Saluti a tutti i frequentatori emiliani del forum, non conoscendo la presenza di questa sezione, riposto anche qui un mio post di ieri nella sezione Il buco del Cult.
Intervista del procuraratore capo di Modena Vito Zincani al quotidiano ModenaQui:
Lucciole? La via per uscire dal giro esiste»
Zincani spiega come rompere le catene dello sfruttamento
Lotta allo sfruttamento e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, accesso ai programmi di protezione sociale e sanzioni per i clienti.
Sono gli ingredienti della ricetta che Vito Zincani, procuratore capo di Modena, sta mettendo in campo per combattere la piaga della prostituzione.
Tra mille difficoltà: innanzitutto giuridiche, perché in questo mondo è parecchio labile il confine tra legale e illegale.
E, di riflesso, s’innescano parecchie problematiche investigative: «I controlli non sono facili e arrivare a smantellare le organizzazioni criminali che operano in questo settore è difficile».
Dove sta la difficoltà? Nei mezzi, negli strumenti a disposizione? «No, credo che sia un problema più ampio.
Dietro alla giovane prostituta che si incontra in alcune zone della città, c’è un’organizzazione criminale che ha radici ben estese in tutto il territorio nazionale, non solo a Modena.
Inoltre, bisogna considerare che le basi di queste bande sono spesso all’estero».
Insomma, si riescono a catturare solo i pesci piccoli? «Non solo, le operazioni vengono fatte e le forze dell’ordine svolgono un gran lavoro per arginare questo fenomeno: i numeri indicano che le inchieste aperte sono relativamente poche, ma con un gran numero di indagati».
Quante inchieste sono pendenti ad oggi per sfruttamento o favoreggiamento della prostituzione? «Sono 26 i procedimenti aperti, con un totale di 103 indagati.
Si arriva anche a 50 coinvolti nella stessa inchiesta, a dimostrazione di come dietro lo sfruttamento ci siano vere e proprie organizzazioni ben strutturate.
Particolarmente importante fu l’operazione svolta nel novembre del 2009 dalla squadra Mobile denominata ‘Fetita’, che portò all’esecuzione di ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di 5 soggetti».
La prostituzione viene indicata come il mestiere più antico del mondo: sembra che sia impossibile cancellarla.
E’ davvero così? Quali armi si hanno a disposizione? «Partendo dal presupposto che la prostituzione in sé e per sé non costituisce reato, non sono molte le vie da praticare per arginare il fenomeno della presenza di giovani donne in certe zone di Modena.
Il codice della strada permette di elevare multe per divieto di sosta, l’ordinanza del sindaco punisce chi intralcia la circolazione e danneggia il decoro urbano adescando le prostitute.
Tutte queste armi colpiscono i potenziali clienti con sanzioni amministrative, non penali.
Anche se stiamo lavorando anche a questo».
Ovvero? I clienti saranno perseguibili penalmente? «Stiamo pensando di applicare il concorso nel reato di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione ai clienti: è una strada giuridicamente ardua, ma percorribile.
C’è un comma dell’articolo 609bis del codice penale che punisce ‘chi induce taluno a compiere o subire atti sessuali abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa al momento del fatto’.
Di fatto, queste donne sono tenute in una condizione di forte sottomissione psico-fisica dalle persone che le costringono a vendere il proprio corpo».
Il cliente potrebbe rispondere di aver contrattato la prestazione in accordo con la donna.
«Nessuno ormai può dire di non sapere che queste donne vengono costrette a scendere per strada, soffrire il freddo in abiti succinti e rischiare tutte le sere.
Ne approfitto per lanciare un messaggio: quando le condizioni saranno evidenti, la Procura potrebbe agire penalmente contro chi approfitta di queste ragazze».
Se si pensa alla prostituzione vengono subito in mente alcune zone di Modena, come la Bruciata, la via Emilia, ecc.
E’ d’accordo con chi propone la regolamentazione di quartieri a luci rosse? «Assolutamente no.
Il modello tedesco o olandese qui non può funzionare.
Significherebbe solamente spostare il problema e circoscriverlo in zone che diventerebbero esplosive».
Ai bordi delle strade non si trovano solo donne (perlopiù straniere ma anche italiane): cresce ‘l’offerta’ di trans e uomini.
La prostituzione maschile sembra un mondo parallelo poco conosciuto.
«Qualche anno fa condussi personalmente un’inchiesta sulla prostituzione maschile, dal quale conseguì un vasto processo.
Emerse una realtà sommersa molto dura, pericolosa, fatta di grande violenza.
Per soggiogare una donna spesso bastano torture psicologiche, mentre con un uomo si passa alle mani con facilità».
Ma la prostituzione non è solo nelle strade.
Vendere il proprio corpo in luoghi chiusi è altrettanto lecito? «Tenendo sempre presente che la prostituzione è consentita dal nostro ordinamento, bisogna fare dei distinguo.
Ad esempio in certi appartamenti, in alcuni night club, o in alcuni centri massaggi, le prestazioni vengono camuffate da semplici intrattenimenti.
E’ molto difficile per questo riuscire ad individuare eventuali responsabili di sfruttamento o di favoreggiamento della prostituzione.
I titolari di questi esercizi asseriscono di garantire solo compagnia alla clientela, poi tutto ciò che avviene fuori dal locale non è di loro competenza.
Se la ragazza e l’uomo si accordano per una prestazione sessuale a pagamento, loro non possono farci niente.
E questo è vero, ma fa ben capire quanto sia difficile provare se abbia avuto o meno un ruolo attivo nel favorire la prostituzione».
E dei centri massaggi cinesi cosa ci può dire? «Non sono tutti specchietti per le allodole.
Tutti sanno cosa si dice di questi centri, ma io invito a non generalizzare: il massaggio orientale, ad esempio quello thailandese, ha origini antichissime ed è sinonimo di grande professionalità.
Non nascondo però che dietro ad alcuni di questi esercizi si possano celare organizzazioni malavitose».
Oggi un ruolo di primo piano nelle relazioni interpersonali e con il mondo che ci circonda lo ricopre internet.
Anche la prostituzione si è adattata e sfrutta appieno le grandi potenzialità del web.
Quali insidie si nascondono dietro le migliaia di pagine di annunci a sfondo erotico? «Anche su questo punto bisogna precisare che non costituisce reato ospitare annunci di questo to.
Del resto anche su alcuni quotidiani è possibile trovarli.
Ciò che bisogna appurare, ribadisco, è se queste donne che si offrono lo fanno liberamente o costrette da altre persone.
E si badi bene che il numero di ragazze che scelgono autonomamente questa strada è davvero esiguo».
In conclusione, qual è lo strumento più efficace nella lotta alla prostituzione? «Sicuramente l’affrancamento delle stesse prostitute dai loro sfruttatori.
Al di là delle operazioni di polizia giudiziaria che vengono svolte, si deve fare sempre più affidamento ai progetti di assistenza dedicati a chi tenta di uscire dal racket.
Esistono percorsi assistenziali istituiti dalla Regione con apposita legge che garantiscono protezione e un futuro a queste donne.
Viene fornito loto un permesso di soggiorno e un ricovero, per iniziare un percorso di reinserimento nella società.
Il nostro Paese vuole garantire la libertà di uscire dal racket della prostituzione».
Per la cronaca su ModenaQui e' stata svolta un inchiesta sulla prostitituzione modenese "abbastanza" completa.
Si possono trovare gli articoli sul sito
http://www.modenaqui.it/
Gli articoli sono stati pubblicati dal 30/11/11 al 03/12/11 e sono rintracciabili nell'archivio online