporco e di immorale: sono convinto di aver vissuto una fase di relativa libertà di costumi in un'epoca forse irripetibile (gli anni '80-'90).

Temo fortemente che i ragazzi di oggi cresceranno complessati e repressi e che questo porterà necessariamente ad una società più violenta e cattiva, in cui, invece che descrescere, aumenteranno le esplosioni di rabbia, non solo nei confronti delle donne, ma anche più in generale in diversi altri ambiti, e temo che tutta questa rabbia repressa verrà incanalata da chi ha interesse a farlo nelle maniere più svariate (criminalità, terrorismo, guerre). Una società sessualmente repressa diventa fatalmente una polveriera pronta ad esplodere.
 
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Un articolino non dei peggiori. Almeno qui è stata risparmiata al lettore la retorica della dinamica cliente-orco / ragazza-vittima. Il discorsetto sull'equivalenza 'protettore sta a puttana come agente sta ad escort', mi fa pensare immediatamente all'operosa squadretta dei Morra boys :-(


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«Nei primi mesi della pandemia uno era salito col cane, l’altro con due casse d’acqua. Uscivano con un pretesto e si presentavano da me. Bisognava farlo con la mascherina, c’era da ridere su come mettersi per non stare attaccati... Sì, da ridere: già si piangeva troppo. Io vivo con il sorriso e la pazienza. Tanta pazienza». Milano, Porta Romana, vecchio elegante palazzo, due rampe di scale. La porta blindata dà su un monolocale. Aria condizionata, candele, moka sul fornello, crocifisso, bagno con vasca, camera da letto con matrimoniale, musica caraibica dall’altoparlante collegato all’iPhone, televisore sintonizzato su Canale 5; giù le tapparelle: «Di fronte non abita nessuno, ma una ragazza mi ha raccontato che dal cortile un tizio aveva alzato un drone per scattare delle foto».

Ventinove anni. Escort. «Appena maggiorenne ero partita per l’Italia seguendo quanto fatto da amiche più grandi. All’inizio avevo lavorato come commessa nei negozi di vestiti di via Torino, passando dall’uno all’altro senza che cambiasse lo stipendio, ma almeno avevo potuto mettermi in regola con i documenti. Avevo lasciato perdere i negozi tentando la carta della baby-sitter. Non avevo esperienza diretta: niente fratelli né figli o nipotini. Ma nelle campagne dove sono nata e cresciuta, noi piccoli stavamo tutto il giorno insieme e uno badava all’altra in una specie di grande famiglia. I genitori di solito non c’erano: chi fra questi raggiungeva ogni mattina le città cercando un mezzo mestiere, chi se n’era andato negli Stati Uniti, chi era in prigione per omicidio... Impari presto a stare al mondo con tutte le conseguenze del caso. Sono ancora una baby-sitter, aiuta a svagarmi, ma c’è poco lavoro: da quando sono terminate le vacanze d’agosto sono finiti anche i soldi. La gente si è indebitata pur di andare al mare. E allora se il denaro non c’è, si rinuncia alla baby-sitter, e allo stesso tempo si rinuncia al resto dopo aver provato a supplicare uno sconto... Mi chiedono sconti su sconti, non lasciano più mance. Parto da 80 euro per mezz’ora, rapporto non completo. Se uno vuole di più, ci mettiamo d’accordo, tipo iniziare senza preservativo. Nell’ultimo anno aumentano le richieste su WhatsApp attraverso messaggi scritti oppure vocali, di farlo a tre. Le coppie più me. Gente di cinquant’anni, sposata. Ma io con le donne no, grazie, a meno che non offrano tanti soldi». Altro tema: molte di voi specificano nei profili di accogliere anche i disabili. «Evito, non me la sento proprio».

Agenti, non protettori. La comunicazione affidata in via esclusiva a WhatsApp è una tendenza che ci viene raccontata da altre escort. Questione di rapidità evitando di interagire col prossimo. «Prima della pandemia, gli uomini si fermavano a parlare. Adesso basta, anche i vecchietti stanno zitti». Di che età? «Oh, basta che una persona sia perbene. A vederli, direi anche ottant’anni... Si impegnano, però le mie sono per lo più carezze, con calma, casomai si sentano male. Si fanno la camminata al parco, poi mi telefonano. Finito, vanno dal barbiere». Come fa a giudicare se una persona è perbene? Quali sono le misure di sicurezza di fronte a un estraneo che potrebbe essere una potenziale minaccia? «Da noi, intendo a un certo livello, i protettori non esistono. Semmai ci aiutiamo, le cubane con le cubane, noi brasiliane con le brasiliane, le portoricane con le portoricane». Premesso che molte escort si appoggiano ad agenti, i quali curano le relazioni con i fotografi, aiutano nella burocrazia e nell’organizzazione di «eventi», pare impensabile l’assenza di amici o conoscenti pronti a entrare in azione se necessario per gestire eventuali agguati; sono figure non stanziali nei dintorni ma attivabili a chiamata. Le escort, in prevalenza, risiedono ai primi e secondi piani; e per non infastidire i vicini, laddove vi siano ascensori invitano a non utilizzarli preferendo le scale. «Spengo il cellulare al massimo alle 9 di sera. Lo faccio per proteggermi: non voglio uomini reduci da notti di droga». Sono le trans ad essere disponibili fino all’alba, a gestire squilibrati in botta di cocaina. Ma è un’altra storia."
Vabbè se tutto molto bello...molto retorico...
Sta storia che solo le trans lavorano di notte nn è vera...
Conosco escort che se a metà settimana hanno avuto problemi con gli incontri nei loro orari,si danno disponibili fino a tarda notte... ovviamente il rischio di ubriachi e drogati aumenta semplicemente si danno manforte tra loro o avvisano qualche amico di stare nei paraggi...per ogni evenienza...
Una ragazza escort qui ad Imola è stata picchiata da un cliente a primo pomeriggio...solo perché aveva chiesto i soldi prima di iniziare e il tipo pensava di poterla fregare scopando gratis...
Quindi purtroppo le cose brutte accadono ad ogni ora ..
Però dal tono dell articolo mi pare che la tipa abbia fin troppo pregiudizi...
Non c'è la questione etnica a dire chi ha prevalenza di
Orario tardo
Fregature
Fake
Sigle a gogò
Niente sigle
Incontri stupendi etc etc

Ogni escort è a sé...
Che siano italiane russe cinese lettoni o rumene trans donne biologiche o ermafroditi ....
Ognuna di noi a seconda del carattere ,della propria esperienza sul campo,delle proprie capacità organizzative si organizza come meglio può e come più gli conviene.
 
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Dove mi portano salute, sghei ed entusiasmo
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