Ho i fantasmi in casa

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Ferrara
Devi sapere che per noi parole come "lavello" hanno un suono da fricchettoni. Per noi il lavello è il SECIARO.

Rendendosi conto che seciaro è una parola in lingua veneta, rex ha pensato alla traduzione in italiano e seciaro è diventato secchiaio.

Sappi che a Ferrara si chiama "scìar" con la c di ciliegia e non con sci di sciare. Quando in altre regioni dico "secchiaio" mi guardano strani. :)
 
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smith

UOMO
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Se hai pazienza e voglia puoi chiamare invece quelli del CICAP che, in teoria, saranno ben lieti di dimostrare, con tempo e appunto pazienza, che il fenomeno è quasi certamente molto terreno, razionale e forse anche "banale" da spiegare.

Poi ognuno in casa propria e della sua vita fa quello che vuole.
 
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...Perso nella Toscana
Vedi l'allegato 177325

ma ce l'hai questo nella credenza?? Come sempre, un colpo di passera ti salverà!!!

A tal proposito eggetevi sotto l' articolo tra i commenti quello del buon Rinaz, che conosco e che anche se fa finta di essere un baciapile allucinante sono sicuro essere in realta un gran puttaniere (magari anche iscritto a questo forum)
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Con 'sta botta di realismo hai distrutto tutta la poesia del topic :)
[FONT=Georgia, serif]Se fossimo in un'epoca in cui le dame si conquistavano con fogli manoscritti e contrabbandati sarei il tuo Cyrano. La mia prova è la distanza. Il problema è che questa maledetta tecnologia, che pur ci consente di conoscerci, ha annullato le distanze. Allora il gioco non verte più nella schermaglia verbale ma si conduce in un'estenuante maratona di soliloqui e prolissità. Letteratura insomma.[/FONT]


[FONT=Georgia, serif]La vicinanza è data dalla voce, dall'udire il suono di un sospiro. Il telefono ne è il medium migliore, ci sono uomini che pagano un tanto al minuto per farsi catturare dalle sirene di Ulisse. L'udito è il tuo canale primario. Comunque in perfetto equilibrio con quelli visivo e tattile con i quali spartisce il tuo impero dei sensi.[/FONT]


[FONT=Georgia, serif]Se vogliamo giocare secondo le nostre regole dobbiamo fare i conti con la lontananza. Basarci quindi sulla percezione, tollerando la sua frustrante incapacità di appagare i sensi. Per analogia, all'associazione, ormai indissolubile, che ho dato allo scrivere e al tabacco. Questo è un fatto così chiaro nella mia coscienza che potrei discorrerne con quella di Zeno per l'eternità senza venirne a capo. Con la consapevolezza che quello che mi sto fumando potrebbe essere l'ultimo desiderio. Non solo il cervello.[/FONT]


[FONT=Georgia, serif]L'immaginazione eccitata dalla percezione, o dai sensi, non risente dello spazio e del tempo e non so in che modo, in modo naturale, si alimenta dell'incertezza di qualcosa lasciata a metà.[/FONT]
 
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Dunque c'è un complotto.
Prima o poi salteranno fuori collegamenti con la Banda della Magliana ed il caso Moro.
Questo paese non cambierà mai, dannazione.

illustrissimo.... ma come???
proprio Ella, Marie-Joseph Paul Yves Roch Gilbert du Motier marchese di Lafayette, non mi annovera LA MASSONERIA come apice e mandante di siffatti delitti....
 
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L’altra sera, quando non ho più trovato l’immagine della mia madonnetta, ci sono rimasto un po’ male lì per lì.. Me la sono presa col povero Umberto Eco e mi è passata quasi subito. Poi ho capito.
Non si ancheggia davanti a una gabbia di scimmioni infoiati, come PF, con il viso, purchessia. Ci vuole necessariamente un culo. Un culo smaliziato. Così pensavo mentre, aggrappandomi a quattro mani alle sbarre, mi sbracciavo in cerca di un varco.

Ho pensato anche di concentrare i miei più deplorevoli psicologismi in un thread dai contorni sfumati come questo. Prima che TheBigGun, esasperato da continui off topic sparsi per il forum, mi spari a civettare su Bakekaincontri con le mie sciarade.
 
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[FONT=Georgia, serif]Se fossimo in un'epoca in cui le dame si conquistavano con fogli manoscritti e contrabbandati sarei il tuo Cyrano. La mia prova è la distanza. Il problema è che questa maledetta tecnologia, che pur ci consente di conoscerci, ha annullato le distanze. Allora il gioco non verte più nella schermaglia verbale ma si conduce in un'estenuante maratona di soliloqui e prolissità. Letteratura insomma.[/FONT]


[FONT=Georgia, serif]La vicinanza è data dalla voce, dall'udire il suono di un sospiro. Il telefono ne è il medium migliore, ci sono uomini che pagano un tanto al minuto per farsi catturare dalle sirene di Ulisse. L'udito è il tuo canale primario. Comunque in perfetto equilibrio con quelli visivo e tattile con i quali spartisce il tuo impero dei sensi.[/FONT]


[FONT=Georgia, serif]Se vogliamo giocare secondo le nostre regole dobbiamo fare i conti con la lontananza. Basarci quindi sulla percezione, tollerando la sua frustrante incapacità di appagare i sensi. Per analogia, all'associazione, ormai indissolubile, che ho dato allo scrivere e al tabacco. Questo è un fatto così chiaro nella mia coscienza che potrei discorrerne con quella di Zeno per l'eternità senza venirne a capo. Con la consapevolezza che quello che mi sto fumando potrebbe essere l'ultimo desiderio. Non solo il cervello.[/FONT]


[FONT=Georgia, serif]L'immaginazione eccitata dalla percezione, o dai sensi, non risente dello spazio e del tempo e non so in che modo, in modo naturale, si alimenta dell'incertezza di qualcosa lasciata a metà.[/FONT]

Audace!
Allora vuoi giocare giocare sul serio, e gioco sia...
Io credo che i fantasmi esistano realmente, c'è chi li percepisce e chi no...chi ne è spaventato e chi affascinato... Certo bisogna esser predisposti a guardare oltre, molto oltre.
Gli "esperti" di fenomeni paranormali che studiano i luoghi infestati da fantasmi sostengono che bisognerebbe imparare il "linguaggio della paura". Io al contrario credo che il linguaggio della paura andrebbe dimenticato, per incentivare invece il linguaggio del coraggio, della creatività e... della follia!
Solo in questo modo si può penetrare sotto la superficie di qualunque cosa, e toccare realtà ignote altrimenti inesplorabili.
Io credo che tu sia abbastanza disinibito folle e irrealistico da poter varcare confini off limits, a patto che tu sia disposto a perderti...e che i gira e rigira dei labirinti non ti annoino ma ti divertano......
 
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Pure la citazione latina... Essì, sul buon vecchio wiki si può sempre contare, ehh!!!:lol:

Veramente è tratta da questo... ma postarlo sarebbe risultato più pesante di tutte le foto che ho postato sinora... :pleasantry:

f1493eb997f43b7ac508d286277d09f5_orig.jpg
 
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Per ritornare on-topic vorrei essere un fantasma in casa tua per vederti ora genuflessa... altrettanto sinceramente...

Mizzica...e sarebbe questo l'intopic? Che paraculo che sei!!!
Per ritornare in tema, invece, sono sicura che Rex non si preoccuperà più di alcun rumore, ma sarà invece molto curioso di scoprire la natura ignota di qualcosa... E si gusterà il piacere di andare avanti senza sapere dove sta andando.
 
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[FONT=&quot] [/FONT]
[FONT=&quot]La notte di Ognissanti è riuscita a portarmi un po’ di inquietudine con un sogno perduto in un sonno breve e svogliato ma niente di ché. Larve, vampiri, incubi e succubi non hanno trovato accesso alla mia casa.

[/FONT]

[FONT=&quot]Ci sono parole inattuali, i cui significati sono dimenticati dalla memoria collettiva. Inattuali perché non sono in grado di esprimere realtà sottili o definire esperienze spirituali in maniera precisa ed esauriente. Fantasmi, folletti, angeli e diavoli, golem, il demone. Per esempio.

[/FONT]

[FONT=&quot]Fantasmi[/FONT][FONT=&quot]: cadaveri psichici, residui di carattere meccanico, persistenti nel tempo ma destinati ad esaurirsi nel tempo come echi. Folletti (salvàn dalle mie parti): lati oscuri della mente, popolano il fitto del bosco ma, con l’aiuto di una app, gli si può dare la caccia anche in città. Angeli e diavoli: potenze dell’aria, ctonie o extraterrestri, comunque immagini terrifiche del Dio Vivente. Il golem è un amuleto, un feticcio caricato di energia psichica capace soltanto di azioni elementari. Il demone: inutile precisare che col diavolo non c’entra niente, sono entrambe parole di etimo greco ma, siccome in questo momento non ho un Rocci da fotografare, ce ne possiamo risparmiare l’interpretazione filologica. Il demone è un elemento costituente l’individuo ma indipendente e a sé. Persegue i suoi fini fregandosene bellamente delle volontà dell’Io. Irriducibile a ogni tentativo di coercizione, il demone non è né buono né cattivo, solo che ha una voce che tormenta in continuazione. Socrate aveva capito che l’unica era farselo amico e aveva chiamato questa amicizia eudemonismo.[/FONT]
 
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