Fiscus non erubescit

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positcor

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demendacio ha scritto:
Secondo la mia visione del mondo un atto volontario che porta all' arricchimento deve essere tassato. Una donna deve essere libera di prostituirsi e percepire un reddito, ma deve dare un tributo alla società. Appartamenti, auto, abiti, gioelli etc.etc. sono indice di benessere non certo di sfruttamento.
Piccola lettura http://www.uglagenziefiscali.it/ote/2007/reddpros.pdf. Legalizzare la prostituzione e rendere legale la lucrosità del fenomeno libero e volontario.

Comunque complimenti per l'interessante e inesauribile argomento.
Mi sembra di sentire una mia 'vecchia' conoscenza dalle parti di via Zannoni che ultimamente ha avuto qualche intoppo sul tema...
:whistle3: :good:
 
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Io non sono d'accordo sull'affermazione che "sia stato un buon inizio vietare l'OTR"

Primo perchè ciò non facilita necessariamente una successiva evoluzione legislativa verso la legalizzazione della prostituzione, anzi.
Una volta fatto sparire il fenomeno dalle strade mediante la repressione, e quindi nascosto, chi mai sentirebbe più la necessità di intervenire?

Secondo per una questione puramente liberale.
Una ragazza ha il DIRITTO di stare per strada, come e quanto vuole. Così come ha il DIRITTO di conoscere le persone che vuole e di fare sesso con chi vuole, anche mediante compenso.
La libertà di ciascuno deve essere totale fino a che l'esercizio di questa non lede la libertà altrui.

Per gli atti osceni esiste già un apposito reato e se qualcuno si sente OFFESO dalla presenza di UNA RAGAZZA SU UN MARCIAPIEDE, beh, francamente è un problema suo.

Al LIMITE se con un ragionamento pragmatico si ritiene che NEI FATTI, la prostituzione su strada arreca danno alla quiete delle persone che li vivono allora basta individurare, pragmaticamente, zone isolate dove il problema non sussiste. Con gran risparmio di energie e denaro delle forze dell'ordine.
Se non si fa questo, beh, ma annatevela a pijà nel...
 
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positcor ha scritto:
demendacio ha scritto:
Secondo la mia visione del mondo un atto volontario che porta all' arricchimento deve essere tassato. Una donna deve essere libera di prostituirsi e percepire un reddito, ma deve dare un tributo alla società. Appartamenti, auto, abiti, gioelli etc.etc. sono indice di benessere non certo di sfruttamento.
Piccola lettura http://www.uglagenziefiscali.it/ote/2007/reddpros.pdf. Legalizzare la prostituzione e rendere legale la lucrosità del fenomeno libero e volontario.

Comunque complimenti per l'interessante e inesauribile argomento.
Mi sembra di sentire una mia 'vecchia' conoscenza dalle parti di via Zannoni che ultimamente ha avuto qualche intoppo sul tema...
:whistle3: :good:
Grazie...l'argomento è interessante come tutto ciò che riguarda il senso civico, la collettività.
La tua conoscente è pure mia...lo avrà detto a tutti...come avrà detto tanto altro a tanti altri... :good:
 
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positcor

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demendacio ha scritto:
positcor ha scritto:
demendacio ha scritto:
Secondo la mia visione del mondo un atto volontario che porta all' arricchimento deve essere tassato. Una donna deve essere libera di prostituirsi e percepire un reddito, ma deve dare un tributo alla società. Appartamenti, auto, abiti, gioelli etc.etc. sono indice di benessere non certo di sfruttamento.
Piccola lettura http://www.uglagenziefiscali.it/ote/2007/reddpros.pdf. Legalizzare la prostituzione e rendere legale la lucrosità del fenomeno libero e volontario.

Comunque complimenti per l'interessante e inesauribile argomento.
Mi sembra di sentire una mia 'vecchia' conoscenza dalle parti di via Zannoni che ultimamente ha avuto qualche intoppo sul tema...
:whistle3: :good:
Grazie...l'argomento e' interessante come tutto ciò che riguarda il senso civico, la collettività.
La tua conoscente e' pure mia...lo avrà detto a tutti...come avrà detto tanto altro a tanti altri... :good:

Ehhh già! Vedo con piacere che abbiamo intesa su certi argomenti in comune.... :good: :wink:
 
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demendacio ha scritto:
In Olanda effettivamente le cose stanno cambiando da come si evince leggendo i giornali. Io credo che i riferimenti di civiltà siano ancora Germania, Austria, Svizzera.

Ci aggiungerei la Spagna.
 
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Nottingham

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positcor ha scritto:
Per il resto ti rispondo indirettamente, con un'affermazione e una domanda.
Ovvero: il sesso e' potere, il potere e' sesso.
E: sapevi che a Washington D.C. esiste la più alta percentuale di prostitute, da strada e non, degli Stati Uniti?

No, non lo sapevo. Dove hai reperito questo dato? Sono curioso di sapere se la prostituzione sia più diffusa nedli stati più puritani o in quelli più liberali (la risposta non è ovvia).

Sul sesso & potere... in Italia è sotto gli occhi di tutti, ma in un paese anglosassone non me lo aspettavo. Che dire, tutto il mondo è paese.
 
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positcor ha scritto:
demendacio ha scritto:
Secondo la mia visione del mondo un atto volontario che porta all' arricchimento deve essere tassato. Una donna deve essere libera di prostituirsi e percepire un reddito, ma deve dare un tributo alla società. Appartamenti, auto, abiti, gioelli etc.etc. sono indice di benessere non certo di sfruttamento.
Piccola lettura http://www.uglagenziefiscali.it/ote/2007/reddpros.pdf. Legalizzare la prostituzione e rendere legale la lucrosità del fenomeno libero e volontario.

Comunque complimenti per l'interessante e inesauribile argomento.
Mi sembra di sentire una mia 'vecchia' conoscenza dalle parti di via Zannoni che ultimamente ha avuto qualche intoppo sul tema...
:whistle3: :good:

Come Geometra Libero Professionista ti posso garantire che il 90% dei clienti privati, ovvero coloro che non hanno P.iva e non hanno pratiche per eventuali detrazioni fiscali, preferiscono pagare in nero, avendo uno sconto su quanto dovuto, piuttosto che pagare anche l'iva....
 
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cacciatores ha scritto:
...il 90% dei clienti privati, ovvero coloro che non hanno P.iva e non hanno pratiche per eventuali detrazioni fiscali, preferiscono pagare in nero, avendo uno sconto su quanto dovuto, piuttosto che pagare anche l'iva...
...qui si parla del fatto che individui che si arricchiscono non possano essere sconosciuti allo stato...non so se rendo l'idea...
 
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positcor

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Nottingam ha scritto:
positcor ha scritto:
Per il resto ti rispondo indirettamente, con un'affermazione e una domanda.
Ovvero: il sesso e' potere, il potere e' sesso.
E: sapevi che a Washington D.C. esiste la più alta percentuale di prostitute, da strada e non, degli Stati Uniti?

No, non lo sapevo. Dove hai reperito questo dato? Sono curioso di sapere se la prostituzione sia più diffusa nedli stati più puritani o in quelli più liberali (la risposta non e' ovvia).

Sul sesso & potere... in Italia e' sotto gli occhi di tutti, ma in un paese anglosassone non me lo aspettavo. Che dire, tutto il mondo e' paese.

Da una puntata di "Criminal minds" e da alcune letture cartacee sul tema.
 
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Costituzione Repubblica Italiana

Art. 53.

Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.

Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
 
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demendacio ha scritto:
Costituzione Repubblica Italiana

Art. 53.

Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.

Il sistema tributario e' informato a criteri di progressività.

Citazione dotta, ma la capacità contributiva è sempre riferita ad un reddito tassabile e riconosciuto. E i proventi da meretricio, pur non essendo illegali, sono ancora in una sorta di "limbo". In pratica non esistono, anche se qualche sentenza cercherebbe di affermare il contrario. Ma poche sentenze, in confronto al numero delle "operatrici" non fanno statistica.
 
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I.V.A. Imposta Valore Aggiunto, ovvero lo stato italiano, in italia, ma il discorso vale anche per gli altri paesi dove esiste una tassa simile,ovvero per tutti quelli del mondo occidentale, ma quale è sto valore aggiunto che mi da lo stato sulle mie prestazioni professionali?
Restando al tema delle meretrici, se una zozza mi fa una pompa e mi chiede 50€, lo stato perchè deve applicare un aliquota del 20% e farmi pagare la stessa pompa almeno 60€?(50+20%di Iva)?Se poi consideriamo che la pompa in questione diventa rendito tassabile dobbiamo immaginare che la girl non si possa limitare a 50€ perchè dovrà toglierne una parte per le tasse, facciamo un 30%, pertanto la pompa mi dovrebbe costare di base imponibile = 50€+35%=65€ + IVA ovvero 20% altri 13€ ed andiamo a 78 ovvero 80€.
Con questa volontà di tassare le zozze, una pompa aumenterà del 60% è molti operai non se la potranno permettere, certo potranno stuprare qualche ragazzina a gratis!!!
Detto ciò sollevo un dubbio, ma quando una moglie, una fidanzata, un'amante o una amica ci omaggia di una prestazione sessuale a titolo gratuito, gli dobbiamo chiedere la fattura? oppure troviamo dei vaucher da scambiare alla posta come per i lavoratori occasionali?
 
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cacciatores ha scritto:
Restando al tema delle meretrici...Detto ciò sollevo un dubbio, ma quando una moglie, una fidanzata, un'amante o una amica ci omaggia di una prestazione sessuale a titolo gratuito, gli dobbiamo chiedere la fattura? oppure troviamo dei vaucher da scambiare alla posta come per i lavoratori occasionali?
Può essere che tua moglie, fidanzata, amante, amica abbia 5,6,10 appartamenti intestati...questo non lo so... :biggrin:
 
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comunque le prostitute guadagnano sempre piu di me,il che mi fà incazzare e non poco,anche se contemporaneamente ci vado
 
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I sommi giudici hanno stabilito che il compenso della prostituta e' un rimborso per il danno biologico che il punter le ha procurato. Quindi non e' un reddito. Quando ho tempo cerco la sentenza (cosi' nel frattempo mi faccio 4 risate).

Quindi le ragazze pay non sono delle professioniste ! sono solo delle prostitute e la prostituzione non e' un mestiere !

Inoltre, come precisavo giorni fa' in un mio post di puro fantadiritto, si potrebbe comunque opporre il fatto che se lo stato chiede le tasse sui proventi delle prostitute, diventa un pappone.
 
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lluke ha scritto:
I sommi giudici hanno stabilito che il compenso della prostituta e' un rimborso per il danno biologico che il punter le ha procurato.
Buona questa... ci ho riso sopra per mezzora, devono andare a Zelig questi "sommi togati" :rofl: :rofl: :rofl:
 
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Ovunque dove c'è Pilu.
Non piace affatto citarsi,
ma è necessario far notare che una discussione con lo stesso argomento
Collegamento alla pagina web non disponibile
già era stata aperta da me in passato
Un saluto ROY
 
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1302 ha scritto:
lluke ha scritto:
I sommi giudici hanno stabilito che il compenso della prostituta e' un rimborso per il danno biologico che il punter le ha procurato.
Buona questa... ci ho riso sopra per mezzora, devono andare a Zelig questi "sommi togati" :rofl: :rofl: :rofl:
Quello che tu dici è vero (leggete il documento nel post di apertura del thread). Successive sentenze hanno ribaltato il discorso. Devono contribuire alla conduzione della collettività.
La mia opinione è quella espressa da 1302. E' ridicolo che donne che si divertono a "fottere" (perchè la maggior parte di loro si divertono) oltre a guadagnare e condurre una vita agiata, prendano per i fondelli clienti da spennnare (definiti da alcuni "polli"). Altro che danno biologico. Lo fanno perchè gli viene permesso di farlo, dai clienti, non dallo Stato. Clienti inteso come cittadini che nella maggior parte dei casi pagano le tasse. Ribadisco: un conto è l'evasione/elusione fiscale, un conto è la totale mancanza di conoscenza da parte del fisco.
 
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Credo non sia la prima ne l'ultima sentenza che giustamente vuol far rendere ciò che spetta allo collettività.

Per la frequenza e le modalità del rapporto sentimentale, i beni donati nell'ambito di una relazione clandestina possono denotare lo svolgimento per professione abituale (anche non continuativa) dell'attività di meretricio, da qualificare come attività di lavoro autonomo.
In via pregiudiziale la CTP ha affrontato la questione della causa della disponibilità in capo alla ricorrente degli elementi e circostanze di fatto certi , ivi compresi gli incrementi patrimoniali, individuati dall’Agenzia Entrate.
In altre parole la Commissione ha ritenuto necessario chiarire se la capacità di spesa , indubbiamente dimostrata e non contestata, dalla ricorrente, sia il frutto di entrate finanziarie e/o equivalenti; poiché se fosse dimostrato che queste entrate avevano natura di donativi di modico valore le stesse non sarebbero inquadrabili in alcuna categoria reddituale fiscalmente rilevante.
La ricorrente afferma che le suddette entrate finanziarie troverebbero causa nelle numerose relazioni sentimentali di natura clandestina intrattenute con uomini ,coniugati, da cui avrebbe ottenuto, “animo donandi’ regali consistenti sia in denaro sia in beni.
Per la CTP dalle modalità e dalla frequenza dei suddetti rapporti appare difficile credere, secondo quella che è la comune esperienza , che i partner «coniugatì”della ricorrente fossero motivati nei loro regali da un “animo donandi”, id est “spirito di liberalità” e non, invece, dalla convinzione di dover riconoscere alla ricorrente un corrispettivo per le sue prestazioni sessuali.
A ciò consegue che i rapporti tra la ricorrente e gli uomini con cui manteneva relazioni apparivano regolati cia un preciso accordo commerciale,esplicito o implicito, di tipo sinallagmatico ,un “do ut facias”, per cui le parti , nel corso dei loro rapporti , erano ben consci di dover adempiere ad un preciso obbligo contrattuale.
Queste considerazioni portano a concludere che la Ricorrente svolgesse per professione abituale , ancorché non esclusiva ,un attività di lavoro autonomo consistente nell’intrattenere dietro corrispettivo rapporti sessuali con uomini, cioè svolgesse un’attività di meretricio.
Invero come insegna la dottrina il lavoro autonomo risulta caratterizzato dai seguenti elementi:
1) la prevalenza del lavoro personale del prestatore d’opera;
2) l’assenza del vincolo della subordinazione;
3) la libera pattuizione del compenso;
4) l’assunzione a carico del lavoratore degli oneri relativi all’esecuzione della prestazione e del rischio inerente all’esecuzione medesima;tutti elementi che sono rinvenibili nell’attività svolta dalla Rìcorrente.
Va pertanto affermato che le entrate finanziarie di cui sopra erano originate dalla categoria del reddito di lavoro autonomo.
(Commissione tributaria regionale Reggio Emilia, Sentenza 11/06/2009, n. 131-1-09)
 
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