La Gruber è una delle giornaliste più faziose e spocchiose che conosca.
[citando la Gruber]
Le tre “v” maschili, volgarità, violenza, visibilità, risultato di una virilità impotente e aggressiva, devono essere sostituite da empatia, diplomazia, pazienza. Gli uomini devono essere rieducati.
Quindi noi uomini saremmo volgari, violenti e in cerca di visibilità, senza empatia, diplomazia e pazienza? E dovremmo essere rieducati?
Ma vattene, sessista che non sei altro.
Questa donna è pericolosa.
[citando la Gruber]
Cara Mirela, il dibattito nostalgico su quanto i bordelli garantissero una vita più dignitosa alle prostitute è fuori dalla realtà. Il vero business del sesso si è spostato su internet e i quartieri a luci rosse sono diventati in molte città redditizie attrazioni turistiche. La verità – come dimostrano le statistiche – è che quando il meretricio è legale, come in Germania e Olanda, gli affari vanno a gonfie vele. E non credo sia un bene. Quindi “no” allo sfruttamento della prostituzione sia all’aperto che nelle case chiuse. E “sì” alla condanna del sesso a pagamento, come in Francia e in Svezia, dove vengono puniti i clienti e non le “belle di notte”. Ma lei fa bene a indignarsi di fronte al crescente numero di ragazze e ragazzi che vediamo in vendita nelle nostre strade. Molti di loro sono migranti, vittime di organizzazioni criminali senza scrupoli, che con la promessa di un futuro migliore vengono portati in Italia e poi costretti alla schiavitù sessuale. Mai come in questi ultimi anni il traffico di esseri umani associato allo sfruttamento sessuale è diventato un colossale affare. Questo è il problema che dobbiamo risolvere in Italia e altrove. La prostituzione è diventata un effetto collaterale di un’economia globalizzata, dove se non hai nulla da vendere sei morto. Abbiamo qualcosa di meglio da offrire?
Lasciamo perdere ogni considerazione riguardo ai punti controversi, p.es. il numero di prostitute soggette e coercizione. Un tema che periodicamente riemerge nella discussione sulle stradali, almeno tra gli utenti di Milano, è che rispetto a 20 anni fa il numero di stradali è drasticamente diminuito, saranno il 20% al massimo di quante erano alla fine degli anni '90. Faccio fatica a credere che nel resto d'Italia le cose vadano diversamente.
Possibile che una che si definisce
giornalista ignori questo fatto e, invece di documentarsi prima di parlare, ripeta pappagallescamente il clichè femminista per cui le "cose stanno sempre peggiorando": aumenta il numero di prostitute, diminuisce la loro età, aumenta il numero di femminicidi ... a dispetto di ciò che dicono i numeri?
Ormai le femministe hanno non solo il diritto di stabilire che cosa
è giusto, senza che nessuno le contesti.
Si sono arrogate il diritto di stabilire che cosa
è reale e cosa non lo è.